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Autore: GirlDestroyer1988    14/04/2016    0 recensioni
[ghost in the shell]
Jhon Randolph, dubbed in italian by Bruno Persa, finishes in a labyrinth full of biting balls.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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Cos’era successo nel frattempo? La partita era finita? Da quello che successe dopo parve di sì, con i Big Hero 6 rematerializzati. Era il 26 Dicembre, e nonostante sembrassero passati giorni, in realtà erano stati smaterializzati solo dalle 19.10 del 25 Dicembre alle 7.00 del 26 Dicembre. Tutto qui. Anche la Sezione 9 era stata rematerializzata. Ma sia per Stark che per Kord tutto questo non sembrava possibile. Non avevano risolto nulla, e molto probabilmente sull’isola di Appledore nulla era cambiato. Passò il Natale, arrivò Febbraio, e con esso il Kenkokou Kinebi, l’anniversario nazionale. In America, posseditrice dell’arcipelago di Shoals, non si festeggiava ancora nulla, la festa ci sarebbe stata il 12 Febbraio, giorno dell’anniversario di Lincoln, atteso molto dalla comunità afroamericana. Nel frattempo Appledore era immota, e lo Starbound, affrancati Ralph, Felix e gli altri videogiochi, cercava di compattare il proprio sterminato avatar di acciaio e cemento, cercando di farlo muovere via dall’isola, attraverso l’Atlantico, il Mare del Nord, lungo il Rodano, fino a Ginevra. Tra le alpi ginevrine, come tutti sanno, c’è il CERN, l’acceleratore di particelle più grande del mondo. Lo Starbound lo avrebbe impiegato per creare per sé un cosmeg in cui sparire per sempre, fuggendo dalla reversibilità quantistica del secondo principio della termodinamica. Ma era prigioniero, A spirit (of darkness) in a material world, in un colosso lungo 99,1 acri, il che era quantomeno problematico. Era prigioniero come i prigioni buonarroteschi, un gigante della stessa materia di cui è fatta la Terra incatenato prometeicamente a un isola del Maine, il cui spirito anelava solo di fuggire. Valutò anche la possibilità di abbandonare quell’enorme sarcofago di acciaio e cemento attraverso il Web, ma Appledore era una No Web zone. Passò Marzo e con lui lo Shubun No Hi, l’inizio della Primavera. Arrivò Aprile e lo Showa No Hi, la festa dell’era Showa. E finalmente l’Atlantico settentrionale riecheggiò dello spezzamento di inesistenti catene più lunghe dell’Equatore e più dure dell’Aconcagua, e un titano alto 99,1 acri sorse dall’arcipelago di Shoars, ombreggiando l’Atlantico settentrionale in linea retta per la Scozia, camminando con passi simili a frane di montagne giù nei recessi dell’oceano, seguendo la scia dei neutrini irradiati dal Monte Bianco. Ma non tutti furono sbalorditi da quell’Agilulfo in marcia verso Ginevra. Qualcuno, aldilà della Fossa delle Marianne, del Triangolo delle Bermuda e dell’Hudson, lo aveva spiato. I Teen Titans e Shrikes/Kophettn/Inatrix erano a Fort Alamo, vecchia sede della WWWCAS, ora convertitasi a filiale della NACA, la National Advisory Committe for Aeronautics, dove i migliori ingegneri, graziati dal beneplacito del presidente Feldelghart (primo presidente ebreo) stavano costruendo i nuovi mezzi da battaglia sia dei Big Hero 6 (ora nominati Big Hero 9, dato che Hiro 1+Baymax 2+Gogo 3+Fred 4+Honey 5+Wasabi 6=6+Shrikes 1+Kophettn 2+Inatrix 3=6+3=9) che dei Teen Titans. Il nuovo mezzo dei Big Hero 9, il BHIX, era costituito dall’HFO, Hiro (‘s) Flying Object, un TFO (Terrestrial Flying Object, Oggetto Volante Terrestre) dotato di una tripletta di trapani. Seguiva lo Shri-jet, guidato da Shrikes, il cui muso si divaricava per agganciare l’HFO. Seguiva il Go-Bot, guidato da Gogo e Inatrix. È una Combat Armour a MAGLEV, con al posto delle braccia delle frese. Il Fred Roller viene dopo, ed è un incrocio tra un Boeing 797 e uno schiacciasassi. Possiede anche una coppia di trivelle. Segue l’Honey-truck, camion con Waldo a trapano e una coppia di stelle rotanti simile alla Potenza Scavatrice di Gackeen, guidata da Honey e Kophettn. Finisce il WFO, Wasabi (‘s) Flying Object, un TFO a forma di C, che si aggancia al Fred Roller. Mentre ai Giovani Titani spettava l’Angelus, gigantesco mezzo volante a cui il BHIX può persino