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Autore: TheLittleOnion    12/04/2016    2 recensioni
Peter Parker incontra Wade Wilson in un reparto oncologico. I due impareranno a conoscersi e si innamoreranno ma la malattia si fa largo prepotentemente nelle loro vite e spezza l'incantesimo.
Quello che non sanno é che-a volte- la vita da un'altra possibilità.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quando aveva smesso di sentire il respiro di lui premere contro la propria pelle aveva cercato di trovare la forza di muoversi. Sicuramente doveva avere qualcosa di rotto ma non era quello che lo faceva preoccupare. Non si era trattato solamente di prendere una pallottola per lui: doveva essere stato un inferno. Lo stesso Peter aveva chiaramente percepito il "crack" causato dall'urto del cornicione contro la spina dorsale di Wade. Quanto era stato stupido a tornare per salvarlo? Ed ora, ora che avrebbero potuto parlare, lui era morto e le fiamme divoravano l'erba minacciando di raggiungerli in fretta. Il calore, infatti, stava diventando insopportabile. Ignorando un fastidio nell'area del petto, che lo faceva pensare a delle costole incrinate, Spiderman aveva sollevato quel corpo e quei detriti servendosi della propria superforza. In quel momento i sensi di ragno avevano iniziato ad urlargli nuovamente di scappare ma lui non se la sentiva di lasciare che quel corpo venisse divorato dalle fiamme. Peter poteva essere stupido quando si parlava di relazioni con altri esseri umani, non aveva alcun problema ad ammetterlo. Era codardo, socialmente incapace ed una minaccia per tutti coloro che gli stavano accanto: prima o poi tutti avrebbero incontrato una morte orrenda e poco importava se Thanos aveva maledetto Wade impedendogli di morire perfino nel caso in cui il suo fattore rigenerante fosse stato in qualche modo resettato. Ma, del resto, Peter era egoista ed aveva già preso una decisione: avrebbe trascorso tutto il tempo che poteva al fianco di Deadpool perché lui era l'unico in grado di capirlo. L'unico che rideva di cuore alle sue battute e capiva le sue citazioni, l'unico che lo trovava carino ancor prima di sapere dell'esistenza del suo alter-ego. Ora che ne aveva la possibilità e la forza il castano voleva migliorare la vita del suo ex ragazzo, voleva prendersi cura di lui, aiutarlo ad affrontare i suoi problemi. Non si proponeva di guarirlo, sarebbe stato stupido: un'esperienza come quella di Arma X era impossibile da cancellare. No, voleva solo arginare i suoi problemi: aiutarlo a sentire meno le voci o, almeno, a renderle meno dure nei suoi confronti, voleva insegnargli che in lui c'era qualcosa di buono e che lui era un eroe solo perché aveva deciso di affrontare la vita e mettersi al servizio degli altri nonostante a lui il destino avesse riservato solamente cose terribili o mediocri (Peter si annoverava tra queste ultime). Ormai le fiamme avevano raggiunto la foresta e, con solo un braccio sano, Spidey sapeva bene di non poter trasportare Deadpool e la cosa lo paralizzava al suolo: le fiamme avevano iniziato a lambire la sua tuta in spandex e Peter sapeva bene lo scempio che sarebbe occorso al suo corpo. Fino all'ultimo aveva cercato un piano, una soluzione: voleva salvarlo, questa volta. Risparmiargli l'orrore ed il dolore atroce che sarebbero stati molto peggiori, a detta sua, rispetto a quelli che avrebbe provato dovendo rigenerare alcuni organi e molte ossa. Ma non c'era più tempo per agire e, nonostante il castano avesse sperato fino all'ultimo di scorgere qualcuno che potesse aiutarlo, si era visto costretto a fuggire facendo slalom tra le strutture in fiamme, le macerie e gli alberi sostenendosi con un solo braccio.

 

Sul suo volto sudato scorrevano anche delle lacrime che morivano immediatamente, assorbite dalla maschera di spandex. Raggiunta la postazione medica il Ragno si era fatto fasciare il braccio che era stato ingessato e sistemato alla buona, nel giro di una settimana, o anche meno, il suo fattore rigenerante piuttosto buono avrebbe finito il suo lavoro e lui avrebbe potuto ricominciare ad ondeggiare trai grattacieli della Grande Mela.

Mentre stava seduto ed ascoltava il borbottio dei medici cercava di ripensare a quello che era successo: Wade sembrava essere ancora attratto da lui. Aveva stretto la sua mano, gli era venuta un'erezione (che, però, sarebbe potuta essere causata dallo sfregamento dello spandex delle due tute) ed aveva rischiato la vita per lui. Per un attimo l'idea che Deadpool avesse dimenticato quello che era successo gli era affiorata alla mente poi, però, il castano si era reso conto che era impossibile che fosse accaduto: il canadese lo aveva chiamato "Bambi" e "Petey-Pie" due dei soprannomi che usava quando si frequentavano. Inoltre, il giovane poteva giurare di aver percepito l'ombra di un sorriso sul suo volto e, cosa ancora più importante, il mutante era stato protettivo nei suoi confronti: gli aveva impedito di entrare nel bagno e di attraversare le fiamme nonostante lui avrebbe potuto evitarle muovendosi sul soffitto.

