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Autore: Ashbear    04/04/2009    3 recensioni
Quando cadiamo, chi c'è a prenderci, nel buio? Rinoa perde la vista e Squall impara a vedere cosa dentro il 'suo' stesso cuore ... non possiamo credere negli altri, quando non crediamo in noi stessi.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CASTLES IN THE SKY
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo 14: Domani ~

I corridoi del Garden erano deserti. Si potevano quasi sentire i ruggiti degli Archeosaurus nel Centro Addestramento, oltre ai due che bussavano alla porta del comandante. Fuori, nel corridoio, Irvine si toccò la gola, in un altro vano tentativo di esagerazione. Il fatto che non potesse parlare era già più che chiaro alla bionda insegnante. Il silenzio è d'oro, no? Quistis rise mentre lo guardava, "Novox?" Lui annuì, confermando i suoi sospetti. "Rinoa è qui dentro, ho già detto quanto è divertente averla di nuovo con noi?"

Irvine non era divertito.

"Non so cosa sta succedendo là dentro, forse non voglio saperlo." L'insegnante alzò un sopracciglio alla reazione del cowboy, dato che il sorriso malizioso che aveva sulla faccia la diceva lunga. Scuotendo la testa, Quistis continuò, "Dobbiamo assicurarcene. Non ho intenzione di perdere un'altra volta nessuno dei due... che sia per la distanza che creano tra loro o per una distanza di chilometri."

Fece un sorriso sornione ad Irvine, "tra l'altro, solo una strega può annullare quella Novox che ti ha lanciato, anche se potrei riuscire a convincerla ad aspettare un paio di giorni." Irvine incrociò le braccia e rivolse un duro sguardo di traverso alla giovane insegnante. "Scherzo, Irvine, è solo uno scherzo. Sono sicura che questa cosa della strega sia solo un pettegolezzo, scommetto che chiunque possa rimediare... in un paio di giorni." Fu più o meno in quel momento che Quistis notò Lauren che si avvicinava alla stanza di Squall.

Lauren guardò molto sospettosamente i due SeeD più anziani, e poi chiese, "cosa c'è di così importante da convocarmi nella stanza del Comandante Leonhart a quest'ora di notte? Non ho fatto nulla di male, giusto?"

Quistis scosse la testa. "Lauren, so che potrebbe essere difficile da capire, ma penso che tu abbia fatto qualcosa di davvero giusto. Ho sentito cosa hai detto a Selphie nella mia stanza... su Squall."

I pensieri della giovane SeeD corsero a quanto aveva detto, al segreto che aveva spiattellato prima che l'insegnante lasciasse la stanza. Cercò di fare l'innocente al riguardo, e guardò confusa l'insegnante. "Detto a Selphie cosa? Non sono sicura di cosa intenda, Professoressa Trepe."

"Lauren, ti prego... ho sentito cosa hai detto, su Squall che ti ha vista beh... ecco..." Quistis fece una pausa, gettandosi i capelli all'indietro. Alla fine guardò la ragazza, incapace di credere alla parole che stava per dire... "nuda... Lauren, hai detto che Squall ti ha vista senza vestiti. Credimi, non hai fatto nulla di male. È stato solo uno di quei 'momento-sbagliato-posto-sbagliato'. Sfortunatamente, credo, l'errore gli è costato più di quanto chiunque di noi avrebbe mai immaginato. Abbiamo solo bisogno di sistemare un paio di cose."

"Professoressa, non avrebbe dovuto sentirlo. Ho giurato di non dirlo mai a nessuno. Il Comandante Leonhart non mi perdonerà mai se ne parliamo ancora. Mi piace davvero stare qui, per favore... non dica niente."

"No Lauren, non ti perdonerà mai se non lo racconti. Mi spiegherò meglio non appena saremo entrati."

Lauren Rachels era davvero una brava SeeD, una dei migliori al Garden di Balamb. Aveva scalato facilmente tutti i gradi, e ora era un SeeD di rango 'A'. Qualcosa dentro di lei le diceva di fidarsi di Quistis, dato che la sua reputazione la precedeva. Aveva solo in mente l'interesse dei suoi alunni. Con quei pensieri, Lauren acconsentì a raccontare dell'incidente di più un anno prima.

