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Autore: Erebos    11/04/2016    0 recensioni
"Mi chiamo Chris Rodriguez e non avrei mai nemmeno lontanamente pensato di alzare le mani con una ragazza per nessuna ragione. Ma quando arrivai al campo Clarisse mi sfidò più e più volte, vincendo. Perchè lei è la mia ancora, e con lei tutto ciò in cui credevo non vale più. Perché lei cambia tutto."
...Non conoscevo più nemmeno il mio nome quando la capo della cabina 5 mi trovò. Ma seppi comunque che il suo aiuto non me lo meritavo....
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue, Luke Castellan
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Lei cambia tutto.

Non avrei mai nemmeno lontanamente pensato di alzare le mani con una ragazza per nessuna ragione. Un po’ per l’educazione che mia madre mi aveva dato, un po’ perché le ragazze nell’ideale comune sono più deboli dei maschi. Ecco io ci credevo, prima di arrivare al Campo Mezzosangue, prima di incontrare Clarisse La Rue. Ma procediamo con ordine.

Quando mio padre, Ermes: dio di coloro che popolano le strade, ha conosciuto mia madre, Maya Rodriguez, probabilmente lei non si sarebbe mai aspettata quel casino di vita che la attendeva. Aveva 25 anni e la vita davanti a sé. Nove mesi dopo era la signora Rodriguez, madre di un bambino di un quasi sconosciuto. Ma mia madre è sempre stata una donna forte ed ha comunque portato avanti il suo onore nonostante la mia nascita le abbia tagliato tutti i ponti con i parenti, lasciandole solo un paio di amici. Vivemmo una vita pressoché tranquilla fino alla mia età di sei anni.
Fino a quel momento ero solo un bimbo un po’ agitato a cui piaceva tagliare la coda alle lucertole, ma ai primi colloqui con le mie due maestre delle elementari fu chiaro che non ero solo agitato. Così iniziarono i lunghi incontri con le maestre dove le frasi erano sempre “Suo figlio non fa mai attenzione!” oppure “Non sa leggere! Ha nove anni e non sa leggere!”. Mia madre tornava a casa dopo il lavoro e i colloqui ed io ero steso sul tappeto del nostro monolocale a giocare con gli aereoplanini di carta fatti con le schede di inglese. Mi aiutava a fare i compiti, dopo aver stirato a dovere le schede, cenavamo e con un sorriso sulle labbra mi dava il bacio della buonanotte sulla fronte. A volte la notte non dormivo. Stavo ad ascoltare le sue telefonate con le amiche o pianti sommessi. Mia madre non aveva mai pianto davanti a me. Mia madre era stata abbandonata dai parenti, dagli amici, da mio padre e io pensavo dal mondo. Ma non aveva mai pianto davanti a me.
Eppure quella sera in cui, all’età di dieci anni, decisi di partire con un mio amico che indossava perennemente il cappello e pantaloni larghi, mia madre pianse. Pianse sorridendo e dicendomi che lì sarei stato al sicuro, che un giorno avrei capito la mia, la nostra storia. Col tempo, mentre viaggiavo per l’America con lo zaino in spalla capii che Brian era mezza capra e che i mostri non vivevano solo sotto il mio letto. Quando Brian mi aveva detto che mio padre era uno degli dei dell’Olimpo, io ne ero stato quasi felice. Più avanti ci avrei ripensato.

Arrivammo al famoso campo Mezzosangue e immediatamente conobbi Clarisse. Al tempo era una bimbetta di un anno in meno di me, ancora indeterminata, ma non si fece alcuno scrupolo a “farmi capire chi comanda”. Invitandomi ad allenarmi con lei per poi massacrarmi. Fu anche mediamente gentile perché poi mi accompagnò all’infermeria dove venne ripresa da un ragazzo alto e biondo (a cui lei non badò minimamente, sia chiaro). Il ragazzo più grande mi si presentò come “l’indiscusso ledaer del campo, nonché capo della cabina di Ermes”.

Dopo due anni venni riconosciuto da mio padre. La cosa ormai non mi importava più molto...Luke era tornato da un’impresa e non era più lui. Quella cicatrice che portava in volto era solo una piccola parte del suo cambiamento. Luke aveva fallito. Luke Castellan fu il mio primo maestro di spade e di vita.
Forse fu per questo che quando lui lasciò il campo io lo seguii senza indugiare troppo. Forse fu per questo che accettai quando quello che era rimasto di lui mi ordinò di entrare nel labirinto. Vagai senza sosta per un tempo indefinito. Mi chiedevo cosa avrei fatto se Crono avesse attaccato il campo. Lì c’erano i miei amici, i miei fratelli. Mi chiesi se avessi deluso mia madre e Clarisse. Poi mi risposi che mia madre non sapeva e che probabilmente Clarisse non si era nemmeno accorta della mia assenza. Scoprii solo più avanti che su Clarisse mi sbagliavo.

Non conoscevo più nemmeno il mio nome quando la capo della cabina 5 mi trovò. Ma seppi comunque che il suo aiuto non me lo meritavo. Il signor D mi guarì dalla follia. Semplicemente un giorno mi sveglia in infermeria e vidi Clarisse cadere dalla sedia per lo stupore e poi abbracciarmi. Clarisse La Rue mi aveva abbracciato, io ero un traditore, ma lei mi aveva abbracciato, la figlia di Ares. Mi diedero un punto della situazione e mi prese un colpo al cuore, avevo sperato, sulla Principessa Andromeda che Beckendorf si fosse salvato. Come Lee, Michael e molti altri. E non c’era più nessuno. Istintivamente cercai lo sguardo di Silena, ma lei non alzò gli occhi. Era ancora la spia di Luke, anzi Crono. Non lo dissi a nessuno, mai.

Ripresi presto gli allenamenti con Clarisse. Mi faceva sempre un po’ strano combattere con lei, ma poco contava, perché perdevo sempre.

Durante lo scontro finale Clarisse fu ghiacciata nel senso più letterale del termine. Fu in quel momento che capii che quello che provavo per lei andava oltre l’affetto. E pensai a Brian che un tempo mi aveva detto “Se soltanto aprissi bene gli occhi , tu vedresti grandi cose”. Nella battaglia incrociai lo sguardo li Ethan mentre ero intento a difendere la statua di ghiaccio di Clarisse. Lo pregai con lo sguardo di tornare dal lato giusto, lui si girò e una mia compagna indeterminata non c’era più, addio Alyssa. Sentii il cuore pesante per tutta la battaglia. Quando infine il ghiaccio si sciolse non ci pensai due volte e baciai Clarisse. Forse per lo stupore o per il ghiaccio che la rendeva confusa lei ricambiò il bacio ed io la strinsi più forte a me.

Mi chiamo Chris Rodriguez e non avrei mai nemmeno lontanamente pensato di alzare le mani con una ragazza per nessuna ragione. Ma quando arrivai al campo Clarisse mi sfidò più e più volte, vincendo. Perchè lei è la mia ancora, e con lei tutto ciò in cui credevo non vale più. Perché lei cambia tutto.


-Angolo d’autore-
L’ispirazione mi ha colto mentre il latino mi chiamava e non ho saputo resistere. Non sono completamente consenziente riguardo ciò che ho scritto…ma amen! Un bacione, Erebos.
   
 
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