Parlando del ragazzino ora il piccolo lo guardava mangiando con grande appetito uno di quei pasti precotti che le Industrie Stark fornivano agli Avengers & Co. durante le missioni.

 

《Hey, Spidey! Ti sei fatto male?》

 

Di colpo il Ragno aveva alzato lo sguardo sul ragazzino ed aveva accennato un sorriso al giovane che lo guardava con occhi raggianti con l'espressione di un bimbo la mattina di Natale.

 

《Nah, non è nulla di grave...》

 

Avrebbe voluto chiamarlo per nome, ma si era appena reso conto di non ricordarlo o di non averglielo mai chiesto così, imbarazzato, si era schiarito la voce.

 

《David, é il mio nome. Comunque di Deadpool sai niente...? Sai, mi ha appena dato il permesso di fondare il suo fanclub ufficiale! E ne sarò il presidente a vita!》

 

Seriamente, quel ragazzo doveva avere qualche tipo di potere telepatico oltre a quello dell' invisibilitá ( o doveva essere eccezionalmente bravo a leggere i comportamenti delle persone) e Peter era davvero lieto di non averlo dovuto affrontare.

 

《Veramente...É morto...Per salvare me. Ma non ti preoccupare! Per lui é impossibile morire...!》

 

Se possibile il volto del ragazzino si era illuminato ancora di più cosa che aveva insospettito Peter. Magari i giovani facevano uso di droghe ( forse anfetamine? ) per sopportare quello stile di vita estremo. Dave, però, sembrava uno abbastanza normale e, per aver attraversato le fiamme assieme a Deadpool, sembrava passarsela bene: insomma non aveva un capello fuori posto. A dire il vero il giovane dall'età indefinita aveva parlato del suo fattore rigenerante e, quindi, la cosa aveva senso.

 

《Oh. Mio. Dio. Io vi shippo tantissimo, sai? Secondo me siete perfetti! Dimmi che vi metterete assieme. Vi preeeeego! Io sono il supporter numero uno della Spideypool!》

 

Quel ragazzino era davvero straordinario! Dopo essere appena uscito da un simile inferno si preoccupava di inezie simili. I suoi occhi color ambra avevano un'espressione da cucciolo bastonato e la sua bocca sporca di qualcosa che ricordava la gelatina di more lo rendeva simile ad un cane colto a fare una marachella.

Nonostante il senso di colpa, l'ansia e le costole rotte il castano si era lasciato sfuggire una sonora risata anche se, sotto la maschera, un leggero rossore gli aveva imporporato le guance. Dopo essersi ricomposto almeno un briciolo il Ragno si sentiva infinitamente meglio, erano settimane che non scaricava la tensione tanto serenamente.

 

《Può darsi che succeda qualcosa...》

 

Aveva sussurrato cercando di nascondere il proprio imbarazzo non appena i medici se n'erano andati. Il ragazzino si era alzato di colpo, rischiando di far cadere il tavolo su cui stava mangiando, ed aveva raggiunto l'eroe in un gesto totalmente impulsivo. Poi, goffamente, aveva abbracciato il braccio sano del Ragno e gli aveva sorriso raggiante.

《Vi preeego! Invitatemi al vostro matrimonio!》

 

Peter, che non era affatto abituato a ricevere attenzioni da dei fan, si era sentito in profondo imbarazzo ma anche lusingato dalla gratitudine che il giovane provava nei suoi confronti. Ripensandoci l'idea di lui e Wade e dei suoi altri eroi doveva essere stata una delle poche cose in grado di sostenerlo in tutto quell'inferno. Imbarazzato il Ragno aveva poggiato la mano sulla spalla del ragazzino scuotendo la testa.

 

《Certo che hai dei gusti particolari in fatto di eroi...》

 

In quel momento Captain America, accompagnato da Thor ed Iron Man era entrato nella stanza. Dalla finestra si notava Hulk ( che non entrava nel luogo per motivi di altezza e corporatura) fuori assieme a lui c'erano Hawkeye e la Vedova Nera.

 

《Sembra che non ci sia alcun sopravvissuto! 》

 

Aveva esclamato Cap col suo tono da...Cap. Per Peter era difficile descriverlo ma aveva qualcosa di solenne e patriottico, da emblema dei valori degli Stati Uniti d'America.

 

《O, Uomo Ragno! Ci hanno detto che sei stato ferito!》

 

Aveva aggiunto Thor che, in quel momento, era l'incarnazione asgardiana di Captain Ovvio (ok, Peter é un nerd! É normale che di fronte a certe situazioni gli vengano in mente i meme!).

