Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: ChiaraBJ    14/04/2016    3 recensioni
“Sono qui su incarico del capo della polizia. E’ venuto a conoscenza dell’incidente autostradale, tra l’altro mortale di cui lei è stato la causa. A suo carico verrà avviato un procedimento da parte del comando generale di polizia, questo significa che lei è stato sospeso dal servizio, appena potrà consegnerà al suo superiore, il commissario Kruger, il tesserino, l’arma d’ordinanza e la patente di guida” (…) Ben restò per un attimo come paralizzato. Non credeva alle sue orecchie. La Schrankmann lo aveva sospeso dal servizio…e per quanto tempo? E perché? Allibito cercò con lo sguardo il suo capo, come in cerca di un aiuto che però non arrivò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de ‘il poliziotto e la bambina’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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Ora o mai più

Semir con due agenti della sorveglianza decise di perlustrare il parco della clinica, purtroppo l’esito delle ricerche risultò negativo.
“Mapporcamiseria” inveì Semir colpendo con un calcio il tronco di un albero “Come è possibile che qualsiasi persona in questa clinica possa entrare ed uscire senza che ness…” ma improvvisamente venne interrotto da un infermiere che giunto alle sue spalle si tamponava il naso con un fazzoletto.
“Lei è il collega di Ben…so che lo sta cercando…” esordì Frederick,  l’infermiere che Ben conobbe appena entrato nella clinica e che gli salvò la vita quando fu aggredito da Robert.
“Sì…mi dica che sa dov’è” rispose speranzoso Semir.
“Purtroppo non lo so dove sia ora, Ben ha scavalcato la cancellata…ho cercato di fermarlo, ma mi ha colpito…è fuori di sé…” replicò l’inserviente.
Pochi istanti dopo mentre si avviava verso l’uscita della clinica Semir incrociò il dottor Raven.
“Dottore, Ben è scappato…mi dica cosa gli ha dato Hermann, che effetti posso avere su di lui…” chiese con apprensione Semir.
“Ecco ispettore, ho cercato di farmelo dire da Ingo, ma non ci sono riuscito non so bene cosa gli abbia somministrato, ma da come si comporta il suo collega direi che gli effetti del farmaco alternano momenti di lucidità a momenti di pura follia”
“Un antidoto?”
“Sicuramente c’è, ma prima deve trovarlo, capire bene cosa abbia ingerito e prima che possa fare qualche atto sconsiderato”
“Bella scoperta” rispose sarcastico il piccolo ispettore che si sentì mancare l’aria, di corsa e con il cuore che gli batteva furiosamente nel petto si avviò alla sua BMW, incrociando i colleghi che erano venuti ad arrestare e portare in custodia il dottor Hermann.
Salito sull’auto trasse un profondo respiro cercando di calmarsi, poi chiamò Susanne chiedendole di poter parlare subito con il commissario Kruger.
“Mi dica Gerkhan” esordì la donna.
“Capo dirami immediatamente un avviso di ricerca per Ben…”
“Come sarebbe a dire” lo interruppe la donna.
“Ben è stato drogato, è scappato dalla clinica…non sappiamo dove può essere andato…e quello che ha ingerito…potrebbe fargli fare qualche atto sconsiderato...”
“Scusate se mi intrometto” si scusò Susanne interrompendo la conversazione tra i due “Ma è stato appena segnalato un  uomo che cammina con passo incerto sul muretto che costeggia il Reno…dalla descrizione…sembra Ben…”
“Susanne dimmi subito dove…” Semir fu sopraffatto da un’improvvisa angoscia.
“La zona è quella dove stanno rinforzando gli argini del fiume…”
“Ok mi precipito subito, fai giungere anche un’ambulanza…caso mai…” Semir non lasciò nemmeno finire la frase a Susanne e contemporaneamente scacciò dalla mente pensieri a dir poco apocalittici sulle possibili conseguenze a cui avrebbe potuto andare incontro Ben, poi avviò l’auto, accese sirene e lampeggianti dirigendosi verso il luogo dove gli era stato indicato.
“Gerkhan” chiamò ancora la Kruger che ora stava vicino alla postazione di Susanne.
“Sono riuscita a mettermi in contatto con gli agenti che sono sul posto.Mi è stato appena riferito che l’uomo minaccia di buttarsi se vede qualcuno avvicinarsi…la prego, sia cauto…”
“Mapporcamiseria, proprio sopra al muretto del Reno, tra l’altro la corrente del fiume in quel punto  è molto forte…poi con le piogge di questi giorni…”
E con il cuore sempre più agitato chiuse la telefonata proseguendo la corsa verso il luogo dove, ormai era certo, avrebbe trovato Ben.

