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Autore: crazy lion    13/04/2016    12 recensioni
Attenzione! Spoiler per la presenza nella storia di fatti raccontati nel libro di Dianna De La Garza "Falling With Wings: A Mother's Story", non ancora tradotto in italiano.
Mancano diversi mesi alla pubblicazione dell’album “Confident” e Demi dovrebbe concentrarsi per dare il meglio di sé, ma sono altri i pensieri che le riempiono la mente: vuole avere un bambino. Scopre, però, di non poter avere figli. Disperata, sgomenta, prende tempo per accettare la sua infertilità e decidere cosa fare. Mesi dopo, l'amica Selena Gomez le ricorda che ci sono altri modi per avere un figlio. Demi intraprenderà così la difficile e lunga strada dell'adozione, supportata dalla famiglia e in particolare da Andrew, amico d'infanzia. Dopo molto tempo, le cose per lei sembrano andare per il verso giusto. Riuscirà a fare la mamma? Che succederà quando le cose si complicheranno e la vita sarà crudele con lei e con coloro che ama? Demi lotterà o si arrenderà?
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo. Saranno presenti familiari e amici di Demi. Anche per loro vale questo avviso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Demi Lovato, Joe Jonas, Nuovo personaggio, Selena Gomez
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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ATTENZIONE! Capitolo revisionato.
 
 
 
CAPITOLO 2.