agganciarsi. Robin pilota l’Atomic Hole Maker, un mezzo escavatore con una coppia di trivelle potenziabili mediante una coppia di parabole atomiche. Segue il Canner guidato da Raven, un robot modulare (in stile Mr robot and his robot factory della Datamost) che si trasforma in un monolito, che si aggancia all’Atomic Hole Maker e al Double Box Piercer di Starfire e Beast Boy, il quale li fornisce anche un supporto, contraibile quando il Canner si trasforma. Il Double Box Piercer è il mezzo di Starfire e Beast Boy, un secondo mezzo sotterraneo in grado di trasformarsi in un terebroplano, mezzo aereo dotato di trapani. Cyborg guida lo Street Wing, automobile costruita con principi aeronautici, un plateaplano, “aeroplano stradale”. Alla fine dei lavori a Fort Alamo, Hiro e Robin vennero contattati dal Dr Onizzolga, lo stesso che aveva diretto la sezione scientifica di Adrias. Hiro e Gogo erano accocolati nel piumone, Hiro aveva un esoscheletro di Topolino, mentre Gogo uno di una gatta. Dopo aver sperimentato una sessione di sesso virtuale, adesso volevano rimanere abbracciati, senza fare nulla. La chiamata arrivò a Hiro mediante l’interfono del suo casco. “Dr.Onizzolga? Wasabi mi aveva parlato di lei. Cosa? Big Hero 9? Già, Shrikes l’uomo-armadio, Inatrix la figlia segreta di Belladonna, Kopetthn la donna-armadio. 6+3=9. Cosa? Lo Starbound? COSA?!” Hiro schizzò fuori dal piumone. “Oh cielo, dobbiamo provvedere. Lo dirò a Gogo” e, chiusa la comunicazione, sussurrò tutto a Gogo, la quale reagì nello stesso modo. Rivestitesi, andarono a avvisare gli altri membri dei Big Hero 6, ognuno intento a festeggiare il Natale per i fatti propri, e fu necessario partire per l’aeroporto di Uta, diretti, sorvolando il Pacifico, verso il Texas. Anche i Teen Titans stavano passando il Natale come cani sciolti. Robin a Santa Fe, dove la piazza dell’obelisco era ornata a festa come Levico durante i giorni dei mercatini natalizi, con la neve che sembrava così tanto fuori posto nell’assolato Texas, a casa sua, dopo molto con il NeogenX via da sé non solo per dormire o per farsi la doccia (con l’invenzione paterna era lui a sporcarsi, ma MAI i suoi vestiti) mentre anche sua madre Maristelle poteva non indossare i suoi panni di Otterwoman. Questo giorno (26 Dicembre) Santa Fe non avrebbe corso nessun pericolo. Raven era a San Francisco, alla Satan’church fondata da Anton Lavey, non perché volesse diventare una Charles Manson al femminile con poteri psichici alla Helen Driscoll, ma per riappacificarsi con la sua parte demoniaca, ereditata da Trigon. Beast Boy era all’Earth Museum di Ithaca, alloggiando nell’Overlook at West Hills lungo Trumansburg Road. Starfire era andata in Italia, viaggiando in solitaria da Fort Alamo attraverso l’Asia fino a Portici, nel campano, nella Piazza Gravina, davanti all’Istituto Tecnico-commerciale C.Levi, camminando nelle vie illuminate dalle A’ lanterne, le luminarie partenopee, fermandosi davanti all’arte presepista tipica della regione, con quegli scorci di Nazareth dove possono uscire fuori Pulcinella, Totò, Edoardo de Filippo, Marcello Mastroianni, Silvio Berlusconi. In un teca, disgiunta da tutto il resto, c’erano pure i 2 supergruppi. L’anonimo figurinaio li aveva modellati come piccoli monumenti di dei e dee greche. Riuscì a comprarli tutti, piccoli capolavori di un arte a cui la tecnologia non aveva tolto alcun privilegio: il mastro presepista armeggiava con una stampante 3d a cartucce di ceramica armata, un po’ come avveniva nel carpinetano, da cui era venuto Giancarlo e la genia dei suoi, i Beltrame, giù lungo il Crostolo per supportare l’avvento dei Cappuccini di Via G.Bonini. Cyborg era a Los Angeles, a spendersi una fortuna in palestre e potenziamenti tecnotronici. Dopo un 26 Dicembre passato a abbassare e innalzare pesi, si scioglieva come un Ferrero Rochet nel bagno turco e nella sauna, chiedendosi se poteva vendere ad una concessionaria il proprio sudore per le pompe dei tergicristalli. A ognuno giunse il messaggio di Onizzolga. Mentre i “6 eroi di San Fransokyo” aspettavano il volo San Fransokyo-Fort Lauderdale al terminal come dei Signor Chiunque, Robin salutava la madre donna-lontra e partiva su un autobus, il NeoredX di nuovo