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Autore: Manga_9000    14/04/2016    6 recensioni
Dal testo: "Nel regno del Sottosuolo non c'era mai stata così tanta calma.
L'aria era immobile, non si intravedeva nessuno in nessun angolo di nessuna delle tre cittadine esplorate da tutti gli umani caduti, per chi era riuscito ad arrivarci almeno.
Nella Judgement Hall c'era un silenzio inquietante, le Hotland così vuote riuscivano a trasmettere solo brividi, a Waterfall gli Echo Flower tacevano, non avevano nessuno a cui ripetere le loro frasi e a Snowdin, l'allegra cittadina natalizia, non c'era l'ombra nè di una risata, nè di qualche tizio losco frequentante il Grillby's.
Nelle rovine... solo rovine. Non vi era più nulla. Il silenzio ormai governava quei posti, eppure sembravano solo pochi mesi fa che quella piccola umana, un po' strana e silenziosa, era caduta lì e che impassibile aveva affrontato i mostri di tutto l'Underground. Combattendo o pacificamente? Chi lo sa...
Ma che ne era stato di lei? Di tutti?
Un tonfo si udì dalla grande voragine del Monte Ebott.
"Ahi!" Una voce candida e femminile provenì da quel corpo caduto dal cielo."
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Chara, Frisk, Nuovo personaggio, Sans, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Biancospino.


Nel regno del Sottosuolo non c'era mai stata così tanta calma.
L'aria era immobile, non si intravedeva nessuno in nessun angolo di nessuna delle tre cittadine esplorate da tutti gli umani caduti, per chi era riuscito ad arrivarci almeno.   
Nella Judgement Hall c'era un silenzio inquietante, le Hotland così vuote riuscivano a trasmettere solo brividi, a Waterfall gli Echo Flower tacevano, non avevano nessuno a cui ripetere le loro frasi e a Snowdin, l'allegra cittadina natalizia, non c'era l'ombra nè di una risata, nè di qualche tizio losco frequentante il Grillby's.        
Nelle rovine... solo rovine. Non vi era più nulla. Il silenzio ormai governava quei posti, eppure sembravano solo pochi mesi fa che quella piccola umana, un po' strana e silenziosa, era caduta lì e che impassibile aveva affrontato i mostri di tutto l'Underground. Combattendo o pacificamente? Chi lo sa...
Ma che ne era stato di lei? Di tutti?
Un tonfo si udì dalla grande voragine del Monte Ebott.


"Ahi!" Una voce candida e femminile provenì da quel corpo caduto dal cielo.
Una ragazza, adagiata sul solito prato di fiori dorati, bruna con i capelli lunghi e due occhi color nocciola, era evidentemente inciampata in una delle grandi radici sporgenti che si trovavano nei pressi della buca.
Si massaggiava il fondo schiena mentre, adagio, tentava di alzarsi, cercando di capire dove fosse finita.
Guardò in su quasi cercando un aiuto, ma sapendo che nessuno l'avrebbe sentita decise di non gridare per nessun salvataggio. Infondo lei era una tipa indipendente, avrebbe trovato un'uscita da sola.
Mentre ancora si riprendeva, cominciò a chiedersi come avesse fatto a sopravvivere ad una caduta del genere... effettivamente... era innaturale.
Ma decise di non pensarci più di tanto, doveva ringraziare il cielo se era viva e non tormentarsi la testa che al momento era già piena di pensieri. Proseguì per l'unica strada che vide ritrovandosi in delle catacombe, o delle rovine? Non lo sapeva, forse erano entrambe. 
Le varie porte che passò erano tutte segnate da uno strano simbolo che le fecero pensare che quel posto fosse qualche vecchia città abbandonata. 
Ogni stanza sembrava avere degli enigmi, tutti mezzi distrutti e facilmente passabili senza essere risolti e alla fine trovò una casetta molto graziosa, davanti ad essa un giardino di foglie rosse cadute evidentemente da quell'albero nero spoglio.       
Si fermò proprio di fronte alla porta pronta a bussare anche se aveva i suoi dubbi che fosse abitata, infatti fino ad ora non aveva visto anima viva.
Diede un colpetto sul legno seguito da un "Ehilà, c'è nessuno?" solo per educazione, avrebbe potuto aprire la porta senza pensarci o fregarsene ma, per evitare equivoci con il presunto proprietario, decise di fare così.
Ma nessuno venne.
Provò per una seconda volta, con un po' piu' di insistenza. Ma ancora nessuno venne, così si convinse ed entrò. Effettivamente la casa era vuota ma molto ordinata e dalla cucina proveniva un dolce profumo di cannella e caramello.
Seguì la dolce scia fino ad arrivare nel salotto dove, sul tavolo, una bella torta con una fetta mancante le si era presentata davanti. Non era calda, sembrava essere stata lasciata raffreddare eppure doveva essere lì da mesi.
Perchè non era andata a male? 
La ragazza, ammaliata dall'invitante aspetto di quel dolce, era quasi tentata a prenderne un pezzo quando si fermò di colpo.
"No... ferma ragiona. Non sai chi abbia fatto questa torta ne da quanto tempo. E poi questa non è casa tua, se il proprietario fosse solo fuori a fare una passeggiata? Ah mi sembra di essere nella favola di 'Riccioli d'oro' per la miseria! Meglio che vada..." fece tutto il suo ragionamento ad alta voce mentre andava avanti ed indietro per il salone e l'entrata fin quando non notò delle scale andare verso il basso.
Senza pensarci due volte intraprese la sua discesa e percorse un lungo corridoio illuminato dalla debole luce delle fiaccole, arrivata alla fine, davanti ad un'enorme porta, vide un mucchietto di polvere e una tunica viola vicino con sopra lo stesso simbolo che aveva visto in giro.