SHOCK

La mattina dopo Demi fu completamente sommersa dal lavoro.
Dopo solo due ore si rese conto di stare perdendo la voce, cosa che non era da lei. Andò in bagno a bere un bicchier d'acqua e, quando tornò, disse a tutti che quel pomeriggio sarebbe dovuta andare dal ginecologo. Phil le sorrise, sapendo di cosa si trattava, mentre il suo gruppo la guardò perplesso.
"Stai male?" le chiese il pianista.
"No, è solo un controllo, non preoccupatevi. Dai, continuiamo."
Il pomeriggio, mentre si dirigeva verso lo studio del medico, dei paparazzi e alcuni giornalisti la seguirono fino all'entrata.
"Cosa deve fare?" le chiedevano. "È malata?"
"No," rispondeva lei, "è solo una visita di controllo." Entrò e i giornalisti e i fotografi rimasero fuori. Demi non aveva mai voluto guardie del corpo che la seguissero ovunque. Aveva capito che, parlando gentilmente con le persone, queste facevano lo stesso con lei e non si comportavano in modo incivile.
Mentre camminava incontrò il dottore che il quale la riconobbe subito.
"Oh mio Dio! È veramente Demi Lovato?" chiese, alzando un po' la voce.
Era un uomo sulla cinquantina, alto e con i capelli cortissimi.
"Sì, sono io. Lei per caso è il dottor Adams?”
C'erano cinque o sei ginecologi in quello studio e non apendo come fosse fisicamente quel dottore Demetria aveva chiesto conferma.
“Sì.”
La sua ginecologa era andata in pensione poco tempo prima e i suoi pazienti erano passati a quel medico. A Demi era dispiaciuto sapere che non sarebbe più stata lei a seguirla. Quando, il pomeriggio precedente, aveva chiamato lo studio per farsi dare il prima possibile l’appuntamento con il dottor Adams aveva iniziato a chiedersi se si sarebbe trovata bene e, a dire il vero, il fatto che fosse un uomo la metteva un po’ a disagio, anche se era sicura si trattasse di una sensazione passeggera.
“Ho appuntamento con lei a quest’ora” mormorò, vergognandosi del modo in cui parlava.
“Ero uscito proprio per chiamarla. Venga.”
L'uomo capì che la ragazza non aveva alcuna intenzione di essere notata. Per fortuna nessuno degli altri pazienti in attesa sembrò rendersi conto di quello che stava succedendo e Demi ne fu molto felice. A volte invidiava le persone che avevano una vita normale, anche se era molto grata per tutto ciò che aveva. Il medico le fece cenno di seguirlo e la accompagnò nel suo studio.
"Si accomodi" la invitò, indicandole una sedia a poca distanza da lei.
La ragazza si sedette davanti ad un'enorme scrivania sulla quale c'erano un computer e un telefono. L'ufficio era molto luminoso, con finestre grandi e vetri pulitissimi.
"Mi dica” la incitò l’uomo.
“Sono venuta qui perché voglio avere un bambino. Non ho mai fatto esami clinici per capire se posso avere figli o meno, quindi desidererei fare alcuni controlli. Sono single, quindi dovrò cercare un donatore e fare la fecondazione."
“Capisco. Quanti anni ha?”
“Ventidue.”
“Generalmente le donne sotto i trent’anni non hanno problemi di fertilità, ma ha fatto bene a decidere di controllare. È necessario che si sottoponga ad alcuni esami per verificare che sia tutto a posto, ma prima devo porle delle domande. Ha un ciclo regolare?”
“Sì, abbastanza.”
“È molto doloroso?”
“Non troppo.”
“Fuma?”
“L’odore del fumo mi dà molto fastidio e non ho mai sentito il desiderio di iniziare.”
“Beve?”
“Al massimo un bicchiere l’anno.”
“Fa o ha fatto uso di droghe?”
“No, mai.”
Continuarono con le domande per un po’ mentre il ginecologo, dal computer, controllava la sua cartella. Demi l’aveva portata per sicurezza, ma lì c’erano comunque già tutti i suoi dati. Il ginecologo le scrisse quali esami avrebbe dovuto fare lì in ospedale e che si sarebbero rivisti una volta avuti i risultati. Demi fece presente tutto ciò al medico di base e si sottopose ad esami del sangue, delle urine e ad altri che servivano a controllare le condizioni di ovaie, tube e utero. Fu un periodo stressante. Di giorno lavorava e riusciva a distrarsi, ma la sera continuava a riflettere sui test che aveva fatto e si poneva mille domande:
"Saranno andati bene? Cosa succederebbe se non fosse così? Che mi riserverà il futuro?"
Batman, di notte, dormiva con lei. Si sdraiava vicino ai suoi piedi, sulle coperte. A Demi piaceva la sua compagnia, ma in quella settimana dormì sonni agitati. Si muoveva spesso e Batman non ne era molto contento. A volte mugolava per farle capire che quei movimenti gli davano fastidio. Percepiva l'agitazione della sua padrona anche quando lei lo accompagnava fuori a passeggiare. Di solito andava con calma, aspettando che lui esplorasse il territorio o facesse i suoi bisogni, ma in quell'ultima settimana, senza nemmeno rendersene conto, era cambiata anche sotto tale punto di vista. Ora lei e Batman facevano passeggiate molto più brevi e Demi pretendeva che il suo cane si sbrigasse, per tornare subito a casa. L'aria aperta non le dava conforto, anzi, aumentava la sua ansia e le sue domande perché, appena sentiva la voce di un bambino, la paura
cresceva.
