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Autore: Oducchan    15/04/2016    1 recensioni
-Un bacio?- chiede, con voce stridula, e Koutarou deglutisce, distogliendo lo sguardo e sentendosi irrimediabilmente imbarazzato.
-Sì- si schiarisce la gola, cercando di non incespicare nelle proprie parole –è quello che fanno due persone quando… si piacciono. Si danno un bacio-

[Midousuji - Ishigaki]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Akira Midousuji, Koutarou Ishigaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: Da mi basia mille
Fandom: Yowamushi pedal 
Personaggi: Midousuji Akira, Ishigaki Koutarou
Pairing: IshiMidou
Genere: introspettivo, fluff (?)
Avvisi: NN
Rating: verde
Conteggio Parole: 825
Note:
Parlavo con l'André e ci scambiavamo materiale IshiMido quando mi sovviene Catullo e il suo bisogno di baci.
E quindi, baci. Con un sacco di paturnie mentali di contorno.
 
Da mi basia mille
 

Gli occhi di Midousuji gli paiono immensi, quando lo guarda in quel modo. Profondi pozzi neri che si allargano famelici, affamati di un qualcosa cui non sanno dare un nome, e che si abbeverano di ogni parola, di ogni gesto che Ishigaki è disposto pazientemente a rivolgergli. A volte lo mettono a disagio. A volte gli paiono in grado di leggerlo come un libro aperto; gli paiono capaci di catturarlo e spogliarlo di tutto, dei vestiti, della pelle, dei muscoli e delle ossa, e lasciare alla sua mercé solo l’anima, prima di divorarsi anche quella.
A volte gli gonfiano il cuore di un’emozione così immensa e così vibrante che si scorda di come sia possibile respirare; a volte si sente così ripieno d’amore da sentirlo strabordare dagli umani confini del suo cuore e filtrare in quei baratri neri. E prega sempre di riuscire un giorno a colmarli, a rimettere insieme i cocci d’anima di quel bambino sperduto e percorrere con lui ogni gradino della scala impervia della sua vita.
Sono speciali, gli occhi di Midousuji, specie quando si sgranano per la sorpresa mentre tentano di comprendere concetti che per lui sono semplici, basilari.
-Un bacio?- chiede, con voce stridula, e Koutarou deglutisce, distogliendo lo sguardo e sentendosi irrimediabilmente imbarazzato.
-Sì- si schiarisce la gola, cercando di non incespicare nelle proprie parole –è quello che fanno due persone quando… si piacciono. Si danno un bacio-
Con esitanza, Ishigaki prova a guardarlo. Midousuji lo sta ancora fissando come se gli fosse appena spuntata una seconda testa, e la cosa non lo rasserena affatto.
-E perché me lo stai dicendo?- chiede, con voce petulante, facendo una strana smorfia. Probabilmente, il suo inconscio pensa che sia disgustato dalla sola idea, ma Ishigaki ha già visto qual è la sua espressione, di fronte a qualcosa che suscita il suo schifo, e non è questo il caso.
Forse è questo, che gli dà il coraggio per fare un passo verso di lui e non esitare, nel rispondergli.
-Perché vorrei dartene uno-
Perché mi piaci, Midousuji-kun
Midousuji resta in silenzio. Tace, e lo guarda, con quegli occhi tondi, che a Koutarou paiono immensi, sempre più immensi. Così immensi da poterci affogare dentro, mentre il cuore gli rimbomba tra un orecchio e l’altro e poi gli si incastra in gola mentre aspetta e pensa di aver appena sbagliato tutto, di aver appena mandato alle ortiche quel fragile castello di speranze che aveva costruito con cura certosina, una parola e un sorriso per volta.
-Sei disgustoso, Ishigaki-kun-
Silenzio. Koutarou batte le palpebre.
-Va bene. Dammi un bacio-
Lo dice come se stesse chiedendo una caramella, Midousuji-kun. Lo dice come se gli stesse chiudendo di trainarlo di fronte un traguardo, come se gli stesse chiedendo di passargli una bottiglia dell’acqua su una strada in salita o la borsa dei rifornimenti su una curva scoscesa. Lo dice come se non costasse nulla, chiudere la distanza tra i loro corpi, mettere in gioco tutta la propria vita, ma questo è Midousuji-kun, e per lui è tutto semplice, tutto così banale.
E Ishigaki allora annuisce, provando a soffocare i battiti di gioia quasi furiosa del proprio cuore, fa un altro passo in avanti, e si sporge col capo, tremando. Chiude le palpebre e si dà lo slancio per alzarsi sulle punte dei piedi e incontrare le sue labbra, che non sono propriamente chiuse e lì pronte ad aspettarlo come vorrebbe, ma non importa, perché sono secche e screpolate eppure quella scossa quasi elettrica che dalla bocca gli corre al cervello e annienta ogni pensiero Ishigaki la sente lo stesso, la sente deflagrare sotto la pelle e sente quel tuffo nel petto e quello sfarfallio giù nella pancia che non avrebbe mai pensato di poter provare.
È l’esperienza più banale di questo mondo e al tempo stesso la più devastante che abbia provato, e quando si ritrae con le guance che bruciano e la testa che gira e gira come una trottola, non saprebbe dire cosa sta provando, se era quello che voleva, se ha ottenuto le risposte che cercava, se si è sbagliato. Non lo sa, perché ogni funzione cerebrale s’inceppa miseramente, quando Midousuji –quando Akira si porta una mano alla bocca, le dita che premono sulle labbra sottili, e poi la lingua le lecca, mentre contempla pensieroso il nulla.
-Ne voglio un altro- annuncia, dopo un silenzio che pare durare un millennio, e Ishigaki annaspa, barcollando sotto il peso della sorpresa e di tutti i suoi possibili significati.
Un altro. E un altro. E un altro ancora. E poi cento, e poi mille, e ancora cento e ancora mille. Finisce che passano l’intero pomeriggio a baciarsi, scoprendosi pian piano a vicenda, e a Ishigaki non importa più nulla di niente, se non del sapore che ha la sua bocca, se non della forma del suo viso tra le sue mani, se non della stretta di quelle lunghe dita dinoccolate che gli stringono le spalle ormai da ore.
   
 
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