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Autore: cristalskies    12/04/2016    2 recensioni
E se, dopo Rise, Beckett non si fosse più fatta sentire fino alla rapina in banca di Cops & Robbers?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Il sole filtrava pigro dalla finestra della camera accarezzandole le palpebre e segnalando l’inizio di un nuovo giorno sulla città.

Si sentiva piacevolmente indolenzita. Anche se solo per poche ore, era da mesi che non dormiva così bene. Senza incubi e senza risvegli sudati.

Un grugnito e l’arrivo di una mano ad accarezzarle l’addome nudo le ricordarono che non era sola e fecero riaffiorare i ricordi della notte precedente fino a farla quasi arrossire.

Si, aveva dormito davvero bene, ma quello che era accaduto prima di arrivare a chiudere gli occhi era stato ancora meglio. A quasi quattro anni dal loro primo incontro si era finalmente concessa di lasciarsi andare del tutto con Castle, lasciando da parte i ripensamenti e assaporando appieno le emozioni che provava nello stare con lui.

All’inizio era sembrato difficile. Dopo averlo preso per mano lo aveva portato in camera sua e lì si era resa conto che sarebbe stato la prima persona a vedere per intero il suo corpo da parecchi mesi a questa parte. Cicatrici comprese.

Non era ancora scesa del tutto a patti con quelle ferite e col cambiamento che avevano comportato sulla sua pelle e di certo non aveva previsto di essere vista da qualcuno, nell’ultimo periodo. Castle, che a volte sembrava leggerle nella mente, dopo averle sfilato la maglietta l’aveva prima accarezzata e poi baciata proprio su quella cicatrice in mezzo al petto che tanto la infastidiva. L’aveva studiata come se fosse una cosa preziosa e si era poi dedicato a quella chirurgica sotto l’attaccatura del braccio. In tutto quello che le faceva sembrava mettere la massima dedizione, perfino nel vedere quelle deturpazioni sulla sua pelle non aveva fatto una piega.

Lei aveva provato a sottrarsi al suo tocco adorante ma lui aveva bloccato i suoi sforzi alzando lo sguardo e dicendole che la trovava bellissima e che quelle cicatrici erano la prova che lei era ancora viva. Ancora con lui. Pronta a dare filo da torcere a tutto quello che le si sarebbe parato davanti.

Glielo aveva detto con una serietà e un ardore tale da farla sciogliere nuovamente tra le sue braccia.Quell’uomo trovava sempre le parole giuste, a volte era perfino inquietante vedere come la conoscesse e la capisse.

Superato quell’ultimo scoglio, la sua era stata una resa incondizionata. Non c’era stato altro da dirsi, se non brevi sussurri, e avevano fatto l’amore fino a crollare esausti sul letto. Era stata una notte decisamente incredibile, prima di addormentarsi non sapeva più nemmeno chi era. Sapeva solo chi fossero loro, insieme.

Ricordava molto bene come lo aveva provocato quando avevano chiuso quel primo caso assieme, diversi anni prima. Si rendeva conto solo ora che nemmeno lei poteva avere idea di tutto questo, c’era una sorta di connessione tra loro. Sentivano e compensavano i bisogni una dell’altro senza neanche il bisogno di esprimerli.

 

Sentì Castle muoversi dietro di lei, forse infastidito dal cambio di rilassatezza dovuto al suo risveglio. Sembrava che il corpo di lui la reclamasse anche nel sonno, lo sentì bisbigliare il suo nome e tendersi per attirarla di nuovo a sé. Kate valutò brevemente gli impegni della giornata e, una volta capito che nessuno si aspettava di vederla arrivare al distretto quella mattina, si lasciò avvinghiare contro il corpo di lui, tornando in breve tempo di nuovo tra le braccia di Morfeo.

 

Quando si risvegliò trovo Castle che la osservava, disteso accanto a lei con il gomito appuntato sul cuscino in modo da potersi sostenere il viso con la mano.

Non era la prima volta in cui lei lo sorprendeva a fissarla, quasi a studiarla. In passato se ne sarebbe di sicuro lamentata, ma di certo non oggi. In quel momento lo trovava solo molto dolce.

-Buongiorno…- Lo salutò.

-Buongiorno, Beckett-

-È mattina e ci troviamo nudi sul mio letto- gli mormorò lei con voce bassa e ancora assonnata-Credo che ormai tu ti sia guadagnato la possibilità di usare i nomi di battesimo, in certe situazioni- Scherzò.