Passò un mese. Trenta giorni che le parvero interminabili. Una mattina ricevette una telefonata mentre era al lavoro. Per fortuna non stava cantando quando le squillò il cellulare. Uscì per un momento e rispose.
"Pronto?"
"Pronto, parlo con Demi Lovato?" chiese una vocefemminile.
"Sì, sono io" rispose lei gentilmente.
"Sono la segretaria dell'ospedale nel quale lei ha fatto gli esami. Volevo informarla che sono arrivati i risultati. Se vuole può venire a ritirarli."
"Verrò oggi pomeriggio, se per voi va bene."
"Sì, certo!"
"Okay, grazie."
"A dopo allora."
"Sì, a più tardi" concluse Demi. La salutò e riattaccò.
Arrivò in ospedale con il respiro affannoso, ritirò leee analisi e prese un appuntamento con il dottor Adams, che le venne fissato per la settimana seguente. Demetria visse male l’attesa. Portò le carte al ginecologo anche se lui poteva vedere le analisi dal PC. A Demi era stata detta la stessa cosa, ma dato che c’era la possibilità aveva ritirato anche la risposta cartacea. Non aveva avuto il coraggio di aprire la busta e, in ogni caso, non era sicura l’avrebbe capito cosa stavano a significare quei valori.
Lo sguardo serio dell’uomo non prometteva nulla di buono.
"Che succede?" chiese la ragazza, mentre sentiva che le lacrime iniziavano a riempirle gli occhi.
"Purtroppo non ho buone notizie da darle."
"Arrivi subito al punto, dottore, la prego!" lo supplicò.
"Va bene. Signorina, lei ha un problema. Non è colpa sua, né di nessun altro e non è l'unica a soffrirne. Il fatto è che... è sterile."
L'uomo aveva cercato di dirlo quanto più delicatamente possibile, ma purtroppo la verità era quella.
"Sterile?" chiese Demi, incredula.
Com'era possibile? Quella parola aveva un sapore amaro, disgustoso. Le fece salire il vomito.
"Purtroppo sì, signorina."
"È sicuro?"
"Mi dispiace davvero dirglielo... ma sì, gli esami non mentono. Inoltre, le possibilità che lei possa portare a termine una gravidanza sono veramente poche."
"Quindi non posso fare la fecondazione, è questo che mi sta dicendo?"
"Potrebbe, ma con alto rischio di aborto o parto prematuro."
Demi scoppiò a piangere cercando, con quelle lacrime, di buttare fuori un po' del gran dolore che sentiva. Solo qualche giorno prima era stata così piena di speranza ed ora tutto quello che aveva sognato di avere, il futuro che aveva desiderato di dare ad una creatura era andato in frantumi, distrutto da un destino ingiusto, da una vita che è sempre crudele con chi non lo merita. Il dottore aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un pacchetto di fazzoletti che le passò.
"G-grazie" balbettò la ragazza. Ne Prese uno, si soffiò piano il naso e si asciugò le lacrime. Si sentiva una stupida a piangere così davanti ad un medico, una persona che la conosceva solo grazie alla televisione o ai giornali. "Mi scusi" disse quando, dopo qualche minuto, si fu un po' calmata.
"Non si preoccupi. Mi dispiace averle dato una notizia del genere. Avrei preferito dirle che può avere figli. È sempre brutto dare notizie tanto terribili."
"Non è colpa sua" disse Demi, tirando su piano con il naso, "ma mia" sospirò, sentendosi abbattuta.
"No, aspetti un attimo... Cosa intende dire?" le chiese il dottore, che l'aveva intuito.
"Si tratta del mio corpo, quindi di chi altri può essere la colpa se non posso avere figli?"
"Non è sua. Lei non ha fatto niente perché ciò avvenisse, ma a volte il nostro corpo non è come vorremmo e spesso la vita si prende gioco di noi anche sotto questo punto di vista. La prego, non si senta in colpa per questo. So che è difficile, ma non ne ha motivo, davvero!"
"Non le posso garantire che riuscirò a non stare più così" disse, con un filo di voce.
"Mi promette, almeno,che ci proverà?"
"Va bene."
"Perfetto! In ogni caso, qui c’è il numero di un’ottima clinica per la fertilità in città.” Le passò un bigliettino che lei prese con mani tremanti. “Se dovesse decidere di proseguire con questo percorso, chiami."
Ma Demetria non sapeva più quello che voleva.
"Grazie di tutto" concluse.
"Non mi deve ringraziare di nulla, signorina Lovato. Io faccio solo il mio dovere."
Demi si alzò, spinse la sedia sotto il tavolo, prese in mano gli esami e uscì.
Arrivata nel parcheggio dell'ospedale si ricordò che non aveva nemmeno salutato il medico.
"Sono anche scema" disse ad alta voce prima di accendere il motore.
Non avrebbe potuto avere figli. Prima non aveva mai pensato a quell'eventualità. Fin da bambina, come tutte quelle del mondo, aveva sognato di essere mamma. Giocava con le bambole facendo finta che fossero le sue bambine e si prendeva cura di loro con amore. Quando poi, a sei anni, aveva iniziato a fare l'attrice, non aveva più avuto molto tempo per pensare a quelle cose. In seguito, a causa di tutti i suoi problemi, quel desiderio di maternità era stato accantonato, ma già da qualche tempo era tornato, forte e più maturo, se così si può dire, più consapevole, più vero. Adesso cosa le restava? Niente. Quel desiderio sarebbe rimasto irrealizzabile. Il bambino che desiderava così tanto non sarebbe mai nato e lei l'avrebbe tenuto chiuso nel suo cuore per sempre. Come sarebbe riuscita a rassegnarsi a quel triste destino? Se un giorno si fosse sposata, non avrebbe potuto avere figli con l'uomo che avrebbe amato. Vivere tutta la vita senza diventare mamma, adesso, le sembrava qualcosa di innaturale e di inconcepibile. Come facevano tante donne a rassegnarsi a quella cruda realtà? Lei non lo sapeva, non lo capiva, ma le ammirava per il loro grande coraggio. Avrebbe dovuto riuscirci anche lei, dato che sarebbe stata una di loro, anche se non sapeva come.
