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Autore: blubutterfly    11/04/2016    0 recensioni
Dal testo
"Quanto può essere difficile, a volte, amare qualcuno ? questa è una domanda che mi pongo spesso… oh scusate, non mi sono presentata , che maleducata; ciao a tutti, sono kate (solo kate) ed ho 19 anni; oggi vi racconterò una storia, la mia, e spero vi piaccia davvero [...]".
una piccola storia narrata in prima persona che racconta la vita di una ragazza innamorata, disordinata, confusa e sopratutto sbadata e timida! spero vivamente che letto il primo capitolo continuiate a leggerla. è il primo racconto che pubblico quindi per favore siate buoni con me! adesso vi lascio alla storia, Buona lettura ;)
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 12 




Domenica 3 Aprile 2016,


che giornata ragazzi! Diciamo che quel giorno ho iniziato la missione “lasciare Max senza parole”; intanto la mattina, per andare a messa,  mi vestii in modo elegante ma sexy ( gonna nera a vita alta,un top bianco con il cardigan nero e tacchi neri 12 cm) e tutti mi fecero i complimenti per come ero vestita, tranne Max, lui non ha detto niente!

Nel pomeriggio, invece, che dovevamo andare a vedere uno spettacolo di un nostro amico (insieme alle nostre famiglie), cambiai abbigliamento, e lì si che Max rimase senza parole ! decisi di optare di indossare un jeans super attillato, un top blu molto scollato e la giacca che richiamava il colore del top; in più avevo messo un paio di tacchi vertiginosi e molto, molto belli !

Arrivati nel luogo dove si metteva in scena questo spettacolo, abbiamo preso posto. Fra di noi vi erano due file di distanza, ma la cosa non mi scoraggiò, anzi forse è stato meglio così, ed ora vi spiego il perché.

Seduto nel posto accanto al mio c’era Ndry e (dato che le nostre famiglie sono arrivate separate) Max si soffermò a parlare con suo fratello e con la sottoscritta; quel giorno c’era un caldo pazzesco ed io cominciai a non tollerare più la giacca, così, con fare molto sexy, la tolsi, facendo notare anche la scollatura del top; l’espressione facciale di Max non ebbe prezzo per me! Aveva la bocca aperta e gli occhi che non me li staccava di dosso; quando poi ho realizzato concretamente che mi stava ancora guardando, ho pensato Kate 1, Max 0 (vai così Kate).

Per il resto del pomeriggio non abbiamo avuto modo di parlare ma quando ne avevamo l’opportunità  la coglievamo. Io però non avevo fatto i conti con le mie scarpe e così molto presto iniziai ad avere dei crampi ai piedi allucinanti ! non le sopportavo più e soprattutto non riuscivo più a stare in piedi su quelle scarpe; così, dopo aver salutato e fatto i complimenti al nostro amico, eravamo tutti in piedi a parlare e, facendo una battuta,ho detto a Max se avesse voluto scambiare le sue scarpe con le mie, ma ovviamente la risposta fu no;così gli proposi di prendermi in braccio e, anche qui, la risposta fu negativa.

Ma non potevo mica mollare, così mi avvicinai a lui, ma credo abbia frainteso le mie intenzioni, infatti mi aprì le braccia  e mi abbracciò ,facendomi poggiare la  testa sulla sua spalla e facendomi distogliere un attimo da quello che dovevo chiedergli.

Dopo un periodo indefinito ed io ancora abbracciata a lui, decidemmo finalmente di muoverci verso le rispettive macchine; così fui costretta a separarmi da quel luogo meraviglioso che era l’abbraccio di Max.

Appena separata da lui ricordai il perché mi fossi avvicinata e gli chiesi

“dato che mi hai fatto la negativa sia per scambiarci le scarpe, sia per portarmi in braccio, almeno puoi offrirmi il braccio fino a che non arriviamo alla macchina?”

La sua risposta fu affermativa e così arrivammo alle rispettive macchine sottobraccio! Lungo il tragitto però , mi lamentai un po’ per il dolore causato dalle scarpe e lui con nota di rimprovero e anche di preoccupazione mi disse che non comprendeva perché mi torturassi gratuitamente con quella specie di scarpe.

A quelle parola rimasi stupita perché lui non si è mai preoccupato per me e quindi non risposi subito a ciò che aveva detto; comunque, arrivati alle macchine, le nostre famiglie erano in vena di chiacchiere, e si fermarono a parlare,di nuovo!

i miei piedi cominciarono a chiedere pietà, tanto che persi l’equilibrio sbilanciandomi verso la spalla di Max , che si trovava alla mia sinistra! Per fortuna non gli sono caduta addosso !!!

Comunque, lui aveva creduto che mi volessi appoggiare alla sua spalla e mi disse con tono di sfida

“ tanto non ce la fai  ad appoggiarti sulla mia spalla”

Così colsi la sfida e gli risposi

“ah si?guarda, guarda come ci riesco con facilità” e nel frattempo appoggiavo e alzavo la testa dalla sua spalla.

Lui vedendosi con le spalle al muro, mi guardò e disse

“ma io intendevo che ti sarebbe venuto male appoggiarti sulla mia spalla”

Lo guardai e siccome capii che era una scusa per rimediare a ciò che aveva detto (perché dovete sapere che l’ultima parola deve essere sempre la sua!), lascia correre.

Dopo di ciò ci salutammo e io salì in macchina, mi tolsi quelle scarpe infernali e sorrisi, ripensando a tutto quello che era capitato quel giorno.

Quella Domenica fu davvero importante per me, perché capii che non avrei mai smesso di lottare per lui ! 


ANGOLO DELL'AUTRICE
eccomi tornata con un nuovo capitolo, spero vi sia piaciuto! alla prossima ;)
   
 
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