 

《Non é nulla, davvero! Qualche osso rotto, niente a cui io non possa sopravvivere.》

 

Il ragazzino, nel frattempo, aveva alzato la testa e la smorfia sul suo viso era piuttosto visibile. Certo, gli Avengers dovevano essere dei gran bastardi da non ammettere la presenza di UN sopravvissuto che si trovava di fronte ai loro eroici occhi. Dave, dal canto suo, aveva smesso di brillare come un albero di Natale ed, ora, sembrava piuttosto deluso. Eh, mio caro, questa è la dura vita di chi ha a che fare con i Grandi. Loro faticano a vedere oltre il loro naso e Peter, l'eterno escluso, " la ruota di scorta", lo sa perfettamente. Non che Spiderman, la minaccia, provi alcun rammarico, s' intende.

 

《Quel ragazzo...Beh, penso che lui possa essere l'unico sopravvissuto.》

 

Del resto l'uniforme che portava il ragazzino era piuttosto eloquente. Ora che il giovane era in buone mani Peter poteva pensare agli affari propri ed evitare l'ennesimo Capitan Ovvio (stavolta da parte di Iron Man). Anche Wolverine era giunto, probabilmente per avere notizie o per usufruire della dispensa, quando Spidey aveva incrociato il suo sguardo il mutante aveva alzato gli occhi al cielo e gli aveva fatto cenno di uscire. Senza nemmeno scusarsi, perfettamente conscio dello sguardo di rimprovero che gli aveva lanciato Cap, Peter era uscito dalla stanza assieme a Logan.

 

《Okay, visto che a questo punto sarà più o meno crollato tutto vorrei chiederti di fiutarlo...》

 

《Mi stai dicendo...》

 

《Ti sto dicendo che è ricoperto di detriti e, probabilmente, carbonizzato.》

 

《L'ha fatto per salvare te?》

 

A quella domanda Peter non aveva risposto. Si era limitato a deglutire rumorosamente e a voltare il proprio sguardo sul "panorama" le fiamme, ora, erano state spente grazie all'aiuto di Tempesta e a quello massiccio di una squadra di pompieri. I detriti, ancora fumanti, erano tutti uguali e gli alberi lì attorno erano carbonizzati. Ricacciando indietro il mal di testa Spidey aveva sospirato profondamente ed imprecato contro Wolverine che sembrava conoscere entrambi troppo bene. Dondolando lentamente tra gli alberi il castano aveva raggiunto il posto assieme a Logan. Nel momento in cui Peter era atterrato con grazia sopra ad un cumulo di detriil mutante gli si era avvicinato facendo una smorfia. Dei passi si stavano avvicinando, passi piuttosto pesanti che avevano percepito entrambi.

 

《Vuoi che lo...Tiri fuori io? Non sarà un bello spettacolo, dovresti saperlo e...Ti eviterei l'imbarazzo di dover giustificare le tue ricerche agli altri dicendo qualcosa riguardo alla nostra amicizia e bla, bla, bla.》

 

《Non ti crederebbe nessuno. Appena lo vedi non riesci a trattenerti dall'istinto di infilzarlo ripetutamente. Pochi si affezionano al loro personale sacco da boxe.》

 

La verità era che Peter non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro, non stavolta. Voleva salvare Wade, cioè raccattare quello che restava del suo corpo e stargli accanto durante il processo di rigenerazione. Sarebbe stato tremendo, ed il suo stomaco al solo pensiero delle condizioni del suo corpo e del dolore che avrebbe provato l'uomo si stringeva in una morsa d'acciaio. Ma il castano era stanco di essere codardo. Sapeva di dover provare il proprio amore al Mercenario Chiaccherone, doveva dimostrare ad entrambi di avere la forza di affrontare qualunque cosa li avesse investiti. E, conoscendo la loro fortuna, le disgrazie li avrebbero rincorsi come mosche il miele ma il Ragno aveva deciso che le avrebbero combattute insieme. Era ingiusto per entrambi impedirsi di essere felici e costringersi ad un'esistenza fatta di lavoro, ricordi dolorosi e pattuglie in cui cercavano di salvare le vite altrui.

 

Con un sospiro Wolverine inizia ad annusare cercando di concentrarsi sull'odore di carne bruciata del Mercenario Chiaccherone. Spidey, dal canto suo, se ne stava accovacciato pronto a saltare. Qualcun altro al posto suo si sarebbe alzato immediatamente in piedi per far rifluire il sangue ma in quella posizione il Ragno si sentiva al sicuro, il contatto delle piante dei piedi e delle palme delle mani col suolo gli dava un senso di sicurezza. I minuti che Logan impiega a trovare una traccia olfattiva di quel corpo sono relativamente pochi ma a Peter sembrano un'eternità condensata. I passi si fanno più leggeri, il castano sente chiaramente la voce rimbombante di Hulk e spera, prega, di riuscire a raccogliere quel che resta di Wade senza dover subire sguardi inquisitori o un terzo grado. Con Wolverine era facile, lui sapeva che cosa li aveva uniti in passato e non faceva domande: aiutava Spidey come se si trattasse di un'altra missione qualsiasi ma gli altri, specialmente gli Avengers, lo avrebbero subissato di domande. Riusciva già a sentirli! "Non é saggio che Deadpool venga associato a Spiderman! Quell'uomo é un pazzo, ha ucciso per qualche migliaio di dollari! Immagini cosa potrebbe guadagnare vendendo il nome dell'Uomo Ragno?!?!? Credi che eviterebbe di farlo perché avete una relazione?!?!?" e così via. Ovviamente, il gruppo di eroi non si era ancora reso conto che, ormai, la persona dietro la maschera era adulta.