Benvenuta nel club, Demi pensò, sperando che quella frase l'avrebbe fatta ridere, ma non fu così.
Semmai l'effetto fu esattamente l'opposto: si rattristò ancora di
più.
Arrivò a casa e, quando entrò, non salutò il suo cane come faceva sempre. Batman la guardò in modo strano, come per chiederle che cosa fosse successo e come mai non gli prestava la minima attenzione, ma Demi non se ne accorse. Andò di sopra e appese  la giacca su uno degli attaccapanni dell'enorme armadio che aveva in camera. Si buttò sul letto con un tonfo e scoppiò in lacrime. Si sentiva schiacciare il petto da un peso sempre più grande. Le sembrava di non respirare e annaspava cercando aria. Batman corse da lei abbaiando e saltò sul letto.
"Sto male, cucciolo" gli disse. "Non potrò avere bambini!"
Il cane si sdraiò vicino a lei e Demi cominciò a fargli le coccole e a grattarlo sulla testa. Batman le fece compagnia tutta la sera. Era bello averlo lì. La villa dove abitava era così grande! Se fosse stata da sola, in quel momento Demi si sarebbe sentita ancora più male. Era grata alla sua amica Selena per averle regalato Batman, il giorno del suo ventitreesimo compleanno. Grazie al cielo, dopo anni di litigi, le due erano tornate amiche. Demi decise che l'avrebbe chiamata uno dei giorni seguenti, ma non in quel momento. Stava troppo male e voleva rimanere da sola con Batman. Almeno lui la capiva, ma non parlava e quello di cui aveva bisogno lei era il silenzio. Sapere che non avrebbe mai potuto avere un bambino era uno shock tremendo. Era arrabbiata, triste, sgomenta.
Quella sera non mangiò. Non sarebbe riuscita a mandare giù neanche un boccone dopo aver ricevuto tale notizia. Era stato come se quel dottore l'avesse accoltellata in pieno petto, lasciandole una ferita aperta e sanguinante. Rimase sdraiata sul letto per ore ed ore piangendo, fissando immobile il soffitto e con i vestiti ancora addosso.
Solo verso le 23:00 si decise ad alzarsi. Andò in bagno e si fece una doccia. Com'era enorme, quel bagno! Solo ora si rendeva conto che negli spazi grandi a volte ci si sente dispersi. Uscita dalla doccia si asciugò velocemente i capelli, poi si infilò il pigiama. Scese al pianterreno, portò in lavanderia i vestiti sporchi e salì in cucina. Si scaldò una tazza di tè, ma appena l'ebbe finita le vennero i conati di vomito e, poco dopo, corse in bagno e la buttò fuori. Quella notte non riuscì a dormire. Continuò a girarsi e rigirarsi nel letto, non trovando mai la giusta posizione. Il sonno non arrivò e lei, che aveva sofferto d'insonnia in passato, sapeva che le notti in bianco sono le più dure, perché la mente si riempie di pensieri brutti e tristi, di preoccupazioni, di ansie che ci accompagneranno il giorno successivo.
Non aveva la minima idea di come avrebbe potuto uscire da quella situazione e per ora non ne aveva né la forza, né la voglia. L'unica cosa che provava era una profonda, grande tristezza che, forse, non sarebbe mai più andata via.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
ciao a tutti. Purtroppo pubblico in ritardo rispetto a quanto mi ero prefissata (speravo di riuscirci ogni settimana), perdonatemi. Ho avuto alcuni problemi.
Lo so, questo capitolo è molto triste soprattutto nella sua parte finale, ma vedrete che dal prossimo le cose, per Demi, cambieranno.
Questo è comunque un capitolo di passaggio, uno di quelli che servono per far andare avanti la storia, ma non nel senso che non è importante. Anzi, è uno dei punti principali. Più che altro, diciamo che lo definisco così perché dal prossimo si parlerà di adozione.
A proposito di far continuare il racconto, mi rivolgo a coloro che avevano già letto / visitato la mia storia prima che la cancellassi. Mi scuso ancora mille e mille volte per aver messo e poi cancellato la storia, ma la formattazione non andava bene, come ho spiegato nel warning che ho messo all'inizio del primo capitolo. Inoltre, a voi dico che ho revisionato completamente il capitolo 5 (capitolo chiave della storia perché segna un punto di svolta). L'ho stravolto e cambiato, spiegherò più avanti i motivi della mia scelta. Questo significa che ho cambiato la storia togliendo alcune cose e aggiungendone altre, per cui consiglio a coloro che l'avevano già letta di rifarlo, in quanto un pezzo di storia è stato tagliato e altri invece aggiunti, cose, queste, che hanno modificato un po' il corso degli eventi.