addosso, verso Alamo. Il deserto texano, mentre passa al Nuovo Messico, d’Inverno sembrava il mondo di Tenshi no tamago di Mamoru Oshii, una Luna color puffo abbronzato sovrastato da un cielo violaceo totalmente alieno. Probabilmente doveva fare un freddo satanico. Raven era all’International San Francisco Airport, per il volo San Francisco-Fort Lauderdale. Nonostante potesse annullare intorno a sé la gravità (come Starfire, ma praticamente come chiunque dopo Superman) era per lei molto faticoso. Lo stesso per Starfire, che dovette sorvolare per forza l’Atlantico, nonostante il gigante dell’Appledore stesse in agguato. Ma il volo dall’aeroporto “U.Niutta” di Capodichino avrebbe sorvolato tangenzialmente l’Atlantico Meridionale, mentre il gigante era in realtà quieto, nel profondo della Fossa di Sandwich, avanzando con i piedi di granito (non era fatto di granito ma siamo là), e lui non avrebbe nuociuto a un aereo che volava davvero in alto, essendo un S-512 che volava non nella troposfera ma nella mesosfera, quasi nello spazio geostazionario. Beast Boy uscì dall’Overlook at West Hills diretto verso il Tompkins Regional Airport, mentre Ithaca scorreva davanti a lui, dietro i finestrini del taxi, nella gioia natalizia. Cyborg, sentendo meno l’indolenzimento a causa della sua actina e miosina di fibra ottica, si allontanò da Los Angeles per il Bob Hope Airport di Burbank, mentre il paesaggio losangelino passava come giocando con un interruttore da bosco secolare a brullo deserto. Riunitesi tutti i gruppi a Fort Alamo, il Dr Onizzolga ebbe modo di presentarsi in tutta la sua essenza cybertronica. Con un fetta di cranio trasformata in una cupola di plexiglas trasparente in cui fibrillavano congegni elettronici che svolgevano le funzioni cerebrali concrete, adesso molto più avanzate di un normale essere umano. L’occhio destro era una videocamera a 360°, denti di acciaio inox, torace ricavato da una vecchia astronave, cablato come una Toyota Yaris, la gamba sinistra meccanizzata, il braccio sinistro trasformato in una grinfia meccanica a 8 dita. “Abbiamo sviluppato una nuova coppia di veicoli componibili, che decolleranno dalla Seas’Knife, adesso capace anche di volare nello spazio come la Blue Noah. I Big Hero 6 possedevano il BH6, il Big Hero n’6, un Elifly, missile NASA che, per affrontare i rientri dal cosmo, possiede un elica a 9 pale, che, vorticando, permette di affrontare lo scudo ozonato senza abbrustolirsi. Dal Big Hero n’6, questo missile a taketombo, partono il Big Hero n’1, un caccia, il Big Hero n’2, una Nissan Qasqai, il Big Hero n’3, un drone a falco che parte dal Big Hero n’2, il Big Hero n’4, una motocicletta, e il Big Hero n’5, un Tachikoma. I Teen Titans hanno invece ottenuto da Galfore, genitore adottivo di Starfire, il Lombrico, formato dal Peroratore, autoblindo con tre trapani, il Portatore, camion bianco con katiusce incorporate, l’Umano, un AT (Armored Troop) bianco, con 3 braccia, armato di lanciafiamme al plutonio, spade diaboliche e mannaia cosmica, e il Raggiante, hovercraft provvisto di una coppia di radar in grado di generare onde sismiche. Lasciate che illustri a gruppi rateati le specifiche di ogni veicolo. Per i primi i Giovani Titani” così dicendo, i Big Hero 6 dovettero essere trasferiti in un'altra stanza. “A voi Giovani Titani spetta l’Angelus, gigantesco mezzo volante a cui il BHIX può persino agganciarsi. Robin pilota l’Atomic Hole Maker, un mezzo escavatore con una coppia di trivelle potenziabili mediante una coppia di parabole atomiche. Segue il Canner guidato da Raven, un robot modulare (in stile Mr robot and his robot factory della Datamost) che si trasforma in un monolito, che si aggancia all’Atomic Hole Maker e al Double Box Piercer di Starfire e Beast Boy, il quale li fornisce anche un supporto, contraibile quando il Canner si trasforma. Il Double Box Piercer è il mezzo di Starfire e Beast Boy, un secondo mezzo sotterraneo in grado di trasformarsi in un terebroplano, mezzo aereo dotato di trapani. Cyborg guida lo Street Wing, automobile costruita con principi aeronautici, un plateaplano, “aeroplano stradale”. “Il nuovo mezzo dei Big Hero 9, il BHIX, è costituito dall’HFO, Hiro (‘s) Flying Object, un TFO (Terrestrial