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Autore: Lilybet_Shadowfire    13/04/2016    1 recensioni
Lizzie ha 16 anni, e non ha mai avuto un fidanzato.
Lei e' una ragazza romantica e timida, a cui piace leggere e sognare.
Un giorno, mentre sta andando a scuola, finisce in uno strano mondo, una dimensiona parallela, dove incontrera' Martin, un mago dall'aspetto dark, che insegna nel college dove Lizzie e' finita per sbaglio.
Martin decidera' di prendersi cura di lei, sino a quando non verra' trovato il modo di riportarla indietro.
Riuscira' a tornare nel suo mondo?
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una bella mattina di primavera, ed io stavo camminando verso scuola, mangiando un sandwich comprato di fretta al supermercato.
C'era già tanta gente in giro, ed io mi divertivo a guardarli tutti, criticando i loro vestiti o il trucco.
C'erano anche un bel po' di ragazzi carini. Quelli delle classi superiori alla mia sembravano così affascinanti, che mi andò quasi di traverso il cibo per l'emozione.
Ho sedici anni, ma purtroppo nessun ragazzo, e sono troppo timida ed imbranata per attaccare bottone con qualcuno, così mi limito a guardare, senza poter toccare.
Le mie compagne di classe dicono che sono ritardata, perché alla mia età non aver mai neppure baciato nessuno, è da sfigate, e che dovrei cercarmi un ragazzo e smetterla di avere paura di tutto e tutti.
Ci sono tantissimi ragazzi carini al college, ma guardano solo le ragazze grandi, quelle che quando si siedono mostrano le gambe, o che ti fanno capire che ci stanno.
Io invece preferisco leggere e stare tranquilla, e ai ragazzi questo non piace.
Al massimo attiro gli sfigati, quelli che studiano sempre, i secchioni, ma io non voglio uno di questi soggetti, io voglio un fidanzato bello, alto e figo come quello delle mie compagne ed amiche.
“Lizzie” mi dicono “Non troverai mai nessuno se stai sempre zitta e non ti fai avanti!” ma io non ce la faccio proprio.
Lungo la strada c'era un grosso cartello di indicazioni tutto storto, messo vicino ad un muro.
Quel giorno, vedendo lo spazio tra parete e cartello, decisi di passare attraverso quello spazio, immaginando fosse un portale verso altri mondi.
Ogni tanto mi divertivo a fare queste cose, anche se sempre di nascosto, perché non volevo mi prendessero in giro.
Tutta contenta pensai di essere dentro un manga giapponese, e che una volta di la, avrei trovato un mondo magico, dove vivere avventure emozionati come la protagonista di un film.
Naturalmente dall'altro lato non c'era nulla, ma risi comunque perché alla fine era bello anche così, sognare e basta.
Io ero molto brava a sognare, e mi piaceva anche scrivere storie.
Purtroppo però, non le aveva mai lette nessuno, perché mi vergognavo troppo di mostrarle a qualcuno, così quelle storie restavano solo mie, chiuse nelle pagine di tanti quaderni prima, e cartelle nel computer poi.
Uno dei miei personaggi si chiamava Percy, ed era un mago potentissimo con i capelli lunghi e biondi, e gli occhi viola.
Amavo Percy, era un po' il mio fidanzato, e mi piaceva immaginare storie su di lui e su Anya, la ragazza che lui aveva trovato dopo una battaglia, e che era diventata sua compagna di avventure dopo che Percy l'aveva salvata da delle persone che la volevano violentare.
Ogni volta che pensavo a Percy ed Anya diventavo tutta rossa, perché spesso li facevo stare assieme, baciarsi, fare l'amore e tutte quelle cose che io avrei tanto voluto fare per davvero.
Mentre camminavo pensando a loro due, mi accorsi che qualcosa non andava: la strada non sembrava la solita, andava sempre dritta anziché curvare lasciando vedere in lontananza la sagoma del college di St. Mary, dove passavo le mie giornate a sudare sui libri.
“Ma cosa...” dissi correndo in avanti, pensando di aver in qualche modo sbagliato strada.
A quel punto accadde una cosa strana, mi sembro di attraversare una parete di gomma e quando sbucai dall'altra parte, la strada non c'era più.
Ero in un grande parco molto somigliante a quello attorno la mia scuola, ma sapevo di non essere nel posto giusto, perché il palazzo che vidi davanti a me non era il college di St Mary, ma una struttura enorme, grigia e bianca, con una torretta esagonale al centro.
   
 
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