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Autore: nikki_13    13/04/2016    6 recensioni
Kate non è un poliziotto, sua madre non è morta, ma il suo carattere sarà sempre quello determinato che abbiamo conosciuto. Castle è alle prese con sua figlia di sei anni, ribelle per via della futura moglie dello scrittore. Kate entrerà nelle vite della famiglia Castle come rivoluzionerà le loro vite? Che succederà a Castle nell'incontrare la sua anima gemella? Che legame si creerà tra Alexis e Kate? Non vi resta che leggere per scoprirlo...baci...Nikki
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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New York era davvero affollata nel periodo estivo. Tutti correvano qua e la per rinfrescarsi o ripararsi dall’afa. Le macchine come ogni ora di punta erano in coda ai semafori e i pedoni in attesa che il semaforo diventasse verde per poter passare. La grande mela aveva la sua magia, ma per chi ci abitava tutti i giorni poteva diventare anche la città della tortura. Quel pomeriggio era veramente frenetico, i marciapiedi pieni di gente…segno che erano iniziate le vacanze. Davanti ad un bar…il Winston Caffè , c’era una bambina dai capelli rosso-dorati con gli occhi pieni di lacrime e le sue manine reggevano con forza un piccolo coniglietto di peluche. –Gina!- chiamava, con la voce smorzata dai singhiozzi. Iniziò a camminare per il marciapiede, nessuno badava alla sua presenza e nessuno si era accorto che era da sola. Camminò per un intero isolato in cerca della persona che continuava a chiamare. Quando alzò lo sguardo verso il marciapiede opposto, le parse di vedere una donna bionda di spalla e iniziò a chiamarla…sperando che era la persona che da tanto stava cercando. Si apprestò a raggiungere le strisce pedonali e senza neanche pensarci iniziò ad attraversare la strada. La piccola però non aveva guardato il semaforo che nel momento stesso in cui arrivò neanche a metà strada si fece rosso e le macchine iniziarono a sfrecciare, senza badare alla sua presenza. –Oh…papà…-iniziò a guardarsi in torno. Come si muoveva sentiva clacson suonare o persone insultarla. –papà- continuò con un filo di voce, voltandosi e vedendo una macchina andarle in contro senza dare segno di fermarsi. –Papà!- urlò, accovacciandosi a terra per la paura. Neanche una frazione di secondo e due braccia esili la presero in braccio con forza e rapidamente si ritrovò dalla parte del marciapiede che voleva raggiungere in precedenza. –Sono morta…sono morta- continuava a ripetere la bambina con gli occhi chiusi dallo spavento. –No…piccola non sei morta!- una voce dolce e rassicurante le stava parlando –ma ci è mancato davvero poco…dai…fammi vedere i tuoi occhietti- le stava accarezzando il viso. La piccola, titubante, aprì prima un occhio e poi l’altro, ritrovandosi davanti una ragazza accovacciata vicino a lei. La bambina cedette ad una crisi di pianto e si lanciò tra le braccia della sua salvatrice con il volto rigato dalle lacrime che non cessavano di bagnarle il volto. –Tranquilla…no…non piangere!- la cullò la donna, prendendola in braccio per allontanarla da occhi indiscreti. Senza mai staccarla da se, si diressero a Central Park, poco lontano da li e si misero a sedere su di una panchina. –Ora basta di piangere…non fa bene ad una principessa come te- le portò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio con una mano, mentre con l’altra le asciugò le guance rosee. –sono una principessa?!- chiese, riflettendo alle sue parole. –ma come non lo sapevi?! Guardati…hai due bellissimi occhi azzurri- le asciugò gli zigomi –capelli quasi dorati…e un nasino così carino- le asciugò il muco –come puoi non essere una principessa?