Flying Object, Oggetto Volante Terrestre) dotato di una tripletta di trapani. Segue lo Shri-jet, guidato da Shrikes, il cui muso si divarica per agganciare l’HFO. Segue il Go-Bot, guidato da Gogo e Inatrix. È una Combat Armour a MAGLEV, con al posto delle braccia delle frese. Il Fred Roller viene dopo, ed è un incrocio tra un Boeing 797 e uno schiacciasassi. Possiede anche una coppia di trivelle. Segue l’Honey-truck, camion con Waldo a trapano e una coppia di stelle rotanti simile alla Potenza Scavatrice di Gackeen, guidata da Honey e Kophettn. Finisce il WFO, Wasabi (‘s) Flying Object, un TFO a forma di C, che si aggancia al Fred Roller. “ I mezzi avrebbero fatto venire l’acquolina in bocca a quelli della Hasbro. Il BHIX assomigliava almeno un po’ alla DARDOS di Ulysses 31, e anche allo Swordfish di Cowboy Bepop. Ovviamente i 2 galoppini dei gruppi, Fred e Beast Boy, saltellavano di qua e di là eccitatissimi. Ma c’era ovviamente dell’altro, il gigante. “The Big, il Grande, così abbiamo-con pochissima immaginazione-chiamato il colosso che si sta dirigendo verso Ginevra, ora è fermo in corrispondenza dello Stretto d’Irlanda. Se la sta prendendo tranquilla, evidentemente non è aggressivo. Non dimentichiamoci che sta cercando il CERN, per strappare fuori l’acceleratore particolare e infilarselo tipo hula hoop, in modo da svanire per sempre da questo Universo per un altro già maciullato dall’entropia. Il vostro compito sarà espiantargli il cervello e, possibilmente in una zona spopolata, e poi portarlo a Ginevra. È un operazione che richiede il meglio delle vostre competenze e conoscenze. Sfruttando le capacità congiunte dei 2 mezzi sarà possibile estorcergli il cervello, dove lo Starbound si è accumulato. “ Nel frattempo le fredde acque dell’Atlantico settentrionale, mentre The Big camminava sul suo fondo in coincidenza del Portogallo, allievavano la sofferenza arrecatagli dallo Starbound. Passò lo Stretto di Gibilterra e camminò sul pavimento del Mediterraneo, mentre i Big Hero 9 e i Teen Titans lo tenevano d’occhio dal cielo con l’ecolocalizzazione. “Sta attraversando il Tirreno…si sta dirigendo verso Genova….dobbiamo intercettarlo in corrispondenza del Parco nazionale delle Vanoise” disse Starfire. Bella roba però. Il Parc National de Vanoise era sprofondato nella neve, le Parc National de Vanoise etait effondrè en la neige. E comunque, era prima necessario puntare sulla Liguria. Il porto di Genova era, ovviamente, in subbuglio per l’apparizione di The Big. Fermatosi davanti al BIGO, lo scansò passandoci sopra e continuò imperterrito, minacciando però dei palazzi. Ai 2 gruppi non rimaneva da fare che “direzionarlo” con un raggio laser, colpendogli la testa ogniqualvolta stava per sfracellare un edificio. A lungo andare, arrivato cioè all’altezza di Torino, e fermatosi a prendere respiro presso la Mole Antonelliana, The Big capì di essere spiato da qualcuno. Alzò gli occhi e vide i 2 mezzi uniti, cercando di parlare con loro. “Se ti vuoi liberare dello Starbound rivolgiti a noi” fece Hiro. “Dacci la tua corteccia motoria primaria ma non qui, ma al Parco naturale del Sacro Monte di Crea, nell’alessandrino, dove sarai poi libero di sfracellarti senza causare stragi” The Big li fece senno di sì con il braccio, e riprese il suo incedere verso Alessandria, e poi il parco. Ma una volta arrivato là, il terreno, fino ad allora capace di sopportarlo (dopotutto Genova e Torino hanno la metropolitana) li si fece motta sotto ai piedi, imprigionandolo. Nel frattempo su Alessandria e il parco ruggiva una bufera tale che i 2 gruppi dovettero salire di 95 Km, e persero di vista The Big. “Qualcuno di voi riesce a rintracciarlo?” chiese Robin con la stessa espressione di un critico d’arte davanti a L’origine del mondo di Goustave Courbet. “Se riesco a non avere interferenze, percepisco un aurea al culmine della perversione in un punto cieco compreso tra i 15 e i 16°….in realtà dovrebbe essere nel mezzo della campagna ponzanese” i 2 mezzi virarono a quota più bassa, attivando dei fumogeni al calore per far sciogliere le raffiche più forti e, facendo agire anche i tergicristalli di ogni finestrino, a individuare un The Big immobile e nella posizione della