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Autore: Blurred lines    11/04/2016    1 recensioni
Mi chiamo Frank Zang ho 16 anni e sono rinchiuso in una clinica per giovani adolescenti con problemi.
Fraziel |Paziente! Frank | Paziente! Hazel
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank/Hazel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi chiamo Frank Zang ho 16 anni e sono rinchiuso in una clinica per giovani adolescenti con problemi.
Il mio problema … beh non so gestire la rabbia, la gente per tanto mi ha chiamato animale, so di esserlo, ho massacrato di botte molti dei miei amici solo perché avevano fatto una battuta su qualcuno e da ormai 2 anni sono qui. Ogni giorno, almeno due volte al giorno mi portano dei medicinali per tranquillizzarmi.

Seguo il programma della clinica in cui sono obbligato a presenziare ad una seduta con lo psicologo, una seduta di gruppo ma di solito sono seduto più distante dagli altri, tutti hanno paura di me.
Oggi 24 ottobre 2016 sono ancora in questa stanza, osservo ancora una volta i volti di questi ragazzi disposti in cerchio di fronte a me e mi domando che cosa pensano realmente. Sono ancora sotto effetto dei medicinali per cui sono calmo, anche se star qui non mi fa piacere. Mentre sono perso nei miei pensieri sento la porta aprirsi e lo psicologo entrare con accanto a sé una ragazza riccia, mulatta con lo sguardo basso, è piccolina se mi alzassi sembrerebbe ancor più piccola ma per un nano secondo alza lo sguardo quando sente lo psicologo dire il suo nome
“Lei è Hazel Lavasquez” , Hazel che nome buffo … nocciolo, nocciola ma dato che è piccola nocciolina … sono buone le noccioline.
“Hazel non parla molto, mi raccomando facciamola sentire a suo agio” così aprimmo il cerchio in cui eravamo disposti e dicemmo in coro
“ Ciao Hazel” , ma non ci rispose. Questo mi faceva innervosire, odio quando la gente non risponde.
“perché non ci risponde?” domando con fastidio.
“Frank lei non parla molto per questo è qui” mh … la risposta non mi piaceva molto ma me la tenni.
“Frank che ne dici se oggi ci parli un po’ di te e di come procede il tuo percorso” mi domanda con finto perbenismo.
Mi faceva parlare ogni volta che c’è uno nuovo come se il mio caso potesse aiutare me e gli altri, più racconto la mia storia più la gente si allontana da me, ma nonostante tutto mi alzo e inizio
“Mi chiamo Frank Zang e ho 16 anni, e ho problemi a gestire la rabbia” recito come se fosse una filastrocca “sono qui da due anni. Sono entrato a 14 anni perché avevo massacrato di botte tutti i ragazzi della mia scuola. Ogni volta che passavano mi osservavano e mi urlavano dicendo che ero un animale, sapete ero molto più grasso di adesso. Poi quel connotativo mi fu dato quando diedi il primo cazzotto al capitano della squadra di calcio, si chiamava John aveva 17 anni eppure con due pugni fui capace di mandarlo in ospedale con il setto nasale rotto. A dir la verità ero soddisfatto di quello che avevo fatto, ma fui mandato dalla preside e sospeso. Dopo di che, ci fu il declino totale. Picchiavo chiunque osasse contraddire la mia parola o solo rivolgermela per chiedermi qualcosa. Ero diventato sul serio un animale, così mia sorella maggiore, Clarisse decise di accompagnarmi qui. All’inizio venivo sedato proprio come gli animali, mi iniettavano il sedativo almeno 4 volte al giorno, capivo poco di quello che succedeva qui dentro. Ma dopo i primi mesi mi costrinsero a seguire le sedute e fu così che inizia a diminuire il dosaggio e oggi mi vengono somministrate delle pillole tranquillizzanti due volte al giorno.” E mi siedo attendendo le loro reazioni.
Il mio sguardo si sofferma su Hazel, ha ascoltato tutta la mia storia e adesso trema come una foglia, è seduta al mio fianco e non osa alzare lo sguardo. Ha paura di me, ha paura che possa farle qualcosa … sono sul serio un animale.