NOTA:
Vorrei precisare una cosa che ritengo importantissima. Se tratterò tematiche forti in questa Fanfiction, come ad esempio l'autolesionismo, non è perché penso che parlare di queste cose vada di moda e non lo faccio nemmeno per far sembrare Demi e Andrew gli sfortunati di turno che si consolano a vicenda e alla fine vivono felici e contenti, assolutamente no! So che problemi come l'autolesionismo sono difficoltà che distruggono una persona psicologicamente e fisicamente (e lo dico perché, anche se in maniera molto leggera, l'ho provato e ho vissuto situazioni difficilissime nella mia vita, mi sono sentita morire dentro tante volte). So che se una persona arriva ad autolesionarsi, o a tentare il suicidio, o a smettere di mangiare o a mangiare troppo fino a diventare anoressica o bulimica, è perché dentro ha un male profondo, una sofferenza che non riesce ad esprimere a parole e che necessita di attenzione e cure da parte di specialisti. Se tratto di tematiche del genere è perché Demi le ha vissute davvero e perché anch'io ci sono passata, almeno per quanto riguarda alcune di esse. Ora comunque è passato, sto meglio. Quindi, la motivazione che mi spinge a trattare certi temi è personale.

La seconda cosa importante che ci tengo a sottolineare è questa: non sono riuscita a capire quale problema può causare sia la sterilità che il rischio di non riuscire a portare a termine una gravidanza, probabilmente però esiste. Per quanto abbia cercato e navigato su molti forum e siti gestiti da medici, non ho trovato niente. Per questo ho preferito rimanere un po' sul vago.

Un'altra cosa che vorrei precisare è che, in questa Fanfiction, Joe Jonas e Selena Gomez saranno personaggi secondari, che compariranno solo ogni tanto, così come lo saranno i genitori e le sorelle di Demi. I personaggi principali saranno invece Demi ed Andrew. Quest'ultimo a me piace moltissimo come persona, non solo per il carattere che ha, ma anche per la sua storia passata.

Dopo questa nota, aggiungo che ci terrò a sapere anche la vostra opinione in merito! Lo conoscerete tra un po'.
Mi fareste molto felice se lasciaste un commento, anche piccolo, su ciò che pensate della mia storia. Accetto anche recensioni negative, dalle quali si può sempre imparare molto.
Ci vediamo presto con il capitolo successivo.
crazy lion
   
 
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