Guardando Irvine, Lauren borbottò tranquilla, 'ciao'. Lui rispose solo con un piccolo cenno. Lauren si voltò verso Quistis, che aveva lo sguardo fisso e attento, mentre aspettava paziente alla porta. Una strana paura colpì la SeeD, che si chiedeva il perché dell'improvvisa timidezza del cowboy.

"Novox," rispose Quistis senza nemmeno girarsi verso Lauren.

"...Rinoa'?" chiese Lauren con apprensione, impaurita da ciò che la strega sarebbe stata capace di fare. Specialmente se provocata... come essere stata nuda, a letto, con il suo cavaliere.

"Già," replicò Quistis, sempre sorridendo.

*~*~*~*~*

Rinoa e Squall si affrettarono a recuperare qualsiasi articolo di vestiario avessero sparso nel corso degli ultimi minuti. Alla fine, quando tutto fu di nuovo al suo posto... capelli, magliette, e biancheria di pizzo... Squall annunciò che stava per aprire la porta. Dirigendosi alla porta, guardò un'ultima volta il letto. Aveva bisogno di assicurarsi che la sua mente non lo stesse ingannando, e che lei fosse davvero lì. Qualcosa catturò il suo sguardo, e osservando meglio notò la scatolina nera dell'anello sul pavimento.

Guardò un'altra volta la porta, e poi di nuovo lei. Loro potevano aspettare. Lei no. Squall afferrò l'astuccio di velluto, e lo ripose gentilmente nella mano di Rinoa. Lei sorrise e mimò con la bocca, "grazie." Non aveva fatto un solo suono, ma lui poteva sentire tutto ciò che stava dicendo, anche solo con lo spirito. Si chinò e le diede un bacio veloce sulle labbra, desiderando che il loro momento non fosse mai stato interrotto. Sospirando, si voltò verso la porta, e la aprì con impazienza.

"Seriamente... è meglio che questo posto stia andando a fuoco," ruggì. Furono le uniche parole che Squall pronunciò, mentre apriva la porta.

Le due donne aspettavano dall'altro lato, cercando di ignorare che cosa potevano aver interrotto. Irvine, d'altro canto, fece l'occhiolino al comandante, cosa che spaventò Squall a morte... dato che aveva dimenticato, per un momento, la faccenda della 'Novox'. Quistis mantenne le proprie posizioni sul perché si trovavano lì, senza mai rimpiangere l'intrusione anche solo per un istante.

"Squall, dobbiamo parlare ora, noi cinque. Pensiamo di aver stabilito la vera ragione per cui Rinoa lasciò il Garden un anno fa. Ti prego... non possiamo aspettare."

Le parole andarono a segno, e lui si sentì intontito dalla punta delle dita fino al cuore. Valeva la pena essere disturbati per alcune cose, anche se era molto improbabile che ne valesse la pena in quel momento. D'altra parte, se, per qualche motivo, poteva porre fine a qualsiasi dolore avrebbero potuto sentire in seguito, valeva sicuramente la pena essere separati per qualche minuto. Facendo il solito cenno da comandante, aprì la porta riluttante e lasciò entrare i visitatori. Il gruppo entrò, e ognuno di loro sentì un certo grado di imbarazzo quando vide Rinoa seduta sul letto.

Lauren si prese uno dei pouf nell'angolo, dato che nella stanza continuavano a scarseggiare sedie e divani vari. Irvine, d'altro canto, era più che felice di sedersi su un pouf; secondo lui... ci sarebbe voluto un po'. Aveva intenzione di stare comodo quanto era fisicamente possibile nella stanza di Squall; dopo il letto, quella era la seconda miglior scelta. Diavolo, era l'unica alternativa.

Quistis rimase in piedi, appoggiandosi contro la piccola scrivania di mogano. Fece cenno a Squall di sedersi, con un unico movimento della mano. Era molto strano il modo in cui si stava comportando, come se avesse il comando di una riunione. Era molto atipico, per Quistis, comportarsi da superiore in presenza di Squall. Dal solo comportamento, Squall poteva intuire la sua serietà nel problema che stavano per affrontare.

Tutti rimasero in silenzio, aspettando che qualcun altro rompesse, come si dice, il ghiaccio. Quando questo non successe, Quistis iniziò, "uhm... Rinoa, prima che inizi, e per quanto mi piaccia il 'nuovo e migliorato' Irvine, potresti per favore usare una delle tue Esna? Fidati se ti dico che mi fa male chiedertelo..." Rinoa annuì e, poco dopo, Irvine si afferrò il collo incredulo.