- la fece sorridere. –Oh…brava, sorridi un po’ di più che non si è vista la luce?- fece per allargarle le labbra, ma la piccola scoppiò in una risata così dolce che la luce di cui parlava venne furi a mostrarsi in tutto il suo splendore. –Adesso si che sei una principessa completa- anche lei sfoggiò un sorriso che la piccola ne rimase affascinata. –Ora…con calma mi spieghi cos’è successo…senza piangere però…-la avvertì sfiorandole il nasino con un dito. –Gina mi ha lasciata sola per la strada- tornò ad essere triste, ma non pianse, lo aveva promesso. –Gina è la tua mamma?- le chiese la donna. –No, la mia mamma è a Parigi…Gina è la fidanzata di papà- le spiegò –si…mi ha portata con lei ha fare shopping e mi ha detto di non muovermi da dove mi aveva lasciata e che sarebbe tornata subito- poi le mostrò l’orologio rosa che aveva al polso –ma mi ha fatto aspettare un’ora…così sono andata a cercarla e mi hai trovato tu- concluse con un grosso sospiro. –E il tuo papà?- chiese ancora la bella ragazza. –Il mio papà è al suo pomeriggio con gli amici…tornerà questa sera, per questo ero con Gina…e anche mia nonna non c’è è a teatro e quindi non risponderà nessuno al cellulare- si toccò la fronte per pensare. –Quindi se ti riportassi a casa non ci sarebbe nessuno- affermò lei. –Già…che faccio ora- disse mettendo il broncio, quasi a voler tornare a piangere. –Non fare così principessa…se vuoi puoi restare con me fino all’ora di cena e poi ti riporto a casa se sai l’indirizzo- la rassicurò lei sorridendo. –Sul serio?! Lo faresti? Perché non mi conosci neanche!- la piccola rossa era sorpresa. –Perché no…ti porto in un posto speciale e poi andiamo a casa mia così ti togli il rossore agli occhi e poi ti riporto a casa- le spiegò l’itinerario. Erano le cinque…mancava poco all’ora di cena. –Va bene- le sorrise, ancora un po’ dubbiosa. –Comunque io sono Kate- le porse la mano come se stesse parlando ad un adulto. –Alexis…ma puoi chiamarmi Lex se vuoi lo fanno tutti- alzò le spalle, anche se non le piaceva il diminutivo. –Alexis…lo sai che hai anche il nome da principessa?- le porse la mano per farla seguire. –Dove mi porti Kate?- la seguì sorridente. –Qui dietro c’è un locale in cui fanno delle crepes con nutella da leccarsi i baffi, che dici ti aiuteranno a migliorare la giornata?- le chiese, sapendo già la risposta. –E lo chiedi? Io vado matta per le crepes…con la nutella poi…- stava girando il dito sulla guancia per farle capire quanto le piacessero. Dieci minuti dopo erano sedute in un locale un po’ all’antica…banconi e tavoli erano tutti di legno, ma l’odore delle crepes appena preparate innalzava una dolce essenza nell’aria. –Katy…principessa…ecco i vostri piatti- un cameriere portò loro due belle crepes fumanti. –Hai sentito? Anche lui mi ha chiamato principessa!- si entusiasmò Alexis. –Perché anche lui sa che lo sei- Kate fece l’occhiolino al suo amico cameriere, avvertito poco prima. –Sei pronta?- entrambe guardarono i loro piatti gustosi. Alexis non rispose, si limitò ad annuire dopo aver preso il primo morso. A quella vista Kate sorrise, si era fatta dei bei baffi marroni con la nutella. –Vedo che ti è piaciuta?!- Kate le pulì delicatamente la bocca. –Si...era veramente buona- rispose la piccola con una faccia compiaciuta. –Adesso dove andiamo?- domandò curiosa Alexis. –Se vuoi possiamo andare al parco, altrimenti possiamo andare a casa mia- le propose. –Casa tua…voglio vedere dove vivi- si alzò rapida per raggiungere l’uscita del locale.
 