 

Nel momento in cui il mutante si era fermato il castano aveva alzato lo sguardo da terra. Era evidente che l'X-Men lo stesse aspettando. Dopo aver fatto un cenno di assenso il Ragno si era alzato, sentendo il sangue scorrergli nelle gambe, e si era diretto verso quel punto coperto dai detriti ancora fumanti dell'edificio crollato. I pochi passi che il giovane in spandex rosso e blu aveva fatto per raggiungere quel luogo erano stati pesanti come macigni e, nonostante sapesse ( e sperasse con tutto il proprio cuore ) che la rigenerazione sarebbe avvenuta, l'idea delle condizioni in cui avrebbe trovato quel corpo gli toglieva il fiato e non in un modo piacevole. Messo da parte qualsiasi indugio Peter si era chinato su quel punto e, senza nemmeno servirsi della propria superforza, aveva rimosso i calcinacci bruciati. Quello che aveva trovato lì sotto aveva ben poco di Wade e, per un momento, il giovane aveva sperato che non si trattasse del suo ex ragazzo ma le katane e le pistole avevano eliminato qualsiasi dubbio. Le mani del Ragno, senza che lui potesse controllarle in alcun modo, avevano iniziato a tremare in maniera piuttosto evidente. Il respiro gli era divenuto difficile e l'aria gli grattava la gola e le vie aeree. Portare ossigeno al cervello era diventato piuttosto difficile ed il suo cuore, già stretto in una tremenda morsa dal dolore, lavorava come un pazzo. Oltre a questo un forte senso di nausea e vertigine gli annebbiava la mente impedendogli di reagire e di rendersi conto dell'arrivo di Hulk e della Vedova Nera.

 

《W-Wade...!》

 

Un rantolo fioco, appena percettibile, era uscito dalle sue labbra. La maschera, umida a causa del suo sudore e del fiato gli stava appiccicata al viso, rendendogli ancora più difficile l'articolazione delle parole.

Con coraggio Peter si era chinato su quel mucchio d'ossa, non restava molto come c'era da aspettarsi: di Wade Winston Wilson rimanevano solamente le ossa lunghe ed il cranio. Dopo aver raccolto le armi, che aveva dato in consegna a Logan, Peter aveva raccolto quelle ossa ignorando le lacrime che gli rigavano il viso. Mai, in vita sua, aveva preso tra le mani qualcosa con tanta delicatezza e le aveva strette al petto trattenendosi a stento dal cercare lo sguardo di Wolverine per ottenere una rassicurazione.

 

《Non preoccuparti, so che è in pessime condizioni ma tornerà prima di quanto pensi a rompere le palle a tutti come al solito.》

 

Il mutante aveva capito. Evidentemente il suo dolore doveva essere evidente anche a chi non lo conosceva così bene, del resto sembrava veramente impossibile che da quei resti potesse rigenerarsi un intero corpo umano. Peter nemmeno si accorge della coperta/ sacco che gli viene porto da Natasha. Semplicemente lo accetta fidandosi di Wolverine che gli borbotta qualcosa riguardo alle proprietà di quel materiale nell'accelerare il processo di rigenerazione. Anche il viaggio a New York per il castano è un sogno: ricorda solo una forte vertigine ed il colore argentato della borsa che contiene ciò che resta di Wade.

 

Raggiunta la Stark Tower il gesso di Peter viene sostituito con qualcosa di più leggero, ergonomico ed idrorepellente. Nel momento stesso in cui gli viene bloccato il braccio il castano guarda la borsa. Qualcuno, una voce familiare, lo conduce in una stanza particolare: una specie di luogo a tenuta stagna. Solamente l'odore di Logan lo rassicura, sa che di lui può fidarsi: sa che con lui lì accanto i resti di Wade saranno al sicuro. Guarda l'uomo in camice bianco disporre i resti su di una coperta identica a quella dove si trovano ora le ossa di Wade ma pulita. I suoi resti, ora, sono tornati bianchi e qualcosa di rosso, probabilmente del tessuto irrorato dal sangue, si intravede sul suo cranio. Deciso a non lasciarlo andare Peter rimane stoicamente al suo fianco nonostante si senta svenire. Solamente dopo svariate suppliche e la solenne promessa da parte di Logan di avvisarlo qualsiasi cosa fosse accaduta, il giovane decide di ascoltare i consigli degli altri e farsi una doccia.