"La mia voce, la mia bellissima voce... è tornata! Come hai potuto fare questo al tuo dolce, piccolo, innocente amico, Rin? Pensavo di essere speciale."

Rinoa gli gettò uno sguardo, un sorriso ironico sul viso, "ma tu sei speciale, Irvine. Se mi disturbi ancora così... beh... non sarà la tua 'voce' a non funzionare. Capito, casanova?" Il cowboy non disse una parola, ma incrociò le gambe, cosa, tra l'altro... non facile a star seduti su un pouf troppo imbottito.

Quistis esaminò il foglio di carta che teneva in mano; i suoi sospetti erano stati definitivamente confermati. Il rapporto era semplicissimo, eppure aveva provocato il più grosso casino a cui lei avesse mai assistito. L'insegnante voleva urlare, dentro di sé, per tutto il dolore su un fraintendimento ridicolo che due persone erano troppo orgogliose per affrontare. Ognuno aveva preferito tenersi la propria dignità e andare avanti...

Mise da parte le sue paure, in quel momento, sul confrontare Squall riguardo a faccende personali. Qualcosa che metteva l'insegnante in agitazione, sin dal loro primo incontro al Garden. Trattenne il respiro, cercando di non guardare Rinoa, che sedeva sul letto... innocente com'era sempre stata. E questo uccideva Quistis. Quello che aveva pensato la giovane strega, diamine, quello che ogni essere umano col sangue nelle vene avrebbe pensato, nella stessa situazione. Incerta, mosse un passo verso Squall, consegnandogli la copia stampata del rapporto. Lui guardò le informazioni inutili, sembravano scritte in una lingua straniera. Questo piccolo gioco non gli stava bene; voleva risposte, non indovinelli. Guardò ancora la stampata, che all'inizio sembrava avere poca importanza...

Ago-11 10:37pm 41269X
Ago-12 4:13am 41269A
Ago-12 5:50am 41269B

"Eh sì, Quistis," commentò sprezzante Squall. "Questo mi chiarisce le cose. Come ho fatto ad essere così stupido. Questo pezzo di carta nega tutto l'anno di dolore. Grazie tante del tuo aiuto."

Rinoa era completamente confusa dalla situazione che le si svolgeva intorno. Non aveva sentito la conversazione che si era svolta fuori nel corridoio, sul 'risolvere la loro relazione'. Aveva solo sentito il tono cattivo di Squall per Quistis, un anno di dolore? Di cosa sta parlando?

"Sta' zitto, Squall," ordinò Quistis,

cosa che non avrebbe mai fatto in altre circostanze, ma la situazione richiedeva che lei avesse un approccio più aggressivo. Squall certamente non sarebbe stato di umore 'cordiale e gioviale' per tutto questo. "Spiega tutto, se aspetti un momento, Comandante Leonhart."

Quistis fece cenno a Lauren di fare un passo avanti. "Rinoa, questa è Lauren Rachels, ora è un SeeD di alto rango qui al Garden. In origine, però, ha frequentato il Garden di Trabia con Selphie. Penso che tu l'abbia già incontrata la prima sera, al balletto."

Avvicinandosi a Rinoa, Lauren deglutì, nervosissima. Arrivare nelle prossime vicinanze del comandante, che sedeva protettivo accanto alla ragazza mora, non le sembrava la più saggia delle idee. "Salve signorina Heartilly, sono la ragazza con cui ha parlato l'altra sera... al ricevimento. Le ho detto di averla già vista danzare, in passato. Ero lì - Irvine e Squall erano con me."

Educatamente, Rinoa allungò la mano, "felice di incontrarti di nuovo, ma esattamente, perché siete tutti qui?" Vagamente irritata, cercò di sorridere mentre chiedeva. Immaginava che non avessero disturbato Squall così tardi di notte, per una cosa così stupida come presentare Lauren.

Per un breve momento, pensò di pietrificare i tre invadenti, se non fossero arrivati al punto alla svelta. Molto, molto alla svelta.