candela, coperto di neve e ghiaccio. “Brrr. Qui si gela. Non vorrei sbagliarmi, ma credo di aver visto una figura umana” disse Cyborg, mentre, traspirando l’aria fredda, sfruttando degli appositi motorini a fusione fredda nichel-idrogeno, si riusciva a trasformare un lavoro tiepido (metà del calore del lavoro veniva impiegato saltuariamente per sciogliere le raffiche) in calore ottenuto scindendo i quanti dell’aria freddi e, isolandoli, a poco a poco farli diventare caldi per “memoria termica originaria”, ottenendo condizionamento caldo nei vari abitacoli. Passando accanto al gigante, Robin accese prudentemente i trapani, e infatti lo pseudopodo destro di The Big (lui non aveva mani). Videro brevemente il criminale Endotherm e il suo partner Firebug. Il perché stessero assieme? L’attacco dello Starbound aveva titillato i clan criminali di più o meno mezzo mondo, inclusi il Mandarino e il suo esercito (comprendente anche M.O.D.O.K, Titanium Man, Dreadknight, Blacklash, Blizzard, il gargoyle grigio, Whirlwind e Fing Fan Foom, mostruoso dragone cinese che nonostante il nome da coglione è più stronzo di Li Shenron…o stronzo uguale, tanto Dragonball Gt è stato disconosciuto pure da Toriyama-san in persona) e la Lega degli Assassini a cui appartiene anche, oltre a Firebug il piromane palazzinaro, Deathstroke, vecchio nemico di Robin e compagni. “Lui è il nostro Golem! Big, avanza fino a Tortona e alla sua pinacoteca, e denudala! Firebug, tu che puoi controllare gli edifici, fallo muovere!” “Certo Endotherm! Batman riuscì a sconfiggermi solo perché la sua Batmobile poteva spostarsi nel sottosuolo, altrimenti Gotham sarebbe macerie su macerie! E comunque il mio obbiettivo sono i Gotham’s hill, i 3 grattacieli più alti di Gotham, perché sono dove i miei genitori sono morti! Se riuscirò a possederli li sbriciolerò e li renderò per sempre irriproducibili!” e Firebug riuscì a far muovere The Big lungo il percorso del Tanaro, mentre il BHIX e l’Angelus dovevano riportarlo verso Ginevra. “Ragazzi ho un idea: contatterò Starhawk, l’unico in grado di resistere ad un criminale che altera freddo e caldo, mentre noi ci dirigeremo verso il CERN” esclamò Robin. “Conosco diversi eroi e criminali, tra cui l’arcturusiano di cui sopra, nonché quei 2 tipacci, Endotherm il condizionatore umano e Firebug il coleottero piromane burattinaio di edifici!” e apparentemente sparirono oltralpe, facendo illudere i 2 di avere via libera. Ma non fu chiamato solo Starhawk… Tortona era affondata nella neve, e The Big fu avvistato per primo da degli alpinisti sul Garbagna, e l’allarme venne dato mentre erano in corso i mercatini del Natale , con il fuggi fuggi dalla Piazza del Duomo, mentre The Big percorreva le strade verso la pinacoteca. Ma quando Endotherm e Firebug scesero, l’esercito italiano di stanza a Viguzzolo si mostrò bel bello davanti all’agognata pinacoteca con dispiegamento di Uchikoma e delle Armoured Suits di tipo 303 e soldati armati di lanciafiamme e bazooka, con al comando Nicoletta Ciacci, comandante di secondo grado. “Fermi immediatamente. Non un solo passo. Da Viguzzolo a Tortona è molto semplice, nonostante quei polemisti si opponessero. Dunque! Vi è assolutamente proibito avanzare ulteriormente!” e Endotherm la buttò sul ridere, attaccando la Ciacci con una scarica surgelante, per poi applicarla agli sputafuoco. Ciononostante la settima divisione sputafuoco “F. Crispi” aveva lanciafiamme molto potenti e Endotherm finì brasato. Scese in campo Firebug contro la nona divisione lanciarazzi “C.Collodi” ma le fiamme rendevano solo i missili più dolorosi quando esplodevano e più roventi, come cannonate di chiave inglesi appena battute sull’incudine. Endotherm tornò a attaccare i mezzi corazzati, ma in afa come in ipotermia gli artiglieri facevano fuoco come se non ci fosse un domani. Infine un Firebug gonfio come una milza dovette ricorrere a The Big. “Big! Distruggili tutti!” e The Big, indebolito anche dalla “mano” che li era saltata per aria, non potè che cercare timidamente di pestare la terra minacciando uno schiacciamento che non faceva mai. Ma nel frattempo comunicava telepaticamente (furbo, perché Firebug non era un telepate ma solo uno psicocineta) con i device degli