L'accademia.
Ore di coda in piedi.
Stancante.
Ma ne vale la pena.
Il duomo.
Arriviamo troppo tardi.
È chiuso. 
Ma il campanile no.
L'ora del tramonto.
Il cielo rosso fuoco.
Tutto sembra possibile.
Con lui accanto.
La cupola.
Una vista spettacolare.
Tutta la città ai nostri piedi.
Il David.
Imponente.
Maestoso.
Alto.
Lascia senza parole. 
Ponte Vecchio. 
Semplicemente stupendo. 
La mattina.
Quando gli orefici aprono i negozi.
Il pomeriggio.
Pieno di turisti.
La sera.
Quando i negozi chiudono.
E i senzatetto cominciano a cantare.
E suonare.
Fanno sognare.
Tutto sembra possibile.
Con lui accanto.
Ma ciò che più mi colpisce sono loro.
Loro.
Gli artisti di strada.
Di una capacità incredibile.
Di una bravura straordinaria. 
Fanno ritratti.
Caricature.
Paesaggi.
A olio.
Ad acquerelli.
Su vetro.
A carboncino.
E poi senti la voce di una ragazza.
È giovane.
Probabilmente frequenta il conservatorio.
Canta lirico.
Non mi è mai piaciuto.
Ma sentirlo lì.
Dal vivo. 
È tutta un'altra cosa. 
E poi senti delle risate dietro di te.
Ti volti.
E lo vedi.
Naso rosso.
Faccia bianca.
Capelli verdi.
Un sorriso dipinto.
Ti prende in giro scherzosamente.
Ti imita nei tuoi gesti goffi. 
Un pagliaccio.
Un vecchio anziano vende rose.
Rosse. 
E blu.
Me ne compra una.
Dolce.
Genuinamente romantico. 
Passeggiamo per le vie.
Senza fretta.
Non abbiamo impegni.
Siamo noi a scegliere il ritmo del nostro cuore. 
Sereno.
Liberi.
Mano nella mano.
Chiacchierando di tutto.
E di niente. 
Ci scambiamo commenti. 
Su quella signora dal cappello imbarazzante.
Oppure su quel ragazzino che porta a spasso il cane.
Ma è lui ad essere trascinato. 
Ci fermiamo in un bar per un gelato. 
Alla panna. 
E al pistacchio. 
Fa ancora freddo per mangiarlo.
Ma noi siamo fatti così.
Rompiamo gli schemi.
Facciamo casini. 
Ma mano nella mano. 
E allora tutto sembra possibile.
Con lui accanto. 
Ormai è quasi ora di cena.
Non so nulla del programma.
"Ti fidi di me?"
"Certo. Certo che no"
Dico con un sorriso sornione. 
Rispondi di rimando.
Gli angoli della tua bocca si alzano in su.
E potresti portarmi ovunque.
Che ti seguirei fino in capo al mondo. 
Ristorante.
Con veranda.
In piazza Signoria.
Lume di candela.
Dentro.
Buio.
Fuori. 
Alcuni ragazzi.
Che lanciano delle palle luccicanti.
Con delle fionde.
Sembrano delle stelle cadenti. 
"Esprimi un desiderio"
"Quando ne avrò uno te lo dirò. Ora sono qui con te. E non ho bisogno d'altro"
Mi porta sul ponte Vecchio.
Magico.
Le luminarie accese.
Qualche turista.
Qualche innamorato.
E poi qualche ragazzo.
Che ingegnandosi ha creato una batteria.
Facilmente trasportabile.
Una bicicletta.
Tromba e microfono.
E via con la musica.
Sono bravi.
Ci allontaniamo dalla folla che si è stretta attorno ad essi.
Mi appoggio al parapetto.
Mi abbraccia.
Da dietro.
Sento il suo respiro infrangersi sul collo.
Rabbrividisco.
Mi volto.
Lo guardo negli occhi. 
"Ora un desiderio lo avrei..."
"Qualsiasi cosa"
"Vorrei restare fuori tutta la notte. Camminare per le vie. Senza meta. Solo noi"
Senza dire nulla mi prende per mano.
Mi sorride.
E mi guida verso una stradina che non abbiamo mai preso.
Incuranti di dove porti.
Ognuno consapevole della presenza dell'altro.
Ci basta.
Mi basta.
Non desidero altro.

ANGOLO AUTRICE
Ebbene sì. Qui sono insieme. Felici. Senza tristezza all'orizzonte. Nel caso non si capisse la città in cui è ambientata la storia è Firenze. Città che personalmente amo. Inoltre tutti i riferimenti geografici e culturali descritti vengono da esperienza personale. Tutto ciò l'ho visto personalmente durante una gita scolastica. L'unica cosa che mancava era lui... Eh sarebbe tanta roba passeggiare con lui per il centro storico... 
Ringrazio tutti coloro che recensiranno o leggeranno solamente. 
Grazie di cuore.
A presto 
AC