Davvero bizzarro, chi aveva lasciato i suoi indumenti lì? E perchè? Non diede molto peso alla questione e si limitò ad uscire senza sapere cosa significasse quello che avesse visto.


Sprofondò con sorpresa il piede nella neve. Non credeva facesse così freddo e poi lei si trovava in una grotta sotto una montagna, come poteva nevicare lì? Mentre, sempre più confusa, tentava di ragionare, vide di fianco alla porta un piccolo vaso bianco poggiato per terra con all'interno dei fiori di Biancospino del medesimo colore. 
Perchè erano lì? Si inginocchiò davanti quei fiori osservandoli attentamente, non erano appassiti, significava che dovevano essere li da poco più di un paio di giorni.   
A distrarla dal suo solito pensare il rumore di alcuni passi felpati avvicinarsi a lei, si girò di scatto alzandosi.
C'era un ragazzo, con una felpa blu cobalto e una sciarpa rossa che gli coprivano completamente il viso, aveva una mano nella tasca mentre nell'altra teneva dei fiori bianchi... si Biancospino, e si stava avvicinando distrattamente, non si era neanche accorto di lei.
La ragazza lo osservò per bene, dai pantaloncini scuri dell'individuo intravide le sue gambe che non erano altro che... ossa. Era uno scheletro, non un umano, un mostro. Cominciò a tremare, cosa le avrebbe fatto se l'avesse vista? Rimase lì immobile a guardare quel mostro avvicinarsi, sempre di più fin quando non alzò lo sguardo. Le sue orbite erano vuote. Sembrò assumere un' espressione sorpresa.
"N...non ti avvicinare." Balbettò tentando di non far sentire nella sua voce la paura che le scorreva nelle vene.
"Chi...sei?" La voce profonda e seria dello scheletro si fece sentire arrivando dritta alle orecchie della ragazza.
"C...chi sei tu! Cosa vuoi da me?"
"Cosa vuoi TU da me."
Erano entrambi sulla difensiva. Il mostro, anche se sempre sull'attenti, non osservava l'umana appena caduta bensì il vaso, quasi timoroso di avvicinarvisi. 
La bruna seguì il suo sguardo capendo le sue intenzioni, così, mantenendo il contatto visivo con l'altro, si spostò lentamente verso sinistra per lasciarlo passare. 
Lui non disse una parola, semplicemente mise i fiori che aveva in mano da prima nel vaso molto accuratamente per poi inginocchiarsi lì vicino.  
L'umana lo osservò per pochi istanti, in quel momento solo silenzio.        
Quando fece per andarsene sentì un "Grazie." provenire dallo scheletro che in realtà, non sapeva come, ora si trovava davanti a lei.
Si limitò a mostrargli un timido sorriso, forse un po' forzato a causa della tensione che ancora aveva in corpo.
Lui invece le porse la mano, forse voleva presentarsi, quando la ragazza la prese schiacciò il cuscinetto per gli scherzetti che il mostro aveva sulle ossa. Il rumore che ne uscì fuori era a dir poco imbarazzante... e esilarante. Entrambi risero mostrando i loro più sinceri e naturali sorrisi.
"Oh Dio è sempre uno spasso! Comunque io sono Sans, Sans lo scheletro."
"Piacere di conoscerti! Io sono Dalya, Dalya l'umana."