Uchikoma e delle Armoured Suits, dicendo loro di alzare i cingoli e gli pneumatici, donde illudere Endotherm e Firebug di averli fatto avere una paura blu. “Ritirata strategica!” esclamò la Ciacci, e i militari si ritirarono verso Mede. “Benissimo Endotherm! La pinacoteca tortonese è nostra!” e trovarono solo misere guardie da congelare, respingere facendo esplodere un estintore in volo con un makankosappo e da rosolare come arrosti in aceto. Fecero una scorpacciata e si ritirarono su The Big, stipando tutto in corrispondenza del platisma. Ma mentre Firebug decideva, insieme a Endotherm, di rapinare Valenza, potendo scegliere imbarazzatamente tra museo dell’oreficeria e la chiesa di Santa Maria Maggiore, vennero improvvisamente premuti contro il cemento da parte del grumo di cemento armato sinistro di The Big contro la sua spalla destra mentre in volo arrivava un Hyper-X dell’Aeronautica Militare Italiana (AMI) che entrò nell’ex polso destro di The Big, riuscendo, con l’aiuto dei “microrganismi” dello stesso, a raccogliere i tesori rubati. Nel frattempo da Ghedi e dalle portaerei di stanza a Imperia e Trieste decollavano nutriti stormi di elicotteri, caccia, bombardieri, stealth. A fare la “telefonatina” era stato il ministro della difesa Yoko Kabayuki, “spinta” da Daisuke Aramaki, al ministro italiano della difesa Danilo Iccelio, il quale aveva scatenato l’inferno. The Big vide allontanare l’Hyper-X via per Tortona, avanzando verso Valenza, terrorizzata anche lui dall’enorme mostro roccioso. I caccia mirarono Endotherm e Firebug, i quali si accorsero di non essere né Superman né Visione. Gli elicotteri fecero esplodere la pelle sulla spalla destra di The Big, e Endotherm riuscì-insieme a Firebug-a non sfracellarsi creando un toboga di ghiaccio in stile Uomo Ghiaccio, per poi combattere i carri armati “reduci” dalla guerra in Iraq dispiegati sul terreno davanti al museo dell’oreficeria. Nel frattempo The Big assorbì la strada sotto di sé, ricostituendosi. Avvertendo il terremoto, Endotherm e Firebug si voltarono e alzarono i loro occhi al cielo. E The Big, senza pensarci due volte, anzi, dormendo in piedi, mollò giù il piede pesante sulla “strana coppia”. Tranquilli, i 2 erano solo abbacchiati, e la polizia italiana ci mise un battibaleno a arrestarli. Adesso The Big sarebbe proceduto inarrestabile, ma da Ginevra Hiro, Robin e le rispettive squadre ricevettero l’avviso che nuovi criminali erano lì lì per catturare il gigante. Più che altro bande criminali senza poteri guidate da The Brain e Monsieur Mallah, dotate per l’occasione di robot scheletrici tipo Veleno Nero armati di mitragliatrici, che minacciavano di lanciare contro The Big un missile a testata nucleare. Ma a salvare la giornata ci pensarono Wildebeests e Shonen Chizu, arrivati con un loro mezzo ausiliario, cominciando a massacrare scheletri e gangster, l’uomo-gnu con pugni simili a monster truck guidati da dei Rock Lords vogliosi di suicidarsi, Shonen Chizu possedendoli e facendoli prendere a pugni da soli. Arrivarono poi anche gli altri Big Hero 9 e i Teen Titans, affiancati poi dai membri della Sezione 9, arrivati in Italia supportati dal capo della ATPI, Eleonora Tremalaterra (strano che le cariche più alte della polizia e della difesa siano belle donne). Robin riuscì a afferrare uno degli scheletri per la fontanella e a spaccarlo in testa ad un uomo similmente armato di mitragliatrice, Raven si schermava dai proiettili con il suo mantello, per poi mandare tutti i gaglioffi a terra con un apertura dello stesso, per poi passare a correre forsennatamente intorno ad un gruppetto misto, per disorientarli e guadagnare tempo per un rasengan, il quale venne fatto passare da parte a parte del gruppetto misto, Starfire incenerì tutti con fiamme manuali, per poi cominciare a vorticare su sé stessa, trasformandosi in un uragano fiammeggiante [Starry, non arrostirci le astronavi! Cit.Raven] che si elevò sui tetti delle case, sciogliendo la neve in una slavina che sommerse e paralizzò i delinquenti e gli scheletri lì sotto le grondaie, per poi mandare all’Inferno altri delinquenti e altri scheletri. Beast Boy si trasformò in un grizzly e Cyborg lo ingroppò, correndo tra le schiere di criminali e robot