-L’hai persa? Come è potuto succedere?- chiese incredulo Rick. –Non ci ho fatto apposta…l’ho persa di vista qualche secondo e lei è sparita- mentì, era passato più di un minuto, ma voleva limitare i danni. –Non mi importa quanto tempo, so solo che hai portato mia figlia con te e l’hai persa di vista…come è possibile? E ora dov’è? L’hai cercata?- le domandò sconvolto. –No…non l’ho trovata è per questo che te lo sto dicendo!- la donna non voleva essere accusata da lui. –Caro…ti avevo detto che lascarla con questa donna non era una buona idea- una donna sulla sessantina comparve dalla cucina del loft. La bionda la fulminò con lo sguardo, ma la madre di Richard era superiore a quella donna e non si abbassò a lei. –Vado a cercarla…tu resta qui, potrebbe tornare a momenti…- si rivolse alla madre -…tu…non voglio trovarti qui al mio ritorno,  ne riparleremo domani- avvertì Gina, la sua fidanzata. Si lasciò chiudere la porta alle spalle con Gina arrabbiata e sua madre preoccupata per la nipotina.
 
-Siamo arrivati! Che dici ti piace casa mia?- Kate posò le chiavi su un mobiletto vicino alla porta di ingresso. –Si…è bellissima- la piccola rossa stava scrutando ogni angolo. Alcune pareti erano ricoperte di mattoni con diverse sfumature di grigio su uno sfondo tra il grigio e il verde. –Oh…guarda che bello!- la bambina si illuminò nel vedere un grande pianoforte occupare gran parte del soggiorno. –Tu suoni?!- si voltò verso Kate. –Si…io sono una pianista- si sedette sullo sgabello, scoprendo la tastiera. –Vuoi provare con me?- la invitò a sedersi vicino a lei. –Ma io non so suonare- arrossì timidamente. –Non preoccuparti, ti guido io…vieni- le sorrise in una maniera tale che Alexis ne fu contagiata. Quando si fu posizionata al suo fianco, Alexis aspettò indicazioni. Kate le prese semplicemente la manina, la destra, e la poggiò delicatamente sui tasti. Aiutata dalla mano della ragazza, Alexis capì come doveva fare e concentrandosi si concentrò per non sbagliare ne tempo ne note. Dopo aver ripetuto quel movimenti e aver preso la mano, sentì Kate avvicinarsi con le sue mani e iniziare a suonare insieme a lei. La melodia prese forma e Alexis iniziò a cantare, riconoscendo il motivo.
‘ Des yeux qui font baisser les miens,
Un rire qui se perd sur sa bouche,
Voilà le portrait sans retouche
De l'homme auquel j'appartiens’

Kate ne fu colpita ed emozionata allo stesso tempo, tanto che iniziò a cantare con lei.
‘Quand il me prend dans ses bras
Il me parle tout bas,
Je vois la vie en rose.’

-La conosci?- guardò, alla fine, gli occhi della bella Alexis, che sorrideva con lo sguardo. –Mia nonna me la canta spesso…dice che è una melodia immortale, ma non ho capito cosa significa- scrollò le spalle, felice di aver sorpreso la sua nuova amica. –Tua nonna ha ragione…quando sarai più grande capirai- le accarezzò la guancia morbida. –Sarà meglio andare, tuo padre e la tua famiglia inizieranno a preoccuparsi e noi non vogliamo che succeda, vero?- le sfiorò il nasino con un dito, facendola ridere. Entrambe si mossero verso la porta di casa.
 
