In Memoria.

Elena guarda impassibile il fiammifero che ha tra le dita, gelide quanto il suo cuore spento.
Ma quella fiamma è accesa. Pronta a bruciare tutto ciò che lei e Jeremy erano stati, prima della morte di lui.
Guarda il corpo del fratello, freddo e fermo come il marmo. Ricorda i bei momenti passati con lui, come quando appena nato la chiamava Ena perché non sapeva pronunciare la l. Oppure quando le aveva mostrato il suo primo disegno, a cinque anni, e lei, che ne aveva otto, aveva risposto seccamente che era brutto, facendolo arrabbiare.
Jeremy era diventato un giovane ragazzo che aveva amato, combattuto, perso, pianto e sofferto. Ma si era sempre rialzato, aveva sempre guardato al futuro con una speranza. Quella stessa speranza che era morta con lui, nel cuore della sorella vampira.
Il giovane Gilbert ha un funerale alquanto particolare al giorno d’oggi, ma un tempo molto antico ed usato: i vichinghi salutavano i loro morti bruciandoli su una nave, a cui appiccavano fuoco tramite delle frecce infuocate. Come gli antichi eroi, Jeremy viene salutato nel fuoco, da un’unica freccia piccola quanto pericolosa, lasciata cadere a terra dalla sorella, distrutta dal dolore per quella perdita insanabile.
Elena, nel profondo, sente che avrebbe dovuto proteggerlo: era suo fratello minore.
I suoi genitori le dicevano sempre che dovevano essere dei fratelli uniti e che lei, essendo la maggiore, avrebbe dovuto proteggere il piccolo Jeremy. Ma non ci era riuscita. Aveva dovuto spegnere il dolore per non affogarvi e accendere un fiammifero per lasciarlo andare.
Jeremy è morto. Suo fratello è morto.
Elena è morta con lui.