"Beh, ecco..." Lauren lottò per trovare le parole giuste con cui continuare la sua storia, cosa non proprio facile con Squall che la fissava direttamente. Il suo sguardo avrebbe potuto costringere il nemico alla resa a prima vista, senza nemmeno bisogno di sfoderare le armi. Non mostrava spesso le emozioni, ma quando lo faceva... di solito non era piacevole. "Dopo la ricostruzione di Trabia, ci fecero venire a Balamb per assistere ad alcune lezioni." Non riusciva a distogliere lo sguardo dal comandante, i cui sguardi si trasformavano in coltelli che la colpivano al petto. "Hey Quistis... perché lo stavo facendo, me lo ripeti?"

"Io sono fottutamente sicuro di non saperlo," sbottò Squall. Era sul punto di perdere la pazienza per l'intera faccenda.

Quistis fece solo un cenno con la mano a Lauren perché continuasse. "Ok, quindi, arrivammo qui e c'erano poche stanze. Selphie disse che alcuni suoi amici erano via in missione, e le loro stanze sarebbero state libere."

Alzando velocemente la testa in direzione della giovane SeeD, come se avesse sentito il più orribile grido che poteva immaginare, Squall capì al volo ed esattamente dove andava a parare. "Zitta, ora. Non se ne parla. Ti ho dato un ordine. Sono ancora un tuo superiore. Puoi passare i prossimi dieci anni a rompere ghiaccio per le granite a Trabia, se lo decido."

Quistis fece un suono, a metà tra l'urlo e il respiro trattenuto. Non se la sarebbero cavata in fretta. "Squall Leonhart, non ti perdonerai mai se non la lasci parlare, fidati."

Lui si alzò e guardò Quistis dritto negli occhi. Una cosa di cui era sicuro era che lei non avrebbe ceduto. Non aveva mai visto così tanta determinazione nel suo sguardo. Rinoa di certo non aveva bisogno di sentire questa storia incredibilmente grottesca mentre lei e Squall stavano cercando di aggiustare, iniziare, quel che era... la loro relazione. Quistis si avvicinò a Squall di un altro passo, enfatizzando la sua posizione nella vicenda. Lui la guardò di traverso e basta, e infine tornò a sedersi, evitando di guardare Lauren.

"Chissenefrega," fu il suo unico, sussurrato commento.

Rinoa si voltò verso di lui, vagamente confusa da tutto. Cosa sta succedendo? C'è qualcosa di grosso che non riesco a vedere o percepire? Perché Quistis vuole che sappia, e Squall invece no? Cosa potrebbe avere Squall da nascondermi? Oh mio Dio... Lauren. Questa ragazza di fronte a me è quella con cui è andato a letto. Quistis deve averlo scoperto e vuole che Squall esca allo scoperto.

Quale altra ragione avrebbe potuto esserci?

Rinoa inalò profondamente, e trattenne il respiro. Grandioso, ecco il modo in cui lo scoprirò 'ufficialmente', davanti a tutti. Questa è l'altra donna. Come possono farmi questo... qui... con loro? Aspetta, forse Lauren è ancora la sua ragazza, e tutto il resto solo una bugia?

Pensò questa crudeltà, eppure non riuscì ad accettare che Squall potesse mentire sui suoi sentimenti. No, sapeva che non l'avrebbe fatto, perché Squall la amava davvero. Era un dato di fatto su cui non si poteva discutere. Di cosa poteva trattarsi, allora? Che Squall avesse ancora dei sentimenti per l'altra ragazza? L'ultima cosa che voleva fare era essere coinvolta in qualche specie di adolescenziale triangolo amoroso. E cosa ancora peggiore, non voleva uscirne vincitrice grazie alla pietà.

Rinoa doveva porre fine a tutto quello. "No, va bene," cercò di spiegare a Squall con onestà, anche se sentiva che il cuore le veniva strappato dal petto un'altra volta. "Vi lascerò a sistemare qualsiasi problema di coppia che voi due potete avere. Per favore, Quistis, lasciami fuori da questa storia. Non ne faccio parte, non appartengo a questo posto... non è mai stato così."

Rinoa gettò la scatolina dell'anello verso il comodino. Non ci furono parole, e poteva sentire che tutti stavano trattenendo il respiro. Per un momento, pensò a come dovesse sentirsi quest'altra ragazza. Avere il tuo ragazzo che riporta a casa qualcuno, fino a vedere che in qualche modo la tua relazione finisce improvvisamente. Conosceva quel sentimento anche troppo bene. Sarebbe stato difficile anche per Lauren, guardare Squall con la sua vecchia ragazza... si sentiva quasi dispiaciuta per lei.

