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Autore: applestark    12/04/2016    0 recensioni
Dopo l'ennesima delusione, ecco una lettera all'amore di cui si ha bisogno. A quello che verrà, se abbiamo la pazienza di aspettare.
"In the mourning I'll rise".
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Caro amore,
probabilmente adesso ti senti proprio come me, con questo cuore spezzato nel petto, che batte ancora così forte nonostante la frattura.
Ti immagino proprio così, con la testa fra le mani a pensare cosa hai sbagliato, perché non sei stato scelto tu, se ci sarà mai qualcuno a lenire quel dolore, quel senso di vuoto, di incompletezza, di paura.
Paura che forse c’è qualcosa di sbagliato in te, e non negli altri, perché la storia è sempre la stessa, il copione è un plagio degli avvenimenti precedenti.
Cadere così tanto per una persona, essere convinti fino alla fine che tutto andrà per il verso giusto, che finalmente potrai avere anche tu un po’ di felicità in un rapporto. Non lo sai nemmeno, com’è, quando qualcuno ti guarda negli occhi e ti dice parole d’amore, e cerca la tua mano e te la stringe forte, oppure ti guarda con gli occhi grandi e luminosi perché tu sei speciale. Per una volta, sei proprio tu.
Ma non è mai accaduto, oppure è durato poco, è cambiato nel giro di poco tempo.
E tu stai lì, come me.
Hai un esame da preparare, il libro ti guarda, tu vorresti che non ci fossero tutte quelle pagine da memorizzare, quei noiosissimi paragrafi che ti domandi se serviranno mai nella tua vita.
Hai sottolineato tutto con l’evidenziatore giallo e la matita, ma nel cervello non ci entra nulla. Sei troppo triste. Senti un groppo in gola proprio come me, che adesso sto scrivendo per buttare fuori un po’ di questi sentimenti che mi attorcigliano lo stomaco. Se lo bucassi, ne uscirebbe uno sciame di falene.
Ogni tanto ti alzi, guardi fuori la finestra il sole, brilla nel cielo ma fa ancora freddo, chiudi gli occhi, vorresti correre avanti nel tempo, vorresti dimenticare questo dolore, ma poi ricordi che l’ultima volta ci hai messo due anni per liberartene. Allora hai di nuovo paura.
Dai a calci la parete, mentre io invece mi metto a piangere, sdraiata sul letto, sommersa dai miei libri di linguistica, e mi tremano le ginocchia. Tremano anche a te, lo so. E i polsi, e le palpebre, non ne puoi più.
Amore, io però ti posso giurare che se ci vedessimo sarebbe più facile. Se tu uscissi, ed io pure, allora ci incontreremmo, ed  io potrei aiutarti a sistemare quel macello che hai dentro. Potresti fare lo stesso.
Ed io non ti farei mai piangere, perché lo so cosa si prova e sentirsi presi in giro, sfruttati, voluti solo a metà, solo per convenienza.
Potrei essere la tua migliore amica, tu il mio migliore amico, sarebbe bellissimo.
Ti piace guardare i telefilm? Possiamo farlo insieme, ma sappi che ho il brutto vizio di fare “spoiler”, poi me ne pento, ma… non odiarmi per questo.
E viaggiare, invece, ti piace? Io lo adoro, è quello che voglio fare “da grande”. Possiamo prenotare l’ultimo volo con una compagnia low coast, e andare a Parigi. A Reykjavík. A Madrid. Sono molto brava con lo spagnolo, ma la mia lingua preferita è lo svedese.
E tu dove sei?
Forse non abiti nemmeno in questo paese mio, in Italia, e magari la pasta però ti piace tantissimo, ed anche le ragazze che gesticolano, si emozionano troppo, si arrabbiano in fretta. O forse no, forse ti farebbe incazzare a morte il mio “italian temper”, ma per te potrei calmarmi.
Ti sento, percepisco il tuo dolore adesso, quando i tuoi genitori nell’altra stanza gridano, domandano tanto da te, ma tu non sai niente.
Non sai nemmeno se riuscirai mai a finire di laurearti, perché non te ne importa più di tanto.
Sai, lo penso anche io a volte, ma poi mi viene un’ansia tremenda… e ricomincio a studiare.
Oh, ecco cosa ti dovevo dire. Ho un sacco di mostri nella mia testa. Infestano le mie notti, mi squarciano il petto, mi fanno gridare forte dentro che ho…paura. Anche tu ce li hai, lo so.
E la notte molto spesso non riesco a dormire perché sono agitata. E questo lo possiamo risolvere, se tu mi abbracci, ed io ti stringo ancora più forte.
Non mi importa nemmeno che se spegneresti la luce perché invece a te dà fastidio, mentre io ho paura del buio.
Ti vuoi sposare?
Io non so a me quella parola ha sempre fatto paura. Di base non credo nei “Per sempre”, e sai perché? Non per mostrarmi cinica, che forse un po’ lo sono, una cinica romantica, ma le persone mi hanno detto che ci sarebbero state sempre. Però non è stato così. Allora il tempo  è davvero relativo, ma come sarebbe bello se qualcuno veramente restasse.
Tu mi comprendi, ti sarà successa la stessa cosa! Iniziano a raccontarti tutto di loro, tu fai lo stesso, ti affezioni tantissimo, ma loro un giorno… come per magia…decidono che non sei abbastanza, che forse qualcun altro è meglio.
E mi arrabbio! Mi arrabbio sul serio!
Perché se ne vanno con delle mie parti strette tra le loro mani, se n’è andato così poco fa anche l’ultimo stronzo nel quale ho creduto ciecamente.
Ti immagino così, a te, che adesso hai appoggiato la testa sulla scrivania, e non ce la fai più a pensare a quella lì che ti ha spezzato il cuore.
E nemmeno io ce la faccio più.
Ma il punto è che probabilmente noi due non ci incontreremo mai.
Ed io rimarrò nella mia solitudine desiderosa d’amore, e tu nella tua. E poi chi lo sa. 
  
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