scheletrici massacrandoli tutti. Toccò ai Big Hero 9 (Wildebeets e Shonen Chizu avevano deciso di agire sul modello di Power Man e Iron Fist) scendere in campo. La prima ondata era comandata dal Comandante Fenpaia, un unabomber, mentre la seconda dal Generale Sviglino, capo di una cosca attiva nel bolognese. Costui comandava un gruppo di criminali provvisti di Tachikoma, ma per Hiro, Baymax, Gogo, Fred, Honey, Wasabi, Shrikes, Kophettn e Inatrix non fu chissà quale problema: Hiro, il lanzichenecco del futuro, riuscì a passare a fil di katzbagler i Tachikoma di Sviglino e dei suoi bracci destri Whaller, Ongione e Fastani, Gogo, usato come “trampolino” un Tachikoma urtato, si trasformò nella sua Car Form e perforò il tetto di una casa lì nei paraggi, sfondando poi uno dei muri e infilzando i Tachikoma gli uni dopo gli altri, per poi farli scontrare contro un muro di un altro edificio, ingranando la marcia e passandoli tutti da parte a parte. Fred, passato nella sua Sinosaurus’ Form, spiattellando Tachikoma al suolo con colpi di grinfia, raccogliendoli per l’opistosoma e sbattendoli a terra, o incendiandoli con il getto di fuoco di cui dispone. Honey si confondeva con la neve, proteggendosi dall’ipotermia, dal raffreddore e dalla dissenteria ricorrendo ad una colonia di batteri del Lago Vostok, muovendosi come un babbuino tra i cumuli di neve, sorprendendo gli avversari e colpendoli con tagli di mano rinforzati da nanomacchine litiche. Wasabi ricorse alla Plasma Form per possedere un Armoured Suit portata lì da un qualcuno dei gruppi criminali lì radunatisi e sterminò gli altri Tachikoma presenti. Ma mentre la mattanza per le strade valenzane si era conclusa con una gigantesca ritirata anche di The Brain e Monsieur Mallah, The Big avvertì Cyborg che un gruppo criminale capeggiato da Montenegro e Bouncer si stava arrampicando sul versante meridionale del suo corpo, e Shrikes, Kopetthn e Inatrix ebbero nulla osta a intervenire. A scortarli sulle balze e deformità della schiena di The Big ci pensò la Tremalaterra che affidò il trio ad uno dei suoi convertiplani, il quale si fermò su una delle spalle-la sinistra-e il terzetto arrivò a fare una sorpresina a Klaus Janson e Jim Aparo (cioè rispettivamente Montenegro e Bouncer) fermatesi a ricaricarsi di H2o, glucidi disaccaridi, Co2, citrina, benzodio, trisodina, Shrikes accucciandosi in posizione fetale mentre Montenegro li lanciava addosso uno dei suoi rampini, rimanendo immobile mentre gli uomini di Montenegro erano obbligati ad un tiro alla fune per disincagliare il rampino, con Shrikes che li neutralizzò saltando per aria all’indietro, facendoli cadere di sotto, pronti per essere ricevuti da degli altri attendenti, guidati da Golden Glider, pattinatrice ladra i cui chassie scoprì permetterle anche di zompettare in verticale. Bouncer prese il là e eseguì una wall run sul tallone sinistro di The Big, lanciandosi poi nel vuoto e rimbalzando in alto, atterrando all’interno della grotta nella schiena di The Big. “Di lui mi occupo io” disse Kopetthn, a proposito del simpatico nuovo arrivato. Combattere però contro un uomo fatto di gomma iper rimbalzante può non essere molto semplice, ma essere una ragazza con più cose dentro della borsa di Mary Poppins e del perizoma di Eta Beta la aiutò, se non dopo che Bouncer la mise al muro, e lei lo respinse con un calcio a 180° fatto appendendosi a Y a 2 protasi di roccia all’interno del toraco-lombare di The Big, per poi mandargli contro una jeep corazzata con un bazooka a radiazioni ADS, che ebbero l’effetto di mettere in una situazione liquefacente, nella quale il suo costume rischiava di sciogliersi, e Bouncer potè solo scappare, trasformato in L’Omino di burro re immaginato da Daniela Dal Cin in L’isi fa Pinocchio ma sfar lo mondo desierebbe in ver, aumentando la superficie del polimero che li consentiva di rimbalzare, l’Elastalloy, ma rendendo totalmente impervia la suddetta tuta. Golden Glider rimase ferma al suo posto, mentre Copperhead e Cheetah si erano già fatti avanti per andare a conquistare The Big. Ma mentre si arrampicavano, vennero fermati da una coppia di mirini laser delle mitragliatrici di un Avrocar guidato da Motoko e Batou. “Non. Muovete. Un. Muscolo” disse