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Autore: Scrappy Doo    05/04/2009    2 recensioni
Magda è una ragazza normale. Banale, se non fosse per i suoi capelli rossi. Ha una famiglia perfetta e un rendimento scolastico perfetto, ma a causa di questo viene criticata, e fatica ad integrarsi con i compagni.
La sua vita prosegue normalmente, finchè non arriva Louis.
Louis è un ragazzo Emo, chuiso e malinconico. Sarà la pietà a spingere Magda verso di lui, gettandola in un baratro di esperienze nuove, drammatiche e pericolose.
Scaverà nell'anima di un ragazzo disprezzato per ciò che è e per ciò chefa a se stesso, forse riuscendo a comprenderlo.
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diverso



Quando lo vidi per la prima volta, pensai ad un emarginato.
Non mi ero mai fermata a riflettere su nulla, ero e sono sempre stata la tipica ragazza impulsiva. Quando lo vidi, pensai che doveva avere seri problemi.
Quando lo vidi, era una giornata qualsiasi. Il sole splendeva nel solito punto indefinito del cielo, straordinariamente turchese.
A scuola era stata una giornata qualsiasi, fino a quel momento. I miei compagni mi avevano fulminata con lo sguardo per la mia decima “A” in algebra.
Mi definiscono “secchiona”. Pace. Voglio dire, ovvio che la cosa mi disturbi e non poco, ma non me la sono mai presa davvero.
Non ho molti amici, anzi… ho una sola amica: Celine. È più o meno del mio stesso stampo, con la sola differenza che lei almeno ha una vita sociale. È intelligente per natura, non deve passare tutto il giorno a studiare come la sottoscritta per garantirsi ottimi voti. Tutto il contrario di me.
Io mi chiamo Magda Wilson, e di speciale non ho nulla, a parte lisci e infantili capelli rossi.
Per questo, forse, rimasi così attonita quando lo vidi, quel giorno, in cui Settembre pareva essersi dimenticato il suo velo di vento e di gelo.
Il professore lo annunciò malvolentieri, con la sua voce nasale e monotona alla quale solo io prestavo attenzione.
Era un ragazzo, ci disse, un po’ particolare, ma che andava trattato con rispetto e fatto integrare. Oh, lo stupido buonismo che i professori, spesso, potrebbero risparmiarsi.
Tuttavia, quando lo vidi, ebbi un fremito. Era un ragazzo alto e straordinariamente sottile. Credevo che se avessi soffiato sarei riuscita a gettarlo a terra. Aveva il viso pallido. Gli occhi erano invisibili, poiché coperti da un ciuffo nero e assolutamente liscio.
Aveva un piercing al labbro.
Indossava una maglietta nera con sopra disegnato un teschio ghignate, un braccialetto borchiato e un paio di jeans neri attillatissimi
Sgranai gli occhi, attonita. Era un amante di quello stile… com’è che si chiamava?
-Guarda… è un Emo.- Mi bisbigliò Celine, scuotendo leggermente le sue chiome scure.
Emo, ecco… era uno di quei tizi depressi, che alla prima occasione si tagliavano la pelle. Li disprezzavo. Lo disprezzavo.
- Questo è Louis Freeman.- Lo presentò il professor Smith. – Ha quindici anni, come voi tutti. Perciò vorrei che lo faceste sentire a suo agio. Ci siamo capiti?- Annuimmo, poco convinti e ancora increduli. Il professore sembrava sofferente a presentarci un ragazzo del genere, e anche ad ammetterlo nella propria classe.
- Vuoi dire qualcosa?- Gli chiese poi. Louis scosse la testa.
- Ehm… prendi posto laggiù.- Gli indicò un remoto banco, posto sul fondo dell’aula. Il ragazzo non ribatte e si incamminò. Quando mi passò vicino, notai che aveva un odore forte ma delizioso.
- Ah, ehm… ragazzo?- Lo chiamò il professor Smith. Louise si voltò, fissandolo col suo sguardo invisibile.
- Non hai niente di meglio da metterti?- Gli domandò, sprezzante.
L’emo scosse la testa nuovamente, e si andò a sedere, gettando a terra la cartella nera.
La lezione proseguì, e il ragazzo non attirò più attenzioni fino al suono della campanella.


Lo vedevo laggiù, solo. Aveva estratto un paio di forbici dall’astuccio e se le passava sulla pelle della mano, ma delicatamente, senza ferirsi.
Tutti bisbigliavano cose sul suo conto, cose a cui io non facevo caso. Non ero più la sfigata della classe, perlomeno.
Tuttavia, mi faceva una certa pena. Forse perché sapevo come si sentiva. La solitudine è tremenda, è una piaga che strangola l’anima, e la uccide lentamente.
Mi alzai e mi diressi verso di lui. L’intervallo era iniziato da poco. Lui non sembrò nemmeno accorgersi della mia presenza, continuò a maneggiare le forbici, tracciando linee bianche sulla mano che subito si ricoprivano del consueto colore roseo.
Feci un respiro profondo. Avrebbe apprezzato ciò che stavo per fare? Certo, per ovvi mortivi non potevo avvicinarmi e dire: “Ciao, vuoi essere mio amico?”
Forse soprattutto per il fatto che non ero completamente sicura di volerlo come amico. Di certo, non era un tipo socievole né espansivo.
Imprigionai le mie ciocche rosse in una coda e mi avvicinai un altro po’. Sembrava che tutto andasse al rallentatore.
Potevo scorgere Celine, lontano, sillabarmi qualcosa furiosamente, scuotendo la testa da una parte all’altra. La ignorai.
-Ciao .- Dissi timidamente. Ecco, ora il mio l’avevo fatto. Adesso toccava a lui rispondermi educatamente, chiedermi come mi chiamavo e iniziare una conversazione civile.
Invece non disse proprio nulla. Mi fissò, e io non vidi il suo sguardo.
- Ehi, guardate! La sfigata ci prova con l’emo!- Strillo Andrew, il bulletto di classe. Puntuale come sempre…
A questo punto la conversazione civile se n’era civilmente andata al diavolo. Avevamo gli occhi di tutti puntati addosso, tanto che divenni più rossa dei miei capelli. Odiavo essere osservata.
Louis distolse lo sguardo da me, ma mi disse, secco: - Non rompere.-
Aveva una voce dolcissima, peccato che mi avesse mandato a quel paese.
- Tsk! Non temere, non ti rivolgerò più la parola! Resta pure qui a tagliuzzarti!- Esclamai, offesa. Ecco l’altro mio difetto: non rifletto prima di parlare.
Secchiona e impulsiva,
La sua voce venne inghiottita da una risata generale, e non udì la sua risposta.



TO BE CONTNUED…


Scrappy’s Space: Ho iniziato questa fict traendo ispirazione da una persona che conosco.
Personalmente sono rimasta impressionata dagli emo, non saprei dire come. Sono affascinanti, sebbene molto particolari. Mi piacerebbe sentire le vostre opinioni su questa fict, soprattutto se vale la pena di essere continuata.
  
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