Nella sua quasi folle corsa per le strade di Colonia Semir non badò molto ai dissuasori di velocità e quando ne superò uno in modo più deciso di altri, la macchina ebbe un violento sobbalzo.
Il piccolo ispettore tutto si sarebbe aspettato di sentire, anche pezzi di carrozzeria che si staccavano dall’auto, ma non di certo un lamento proveniente dai sedili posteriori.
“Ma che cavolo…” poi come se avesse avuto una folgorazione sbottò:
“Livyana per la miseria, che ci fai lì dietro?” Semir era a dir poco infuriato, ma non aveva tempo per frenare, andare più piano o riportarla a casa.
“Ti ho sentito al telefono…Ben era in pericolo e io…”cercò di giustificarsi la piccola.
“Possibile che tu debba fare sempre di testa tua? Andrea ti starà cercando…almeno siediti e mettiti la cintura, prima che mi arrabbi ancora di più…giuro che se alla fine di questa storia se non ti sculaccia Ben lo faccio io! ”
Ma Semir non ebbe tempo di continuare la ramanzina, in lontananza scorgeva la sagoma di un uomo sopra al muretto che costeggiava il Reno.
Era Ben.
Indubitabilmente era Ben.
Semir avrebbe riconosciuto la sua sagoma tra mille.

Il piccolo ispettore fermò la macchina senza fare troppo rumore, ma prima di scendere si rivolse a Livyana:
“Tu stai ferma qui…guai a te se ti muovi…ci siamo capiti?”
La piccola fece cenno di sì con la testa , anche perché l’ordine che aveva appena ricevuto da Semir , non ammetteva repliche.
Appena sceso dalla BMW al piccolo ispettore venne incontro un uomo in divisa.
“Salve, sono l’agente Frank Leben, il commissario Kruger mi ha avvisato del suo arrivo…mi ha detto che quello sopra il muretto è il suo partner. Abbiamo cercato di farlo scendere, ma appena vede qualcuno che si avvicina minaccia di buttarsi di sotto” e indicò l’uomo che camminava con passo incerto sopra il parapetto.
La visuale era in parte oscurata dagli alberi, ma Semir appena lo vide ebbe l’ulteriore conferma che l’uomo era proprio il suo socio.
Ben, come se fosse un equilibrista, continuava ad andare avanti ed indietro.
Con molta cautela, spaventato e con il cuore che gli batteva forte nel petto, Semir tentò di avvicinarsi al collega.
Ben, seppur con la vista un po’ annebbiata, si accorse dell’amico.
“Ciao socio…” esordì con voce biascicata Ben.
Il ragazzo lo aveva riconosciuto e almeno questo a Semir sembrò un buon segno.
“Ben” gli rispose con calma il piccolo ispettore cercando di avvicinarsi al collega “Dai Ben, scendi…è pericoloso…sotto il fiume è impetuoso, dai scendi…per favore”
Ma Ben non dava segno di voler scendere, anzi continuava a fare avanti e indietro sul muretto con le braccia aperte imitando gli equilibristi.
“Guarda Semir” farfugliò il giovane “So camminare come gli acrobati del circo”
Semir era ad una decina di metri da Ben, voleva avvicinarsi sempre di più, ma allo stesso modo aveva paura che così avrebbe scatenato qualche reazione del ragazzo.
Il giovane si fermò di colpo vedendo che Semir si stava avvicinando e per una frazione di secondo barcollò pericolosamente sul muretto.
Il piccolo ispettore scattò verso di lui, ma Ben gli urlò:
“No, non ti avvicinare…se  ti avvicini mi butto…sei come …” ma non riuscì a finire la frase, ormai era in preda agli effetti della droga assunta alternando momenti di lucidità in cui riconosceva Semir a momenti di follia.
E vedendo che Ben stava pericolosamente arretrando Semir si bloccò.
“Ok Ben, non mi muovo, nessuno ti vuol fare del male, ma ti prego scendi…” insistette Semir.
Improvvisamente l’espressione smarrita di Ben mutò, e il suo sguardo si spostò alla destra di Semir.
Anche il piccolo poliziotto guardò nella stessa direzione in cui guardava il ragazzo e fu allora che la vide.
Livyana lo stava guardando e aveva l’espressione come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all’altro.
Ben sembrava come pietrificato, lo sguardo fisso sulla piccola.
“Ben” gli disse cercando di mantenere la voce più ferma possibile ”Ti prego scendi, ha ragione zio Semir, rischi di cadere di sotto…e io non voglio rimanere di nuovo sola”
Semir rimase impressionato, in quelle parole traspariva tutta la preoccupazione e la paura che aveva la piccola che qualcosa di brutto potesse accadere al suo amico.
Livyana quindi si avvicinò piano al ragazzo, ormai era a un paio di metri da lui.
Semir seguì la scena come in apnea, e senza che Ben potesse accorgersene guadagnò qualche metro.
“Ciao Livy” salutò con tono tranquillo e volto disteso Ben.
“Ciao Ben” ricambiò la bambina distendendo un braccio verso di lui “Dammi la mano, ti aiuto a scendere…”