Il mostro non si era poi rivelato tale, era solo un simpaticone forse ancora triste per la morte di qualcuno di importante.
Dopo la loro stretta di mano si incamminarono verso Snowdin passando per la strada principale, completamente deserta.
"Sans, ma abiti da solo qui?" 
Chiese ingenuamente la ragazza.
Lo scheletro si irrigidì, aveva toccato un tasto dolente, anzi, il tasto dolente. Era ovvio che ora lui abitasse da solo dopo tutto quello che era successo e doveva solo ringraziare il cielo se era riuscito a salvarsi.
"...senti piccola, che ne dici se ne parliamo da Grillby's?"
La ragazza assunse una posizione contrariata. "Aspetta aspetta, chi ti ha detto che puoi chiamarmi piccola?!"
"Forza conosco una scorciatoia.
Sans le prese la mano.
"Ehi fermo! Ma cosa..." non ebbe neanche il tempo di contestare che si ritrovò all'interno di un pub decisamente pulito ed ordinato l'unica cosa che mancavano erano i clienti e il loro chiacchiericcio.
"C...cosa è successo?" Lo scheletro rise sedendosi su uno sgabello.
"Prego, siediti." La ragazza lo seguì a ruota guardandosi intorno stranita.
"Abiti davvero da solo allora..."
Abbassò lo sguardo.
"Non da molto..."          
"In che senso?" 
Lo sguardo dello scheletro si incupì mentre, prendendo una bottiglia di Ketchup, cominciò a raccontare.
"Non tanto tempo fa un altro umano è caduto qui, una bambina, sempre se poteva essere definita tale. Forse tu non lo sai o non lo avrai ancora capito ma gli umani quaggiù con la loro anima hanno un potere enorme.
In pratica puoi resettare, salvare e caricare file, come in un videogioco."
Dalya rimase sorpresa da quella affermazione.
"In teoria nessuno ricorderebbe nulla di ciò che hai fatto la volta scorsa ...wow."
"Hai detto bene, in teoria. Per alcuni motivi a me sconosciuti io ricordo tutte le linee temporali della piccola tramite sogni o incubi. Ha cambiato faccia molte volte. Un tempo era dolce e carina, amica di tutti. Pian piano ha cominciato ad annoiarsi e ad ogni suo reset diventava più fredda e apatica. Fin quando un giorno non ha deciso di provare qualcosa di nuovo, uccidere tutti."
Si fermò stringendo i pugni, doveva far male.
"Quei fiori fuori le rovine... erano per qualcuno a cui tenevi giusto?"
"Toriel, si, una mia amica. In questa timeline non ci siamo mai incontrati ma nelle altre siamo riusciti a presentarci..."
"Come hai fatto a sfuggire alla bambina? Insomma... ha tolto di mezzo tutti."
"Dopo il suo 453^ tentativo di uccidermi ho capito che nonostante io la fermassi ogni volta in tempo, lei poteva sempre tornare e prima o poi avrebbe raggiunto il suo obbiettivo. Così ho deciso di non presentarmi più e nascondermi da lei..."          
"Capisco... mi dispiace Sans."



*Spazio Autrice*
Allora salve a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia! Avrei una domanda da farvi: questa doveva essere una One-Shot ma quando ho cominciato a scrivere non riuscivo più a fermarmi ^^' quindi vi chiedo, volete un altro capitolo? 
Fatemi sapere mi raccomando! :3
A presto!
Manga_9000
   
 
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