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Autore: Dragana    14/04/2016    4 recensioni
Una raccolta di storie su Clarisse la Rue e le persone che le girano intorno.
Quando non li picchia, ovviamente.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Chris Rodriguez, Clarisse La Rue, Silena Beauregard, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FANGO SUI VESTITI

–Clarisse, vieni con me, ho trovato un pos… hey!
Chris schivò una coltellata che gli stava arrivando dritta allo stomaco. Clarisse, che fino a tre secondi prima sembrava placida e tranquilla e si stava lucidando il pugnale che aveva usato a lezione di scherma, imprecò.
–Porco cazzo, Chris, mi dici cosa non ti è chiaro del concetto “fammi sentire che stai arrivando”? Sembra che tu lo faccia apposta!
Lui le diede un bacio sulla guancia. –Infatti lo faccio apposta, sto allenando i miei riflessi. Lo sai che sono diventato il più veloce della cabina?
–Ma vaffanculo.
–No, è vero! Abbiamo fatto una gara. Siccome ho vinto dei soldi, la prossima volta che usciamo ti pago il cinema.
–Mi sembra il minimo, dato che hai vinto grazie a me.
–Guarda che se la prendi così, ti porto a vedere “Io, te e la nostra estate fantastica”!
Clarisse si mise a ridere. –Cos’è che hai trovato?
–Un posto segreto. Sai, nascosto. Sai, se vogliamo stare da soli.
Lei rinfoderò il coltello. Ci aveva preso gusto un sacco a stare da soli. D’altra parte anche a suo padre e a suo nonno piaceva un sacco stare da soli con la gente, e nemmeno sua madre aveva mai disdegnato, quindi forse era ereditario. Si guardò rapidamente intorno, nessuno in vista. Lo abbracciò, e gli toccò il sedere. –Andiamo.

L’aveva portata nel bosco. Poi aveva seguito il ruscello, fino dove si insinuava tra le rocce e si perdeva, per rispuntare fuori più avanti. Ci si era infilato in mezzo, si erano arrampicati in un punto, passati tra il sottobosco in un altro, e Clarisse si era stupita di trovarsi in una radura che non aveva mai visto. Non è che fosse una radura soleggiata con robe romantiche tipo fiori, uccellini e alberi da frutto; era solo un pezzo (anche piuttosto fangoso) del ruscello, ma era tutto per loro.
–Cazzo, Chris, sei stato bravo!
–Merito un premio?
Lo baciò con foga. Le piaceva baciarlo. Le piaceva toccarlo. Le piaceva tutto, era come con le battaglie, alla fine era appagata per un po’, ma poi ne voleva ancora.
–Non ti meriti niente. Hai fatto solo il tuo dovere–, gli disse all’orecchio. Lui soffocò una risata sul suo collo.
Le aveva infilato una mano dentro i pantaloni (quando glieli aveva slacciati?) e porca puttana, quello che faceva, lo faceva bene. –Chris…
–Guarda che sono un figlio di Hermes, quello che non ci meritiamo ce lo rubiamo lo stesso.
–Chris, piantala.
Lui, inaspettatamente, la piantò. Tolse la mano e fece un passo indietro.
–Come vuoi. Che poi non si dica che sono una bestia che non sa quando fermarsi eccetera. Peccato, avevo preso tutto il necessario, se capisci cosa voglio dire. Ma non importa. Possiamo parlare di quanto è bello il sole, o giocare a tris con dei rametti, o…
Lei gli diede una spinta che lo fece cadere per terra a sedere. –Ahia, Clarisse!
Gli montò sopra a cavalcioni, tirandogli i capelli per fargli piegare la testa e baciarlo. –Quando dico "piantala", Chris, quello che intendo non è davvero piantala–, ringhiò.
Lui le sollevò la maglietta, le sollevò proprio tutto (Clarisse si chiese confusamente da dove venisse quella storia secondo cui i ragazzi si intorcinano con gli indumenti perché proprio Chris no), si chinò a baciarle la pelle e morderla e ok, lui non aveva problemi con i vestiti ma lei sì e tra un po’glielo strappava, quel bottone dei jeans.
Lui le prese delicatamente la mano. Ridacchiava, il bastardo. –Devi fare pace col cervello, Clarisse. Devi farti una chiacchierata davanti allo specchio e decidere che se quello che intendi è “ti prego Chris continua sono tua”, allora è quello che devi dire.
Si era slacciato lui i jeans, guardandola negli occhi. La guardava sempre così, come se vedesse solo lei, e aveva ragione, quando la guardava così era sua, era completamente fottuta.
–Mettiamo bene in chiaro le cose, Chris–. Gli infilò la mano nei jeans slacciati, sotto l’elastico dei boxer. Strinse. Lui le afferrò i fianchi. –Sei tu che sei mio.

–Si può sapere dov’eri finita? È tutto il pomeriggio che ti cerco!
Annabeth era in armatura, ma aveva a tracolla una borsa piena di disegni di edifici e roba varia. Clarisse pregò che non si trattasse di nuovo del tempio di suo padre sull’Olimpo, perché lei aveva dato già la sua opinione e non capiva cosa ci fosse di difficile da interpretare nelle parole “fallo tamarro”.
–Ero in giro, Annabeth. Cos’è che vuoi?
–In giro dove, scusa?
–Ma saranno cazzi miei? Nemmeno mia mamma mi chiede in giro dove!
Annabeth guardò alternativamente lei e Chris. Lui aveva appoggiato una mano sul braccio di Clarisse. –L’ho raggiunta dopo la lezione di scherma, siamo andati in armeria, poi l’ho convinta a passare un attimo da uno dei miei fratelli perché aveva preso in prestito una cosa mia e aveva bisogno di un incentivo per ricordarsi che era proprio mia sul serio, poi siamo passati alla stalla dei pegasi e nel mezzo abbiamo anche fatto una pausa merenda.– Si strinse nelle spalle. –Ci saremo girati intorno.
Lei alzò un sopracciglio. –Certo, Chris–. Sorrise. –E allora mi spieghi come mai avete entrambi il fango del ruscello sui vestiti?







Note: Storia scritta per la Spring Shower, organizzata dal campmezzosangue, con prompt “fango sui vestiti”. Ormai anche i meno svegli tra voi avranno notato che ho tenuto i vari prompt come titolo del capitolo, perché faccio schifo a dare i titoli e questo era un’abile escamotage. XDDDDD
La storia è ambientata tra la prima e la seconda serie di libri, quando Crono è sconfitto, Percy non è ancora perso (hehehe), e Annabeth sta ristrutturando l’Olimpo.
La parte centrale di questa storia è colpa di Vannagio: io l’avevo fatta pura e ingenua, e lei c’è rimasta male perché voleva più porno. Ora, questo non è un rating rosso e forse siamo anche più sul giallo intenso che sull’arancione, ma è il massimo che son riuscita a fare quindi accontentatevi.
Grazie a chi segue la raccolta, Clarisse dice che a voi non infilerà la testa nel cesso (forse).
A presto!


   
 
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