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Autore: Midnight Writer    11/04/2016    3 recensioni
Inizio col chiedervi un pizzico di clemenza poiché, nonostante non sia la mia prima storia in assoluto, è la mia prima storia in questo fandom, quindi mi sento comunque un poco inesperta.
Dal testo:
”[...] entrambi erano innamorati soltanto della parte migliore dell'altro, ciò che provavano era così soltanto un sentimento vuoto e privo di senso; lei era innamorata soltanto di Adrien: il bellissimo modello perfetto sotto ogni aspetto, non di Chat Noir: il supereroe strambo e che amava i giochi di parole stupidi; e lui era innamorato soltanto di Ladybug: la splendida eroina dedita alla salvezza di Parigi, non di Marinette: la ragazza maldestra è sempre in ritardo che aveva una cotta per lui così evidente da riuscire a stento a parlare.”
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Chapitre 1: Derriére le masque


Ancora una volta si ripeteva la loro avventurosa routine: sconfitto il cattivo di turno i miraculous iniziavano a scaricarsi. C'era però qualcosa di diverso dal solito: la lotta era durata così tanto che si era ormai fatta notte, e i due eroi non si erano resi conto del consumo di energia che avevano operato. 
Ignaro dell'imminenza delle loro detrasformazioni, Chat Noir ruppe speranzoso il silenzio che era calato tra i due adolescenti bisognosi di riprendere fiato
“My Lady, c'è una cosa che voglio chiederti” esordì con voce flebile, per poi continuare con più sicurezza, forte di quanto desiderava un sì dalla ragazza “lottiamo contro le forze del male insieme quasi ogni giorno, ma non abbiamo mai avuto un attimo per conoscerci. Adesso è notte e tutto è molto tranquillo, non ci sono giornalisti oppure folle ansiose di stringerci la mano... Siamo solo io e te, e io vorrei conoscerti meglio.” Detto questo si girò per nascondere l'imbarazzo crescente, che pareva possedere un fortissimo coefficiente di contagio, data la velocità che impiegò nel manifestarsi anche nella ragazza, che non si profuse in grandi risposte, ma si limitò solo a lanciare uno svelto sguardo alla piazza del Trocadéro, dove si trovavano, e ad afferrare il biondo per un braccio e portarlo subito con sé sulla cima di quella maestosissima e illuminati sisma struttura ferrea che ormai dal lontano 1889 fungeva da simbolo della città di Parigi, e con essa di tutta la Francia. Il puntare delle luci verso l'esterno regalava all'interno una meravigliosa illuminazione soffusa decorata qui e lì da contorte ombre che le barre di ferro illuminate dai fari interni e dalle luci della piazza proiettavano sul vetro della riproduzione dell'ufficio dove statue di Eiffel, la figlia e Thomas Edison giacevano silenti. L'orario delle visita era già concluso da molto tempo, quindi ormai più nemmeno un solingo custode si aggirava per il terzo livello della Torre Eiffel, rendendo possibile la conservazione della solitudine alla quale Chat Noir pareva tenere molto, e che nemmeno a Marinette in fondo dispiaceva.  Il felino prese delicatamente il volto della ragazza in una mano, accarezzandolo con una dolcezza che pareva quasi impossibile potesse provenire da quei guanti artigliati. Si scrutarono per secondi che parvero anni, non si erano mai guardati così da vicino e per così tanto, non così bene da poter notare quanto i loro visi gli paressero reciprocamente familiari. 
“Stavolta ho davvero avuto paura di perderti, My Lady.” Furono queste parole dette con voce suadente che fecero rendere conto alla ragazza quanto i loro volti si fossero avvicinati, poteva sentire il suo respiro caldo sulle sue labbra, e lui poteva sentire quello di lei; in una situazione normale si sarebbero subito separati per l'imbarazzo, ma quella volta si sentivano come pietrificati, come se avessero perso il controllo dei loro corpi, o come se solo adesso l'avessero acquisito completamente 