“No!” sbottò Ben cambiando decisamente tono ed espressione “Tu poi mi consegnerai a quello là…”
“Allora facciamo così…dammi la mano e aiutami a salire…” e mentre lo diceva gli porse la piccola manina.
Ben all’inizio tergiversò, ma poi si perse nei profondi dolci occhi di Livyana.
Il ragazzo stese il braccio e si accucciò.
E per Semir quello fu il ‘ora o mai più’.
Con uno scatto felino fece gli ultimi metri che lo separavano da Ben, riuscì a prenderlo per il polso e lo buttò letteralmente giù dal muretto.
Ben si ritrovò steso a terra, Semir cercò di trattenerlo, ma il ragazzo diventò improvvisamente una furia; cominciò ad urlare e a scalciare come un dannato e tra  i due uomini iniziò una lotta furibonda.
Nessun agente intervenne, il piccolo ispettore aveva dato precise istruzioni: intervenire solo al suo comando e di fatto gli agenti erano coperti da un piccolo bosco che impediva loro di vedere cosa stava effettivamente succedendo.
Ben cominciò a sferrare pugni a destra e a manca e uno colpì in pieno volto Semir che si ritrovò steso a terra.
Il ragazzo gli fu sopra in un lampo e il piccolo ispettore fu letteralmente investito dalla rabbia quasi omicida di Ben.
I suoi occhi fiammeggiavano, mentre cercava di colpirlo ripetutamente al volto.
“Maledetto” gli urlava mentre lo colpiva “Sei come quelli che vogliono uccidermi…come i dottori della clinica…non sono pazzo…”
Il piccolo turco non ebbe né la forza né la possibilità di reagire, cercava solo di parare i colpi.
E tutto questo avvenne sotto gli occhi terrorizzati di Livyana.
“Ben” urlò disperata “Ben smettila ti prego…è zio Semir, così gli fai male…ti prego smettila” e incurante del pericolo si avvicinò a Ben cercando di afferrarlo per le spalle o per un braccio in modo da allontanarlo da Semir.
Purtroppo però Ben si voltò verso di lei e con una spinta la fece cadere a terra.
Per un attimo i loro sguardi si incrociarono: quelli furiosi, quasi indemoniati del giovane e quelli disperati della piccola.
“Ben…” riuscì solo a sussurrare tra le lacrime.
Livyana si alzò da terra, il suo amico ora aveva le mani strette sul collo di Semir. Stava cercando di strangolarlo, e Semir intontito dai numerosi colpi ricevuti non aveva più la forza di reagire.
Senza pensarci due volte la piccola si guardò attorno, non c’era tempo per chiamare  aiuto, doveva agire subito; afferrò un bastone trovato lì vicino, e si avvicinò al giovane.
“Perdonami Ben…” e con tutta la forza che aveva lo colpì sul dorso.
Ciononostante il colpo inflitto non fu forte da tramortirlo.
Ben però lasciò la presa, Semir si portò d’istinto le mani al collo cominciando a tossire furiosamente.
Il giovane ispettore invece come a rallentatore si alzò e si avvicinò minaccioso a Livyana.
“Ben…” balbettò la piccola  tra le lacrime “Sono Livyana…ti prego…tu non sei cattivo…”
Purtroppo la piccola constatò che davanti a lei c’era sì Ben, ma non ‘quel’ Ben che aveva quasi sacrificato la sua vita per salvarla, in lui in quel momento non c’era traccia  del dolce, tenero e affettuoso ragazzo che aveva conosciuto.
Livyana cominciò a tremare, il ragazzo che aveva davanti le faceva paura, avrebbe voluto scappare, ma le sue gambe erano come pietrificate.
“Maledetta…sei anche tu come quelli…”
Ben aveva gli occhi iniettati di sangue, lo sguardo come fosse un indemoniato, poi quando fu abbastanza vicino tese le braccia verso di lei.
La piccola d’istinto chiuse gli occhi in attesa dell’irreparabile, conscia di essere arrivata a quello che lei considerava ormai un punto di non ritorno.
 
Angolino musicale: i commenti li lascio a voi...Bacioni a tutti come sempre...e un grazie speciale al 'mio magnifico trio'.
Duran Duran ‘What Happens Tomorrow (Cosa Succederà Domani)
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=SoD0Jgofbt0
Bambino non preoccuparti,basta, stai crescendo troppo in fretta sei depresso dalle storie che ti raccontano per metterti in mente che tutta l'umanità è un fallimento, ma nessuno sa cosa accadrà domani, cerchiamo di non far vedere quanto siamo spaventati, se me lo permetterai ti proteggerò in tutti i modi devi credere che tutto andrà bene alla fine devi credere che tutto andrà bene una volta ancora…ma nessuno sa cosa accadrà domani non mollare adesso che siamo andati così lontano Tieni la mia mano per favore, cerca di capire che non siamo soli dobbiamo credere che tutto andrà bene alla fine dobbiamo credere che tutto andrà bene amico mio sì, tutto andrà bene una volta ancora…


 
 
 
 



 
 
  
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