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Autore: SerenitaDolce95    15/04/2016    0 recensioni
Vi dico immediatamente che non ci penso neanche a riportare la collana alla negoziante di quella bigiotteria. Questa collana è il solo ricordo che ho di Ottaviano e non mi separerei da lei per niente al mondo. Sapete cosa faccio? Io scapperò via da questo posto schifoso. Tornerò nell’Antica Roma costi quel che costi. Domani non riporterò indietro nessuna collana. Se mia madre non intende chiarire quello che deve chiarire con Cesare vuol dire che ci penserò io a parlare a Cesare. Metterò a rischio la mia vita; ma se devo morire, non morirò fino a quando, non avrò chiarito questa storia.
Devo riprendermi quello che è mio. Devo riconquistare anche la fiducia di Ottaviano in me e rimettere a posto la nostra storia. L’unico problema è che mi serve un piano strategico per uscire fuori di casa. Non posso aspettare domani mattina. Domani mattina potrebbe essere troppo tardi. Eppure, questa non sarebbe la prima volta che evado di casa in piena notte. La cosa si ripete a quanto pare. Lo capisco che è un metodo del tutto incivile uscire di casa senza dirlo ai genitori, ma devo farlo. Non ho intenzione di arrendermi. Ho deciso: questa notte evado. Adesso mi metto
Genere: Commedia, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quindici

Una volta rientrata nuovamente nella mia casa e nella mia città l’unica cosa che mi sento di fare è quella di chiudermi in camera mia. Questa sera non ho voglia di mangiare. Voglio andare a dormire e ovviamente domani salterò la scuola. Da oggi voglio essere solamente lasciata in pace e dato che non posso stare con chi amo veramente l’unica cosa che desidero adesso è chiudermi in casa per sempre. Sono destinata a restare sola. Tra un paio di giorni nessuno si ricorderà chi sono, come mi chiamo e da dove arrivo.  Purtroppo questa è la vita. Un giorno sei importante per tutti, due giorni dopo non sei più niente per nessuno.

   Io non dimenticherò mai Ottaviano. Se sono arrivata fino a questo punto è tutto merito suo. Stavamo insieme era tutto bello, meraviglioso ma adesso, tutto è finito. La malinconia sarà il mio unico rifugio. Non voglio più vedere nessuno e tanto meno, non voglio sorridere più a niente. L’amore è bella ma mantenerla accesa fino alla fine dei propri giorni non è una cosa facile. Ecco perché molte relazioni falliscono e poco durano per sempre. Sinceramente, la mia storia che speranza aveva di durare fino alla fine della mia vita? Lo sapevo da subito che non avrebbe mai avuto un lieto fine. Come avrebbe potuto esserci un lieto fine. Eravamo troppo diversi, ma i giorni in cui siamo stati insieme ci siamo amati tanto. Devo accettare che eravamo giusti ma nel momento sbagliato.

   Non sapendo più quali pesci pigliare cominciai a piangere. Piangevo perché stavo soffrendo troppo. Perdere colui che amavo, mi aveva segnata nel profondo del cuore e dell’anima. Per una volta, desideravo far diventare il mio cuore di pietra. Volevo diventare un essere spregevole.  Incapace di provare amore e compassione per il suo prossimo. Un essere capace di fare del male e di odiare. Dopo tutto chi ama è sempre quello che ci rimette fino a quando non si stufa di perdere sempre ed è da quando ha perso tutto, che incomincia ad odiare la vita, non prima. Per odiare bisogna essere niente e avere niente. Io non sono niente e non ho niente. Eppure, un tempo avevo tutto.

   Ad un certo punto, mentre continuo a piangere tristemente dal forte dolore che provo in questo momento, mi sento una mano delicata che mi accarezza. Per un momento, penso che si tratti di Ottaviano, ma poi, mi accorgo che è solamente mia madre che tenta di farmi passare il dolore. Inutile che ci provi tanto non serve a niente. In questo momento, sono sicura che quella che sta versando lacrime sono solamente io, Ottaviano invece si sarà già scordato di me. Da oggi, io sono solo una sconosciuta per lui. Vorrei tanto fare qualcosa invece che stare a rimpiangermi nel mio letto, ma il fatto è che non ho neanche più la forza di rialzarmi. Ora mai, sono stata abbattuta e sperare in un mio rialzo è davvero una cosa inutile. Io non mi rialzerò più.

