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Autore: _Maeve_    12/04/2016    3 recensioni
Ho valutato se mettermi a scrivere una poesia anche stasera,
questione di cristalli di sale,
l'oki nel bicchiere,
col rischio di sbagliare

Poesia che è brutta per non essere altro. Come quando non ci ricordiamo i sogni, perchè il nostro inconscio vuole proteggerci. Immagino sia un procedimento comodo, utile. Io però l'avrei preferita altro. Certo è che ormai è scrittura automatica. Tipo possessione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonanotte (al titolo)
Ho valutato se mettermi a scrivere una poesia anche stasera,
questione di cristalli di sale,
l'oki nel bicchiere,
col rischio di sbagliare

Dire, dire, e dire:
ma dire cosa poi?

Versi troppo brevi si rincorrono spasmodici e
smozzicano parole già usate
- ve le metto in corsivo, sperando di enfatizzarle:
come se non fossero già disperate

e crepuscolari:
muore l'idillio ed il vocabolario;
desolazione, stamattina, alla fine,
mi ha tradito quel sole

e dato la precisa dimensione
di dove esattatamente non sarei voluta stare
(male male male)

ti esortano dalle elementari
a non esagerare col fare

trova un sinonimo, trova promesse
"la vita è altro", cose già dette;

ripeto i verbi come gli errori
- immaginatemi qui che scoppi a ridere -

bercio attorno a due tre ossessioni
e non riesco, mai, mai, mai....!

Buonanotte, la poesia non è finita,
ma la dobbiamo lasciar stare;

i legacci fraintesi
tra gli sguardi...

non mi so proprio frenare.






Note(s)
Sono consapevole di aver scritto una poesia autocelebrativa. Almeno a livello incoscio/sottile (sì, sono consapevole di ciò che mi dice il mio inconscio, e già questo è segno dell'autocelebrarmi, non trovate?), mi sembro tanto Palazzeschi che sbuffa di lasciarlo divertire, lui, la sua poesiuncola: io sto schematizzando schemi che uso e di cui mi lamento, ma di fatto, per il semplice fatto di scriverli, li sto accettando, giusto? Senso di colpa 2.0. Cilicio. Ricominciamo da capo.
La verità è che scrivere della poesia è più facile. Leopardi nei punti di reticenza ci metteva infiniti: io gli infiniti li grido , ma poi non li so gridare, ma poi è meglio, un po' meglio per me, lasciare queste cose in sospeso, sulle nuvole, dove non possano pesare quanto un epigramma intero sulla sofferenza, quanto uno sull'amore non corrisposto. Artificio svelato? Per nulla, io sono più un Freud al contrario. Do' spiegazioni un po' dopo, all'inverso.
Volevo dir altro? Non so. Oddio, non tutto (infatti molto poco) è escamotage. Non sono così arida. Per niente. Quello che scrive viene e basta, e al limite viene sortito fra i vari patetismi un po' da evitare.
Non ero così una settimana fa. Ci starebbe uno scusa, da qualche parte (oh, non vuoi scusarti davvero, qualcuno direbbe) , per quest'euforia, ma prima o poi finirà, quindi pazientate. Vado a (non) riflettere.




   
 
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