il Maggiore con un aplomb da “il 2007 deve ridarmi indietro i fatti su Chuck Norris, ora è il turno dei fatti su Motoko Kusanagi”. “Alla fine devo intervenire io” disse risentita Lisa Snart prendendo la rincorsa e arrampicandosi lungo la coscia sinistra di The Big, dato che i chassie dei suoi pattini permettevano anche di scalare pareti irte, alla maniera delle scarpe con tacco di Stripperella. Ma Inatrix, con cui si scontrò in un combattimento in stile Air Gear di Ito Ogure, aveva tacchi a spada, e i chassie di Golden Glider ebbero la peggio, per poi essere mandata a farsi spremere i brufoli della fronte contro una parete rocciosa con un calcio volante a girare Nel frattempo, a valle, Motoko, Batou e altri membri della Sezione 9 (tra cui l’allegra famigliola del Maggiore) arrestavano chi era già stato saccagnato. The Big, finita la grande mattanza, era osservato con tutt’occhi da tutti i valenzani. Gli adulti erano esterrefatti da quella montagna sgretolata sino ad una grossolana forma umana venuta dal New Hampshire, i bambini li cantilenavano attorno Cuschì le l'ugin bel cuschì lè sò fradè. Custa lè l'ureggia bela custa le sò surela. Custa la la bucca dal fra e cust a le al campanon da sunà, I vecchi sorridevano, dopotutto sorridevano anche a ogni pisciata di gallina. The Big guardava dall’alto quegli esserini che se lo gareggiavano, un pò per salvarlo dal male che lo stave divorando dall’interno un pò per farne la propria marionette, e fu soprattutto quel Il Lonfo non vaterca né gluisce e molto raramente barigatta, ma quando soffia il bego a bisce bisce sdilenca un poco e gnagio s'archipatta dei bambini a poco a poco fece sì che lo Starbound si distaccasse da lui, in cascatelle nere che cangiarono poi in blu, infine, estinguendosi. Il vento soffiava sull’Hokkaido, e anche sull’Asahi. Dopo una folata più energica di fujin, dall’Asahi brillò uno strano brissago metallico, con la carlinga ovoidale, con la coda allungata, con 4 alettoni direzionali, con il motore in una scocca dorata e un muso nero a punta di matita da designer di abiti alla moda, con 4 sifoni 2 a destra 2 a sinistra per sprizzare potenti getti a reazione, che, a quota 2,2909 metri, aprì una coppia di ali da TU-16 e puntò verso I cieli piemontesi, sorvolando quelli dell’Oregon, dell’Idaho, del Wyoming, di Cherry, tra Nebraska e Nord Dakota, dello Iowa, di Spring Grove, tra Illinois e Wisconsin, il Michigan, l’Ontario, New York, di Halifax, tra Vermont, New Hampshire e Massachussets, quelli portoghesi, quelli spagnoli, quelli corsi. “Guardate. Un altro mezzo atmosferico” disse Hiro, rimirando il cielo, illuminato da un fugace spicchio di sole per poi tornare in un buio bluastro, mentre il cielo secco viene sconvolto da un vortex d’acciaio saltato con verniciature a grumi grossi di tungsteno, la Sperminatrice, il Kaze no kafun. The Big aveva un espressione inesistente. Nel suo occhio vuoto la Sperminatrice prese culla, e Woolsander ve ne discese, muovendosi in un mondo senza più senso. The Big era il centro di riparazione d’elettrodomestici sull’isola di Appledore, nell’arcipelago di Shoals, una macchina perfetta basata su una macchina perfetta. Adesso, nei fossili di saltabecchi, nei fantasmi traspariti dalla roccia più sottile di congegni e escogitati ormai non più in grado di funzionare, nè Tony nè Kord avrebbero Saputo dire cosa fosse cosa. “Non rilevo più Starbound. Aaaayh. Bene, finalmente siamo liberi, finalmente sono libero” e, raccogliendo da terra una punta metallica semi arrugginita, tornò dentro la Sperminatrice e, in modalità aereo, salì al cielo indefinitivamente. Messosi lungo un immaginario parallelo verticale con The Big, appena lo ebbe fatto si tranciò la giugulare con la lama, e la Sperminatrice, rimasta senza controllo, precipitò. Hiro, vedendo la freccia platinata ululare dai reattori spenti il fischio di Icaro, urlò di allontanarsi, allontanarsi immediatamente. Si sentì un esplosione assordante, la Sperminatrice perforò il terreno, si nascose di 65 cm nel suolo, e qui detonò, in una pioggia di calcinacci, asfalto e sanpietrini che generò una Piazza del Campo nel centro di Piazza XXXI martiri.
   
 
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