-Buongiorno, Kate- si ripetè lui, abbassando il capo per darle un bacio. -Quindi ora posso anche dire ad Espo e Ryan che sei la mia ragazza?-

-Era dai tempi del college che qualcuno non mi definiva la sua ragazza con il bisogno impellente di raccontarlo agli amici- Cercò di prenderlo in giro lei, prima di accorgersi che lui sembrava essere molto serio sulla questione.

-Non è tanto il fatto che io voglia raccontarlo, è che mi piace pensare che ora stiamo insieme. Ma non so se anche tu la pensi così.- Le rispose in modo cauto lui.

Quell’indecisione, mista a paura di sbagliare qualcosa, la rattristava. Sapeva che era colpa sua se lui aveva quei dubbi e si sentiva tremendamente in colpa, per quello.

-Hai paura che ti usi per colmare le mie notti vuote scacciandoti alle prime luci dell’alba, Castle?- Provò a tenere un tono leggero e provocante ma lui era di tutt’altra opinione. Da quando era arrivato nel suo appartamento la sera precedente, sembrava che il suo obietttivo fosse quello di portarla fuori dalla sua area di comfort facendole ammettere ad alta voce quello che probabilmente entrambi già sapevano. Per lei non esisteva nemmeno la possibilità di prendere strada separate, a quel punto. Aveva atteso tanto e sentiva che ora il loro legame era indissolubile.

-Colmare le tue notti vuote mi andrebbe più che bene, Kate.- Le rispose alzando il sopracciglio -Solo che preferirei anche prepararti la colazione al mattino, piuttosto che esser cacciato nel cuore della notte… Sarebbe un accordo migliore per entrambi, non trovi?-

Le stava chiedendo in modo tanto aggraziato quanto furbo se stavano insieme e non sembrava intenzionato a lasciar cadere l’argomento.

Si alzò leggermente dal cuscino anche lei, appoggiandosi con le mani sulle sue spalle e facendolo riappoggiare con la schiena sul materasso. Ora erano in una posizione invertita rispetto a prima, fianco a fianco ma con lei che si sporgeva sopra di lui disegnando pigri cerchi immaginari con le dita sul suo petto.

-Perchè non ti metti al lavoro su quella colazione a cui accennavi mentre io mi faccio una doccia? Così… Posso valutare se vale la pena tenerti fino al mattino…- Gli propose.

-La tua proposta è accettabile. Fai con calma, stai per avere una fantastica colazione in pieno stile Castle!- Si alzò dal letto senza nessun pudore, stiracchiandosi con calma prima di rimettersi addosso dei vestiti e avviarsi verso la cucina.

 

Kate si prese tutto il tempo che le serviva, godendosi l’acqua calda che scrosciava sul suo corpo indolenzito. Era strano pensare come in quello stesso momento, Richard Castle, famoso scrittore nonchè suo ex partner, si trovasse nella cucina del suo appartamento per prepararle la colazione.

Era un qualcosa così difficile da ipotizzare fino a pochi anni prima che a ripensarci sembrava quasi surreale. Da qui in poi sarebbe stato tutto nuovo. Una serie infinita di possibilità si stendeva davanti a loro, stava a lei decidere come giocarsele.

Si rivestì in velocità e raggiunse Castle nella zona giorno. Nei successivi dieci minuti scoprì che lui sapeva giostrarsi perfettamente nella sua cucina senza nemmeno chiederle indicazioni.

-Come facevi a sapere che tengo la noce moscata in quel cassetto?- Gli chiese stupita dopo aver osservato per l’ennesima volta come andasse a colpo sicuro nel trovare ogni ingrediente e accessorio di cui avesse bisogno.

-Sono stato un attento osservatore, e tu sei stata molto ingenua nel lasciarmi entrare a più riprese nel tuo spazio vitale.- Le rispose sorridendo.

-Non è che mi lasciassi molta scelta quando ti presentavi alla mia porta non invitato con film e orsetti gommosi…- Gli rispose, anche lei sorridente.

Pochi minuti dopo si era trovata a mangiare i pancake più goduriosi che la sua cucina avesse mai visto, gustandone ogni singolo morso in un silenzio soddisfatto mentre lui ancora trafficava sui fornelli. Oltre al classico sciroppo d’acero ne aveva preparati alcuni con marshmallow e cioccolato. Non aveva idea di come avesse avuto il coraggio di fondere la ricetta degli s’mores con i pancakes ma doveva ammettere che, per quanto strani (ed a lungo andare probabilmente anche stomachevoli), non erano affatto male. Di sicuro, però, non glielo avrebbe mai potuto ammettere. Il suo ego in cucina era già abbastanza alle stelle.