"Non te ne vai nemmeno tu!" ordinò Quistis. "Qualcuno, qui, ha intenzione di finire entro stasera? Fidatevi di me, tutti. Semplicemente, per l'amor di Dio, fidatevi di me." L'insegnante sapeva esattamente dove, con tutta probabilità, era andata a finire la mente di Rinoa, cosa che di fatto dissipava tutti i dubbi che potevano esserle rimasti. "Lauren, se tutti hanno finito di fare scenate... prego, continua." L'insegnante guardò storto sia Rinoa che Squall; quei due erano impossibili.

Lauren iniziò, cauta, "ad ogni modo, il Garden non aveva più stanze per gli ospiti. Siccome ero amica di Selphie, mi permisero di usare una delle stanze dei SeeD che erano in missione. Ho usato quella di Squall, mentre lui era ad Esthar. Mi consegnarono una chiave magnetica temporanea, che funzionava solo per la sua stanza, e..."

"Oh Dio," sussurrò Squall, guardando di nuovo il foglio. Cercò risposte negli occhi di Quistis, "il mio numero d'identificazione, e la mia chiave magnetiche... le chiave magnetiche sono state usate entrambe." Lei non disse nulla; non ce n'era bisogno. Squall accartocciò il foglio e lo gettò dall'altra parte della stanza, e si mise la mano sulla fronte. Rinoa ci ha visti insieme. Rinoa mi ha lasciato. Rinoa mi ha visto a letto con un'altra donna... ha usato la sua chiave...

Irvine si alzò dal suo pouf, prendendo le redini del discorso, "Rin, a questo punto subentro io. Vedi, abbiamo fatto una festa per gli ospiti di Trabia. Io stesso ero nella camera di Selphie. Penso che molti di noi abbiano preso un po' troppi drink. Ok, davvero troppi. Squall mi chiamò per farmi sapere che la sua missione era stata cancellata. Solo che io... sono svenuto prima di riuscire a riferire il messaggio."

Lauren guardò la reazione delle persone che la circondavano. Anche lei aveva capito ciò che doveva essere successo. Questa volta, Quistis non ebbe bisogno di incoraggiarla a continuare il racconto. "Dio, Rinoa, quando la sveglia è suonata la mattina, Squall era lì... e basta. Lui ha quasi urlato quando mi ha vista accanto a lui. La parte peggiore è che avevo l'abitudine di dormire senza vestiti, anche se dopo quella notte l'ho persa."

Lui chiuse gli occhi; ogni pensiero che Rinoa aveva avuto, ogni tradimento. La ragione per cui se n'era andata, uno stupido fraintendimento. Oltretutto, il suo orgoglio aveva tenuto la cosa segreta. Quando si accorse che Rinoa non diceva nulla, aprì gli occhi e la guardò. In quel momento, aveva sul viso un'espressione che lui, senza ombra di dubbio, non le aveva mai visto. Non c'erano davvero parole per descrivere quel miscuglio di shock e confusione; sembrava quasi in trance, un fantasma.

"Rinoa, hai pensato che... per favore, te lo giuro, non è successo niente. Non lo sapevo. Mi hanno appena dato il rapporto sulle chiavi magnetiche, e dimostra che la mia seconda chiave è stata usata quella mattina. Dannazione... Rin, era la tua." Squall allungò una mano e le toccò una gamba, senza sapere come lei avrebbe reagito. "Ti amo più di qualsiasi cosa in questo mondo, Rinoa Heartilly. Se credi a qualcosa, credi a questo."

Lentamente, Rinoa si allungò a prendere la mano che le sfiorava la coscia. Come? Come è potuto succedere? Un dannatissimo, enorme errore. Eppure Rinoa non mise mai in dubbio la verità. La voce di Squall era tutto quello di cui aveva bisogno per sapere che era tutto vero. Si voltò verso di lui, "Squall Leonhart, anche io ti amo." Senza alcuna esitazione, gli gettò le braccia al collo.

"Ecco, uhm, ragazzi?" Cercò di intervenire Irvine, ma era chiaro che nessuno dei due aveva intenzione di separarsi a breve. "Beh, noi ce ne andiamo tutti a letto ora... nuovi cadetti che arrivano e cose così. Squall, Cid ha detto che dovresti prenderti più tempo per te. Ha detto che si sarebbe occupato di tutte le formalità per i cadetti. A dire il vero, ti ha ordinato di prenderti le ferie."