Sono passati due mesi da quando Hazel è entrata in clinica, viene ogni giorno alle sedute ma ancora non parla, ogni tanto però alza lo sguardo. Oggi è il 24 dicembre, già anche a Natale siamo qui in questa sala a fare terapia, lo psicologo è convinto che almeno oggi possiamo essere felici tutti. Io non so bene cosa sia la felicità, ma in circolo ho il tranquillizzante quindi sono calmo.
Siamo nuovamente in cerchio, ma c’è qualcosa di nuovo, Hazel è in piedi “Sono Hazel Lavasquez e ho 14 anni.” Sospira, siamo tutti sorpresi nessuno di noi l’aveva sentita parlare.
“Sono qui perché mi ero chiusa in un mutismo forzato a causa … a causa … a causa di alcune aggressioni subite. All’inizio erano solo dei piccoli scherzi che i veterani facevano ad una matricola come me, ma poi dal semplice scherzo iniziarono le minacce, i ricatti e infine le botte. Quelle erano pesanti, molto pesanti. L’ultima volta che le ho ricevute prima di venire qui sono rimasta in ospedale per tre mesi. Così dopo tutte queste aggressioni ho iniziato a non parlare e mio padre ha deciso di portarmi qui.” E si siede.
Provo ad allungare il braccio sento un irrefrenabile istinto di abbracciarla, ma le posso far solo paura io non sono diverso da chi l’ha portata a chiudersi e a non parlare. Eppure si gira verso di me e mi sorride. Dio quel sorriso è la cosa più bella di questo mondo.

Sono passati molti mesi e facciamo tutti dei progressi. Hazel parla un po’ con tutti, ma predilige me e ne sono contento e io beh.. a me è stato ridotto il dosaggio.
È il 30 marzo, oggi abbiamo l’ennesima seduta ma sono contento e non sono sotto effetto del tranquillizzante. Entro e mi siedo come al solito al fianco di Hazel
“ciao Frank” e mi sorride, amo quel sorriso.
“ciao Hazel come va?”
“bene, hei ma è arrivato uno nuovo” mi indica con lo guardo un ragazzo.

Un tipo strano, vestito come un rapper americano ma con i capelli di un rosso acceso. Lo psicologo lo fa alzare e gli chiede di presentarsi
“ sono Raphael e ho 15 anni, sono qui perché durante una rissa ho preso la ragazza del tipo che mi voleva picchiare e me la sono fatta avanti a lui. Dopo averla stuprata,l’ho menata” abbassa la testa e si siede.
Mi prudono le mani, non è un buon segno.
“ Ti rendi conto di cosa hai fatto” inizio ad urlare.
“hai preso una ragazza che non c’entrava un cazzo e l’hai stuprata, ma che uomo sei. Non ti fai schifo? “ non mi sono reso conto che mentre urlavo mi sono avvicinato a lui e l’ho preso per il colletto.
“ tocca una solo di loro e le predi” e lo sbatto contro il muro.
Respiro e cazzo! Hazel ha subito tutto questo e io ho solo iniziato ad urlare e l’ho menato. Mi volto verso di lei e la trovo chiusa a riccio, mi ci avvicino
“Hazel, ti prego, perdonami. Non volevo urlare, ti prego dì qualcosa.”
Ma niente silenzio. Si alza, vedo le sue lacrime provo ad avvicinarmi ma inizia a correre.
“ va via da me ANIMALE”
Cado sulle mie ginocchia,anche lei mi ha chiamato animale. Forse è ciò che sono un animale.

Mi chiamo Frank Zang ho 16 anni e sono rinchiuso in una clinica per giovani adolescenti con problemi. Sono uno stupido animale, mi sono lasciato sfuggire una ragazza stupenda solo perché non controllo la mia rabbia.

~L'angolo di Moony~
Pubblicare questa OS è stato un parto... Spero vi sia piaciuta. E devo ringraziare Felpato per avermi aiutato in questo progetto *-* AKA CINTA KAMU , dolcezza senza di te sarei persa.
Se vi è piaciuta lasciate una recenzione.
-FATTO IL MISFATTO- Marty
  
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