   « Posso parlati figlia mia? ».

   Io non ho alcuna voglia di sentire cosa mia madre abbia da dire. Eppure, accetto di ascoltarla pur contro il mio volere.

   « Guardami negli occhi però. Quello che voglio dirti è molto importante » mi dice mia madre.

   Questo è troppo. Mi fa lasciare con il mio fidanzato e poi, pretende che la guardo negli occhi quando parla? Visto che tanto ora mai non mi importa più niente della mia vita, decido di accontentarla anche, per non peggiorare la situazione che non potrebbe andare peggio di come effettivamente sta già andando.

   « Lo so che in questo momento sei delusa, che non ti dai pace per ciò che è successo. Ti rendi conto però che potevi finire nei pasticci? Elena, non ti rendi proprio conto a cosa stavi andando incontro? Ottaviano è un ragazzo che come suo padre aspetta solo di sposarsi e di prendere il potere su Roma poi, per lui dopo che avrà ottenuto il suo scopo, tu potresti morire tanto a lui non importerà più niente di te. Una cosa però me l’hai fatta capire: che sei in grado di far cadere chi vuoi ai tuoi piedi. Hai fatto impazzire Ottaviano, figlio di Giulio Cesare. Hai delle buone capacità » mi dice mia madre provando a tranquillizzarmi.

   « Puoi risparmiarti le parole. Non mi servono a niente. Inutile che mi lodi adesso, che per una colpa non mia ma tua e di Cesare, ho perso il mio amore » dissi, mettendomi a piangere.

   « Domani andiamo al negozio dove hai preso la collana. Riporteremo la collana. Se vuoi vivere una vita felice, devi liberarti di quell’affare o vivrai sempre e solo brutte cose » disse mia madre.

   « È grazie a quella collana se ho trovato l’amore. Mi dispiace mamma, ma quella collana è riuscita a farmi stare bene. Senza di lei, oggi non sarei diventata una brava ragazza. Il merito va anche a Ottaviano » continuai io.

   « Non devi ringraziare niente e nessuno. Non permettere mai che siano gli altri, il motivo della tua felicità. Non è bello cercarsi in qalcun altro » disse mia madre.

   « Mi dispiace dirtelo, la collana voglio tenerla » risposi io, molto arrabbiata.

   « Fai quello che vuoi! Ma guai a te, se vengo a sapere che sei andata di nuovo nell’Antica Roma » mi dice mia madre, uscendo dalla mia stanza.

   Vi dico immediatamente che non ci penso neanche a riportare la collana alla negoziante di quella bigiotteria. Questa collana è il solo ricordo che ho di Ottaviano e non mi separerei da lei per niente al mondo. Sapete cosa faccio? Io scapperò via da questo posto schifoso. Tornerò nell’Antica Roma costi quel che costi. Domani non riporterò indietro nessuna collana. Se mia madre non intende chiarire quello che deve chiarire con Cesare vuol dire che ci penserò io a parlare a Cesare. Metterò a rischio la mia vita; ma se devo morire, non morirò fino a quando, non avrò chiarito questa storia.

   Devo riprendermi quello che è mio. Devo riconquistare anche la fiducia di Ottaviano in me e rimettere a posto la nostra storia. L’unico problema è che mi serve un piano strategico per uscire fuori di casa. Non posso aspettare domani mattina. Domani mattina potrebbe essere troppo tardi. Eppure, questa non sarebbe la prima volta che evado di casa in piena notte. La cosa si ripete a quanto pare. Lo capisco che è un metodo del tutto incivile uscire di casa senza dirlo ai genitori, ma devo farlo. Non ho intenzione di arrendermi. Ho deciso: questa notte evado. Adesso mi metto a letto e per stare sveglia mi faccio aiutare da un buon libro. Per sicurezza, metto la sveglia a vibrazione nel mio cellulare così alle due del mattino prendo e vado via. Ovviamente, non mi svesto. Mi tengo i vestiti così sarò già pronta. Non devo farmi sentire da mia madre.