*~*~*~*~*

Rinoa fu la prima a separarsi, "Squall... mi dispiace così tanto."

Gentilmente, lui le scostò le ciocche di capelli dal viso, prima di posarle un dito sulle labbra. "Sssh, abbiamo bisogno di parlare un po', vero?" Lei annuì senza sorridere, cercando in ogni modo di frenare le lacrime. "Sai cosa, dammi la chiave della tua stanza. Vado a prendere Angelo e le sue cose, e puoi fermarti qui stanotte, se ti va. Non preoccuparti, Rin, dormirò sul pavimento."

Di nuovo, lei cercò di sorridere, ma sul viso le apparve nulla più che una piccola linea. Dopo aver preso la chiave, Squall guidò Rinoa fuori, sul piccolo balcone della sua stanza. Non somigliava affatto a quelli grandiosi sparsi nel Garden. Questo aveva a malapena spazio per due sedie, non che il comandante ne possedesse, comunque.

"Sono a posto, Squall." Non lo aveva chiesto, ma lei sapeva che lui voleva sentirlo.

"Non ci metterò molto."

"Lo so, lo so."

Mosse le dita sulla ringhiera liscia di metallo, mentre ascoltava ogni suono. Dal ronzio dei generatori, al suono stridulo che risuonava dalle luci. Da lontano, poteva sentire il frinire dei grilli, e qualche animale che ululava. Pensò a tutto, al passato, al presente e al futuro.

Futuro... una parola che, una volta, le faceva paura.

In pochi minuti, il comandante fu di ritorno con il cane fedele. Lei era ancora in piedi sul balcone, la luce della luna che si rifletteva sui suoi capelli. Stava aggrappata alla ringhiera con entrambe le mani, come se ne dipendesse la sua vita. Ogni dito sembrava aver trovato il suo posto nella barriera di metallo. Squall si avvicinò a lei, notando l'espressione solenne del suo viso. Non disse nulla, si mise semplicemente in piedi accanto a lei, in silenzio.

"Quando ero piccola," iniziò Rinoa, "mia madre mi leggeva sempre dei libri. Ogni settimana andava in libreria e me ne comprava uno. Era il nostro momento speciale, da passare insieme... mi leggeva un capitolo nuovo ogni sera. Era passata esattamente una settimana dal giorno in cui morì, e gli investigatori ci restituirono alcuni effetti personali. La sua borsetta, alcune mappe che teneva in macchina, e una borsa della libreria. Non ho saputo della borsa per un po'. Più avanti, durante le vacanze, mio padre impacchettò il libro e lo mise sotto l'albero di Natale. Il biglietto diceva che era da parte di mia madre. All'inizio, ho pensato che fosse una specie di scherzo crudele, e poi ho realizzato cosa era successo. Era andata al negozio, quella sera, per comprarlo... Squall, fu uccisa mentre tornava a casa dalla libreria." Rinoa non riuscì più a trattenere le lacrime; ognuna cadeva tracciandole un sentiero sul viso.

Squall guardò la luce che si rifletteva su ogni lacrima come un cristallo. Voleva abbracciarla, non lasciarla mai andare... cancellare ogni incubo e realizzare ogni sogno. Ma non era in suo potere farlo, era solo un uomo e poteva solo fare del suo meglio. Sperava solo che qualunque cosa avesse da offrirle fosse abbastanza. Lentamente mosse una mano su quella di lei; lei accolse volentieri il contatto. C'era un conforto che la rasserenava, nel suo tocco.

Si sfregò gli occhi nel tentativo di fermare le lacrime, e continuò, "mia madre è morta perché è andata a comprare qualcosa per me. Odiavo quel libro, e odiavo tutto quello che mi era costato. Quasi cinque anni dopo, avevo avuta una delle mie tipiche liti con mio padre. Mi ordinò di stare per una settimana nella mia stanza... niente amici, niente telefono, e niente televisione. Per qualche motivo, guardai la mensola e vidi quel libro. Cinque anni dopo la sua morte, mi sedetti a leggere il regalo di mia madre, il suo ultimo regalo per me... l'ultimo che mi avrebbe mai fatto."