-L’hai trovata?- Martha, la madre di Castle corse verso il figlio appena rientrato. –No, niente…se non torna subito a casa mi farà venire un infarto- si sedette su uno sgabello, con l’ansia a fior di pelle. –Oh…povera piccola! Chissà come sarà spaventata e sola! La mia piccolina!- la rossa si portò le mani alla testa. –E’ colpa di quella squilibrata della tua futura moglie!- aveva gli occhi lucidi, era furiosa. –Mamma, smettila! Può succedere, ma non sai neanche che è successo!- la riprese lui, consapevole dell’errore commesso da Gina, ma non voleva fomentare il divario tra le due donne. In quel preciso momento sentirono bussare alla porta. Castle si precipitò alla porta. –Papà!!- una bambina dai capelli rossi si gettò tra le sue braccia. –Oh…amore mio!- la riempì di baci –dove sei stata? Che ti è successo? Perché non hai aspettato Gina dove ti aveva detto?- la rimise a terra. –Io l’ho aspettata un’ora!- le mostrò l’orologio che le aveva regalato lui –e la sono andata a cercare, mi ha lasciata come una stupida in mezzo al marciapiede e se non fosse stato per la mia nuova amica Kate, sarei morta investita!- era arrabbiata con la fidanzata di suo padre. Martha e Rick alzarono lo sguardo verso la donna rimasta fuori della porta un po’ imbarazzata. –Salve!- salutò cordiale, rimanendo ancora impalata davanti a loro e fuori dal loft. –Salve…mi scusi…prego, si accomodi- Castle guardò la donna davanti a loro. Era davvero bella, slanciata…con i capelli castani leggermente mossi che cadevano sulle spalle e quello sguardo…ave gli occhi che sembravano due pietre preziose. –Katherine…Beckett- porse la mano al padrone di casa, per essere il più cortese possibile. –Richard…Castle, il padre di Alexis- ricambiò lui, stringendole la mano come per accarezzarla. –E lei è mia nonna…- sorrise Alexis avvicinandosi alla rossa dietro a Rick. –L’amante della ‘vie en rose’- sorrise, ricordando il duetto di poco prima. Martha si illuminò a quella rivelazione inaspettata, ma le guardò anche interrogativa. –Che ne dici di raccontarci tutto dall’inizio piccola?- chiese Martha invitando Kate a sedersi sul divano. –Allora…Gina mi ha portato a fare shopping con lei e poi di punto in bianco mi ha detto di aspettarla davanti ad un bar e che tornava subito- sbuffò arrabbiata –ma sono rimasta un’ora ad aspettarla li davanti e avevo deciso di andare a cercarla- iniziò a spiegare, notando sua nonna lanciare un’occhiataccia a suo padre. –Mentre la cercavo, pensavo di averla vista per la strada e ho deciso di attraversare per raggiungerla, ma non ho guardato il semaforo- abbassò lo sguardo, consapevole del suo errore. –Non hai guardato? Ma te l’ho insegnato tante volte!- la guardò Castle sempre più in ansia per la storia. –Mi sono ritrovata in strada con le macchine che non si fermavano neanche e prima che una di quelle mi investisse è arrivata Kate e mi ha salvata!- guardò contenta la sua amica, che le regalò un sorriso sincero. –Io ero brutta, mi ero messa a piangere e non la smettevo più…ero proprio un disastro…ma Kate mi ha calmata- questa volta furono Richard e Martha a guardare grati la donna. –Lo sai dove mi ha portata papà!- guardò suo padre leccandosi le labbra –mi ha portato a mangiare la migliore Crepes che io abbia mai assaggiato- si portò il ditino alla guancia, facendogli capire quanto era buona. –E poi siamo andati a casa sua, lo sai che è una pianista? Ma anche una cantante…abbiamo fatto la vie en rose al pianoforte e mi sono divertita un sacco- si alzò per abbracciare calorosamente Kate. Lascando sorpresi suo padre e sua nonna, che si guardarono divertiti da quel gesto d’affetto per quella persona conosciuta da qualche ora.

 
Salve a tutti. Sono Nikki e questa è la mia prima ff. Spero di non deludervi a riguardo e spero possiate apprezzare la mia storia. Ringrazio chi leggerà semplicemente, spero che qualcuno lasci qualche commento alla mia storia. Grazie ancora e a presto...baci...Nikki.  
   
 
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