“Anch'io ne ho avuta.” Furono le uniche parole che Ladybug poté pronunciare prima che i loro respiri si unissero assieme alle loro labbra. Durante quegli attimi la ragazza si sentiva come nel paradiso del peccato: lei era innamorata di Adrien, non di Chat Noir, eppure quel bacio la faceva sentire così bene che si domandò se fosse davvero possibile che un essere umano provasse così tanta felicità. 
Dopo poco però i sensi di colpa l'ebbero vinta, quindi la mora sfuggì da quel dolce contatto e si girò di scatto 
“Perdonami...” Disse con voce rotta mentre calde lacrime salate le rigavano le guance “è stato solo uno sbaglio, mi sono lasciata prendere dal momento e... Insomma, non sei tu la persona che amo.” 
Quelle parole trafissero crudelmente il cuore del ragazzo trapassandolo da parte a parte, rimase impietrito.
“In più non guardarmi, non sono più Ladybug, non sono più la ragazza che ami, la mia trasformazione è finita, sono tornata la solita ragazza goffa. Non è me che ami, tu ami soltanto la parte perfetta di me, soltanto la parte coraggiosa ed eroica, soltanto l'eroina che salva Parogi-” 
Il suo fiume di parole venne interrotto dalla voce del ragazzo, che tutt'a un tratto s'era fatta seria e malinconica.
“Sai, Marinette... Sospettavo che fossi tu. Anzi, in realtà ne ero certo.”
Solo a quel punto la ragazza si girò e vide che anche la trasformazione dell'altro si era esaurita. Finalmente le fu noto chi si celava sotto la maschera di Chat Noir, e quella persona era Adrien Agreste. Rimase sconvolta, ma delle parole parvero scivolare fuori dalla sua bocca indipendentemente dalla sua volontà 
“E allora perché non ti sei mostrato?” Gridò con rabbia, certa che se l'avesse fatto tutto ciò non sarebbe mai successo
“Aspettavo.” Le rispose lui
“Aspettavi cosa?” 
“Che ci amassimo completamente.” 
Ed era vero, entrambi erano innamorati soltanto della parte migliore dell'altro, ciò che provavano era così soltanto un sentimento vuoto e privo di senso; lei era innamorata soltanto di Adrien: il bellissimo modello perfetto sotto ogni aspetto, non di Chat Noir: il supereroe strambo e che amava i giochi di parole stupidi; e lui era innamorato soltanto di Ladybug: la splendida eroina dedita alla salvezza di Parigi, non di Marinette: la ragazza maldestra è sempre in ritardo che aveva una cotta per lui così evidente da riuscire a stento a parlare. Si amavano soltanto nella loro perfezione, senza riuscire ad apprezzare i loro difetti, eppure entrambi facevano uno sforzo sovrumano per fare innamorare l'altro di sé completamente, anche se inconsapevolmente, senza però preoccuparsi per primi di innamorarsi a propria volta dei difetti altrui. 
In quel momento le strade di Adrien e Marinette tentarono forzatamente di dividersi, così come quelle di Ladybug e Chat Noir: con o senza maschera erano costretti a star vicini ogni giorno, ma ciò non impediva solo di farlo senza parlarsi e guardandosi a stento. 
Ma il loro era un amore nato sotto la pesante e insieme dolce croce delle stelle, quindi ci sarebbe solo voluto del tempo prima di divenire completo.



~~ Note dell'Autrice ~~

Salve a tutti, mi chiamo Laura ed erano secoli che non mi riservavo uno spazio personale nelle storie. 
Vabbè, in fondo non ho molto da dire se non che ringrazio tantissimo il mio ragazzo che mi incoraggia sempre e che mi ha fatto tornare la voglia di scrivere quando credevo mi fosse passata totalmente.
Detto questo, questa è la mia prima storia su Miraculous Ladybug, quindi vi prego di essere clementi e di lasciarmi magari un commento se vi va, facendomi sapere se vi è piaciuta e cosa vi è o non vi è piaciuto. 
Spero di leggere qualche recensione da parte vostra. 
Grazie di aver letto. 
Vi voglio bene, 
Laura 
   
 
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