   Per alleggerire la serata, decido di leggere “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare. Ho proprio bisogno di leggere qualcosa di allegro. Cosa c’è di più allegro di Romeo e Giulietta? Dai, sto scherzando! Ho deciso di leggere questo libro perché sembra quasi la storia mia con Ottaviano: anche noi abbiamo due genitori rivali. Auguro solamente che io e Ottaviano non faremo la stessa fine dei protagonisti del libro. Io non ci penso neanche a fingermi morta e poi uccidermi con un pugnale dopo aver visto il corpo di Ottaviano senza vita con i miei occhi.

   Insomma, se muore Ottaviano muore anche Roma. Se muoio io non muore Ottaviano e non muore Roma. Cosa le importa a Roma di me? Giulio Cesare sarebbe anche contento se smettessi di vivere, domani.

   Leggevo da molto tempo e ad un certo punto sento un grido fuori casa che chiama il mio nome. È una voce femminile e mi accorgo che non è niente meno che la mia amica Claudia a gridare. Apro la finestra. Devo dirle qualcosa e mi sembra del tutto strano l’idea che la mia migliore amica possa essere venuta fino a casa mia, a quest’ora della notte. Lei però rispetto a me, ha una vita migliore. Voglio sapere che cosa ha da dirmi con tutta questa impazienza.

   « Claudia? » grido.

   Lei mi fa cenno di venire da lei. Ho capito! Forse Claudia mi ha letto nel pensiero e vuole aiutarmi a scappare. Devo andare subito da lei.

   Una volta fuori di casa, abbraccio la mia amica. Che bello avere un’amica che non si dimentica mai di te, che corre da te nel momento del bisogno. Sono felice di essere sua amica dopo tutto e nonostante i guai che mi ha combinato fino adesso. Restare incinta da Marco Giunio Bruto è stato il massimo che avrebbe potuto fare. Questa è stata proprio una sciocchezza e mi auguro davvero, che Bruto voglia quel bambino.

   « Ciao. Cosa ci fai qui, a quest’ora? » domando alla mia amica.

   « Sono venuta per dirti che dobbiamo andare subito nell’Antica Roma. Io, Bruto, Ottaviano e te ce ne andiamo via in piena notte. Non so ancora che destinazione abbiano in mente i nostri fidanzati, ma da quello che ho capito si tratta di una destinazione lontana, dato che dovremo raggiungerla in nave » mi spiega lei.

   « Allora, partiamo subito? » domando io.

   « Sì, ci conviene avviarci! » mi risponde Claudia.

   Iniziammo a camminare di nuovo verso al portale dell’Antica Roma. Mi chiedevo per quante altre volte, avrei visto ancora quel portale. Speravo di avere un posto fisso nell’Antica Roma prima o poi. Non ne potevo più di fare avanti indietro. Non è il massimo del divertimento.

   Quando finalmente raggiungemmo Bruto e Ottaviano, mi ero accorta che i due erano impazienti di andarsene. Cavolo! Anche io non vedevo l’ora di partire per andare … già! Per andare dove? La destinazione mi era ancora sconosciuta. L’importante per me era stringere ancora una volta Ottaviano tra le mie braccia. Mi bastava questo e non chiedevo di più.

   Ottaviano mi abbraccia affettuosamente e mi da uno dei suoi baci. Ad un certo punto, mi accorgo che una sua lacrima è scivolata sulla mia spalla destra. Il mio amore stava piangendo e mi chiedevo come mai.

   « Ottaviano. Sbaglio oppure stai piangendo? » dissi io.

   « Scusami tesoro, ma sono contento di rivederti. Pensavo che non ti avrei mai più rivista, dopo il litigio di Cesare con tua madre » disse lui, stringendomi forte.

   Era proprio un tesoro. Ora capisco perché mi sono innamorata di lui. Si vede che mi vuole bene e che non mi farebbe mai del male.  

 

  

  

 

 

 

 

   
 
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