L’orologio
a pendolo
In giro per il
mondo…
Occhi incrociavano i miei occhi…
Amori sparsi ho trovato per la strada…
Che rifacevano i miei sogni…
L’ orologio batte il
rintocco…
Tic, tac, tic,
tac…
Appeso al muro, batte…
Tic, tac, tic, tac…
Sei di nuovo solo…
Perché devo essere umiliato in questo modo? In fondo, cosa
ho di diverso? Sono solo un po’ taciturno, mi piace leggere e
non amo stare al
centro dell’attenzione; detesto anche la moda.
E allora? E’ questo un buon motivo per deridere qualcuno? Ho
sopportato anche troppo.
La mia famiglia neanche mi capisce, mio padre lavora, lavora
e lavora! Per lui accumulare denaro è più
importante di tutto, anche di me, di noi.
Mia madre, al contrario, è buona e mi ha cresciuto
praticamente da sola. Non ho mai voluto dargli un dispiacere e per
tanto non le
ho mai detto nulla. Per questo lei non ha mai capito.
Tic, tac, tic, tac…
L orologio continua il
rintocco…
Tic, tac, tic,
tac…
Sei appoggiato al muro…
Tic, tac, tic, tac…
Sei qui solo…
Io seduto al banco che fisso il vuoto… Io che non ho
studiato.
Il professore che mi richiama e la classe ancora ride.
Odio le risate, odio ridere.
Mi sembrano tante inquietanti maschere, come le zucche di
Halloween. Sghignazzano malignamente delle tue paure.
C’è una bambina come me. Anche lei è
seduta ad un banco
sola, non ha amici, mi ha detto una volta. E’ diversa, lei
non ride, no, lei sorride. Parliamo
solo io e lei.
Nessuno ci capisce.
L orologio ripete il
rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
Piangi al muro…
Tic, tac, tic, tac…
Sei finalmente solo…
Ma io… Non riesco a essere più forte di
così!
E mentre il sole si consuma lento e inesorabile
all’orizzonte, io lo contemplo da questa casa. Un vecchio
relitto abbandonato
nel bosco.
E’ maledetta, dicono…
Vi abita un pazzo, dicono…
Morirai, dicono…
E’ stupido, dico io. Magari morissi, così non
dovrei più
soffrire, essere umiliato nel mio intimo di essere umano.
Scomparire… Che bello…
Un sogno.
Ma poi, penso a quella bambina… Se me ne vado…
chi penserà a
lei?
Resterà sola.
Allora io… non sono solo… Anch’io ho un
amica! Lei pensa a
me e io penso a lei.
E intanto che sto qui, appoggiato con le spalle al muro, con
le braccia intorno alle ginocchia a frignare, lei è fuori.
Lei combatte nel suo
modo di essere.
Per questo non la
devo lasciare.
L orologio dal dolce
rintocco…
Tic, tac, tic,
tac…
La sua ombra sul muro…
Tic, tac, tic, tac…
Anche lui è solo…
Però la sua è comunque compagnia, non parla ma
non ride, ti
ascolta ma non risponde.
L’amico perfetto. Mi viene quasi da ridere.
E intanto lui è
tornato. Posa l’ascia e la legna, mi guarda tranquillo. La
sua barba castano
scuro in tinta coi capelli lo fanno sembrare severo, ma so che non
è così. Lui
è buono.
«Quanto pensi di stare qui? I tuoi saranno in
pensiero.» Una
voce calma e un po’ rude, ma carica di dolcezza. Sotto
l’orologio vi è un giradischi,
inserisce uno a caso e parte la musica.
In giro per il
mondo…
Occhi incrociavano i miei occhi…
Amori sparsi ho trovato per la strada…
Che rifacevano i miei sogni…
È uno dei miei preferiti, l’ha messo a posta.
La canzone per un sognatore… Ciò che ormai non
sono più da
tempo…
Quante volte avrei desiderato questo miracolo… ma non si
può
avere tutto, anche per chi non ha niente.
La vita ci offre qualche consolazione…
E la mia è lei,
anzi, sono loro.
Ora ci credo.
Sogni di
bambino…
Sogni di un giorno potere abbracciare il
mondo…
Sentendo di capire quanto piccolo…
Quanto piccolo…
Quanto piccolo…
Sogno.
Mi alzò da terra con maggior tranquillità
rispetto a prima.
«La prossima volta che torno…»
Perché io tornerò, lo so già.
La mia è solo una forza momentanea. «Posso portare
una mia amica?»
«Va bene. Fa attenzione per la strada.»
«Tranquillo, il sole è ancora
lì.» Lo indico con una nuova
speranza nel cuore. «Grazie… per tutto.»
Grazie per avermi sopportato e supportato, so che
continuerai a farlo.
Purtroppo è il mio limite.
Però… la prossima volta
lei verrà con me.
Tic, tac, tic, tac…
L orologio dall’antico
rintocco…
Tic, tac, tic, tac…
La sua presenza sul
muro…
Tic, tac, tic, tac…
Grazie a te non sono solo…
Sogni di un giorno potere abbracciare il
mondo…
Sentendo di capire quanto piccolo…
Quanto piccolo…
Quanto piccolo…
Sogno.
Grazie.
Angolo
autrice:
Salve a tutti.
So che ad alcuni potrà
sembrare senza senso ma ci tenevo a pubblicarla. All’inizio
era mia intenzione
farne una one-shot insensata ma poi ho deciso di darle un minimo di
logica.
Ho scritto questa
assurdità ricordando il periodo delle scuole medie, quando
mi sentivo una
nullità e desideravo solo sparire. Trovare un riparo e un
amico era la sola
cosa che desideravo, oppure morire e nulla altro.
Saluti da Scarlett
Blue Sakura. ^^