Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Mad Moon 214    13/04/2016    0 recensioni
Nascosti.
Braccati.
Catturati.
Uccisi.
Questo provavano i maghi del passato: dover essere costretti a nascondere la propria natura e a doversi nascondere per paura di sporchi ideali e insensate uccisioni.
Solo quattro di loro avranno la forza di ribellarsi e dire "no" all'eterna paura.
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Godric, Priscilla, Corvonero, Salazar, Serpeverde, Tosca, Tassorosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cap. 1

Il Sole tramontava tra i colli, lasciando bui i boschetti e le pianure verdeggianti.
Nel panorama di campagna, camminava senza sosta una giovane donna di nero incappucciata che reggeva un cestino di vimini da cui sbucava del grano e del pane.
Il suo passo si estendeva lungo un piccolo e stretto sentiero di ciottoli che finiva alla porta di una modesta abitazione di legno con le finestre arancioni per via della luce crepuscolare; quando giunse alla casetta, la donna aprì la porta con una piccola chiave arrugginita ed entrò velocemente e tanto velocemente chiuse la porta dietro di se.
Quando fu certa di aver chiuso bene la porta, prese una bacchetta di legno scuro dalla tasca interna del suo mantello nero e sussurrò: << Lumos >> e la candela all’interno di una lanterna si accese e illuminò tremante la stanza.
Uno spazio circolare e arredato miseramente, ma molto accogliente e pieno di calore: vi era una finestra sulla destra e accanto stava una vecchia poltrona logora, nel centro della stanza stava un tavolo circolare con quattro sedie tutt’intorno e subito accanto un camino con  un vecchio calderone, vi erano varie credenze e in fondo alla stanza c’era una porta semi-aperta che lasciava vedere una piccola stanzetta con un letto, una finestra, un armadio e, in un angolo, un vaso da Notte.
La donna mise il cestino sul tavolo e si sfilò il mantello che poi appese su un vecchio appendi-abiti; la donna aveva capelli rossi poco ricci e sciolti, gli occhi scuri e la carnagione rosea, indossava un vestito lungo fino alle caviglie di colore giallo tulipano con delle fantasie nere.
Dopo l’ennesimo sospiro, si andò a sedere sulla poltrona logora e riprese la bacchetta: << Accio Diario, Accio penna, Accio calamaio >>.
Dalla stanza venne fluttuando un diario rilegato in pelle scura con le pagine ingiallite dal tempo, un calamaio e una penna d’oca, questi si posarono sul grembo della donna e lei aprì il diario che, incredibilmente, non aveva una singola traccia di inchiostro sulle sue vecchie pagine e, dopo aver intinto la penna nel calamaio, cominciò a scrivere con una grafia semplice e per niente sofisticata.

“Caro Salazar,
le cose al villaggio stanno andando per il meglio, i Babbani sembrano non credere più alla leggenda delle streghe e non cacciano più (anche se Wendelin la Stramba sembra essere ancora intenta a farsi catturare per essere messa al rogo, è raccapricciante quella donna).
Non sono riuscita a riconoscere molti giovani maghi e molti sembrano voler celare la loro natura anche quando fanno accadere determinate cose con i loro poteri nascosti.
Come vanno le tue ricerche? Sei riuscito a trovare il posto perfetto?
Spero di poterti sentire presto prima della fiera di fine Luglio.
Saluti,
Helga Hufflepuff”

Mano a mano che scriveva, l’inchiostro spariva e si trasferiva sulle pagine di un altro diario come quello, in un luogo molto più lontano.
La donna che portava il nome di Helga aspettò che tutto l’inchiostro sparisse prima di chiudere il diario e alzarsi; andò in camera sua e nascose con cura il diario sotto il letto, accanto ad una coppa d’oro puro, per poi tornare nella piccola cucina e cominciare a prepararsi qualcosa da mangiare.


In una foresta paludosa, un uomo dai capelli neri lisci e lunghi fino alle spalle e gli occhi verde chiaro, stava seduto su una sedia all’interno di una capanna alquanto diroccata; indossava un lungo mantello nero e al collo portava un medaglione con rappresentato un serpente verde.
Accanto al suo posto c’era un lungo serpente verde acciambellato con l’aria sonnolenta.
Un diario rilegato in verde con fini decorazioni argentate stava sul tavolino in cui l’uomo era appoggiato, vicino c’erano una penna di pavone verde smeraldo e un calamaio d’argento, il diario in questione si aprì subito senza che nessuno scorresse le sue pagine e dopo alcuni secondi si fermò in una pagina in cui si stavano lentamente scrivendo da sole delle parole.
L’uomo girò lentamente gli occhi e posò le iridi verdi sulle pagine, apparve un sorriso sul suo viso che rammentava di più un ghigno, poggiò le lunghe dita bianche sulle pagine ben preservate e cominciò a leggere mentalmente il messaggio di una certa Helga Hufflepuff.
Quando completò la sua lenta lettura, prese la penna e la intinse nel calamaio poi cominciò a scrivere con una grafia precisa e fina.

“Cara Helga,
le mie ricerche proseguono lungo il territorio collinare vicino alle montagne, penso che potrebbe essere un buon punto in cui erigere un posto che quelli stolti non potranno mai scovare.
Il mio serpente sta viaggiando per tutto i villaggi babbani e mi ha riferito le tue stesse informazioni: i babbani non proseguono più la loro forsennata ricerca alle streghe.
Per la festa di fine Luglio penso che completerò le mie ricerche.
Fammi sapere al più presto se ci dovessero essere delle complicazioni o problemi.
Sempre tuo,
Salazar Slytherin”

Completò la lettera e lasciò l’inchiostro dissolversi prima di chiudere il diario, nel mentre il serpente aveva iniziato a strisciare e sibilare; Salazar fece un verso simile a quello del serpente che subito si girò verso di lui e tornò ad acciambellarsi ai piedi del padrone.
L’uomo intrecciò le dita sotto al mento e guardò la foresta fuori dalla palude.
<< Presto i maghi torneranno ad avere il potere e la gloria che quelli stolti ci hanno sottratto per tutti questi anni, presto si pentiranno per averci braccato come bestie >>.
Dopo un tempo indeterminato, Salazar si alzò e a passo lento si incamminò verso l’esterno della foresta, diretto al piccolo villaggio babbano che portava il nome di Londra.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mad Moon 214