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Autore: murdershewrote    12/04/2016    2 recensioni
Il vantaggio di avere come partner una donna letale è che non devi preoccuparti troppo per lei, dopotutto.
Clint, Natasha, qualche drink e un terzo incomodo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Al bar

Clint prese un altro sorso dalla bottiglia che teneva in mano. Sentì la birra fredda scendergli lungo la gola come un toccasana dopo una giornata di intenso allenamento alla base dello S.H.I.E.L.D.
Al suo fianco Natasha si gustava il suo ‘white russian’ sorseggiandolo lentamente con evidente piacere.
Era il loro rito. Niente poteva intaccarlo. Niente e nessuno.
Tranne l’energumeno che si stava dirigendo verso il loro tavolo con passo incerto. Non appena li raggiunse, entrambi furono investiti da un potente aroma, un non ben definito mix letale di dopobarba, alcool e sudore.
“Buonasera dolcezza!” disse l’omone con voce roca, chiaramente rivolto a Natasha.
I due partner si scambiarono un’occhiata per poi tornare a concentrarsi sull’uomo che li fissava sogghignando. Natasha in più di un’occasione aveva dovuto sopportare la vista e la sgradita compagnia degli uomini più disparati ma questo era decisamente pessimo. Disgustoso.
Sotto una sbottonata camicia di jeans l’uomo portava una canotta che un tempo doveva essere bianca e che invece presentava degli aloni giallastri. Dal collo gli pendeva una catena d’oro che gli si poggiava sul petto villoso, così come le dita grassocce erano strette da svariati anelli, dorati anch’essi.
“Rozzo e pacchiano. Il tipo peggiore” pensò Clint inarcando le sopracciglia con espressione perplessa.
Per un momento, forse per solidarietà, aveva ammirato il suo tentativo di approccio, pensando che sotto quegli strati di grasso e il forte olezzo ci fosse nascosto – e anche parecchio bene – un uomo che cercava solo di fare conversazione. Ma, proprio perché faceva parte del genere maschile, sapeva che difficilmente quel genere di avvicinamento era semplicemente amichevole, specie se rivolto ad una donna come Nat.
Nel frattempo l’uomo, che non aveva ricevuto la minima considerazione dalla ragazza, poggiò pesantemente i palmi sul tavolino, facendolo traballare, e si sporse un po’ in avanti.
“Cosa c’è, zuccherino? Il gatto ti ha mangiato la lingua?” allungò una mano per scostarle una ciocca che le era scivolata davanti al viso e aggiunse “O magari sei solo timida?”
Prima che potesse anche solo sfiorarla, Clint gli bloccò il polso con una mano facendogli abbassare il braccio nuovamente sul tavolo. Al tocco appiccicaticcio Clint storse il naso ma sforzandosi di mostrare il più cordiale dei sorrisi gli disse “Andiamo, amico, lasciala stare...”
“Ehi bello, che problemi hai?” biascicò l’altro con tono brillo “...non vedi che sto parlando con la signorina?”
Detto ciò si rivolse alla diretta interessata chiedendole “Dimmi tesoro, cosa ci fai con questo fallito? Perché non vieni con me?”
La mano nuovamente alla ricerca di un contatto con la donna.
“Ci facciamo una birra e andiamo a divertirci un po’, eh?”
Clint notò la mascella di Natasha contrarsi. E quello non era mai un buon segno.
“Davvero, io non lo farei...” lo avvertì.
“Ma che diavolo vuoi, moscerino!” protestò l’uomo guardandolo con occhi strizzati, come se non riuscisse a metterlo bene a fuoco “Cerchi rogne?”
Così dicendo, poggiò un palmo enorme sulla mano minuta che la donna teneva sul tavolo. Grave errore.
Oh oh...Poi non dire che non ti avevo avvisato” disse Clint scostandosi dal tavolino e poggiando la schiena contro la sedia.
“Che diavolo stai blaterando?” chiese l’omaccione.
Il giovane di fronte a lui fece spallucce e prese un sorso della sua birra.
L’uomo si voltò con aria confusa verso la donna giusto in tempo perché un gancio destro molto ben assestato lo facesse sbilanciare all’indietro, stendendolo al suolo.
Clint si sporse oltre il tavolo per controllarlo ma ormai era chiaramente innocuo. Ancora vivo, ma innocuo.
Lanciò poi un’occhiata alla donna accanto a lui.
“Beh? Tu lo avevi avvertito, no?” si giustificò lei riprendendo a sorseggiare il suo drink con aria innocente.
“Sei terribile” sentenziò lui ridendo “Lo sai che facendo così non troverai mai un fidanzato?”
“Non ne ho bisogno. Ho già te” gli rispose sorridendo.
Uno di quei sorrisi rari ma sinceri.
Lui non poté fare altro se non ricambiare.





Credits: Clint e Natasha appartengono alla Marvel. L'energumeno invece l'ho creato io. Che soddisfazione, eh?
Note dell'autrice:
Vorrei solo dire che la frase finale di Natasha ha un significato molto ampio, a libera interpretazione del lettore. Cioè, da shippatrice ossessiva-compulsiva della coppia quale sono è ovvio che li vorrei vedere romanticamente insieme e stringersi disperatamente fino a soffocarsi l'un l'altro. Ma ho voluto lasciargli un pò di libertà in modo che quel "Ho già te" non significhi necessariamente "come fidanzato" ma possa anche essere "come amico che mi protegge" / "come compagno di bevute" / "come amico che mi tiene compagnia" / "come partner nel lavoro e nella vita in genere" / "semplicemente al mio fianco" e varianti del genere. Per come la vedo io, non c'è bisogno che i due specifichino la natura del loro rapporto. Stanno bene insieme? Ok, basta questo. Punto. <3
Sentitevi quindi liberi di interpretarla come volete e magari fatemi sapere cosa avete pensato. ;)







   
 
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