 

《Hey, ragazzino! Ci vorranno altre diciotto ore, come minimo! Quindi fatti una dormita! Probabilmente sotto quella maschera sembri una specie di zombie!》

 

Non appena raggiunge il bagno il castano sente chiaramente le proprie tempie pulsare e, istintivamente, preme la testa contro le piastrelle fresche del bagno. La sensazione di fresco calma il suo mal di testa e, nella privacy della stanza, Peter si sente abbastanza al sicuro da togliersi la maschera e mostrare il suo volto. L'immagine di quelle ossa carbonizzate a cui erano attaccati dei brandelli di carne fresca era perfettamente impressa nella sua memoria ed il giovane, a quel ricordo, aveva sentito un conato inconfondibile. Dopo aver rimesso si era sentito infinitamente meglio, sebbene la stanchezza fosse crollata su di lui e lo avesse travolto come una marea. Stacca le mani dalla tazza e a fatica si alza da terra. Le ginocchia sono doloranti, probabilmente perché il giovane eroe ha passato qualche minuto inginocchiato a terra, in fretta Peter si libera della tuta da Spiderman che getta in una piccola lavatrice di fianco al box doccia. Ignorando la propria pelle appiccicosa a causa del sudore il supereroe si infila sotto la doccia, ampia abbastanza da poterci fare un piccolo festino, e si butta sotto il getto bollente.
Dopo aver lavato via la sporcizia Spidey si era avvolto in un morbidissimo accappatoio bordeaux ed aveva raggiunto la stanza dopo aver fatto partire la lavatrice. Qui aveva trovato una tuta ed una t-shirt anonime ed un pranzo sotto a delle cloche d'argento: il pasto, come c'era da aspettarsi alla Stark Tower, era da gourmet.

Durante tutto il pasto gli eventi di quella giornata si erano srotolati come una bobina nella sua testa: aveva ricordato l'ansia mista all'adrenalina che gli causavano le missioni grosse. Nonostante i piani fossero stati aberranti Peter, spinto dalla propria curiosità di scienziato, aveva letto tutti i file che gli erano stati inoltrati dagli Avengers stupito e, al contempo, inorridito dalla genialità dei metodi con cui venivano condizionati i feti prima ancora che avessero modo di vedere la luce. Era evidente che qualcuno doveva aver visto un po' troppi film di fantascienza o aveva frainteso completamente il significato del capolavoro di Aldous Huxley. In quel frangente, nonostante sapesse che fosse errato, Spidey aveva pensato che certe persone non potessero continuare a vivere: per dei mostri simili non c'era speranza. Le loro idee erano aberranti. In quel caso non si trattava di voler dominare il mondo e sfruttarne la popolazione a proprio uso e consumo. Quegli uomini avevano deciso di creare delle armi umane per privarle della loro natura e di qualsiasi pensiero, nemmeno Loki era tanto malvagio. Il dio norreno, per quanto crudele, ci teneva all'umanità delle persone che voleva vedere soffrire ma non le privava della loro dignità rendendole simili a degli oggetti inanimati. Poi era arrivato Wade ed il Ragno aveva faticato parecchio a concentrarsi visto che nella sua testa avevano iniziato a turbinare mille dubbi. Però il Mercenario Chiacchierone aveva risposto positivamente e non si era comportato in maniera diversa, inoltre pareva continuare ad essere attratto da lui nonostante sapesse che sotto la maschera non si nascondeva alcun adone ma un ragazzo dall'aspetto banale. Al ricordo del suo atteggiamento protettivo (e della sua erezione) sul viso di Peter era spuntato un lieve sorriso accompagnato da un leggero rossore delle guance.

Dopo il pasto la stanchezza e la digestione avevano avuto la meglio sul vortice incessante dei suoi pensieri e, nello stesso momento in cui aveva poggiato la testa sul cuscino, il Ragno era crollato tra le braccia di Morfeo.

 

Il mattino seguente Peter si era svegliato presto, non solo per i propri standard ma anche per quelli di tutti gli altri esseri umani. Il suo stomaco era stretto in una morsa dolcissima e sentiva una certa elettricità nel suo corpo. Era emozionato all'idea di rivedere Wade dopo tutto quel tempo, cioè di vedere il suo nuovo aspetto, e non vedeva l'ora che il canadese si svegliasse per poterlo finalmente affrontare. Così, dopo aver affrontato una ricca colazione, Peter aveva messo ad asciugare la sua tuta di Spiderman ed aveva deciso di uscire dalla propria stanza vestito da civile. In molti lo guardavano come se fosse stato un alieno, infatti nessuno aveva mai visto prima quel giovane uomo snello e muscoloso dall'aria persa aggirarsi per i corridoi della Stark Tower con l'aria di chi sapeva dove stava andando. Jarvis, però, non diceva nulla: non era scattato nessun allarme segno che il castano dai capelli scompigliati non rappresentava una minaccia.