-Ed ecco il tuo caffè- Castle le porse una tazza piena di quel liquido nero che tanto amava. Nel passargliela le sfiorò le dita e quando lei la ebbe tra le mani lui gliele avvolse nelle sue prendendo poi posto accanto a lei. Sembrava un’altra vita quella in cui lui la riforniva di caffeina tutte le mattine stando ben attento ad ogni gesto.

Dopo aver sorseggiato brevemente il caffè ripose la tazza sul tavolo e pensò che dato che avevano la mattinata libera non era una cattiva idea usarla in modo proficuo.

-Sai, mi ero presa la giornata libera, oggi…- Si sporse verso di lui e con fare sensuale si aprì i primi bottoni della camicia che aveva indossato dopo la doccia, attirando la sua completa attenzione -E visto che abbiamo dormito così poco non sarebbe una brutta idea tornare a letto per… schiacciare un pisolino-

Castle non si fece pregare due volte, colse subito l’occasione per stringerla di nuovo a sé. Stava giusto per baciarla quando il suo cellulare iniziò a suonare.

-Con un tempismo del genere deve trattarsi di mia madre…- Sospirò tristemente, prima di estrarre il telefono dalla tasca e vedere che invece si trattava di Alexis -Scusami, non credo di aver avvisato che non sarei rientrato per la notte e temo si possano esser preoccupate-

-Non c’è problema, se vuoi un po’ più di privacy vai pure in corridoio o in camera- Le propose lei staccandosi e dandogli il via libera. Lo vide allontanarsi verso la zona notte mentre rispondeva alla figlia, rassicurandola che stava bene.

Quando tornò, poco dopo, si scusò dicendole che sarebbe stato meglio se tornava al loft a controllare che fosse tutto a posto. Lo spavento fatto prendere alla ragazza il giorno prima non era ancora stato assorbito del tutto.

-Vuoi venire con me? Potremmo vedere un film, o solo rilassarci un po’. Sono sicuro che ad Alexis farebbe piacere vederti… In effetti, credo abbia intuito che sono rimasto qui, stanotte.- le propose, sempre in modo molto cauto.

Con tutte le novità avvenute nelle ultime 24 ore, Kate di certo non aveva ancora valutato come agire con sua figlia. Forse però era meglio se prima ci parlava Castle. O avrebbero dovuto farlo assieme? Come funzionava in quei casi?

-Io… Potrei raggiungerti più tardi se ti va. Magari… Potremmo scambiare due parole con Alexis, se è quello che vuoi- Glielo propose per cercare di capire come voleva gestire la cosa e fu felice di vedere che si illuminò come un albero di Natale, alle sue parole.

-Credo che sarebbe fantastico, Kate! Ti aspetto tra qualche ora? Magari per pranzo?- Le chiese.

-Ok, passo un attimo al distretto e poi ti raggiungo e… Castle?- lo richiamò quando era ormai avviato verso la porta. Continuò la frase solo quando lui si fu completamente girato per vedere cosa volesse dirgli -Prepari delle ottime colazioni. Direi addirittura le migliori che io abbia mai avuto…-

Lo scintillio nei suoi occhi, prima di aprire la porta, le fece capire che il suo messaggio era arrivato a destinazione.

-Allora non vedo l’ora di raccontarlo ai ragazzi!- Fece la sua uscita di scena, ridacchiando, prima che lei potesse dirgli qualcosa.

Poco male, lo avrebbe rivisto tra poche ore, si disse tra sé e sé.

Era così di buon umore che avrebbe potuto dirlo ai Bro perfino lei, si sentiva felice come forse non lo era mai stata.






 

Avevo promesso aggiornamenti settimanali e purtroppo, nonostante fossi partita più che bene, le ultime settimane sono state davvero stressanti. Essendo sempre fuori casa ho faticato molto a trovare il tempo per scrivere.

Credo che la storia si stia avviando verso la sua conclusione, ci sono ancora alcune cose di cui avevo voglia di scrivere e che devo inserire ma il mio obiettivo è quasi raggiunto, ormai!

Come al solito chiedo scusa in anticipo per eventuali errori, nel caso ne trovaste sappiate che sono dovuti alla mia poca resistenza all’alcol ed al vino bevuto prima di rileggere il capitolo per postarlo. :P

Buona serata a tutti!

Kristal

   
 
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