Rinoa non aveva mai raccontato quelle cose ad anima viva, perché era più facile limitarsi a dimenticare tutto. Non possiamo prevedere il futuro, giusto? Un anno prima, aveva desiderato poterlo raccontare a Squall, ma lui non era emotivamente pronto a sentire una cosa simile. Entrambi erano cresciuti, quell'anno, e lui ora era in grado di darsi quasi liberamente. Beh, era sempre Squall, dopotutto... c'era sempre un limite. In qualche modo, raccontarglielo era il suo modo di restituire il favore. Darsi fisicamente era più facile che dare qualcosa che aveva disperatamente cercato di nascondere.

Le lacrime continuarono a scenderle sulla pelle pallida, troppo pesanti per non sottostare alla legge di gravità. La promessa che aveva fatto a se stessa di non piangere era stata infranta. No; era stata aggiustata. C'era una grossa differenza, perché ora non piangeva per rabbia, ma per amore. Amore per Squall, amore per sua madre. Stava cercando di guarire entrambi i loro dolori con la sua confessione.

Lui ascoltò la storia in silenzio. Immaginò la colpa che doveva aver affrontato una bambina di cinque anni, convinta di essere la causa della morte della propria madre. Per Squall, sarebbe stato più semplice pensare che non lo volevano, come aveva fatto con suo padre. Era più facile vivere con l'odio che con la colpa, e lui lo sapeva. Ad ogni modo, incolparsi della morte dei propri genitori sarebbe stato indescrivibile. Si mosse di un passo dietro di lei e le posò le braccia intorno alla vita, rassicurante, mentre lei continuava a guardare il cielo notturno.

Sentire la presenza di Squall dietro di lei la fece rabbrividire. Lui abbassò la testa per appoggiarla contro i suoi capelli morbidi. Una sensazione a cui avrebbe potuto, e l'avrebbe fatto, assolutamente abituarsi. Rinoa esitò prima di continuare, "Castelli in aria, il titolo del libro era Castelli in aria. Raccontava la storia di una donna che sognava sempre, senza mai fermarsi a notare cosa aveva davanti, troppo impegnata a cercare di raggiungere cose fuori dalla sua portata. Finalmente, un giorno, aprì il suo cuore e trovò la favola che aveva sempre sognato. Ironicamente, era proprio davanti a lei. Semplicemente, non riusciva a vederla."

"Squall... sono stata quella che ti ha detto di 'vedere' con il cuore, non con gli occhi. Eppure, io ho 'visto' quello che pensavo fosse successo tra te e Lauren. Se solo avessi guardato col cuore, l'avrei capito. Ero così presa dall'amore da favola con te, quello che mi ero creata... anche solo nella mia testa. Non ho mai smesso di apprezzarti. Squall Leonhart, eri una bellissima persona allora, proprio come adesso. Non ti ho mai meritato."

Lui la voltò, e furono faccia a faccia. La tenne stretta, i loro corpi a pochi centimetri di distanza. "Rin, non dirlo mai. Ero io a non meritarti. Non posso credere che qualcuno riesca ad avere a che fare con me per tutto il tempo che mi hai dedicato tu. Ogni volta che ti avvicinavi, ti allontanavo. Forse era una specie di gioco per me, e perderti potrebbe essere stato l'unico modo per capire cosa avevo buttato via. Forse ero io quello che rincorreva i 'castelli in aria'. Il guerriero perfetto, l'eroe perfetto, ecco cosa cercavo di essere. Non ho capito quello che avevo fino a che te ne sei andata. L'ho rimpianto ogni giorno dello scorso anno. Credimi, a parti invertite... avrei creduto la stessa cosa, entrando in camera. Con una piccola differenza, non penso che mi sarei girato e me ne sarei andato. Sicuramente sarei sotto processo per omicidio."

Poteva sentirgli il cuore che batteva più forte; sapeva che questa confessione doveva essere imbarazzante, per lui. Non era tipo da parlare di emozioni e sentimenti per sfizio. "Squall, ho bisogno di dirti una cosa. Non voglio che mi odi per questo... è che non voglio che ci siano altri segreti tra noi. Quando non stavamo insiere c'era questo ragazzo, Mike, e..."

Squall posò nuovamente e velocemente un dito sulle sue labbra, "Rin, è tutto a posto. So tutto."

Allontanandosi da lui, alzò lo sguardo sul suo viso. La sua espressione diceva tutto: come?