 

L'infermeria si trovava nei piani interrati nella torre e la stanza dove Wade si stava rigenerando era in quel settore. Dopo essere passato di fronte alla reception dove l'avevano guardato come se fosse stato un alieno ( l'abbigliamento dei lavoratori della Stark Inc. aveva delle regole piuttosto rigide e, certamente, non prevedeva tute grige e anonime) era sceso indisturbato al piano di sotto. Il viaggio in ascensore era stato infinito, la musichetta di ordinanza stava mettendo alla dura prova i suoi nervi già tesi come corde di violino tanto che Peter si era graffiato svariate volte le mani che si stava tormentando. Quando il giovane stava ormai per imprecare contro la sua sfortuna ecco che le porte si aprono con un “ding” ed un corridoio bianco si era spalancato di fronte ai suoi occhi. A pensarci bene quel luogo asettico e dal pavimento di linoleum ricordava il famoso “tunnel di luce” di cui parlano le persone che hanno esperienze di pre-morte non era, quindi, un'immagine particolarmente rassicurante per qualcuno che si trovava in condizioni gravi. Le luci bianche aumentavano il candore del bianco tanto da abbagliare le persone che percorrevano il corridoio. Fortunatamente nelle stanze in cui la gente riposava (la zona bianca si era rivelata quella degli ambulatori, laboratori e perfino sale operatorie!) il colore variava dal giallo chiarissimo, al panna fino al verde menta. In questa zona si trovava anche la stanza in cui giacevano i resti di Wade e nel corridoio, seduto sulle poltrone di fronte alla porta a vetri, sedeva Logan che stava facendo colazione. Di fronte all'uomo si trovavano ben due carrelli ricolmi dei più svariati ben di Dio. Il mutante, dal canto suo, si stava godendo appieno i manicaretti frutto dello sforzo delle cucine della Torre infatti aveva l'aria di qualcuno che non mangiava da mesi. Peter, dal canto suo, pensava che quell'appetito fosse dovuto al suo metabolismo accelerato, così come tutto in lui. Wolverine, però, si era reso conto di essere osservato e, dopo essersi voltato ed aver visto di fronte a sé quel ragazzino che pareva essere capitato lì per sbaglio, gli aveva rivolto un'occhiata torva (probabilmente non lo riteneva una minaccia tale da sfoderare i suoi artigli in adamantio).

 

《 Hey, ragazzino, come sei riuscito ad entrare qui? 》

 

《 Mi chiamo Peter, Peter Parker. 》

 

 

Dopo aver sistemato il ponte degli occhiali sul proprio naso, il giovane studente aveva allungato una mano verso quella dell'uomo arrossendo leggermente per l'imbarazzo. Era facile fare ironia e sembrare sicuri quando si era Spiderman una cosa era avere a che fare con Wolverine/Logan nei panni di Peter Parker.

Il mutante, infatti, lo aveva guardato perplesso e poi era scoppiato in una fragorosa risata che lo aveva costretto a tirare la testa indietro. Doveva aver riconosciuto la sua voce e, beh, Spidey non poteva davvero biasimarlo: il contrasto tra l'eroe ironico e quel giovane nerd impacciato era evidente.

 

《 Sei maggiorenne? 》

 

 

Dopo qualche minuto buono di risate Logan aveva ripreso a mangiare, anche se il suo respiro era pesante ed i suoi occhi lucidi. Ovviamente il Ragno sapeva che il moro gli avrebbe rivolto una domanda simile vedendo il suo aspetto.

 

《 Sì. 》

 

 

Aveva mugugnato il castano sapendo bene che quell'espressione imbronciata non gli dava affatto un'espressione più matura e non confermava in alcun modo la sua affermazione.


《 Studio all'università e mi mantengo facendo fotografie al mio alter-ego, che poi vendo ad un giornale che mi descrive come una minaccia per la quiete pubblica. 》

 

 

A quell'affermazione il mutante si era limitato a scuotere la testa e a guardarlo con aria divertita mentre si riempiva la bocca di qualcosa molto simile a delle uova strapazzate con pancetta.

 

《 Non pensavo che uno come te potesse piacere a Wilson, però conoscendoti posso capire cosa lo attrae in te, e non si tratta solo del tuo aspetto. 》

 

 

Spidey non se la sentiva in alcun modo di approfondire la questione, non aveva voglia di pensare ai motivi per cui Wade poteva o non poteva essere attratto da lui. Non gli interessava nemmeno il parere del mutante al momento. Infatti, nello stesso momento in cui Wolverine aveva pronunciato il suo cognome, il cuore di Peter aveva iniziato a martellargli in petto per la preoccupazione.

 

《 Come sta?》

 

 

La voce gli era uscita leggermente incrinata dimostrando il suo vero stato d'animo nonostante lui cercasse di nascondere tutto dietro una patina di sicurezza.

 

《 Il carrello qui è per lui. Al risveglio avrà molta fame. Ho fatto abbassare le luci, svegliarsi in una specie di letto d'ospedale in una stanza illuminata a giorno non è il massimo per quelli che hanno avuto esperienze simili alle nostre. Ora c'è Banner lì dentro, sembra un bambino in un negozio di giocattoli. Vai a saperlo, curiosità scientifica.》

 

 

Logan aveva scrollato le spalle pensando a Bruce e al suo entusiasmo ma non era andato al punto. Nonostante dalle sue parole e dal suo atteggiamento tranquillo si potesse denotare che le cose stavano andando come dovevano e che tutto era nella norma. Peter, che non aveva avuto il coraggio di insistere, si era già avvicinato alle porte deciso a farsi scansionare la retina per ottenere il permesso ad entrare, quando Wolverine si era schiarito la voce ed aveva catturato la sua attenzione. Il castano si era voltato e lo aveva guardato aspettando che lui iniziasse a parlare.

 

《 Ragazzino, non è un bello spettacolo quello che vedrai lì dentro. Ho visto delle foto di Wilson prima di...-aveva fatto un gesto eloquente con la mani e poi aveva ricominciato a parlare- e non è affatto così. Vorrei solo che non illudessi, ecco. Perché nel caso in cui succedesse lui regredirebbe di molto e tutti i suoi progressi verrebbero vanificati. Comunque-aveva aggiunto con un tono molto meno grave- ti consiglio di fargli fare un bagno dopo, i muscoli fanno un male cane dopo la rigenerazione.》

 

 

L'eroe aveva annuito e non aveva aggiunto altro. Si era limitato ad avvicinare la retina allo scanner e a passare attraverso la porta a vetri. La stanza, rispetto al giorno prima, era immersa in una sorta di penombra. In un angolo si trovava un uomo di altezza media con una cartellina in mano che osservava la scena con aria interessatissima, tipica di un qualsiasi scienziato quando osserva un fenomeno nuovo che si sviluppa di fronte ai suoi occhi avidi di informazioni e colmi di meraviglia. Lentamente Peter aveva rivolto lo sguardo nella stessa direzione di quello del Dottor Banner. Nel momento in cui di fronte ai suoi occhi era apparsa la figura di un uomo nudo il giovane si era sentito infinitamente sollevato. Il dubbio irrazionale che il fattore rigenerante quella volta avesse fatto cilecca era rimasto nel Ragno e lo aveva tormentato. Ora, però, il suo cuore era colmo di gioia ed il giovane uomo non aveva potuto trattenersi in alcun modo dal desiderio di occupare la sedia accanto al suo letto. In quel momento Banner si era reso conto della sua presenza e gli si era avvicinato con passo tranquillo, cosa che cozzava molto con i movimenti “del ragazzone verde”.

 

《 Non ho potuto fare a meno di osservare il processo.》


 

Ovviamente Banner aveva capito subito che Peter era Spiderman, d'altronde era l'unica persona che aveva diritto ad entrare in quella stanza oltre agli altri Avengers dei quali lui conosceva già il vero aspetto.

 

《 Sta procedendo tutto molto bene. Credo che a breve dovrebbe svegliarsi, al momento penso che il fattore rigenerante sia sistemando le ultime cose riguardo al sistema nervoso periferico visti gli spasmi che ha avuto agli arti superiori ed inferiori.》

 

 

L'uomo aveva fatto per girare i tacchi ed uscire dalla stanza dando alla coppia un briciolo di privacy. Ovviamente ora tutti sapevano che tra lui e Wade c'era stato qualcosa. Infatti, nonostante fosse difficile da immaginare come cosa, gli Avengers adoravano i pettegolezzi riguardo i membri del gruppo e, sicuramente, i commenti riguardo al vero aspetto di Spiderman erano già stati espressi dagli altri Vendicatori.

All'ultimo lo scienziato si era voltato verso il giovane ed aveva indicato una bottiglia sul comodino di fianco al letto su cui giaceva il canadese.

 

《 Si tratta di una lozione per i grandi ustionati, potrebbe alleviare il dolore che gli procurano le cicatrici. Ovviamente in futuro potremmo aggiustare la formula in base alle esigenze di...Dead...Wilson.》

 

 

Con un cenno l'uomo era uscito e, finalmente, Peter aveva potuto guardare quel corpo con calma. Sopra al letto era stata posta una coperta simile a quella in cui il giorno prima Spidey aveva messo i resti del canadese. In teoria la coperta avrebbe dovuto essere richiusa come un sacco a pelo ma, in pratica, era aperta e tutto il corpo del Mercenario Chiacchierone era esposto. Il petto si alzava e si abbassava tranquillo, ogni tanto le sue membra erano colte da leggeri spasmi ma l'uomo non sembrava soffrire, anzi. Le labbra secche erano dischiuse e scoprivano i denti bianchi e perfetti che cozzavano con l'aspetto della sua pelle. Per Peter la vista dei bozzi e delle cicatrici non era nuova: le aveva viste sul suo corpo anche se in maniera nettamente minore. Il fatto che la situazione fosse la medesima su tutto il corpo del mutante, però, era terribile. Sovrappensiero il castano aveva preso una di quelle grandi mani e se l'era poggiata sulle gambe. I suoi occhi si erano fissati su una cicatrice che, lenta ma inesorabile, aveva iniziato a cambiare forma ed il giovane eroe non aveva potuto fare a meno di pensare a quanto dovessero far male quelle cicatrici in perenne movimento. Ora riusciva comprendere, anche se solo in parte, i motivi per cui Deadpool per un periodo era stato solamente un assassino che prestava i propri servizi al miglior offerente. Oltre all'infanzia difficile, alla perdita della propria famiglia (che lo aveva anche rinnegato) e del suo più grande amore. Si era ammalato di cancro, aveva incontrato un ragazzino che nel momento peggiore lo aveva mollato ed era entrato in un programma che aveva promesso di guarirlo e di dargli qualche superpotere fico. Invece lo avevano ridotto in un costante stato di dolore e, inoltre, lo avevano sottoposto alle peggiori torture per verificare i risultati del loro esperimento. Questo lo aveva portato alla schizofrenia che, sommata al disgusto che il canadese provava nei confronti del proprio aspetto, era davvero un mix esplosivo. Anche Peter al suo posto avrebbe perso la propria fiducia nel genere umano ed avrebbe sfruttato i propri poteri per arricchirsi e vendicarsi, aveva già rischiato di farlo anni prima spinto dal puro desiderio di rivalsa verso coloro che lo avevano preso in giro.