Rinoa non aveva detto una sola parola a Squall, ma lui poteva capirla meglio di chiunque altro al mondo. "Beh, niente segreti, giusto? Spero che tu possa perdonarmi per questo, Rinoa, non penso che reagirei bene se qualcuno invadesse la mia vita in quel modo..."

"Ellione... Ellione mi ha mandato nel passato. Mi dispiace, Rinoa... Non le ho mai chiesto di farlo. Penso che tutti i nostri amici volessero che vedessi... beh, che dicessi che ho bisogno di te, che ti amo."

"Quando?"

"Questo pomeriggio. Ho visto tutto, dalla festa all'ospedale."

Un'espressione scioccata le si dipinse sul viso. "L'ospedale... Deling... l'ospedale? Eri lì, ricordo. Squall, sei stata tu l'ultima cosa che ho visto, non le luci. Perché non me ne sono ricordata prima?"

"Credo che qualcosa dovesse stimolarti la memoria. Ero con te, nel suo inconscio. Rin, avrei dovuto essere lì in persona. Mi dispiace."

"Ma per me, tu c'eri. Mi hai dato la forza di andare avanti. Perché diavolo non me ne sono ricordata prima? Squall... mi hai detto di amarmi sei mesi fa. Anche pochi minuti dopo avermi visto con Mike... me l'hai detto."

"Mike non conta, non è mai contato nulla."

"Non era te," confessò lei, la voce ammorbidita. Alzò il viso verso di lui, sperando che forse riuscisse a capire. "Ho provato a pensare che lo fosse, a ingannare la mia mente. Alla fine, è stato il giorno peggiore della mia vita. Ho sentito la tua voce, ecco perché dissi il tuo nome... vero?"

Lui sorrise quasi imbarazzato, grato per una volta che lei non potesse vederlo. "Beh, non è stata una cosa semplicissima da vedere. Dovevo dire qualcosa, dirti quello che sentivo. Non mi interessa cosa è successo tecnicamente, per quando mi riguarda sono il primo. Il primo ad amarti, il primo ad abbracciarti, e il primo che farà l'amore con te... e l'ultimo."

Rinoa si appoggiò al suo petto e pianse ancora. Quest'uomo era il migliore del mondo, ed era tutto suo. Dopo alcuni minuti in cui rimasero abbracciati, Squall si abbassò e la sollevò teneramente tra le braccia. Il comandante la portò dall'aria umida della notte alla temperatura più fresca della sua stanza. Riuscì a coricarla sul letto, con la testa contro il cuscino.

Squall si abbassò e la baciò sulle labbra con dolcezza e passione. "Rinoa, stai sul letto, io dormirò sul pavimento per stanotte. Abbiamo avuto una lunga giornata, tutti e due."

Rinoa rotolò sul fianco, e si tirò su sul gomito. "Signor Leonhart, pensi che, dopo tutto quello che abbiamo passato lo scorso anno, ti lascerò dormire per terra?" Poi sorrise diabolicamente, "a meno che, ovviamente, tu non sia preoccupato che la tua ragazza torni domani mattina e si faccia un'idea sbagliata."

Squall saltò sul letto quasi giocosamente, e si stese accanto a lei. "Penso che rimanga fuori città per un po'. L'unico problema è... che probabilmente l'idea non sarà sbagliata, e se mi chiami un'altra volta 'Signor Leonhart', lo rimpiangerai, signorinella. Mi fai sentire molto vecchio."

"Scusa, signor Leonhart."

"Adesso basta!" Squall allungò una mano e se la attirò al petto rotolandole addosso, "ora devo farti il solletico. Davvero, non volevo farlo, ma se il nemico non ascolta, bisogna prendere misure drastiche per la sicurezza nazionale."

"Sicurezza nazionale, eh? Beh, allora è diverso. Solo per questo, smetterò di chiamarti con quel nome. Più che altro è perché odio il solletico."

"Ottima scelta," rispose lui, abbassandosi e annullando la distanza tra loro.

*****
Nota della traduttrice: nell'originale, il titolo del libro di cui parla Rinoa è Castles in the sky. Esattamente come la fanfiction, e dato che questa cosa ha una certa importanza nel prossimo - e ultimo! - capitolo, ho pensato fosse meglio dirvelo^^
Come al solito, capitolo betato da DefenderX. Alla prossima! -Alessia Heartilly

   
 
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