 

Mentre faceva questi ragionamenti, il castano aveva preso a disegnare inconsciamente dei disegni sul dorso della mano del suo ex ragazzo servendosi del proprio pollice. La trama della sua pelle non era spiacevole al tatto , e pareva che il suo corpo emanasse un calore leggermente più intenso di quello di una persona normale. Probabilmente quest'effetto collaterale era causato dal metabolismo accelerato ma per Peter, che in inverno era incredibilmente freddoloso, dormire con accanto una fornace non sarebbe stato affatto male, anzi. L'immagine di lui e Wade che condividevano il letto durante l'inverno non si era limitata al semplice sonno. Infatti, mentre il giovane uomo provava la lozione (che ironicamente aveva un odore dolciastro e leggermente agrumato) sulla mano dell'uomo ancora addormentato, immagini molto simili si erano fatte largo nella sua mente ed il ragazzo aveva pensato di far scivolare le sue mani coperte di olio sulle spalle larghe di Wade, poi più giù sui suoi pettorali scolpiti ed i suoi addominali ben definiti (Dio, quel six pack era una delle cose più sexy che avesse mai visto in vita sua!), infine verso la “V” del suo basso ventre e poi sul suo membro. Okay, Peter non aveva mai visto Wade nudo prima di Arma X ma aveva intuito che, oltre ad avere un volto meraviglioso, aveva anche un bel fisico. Quante volte aveva fantasticato riguardo al suo aspetto sotto quei camicioni orribili e deprimenti! Ed ora tutto era lì, in bella vista, ed era proprio come lui se lo aspettava. Alcune cose, soprattutto quelle riguardo cui lui aveva fantasticato di più (cioè le dimensioni di un certo organo), erano meglio di quanto il castano avesse osato immaginare e la cosa aveva creato un leggero...Problema alle parti intime del povero studente che si era trovato costretto a sollevare la coperta per coprire il Mercenario Chiaccherone dalla cintola in giù. Libero da quella distrazione Spidey era libero di osservare quel volto e di ritrovarvi lo stesso uomo di cui si era innamorato anni prima. Mentre lo osservava Peter non aveva mai smesso di massaggiare la mano che teneva tra le proprie e che toccava con infinita delicatezza, quasi che temesse di romperla o di danneggiarla irreparabilmente, la cosa era piuttosto ironica dato che l'uomo disteso di fronte a lui era di nuovo integro dopo essere stato divorato dalle fiamme. Via via che le smorfie che Wade faceva nel sonno si facevano più familiari, il sorriso sul volto del Ragno si ampliava insieme alla sua gioia.

 

Dopo un tempo imprecisato, le membra del canadese avevano iniziato a muoversi, stavolta non si trattava di spasmi ma di veri e propri movimenti che avevano uno scopo era, infatti, evidente che Wade si stesse stiracchiando. Consapevole di quello che stava per accadere il giovane eroe aveva iniziato ad agitarsi: il rossore delle sue guance era aumentato, i battiti del suo cuore erano aumentati, i palmi delle sue mani avevano iniziato a sudare e la stretta sulla mano del mutante era aumentata in forza tanto che l'uomo si era lasciato sfuggire un gemito di dolore.

 

《 Ugh...!》

 

Allarmato Peter aveva lasciato andare alla sua mano, spaventato all'idea di aver utilizzato la sua superforza inavvertitamente, e di avergli causato ulteriore dolore. Il senso di colpa si era fatto largo nel suo cuore ma il suo animo si era adombrato solo per qualche istante. Infatti quando il canadese si era voltato verso Peter spalancando i suoi occhi azzurro intenso il contenuto della mente del giovane genio si era cancellato. Per lui esisteva solo quello sguardo, lo sguardo dell'uomo che lo aveva amato, riempito di gioia e che aveva popolato i suoi sogni negli ultimi anni.

 

《 Peter..》

 

 

Era stato un sussurro appena percettibile sfuggito da quella bocca aperta per lo stupore di svegliarsi e trovarsi di fronte un viso caro che non si ritraeva di fronte alla sua faccia in preda al disgusto ma che lo guardava rivolgendogli il suo solito sorriso timido ed impacciato. Lo stesso che l'adolescente bistrattato aveva rivolto a quello che credeva un bel militare pronto a prendersi gioco di lui.

 

《 Buongiorno...》

 

 

Nonostante il suo quoziente intellettivo ben al di sopra della media e la sua lingua solitamente affilata quella era stata l'unica cosa che era riuscita ad uscire dalle sue labbra. Non era una delle cose più intelligenti da dire in quel momento, ma era un buon inizio. 

  
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