Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Postula Sblindo    16/04/2016    4 recensioni
È già passato un anno da quando iniziò il contagio: i morti si risvegliavano e le persone si ammalavano. La pace creatasi nel tempo veniva a mancare, gli uomini si nascondono per sfuggire a quei mostri, alcuni rimangono soli, altri in gruppo, altri ancora, con visioni utopistiche, cercano di creare società in modo da ristabilire l'ordine ormai perduto.
«Forse sto diventando pazzo a stare da solo...» con questa frase un uomo decise di smettere di vagare in solitudine e aiutare quante più persone possibili trovando una cura a quella malattia. Ovviamente sapeva più cose di quelle che diceva e di quelle che nascondeva.
Genere: Avventura, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Ehm... Salve? Potreste abbassare le armi? Non mi piacciono molto» disse sorridendo candidamente con il suo sigaro tra le labbra e chiudendo i suoi occhi blu come il mare mentre l'odore e il fumo si spargevano per quella strada.
Ripiombò il silenzio. Dave, che aveva impugnato la sua fedele doppietta, prendendo bene la mira sulla testa di quell'uomo biondo gli chiese: «Cos'hai con te?». L'uomo si tolse lo zaino dalle spalle, lo posò a terra e iniziò ad elencarne il contenuto «qualche scatola di The in bustina, qualche pacchetto dei miei sigari preferiti, un po' di cibo in scatola, un mazzo di carte...» «Armi, Dave intendeva le armi» disse Zoey con il tono molto seccato. L'uomo la guardò ed esclamò, facendo il finto tonto, «Ah... Le armi che ho con me? -era un pessimo attore, o così volva far credere- ho solo un revolver per di più scarico»
«Mostralo!» disse Clare, protetta dietro quel bestione del marito. L'uomo con il cilindro allargò leggermente il giubbotto di pelle che aveva per proteggersi dal leggero freddo autunnale di quelle zone con la mano sinistra e mise lentamente la mano destra dentro la tasca. Intanto Zoey teneva sempre sott'occhio i suoi movimenti con la sua pistola, Dave puntava alla testa con la doppietta, invece John, nonostante lo mirasse con la sua Glock, sospirava e chiudeva gli occhi, non voleva uccidere una persona ancora viva e non contagiata.
Dopo qualche secondo l'uomo col cilindro estrasse la revolver dalla tasca, la teneva per il manico con due dita, la prese con entrambe le mani e aprì il caricatore a tamburo, la girò e iniziò a scuoterla «Visto? Vuoto...» «Posala.» ordinò John. Il biondo misterioso allora si piegò sulle gambe e posò l'arma a terra.
«Cosa ci fa un uomo solo, armato con una pistola scarica, in tutto questo macello?» fece notare Philip «Allora non sei così stupido come sembri» commentò Zoey, ma non venne degnata di attenzione. «A tutto c'è una spiegazione -iniziò a parlare l'uomo con il cilindro- però la mia storia è abbastanza lunga da raccontare, potrei raccontarvela mentre siamo in cammino, tanto andiamo dalla stessa parte anche perché... Ahahah! Beh, non credo vogliate fare la strada che ho fatto io, ormai sarà piena di infetti, un mio "amico" ha fatto casino...». Dopo quelle parole l'attenzione di tutti i presenti si alzò nuovamente e divenne paura per il solo fatto di poter essere colti alla sprovvista. Dave, John e Philip, tre delle quattro persone armate del gruppo si girarono a controllare in mezzo alla boscaglia, restando comunque nelle loro posizioni; intanto Timothy si era stretto ancora di più a sua madre ed ella cercava di proteggerlo con tutto il suo corpo, invece Zoey aveva perso il sangue freddo che era riuscita a mantenere per tutto il tempo «Avevi detto di essere solo!» urlò contro l'uomo che tranquillamente aveva ripreso a fumare il suo sigaro e che, riprendendoselo con la mano destra come aveva fatto prima rispose «Infatti è così» dopodiché riprese a fumare.
___________________________________________________
Zoey si avvicinò al biondo che fumava tranquillo e gli tirò uno schiaffo facendogli cadere il sigaro dalla bocca «Non siamo in vena di scherzi!» urlò puntandogli contro la pistola. «Ok, posso spiegare... Ma manteniamo la calma e non facciamo mosse azzardate, non vorremo mica traumatizzare quel povero bambino» disse l'uomo misterioso alzando le mani insegno di resa e indicando con la testa Timothy. La ragazza allora prese un grosso respiro e abbassò l'arma «A che gioco stai giocando? Chi è il tuo amico? Dov'è adesso?» chiese in un modo a metà tra l'arrabbiato e il furioso «Allora... Il mio amico era un infetto... Ma come li chiamate voi? Infetti? Zombie? Mostri? Non-Morti? -chiese molto interessato senza ricevere alcuna risposta se non occhiate assassine di pura rabbia- comunque, questo infetto si trovava dentro ad un baretto, mi ha tenuto compagnia per il tempo che sono rimasto in quella città; quando me ne sono andato, qualche ora fa, avevo deciso di porre fine alle sue sofferenze, solo che ha preferito urlare e mi sono ritrovato a scappare e a sparare alla cieca, per questo non ho più munizioni».
Tutti guardavano quell'uomo con il cilindro però non dissero niente, la sua storia reggeva, aveva un senso nonostante la stranezza dell'avere come amico uno zombie, per questo Dave era diffidente in quell'uomo che era un potenziale pericolo, John lo aveva preso per pazzo mentre Zoey voleva saperne di più.
«In ogni caso -riprese a parlare- io non vi consiglierei di prendere la strada che stavo percorrendo io, quindi l'unica strada che vi rimane da percorrere è quella che stavo per prendere io, perciò dovremmo fare gruppo...» «Perché mai dovremmo farlo?» lo interruppe Dave con un tono abbastanza scocciato «Perché vi voglio aiutare... E qui rispondo alla terza domanda, ovvero quale sia il mio gioco. Io voglio curare tutte queste persone».
Tutti lo guardarono come se veramente fosse impazzito tutto d'un tratto, è già prima non avevano una bella impressione di quell'uomo biondo a causa del suo cilindro.
«Perché? Esiste una cura?» chiese ironicamente Philip «Certo che esiste -rispose- devo solo trovare un posto particolare e poi il gioco è fatto, per questo ho bisogno della vostra "compagnia"» «E fino adesso cosa hai fatto?!» lo schernì Clare «ho cercato quel posto nei primi luoghi che mi sono venuti in mente legati ad una certa persona che credo abbia a che fare con tutto ciò» rispose con lo sguardo basso, stava nascondendo un sacco di cose, ma lo riteneva giusto per il bene di quelle persone.
«Allora? Posso essere dei vostri?» il gruppo si guardò, non sapevano se fidarsi o meno di quel losco individuo, ma non aveva ancora fatto niente di male a nessuno e si era sempre comportato da persona gentile.
«Va bene...» proferì Zoey posando la sua pistola nel fodero che aveva legato al suo fianco destro.
«Grazie mille! -disse correndo incontro alla ragazza castana stringendole la mano- Adesso che siamo un gruppo posso dirlo: mi devi un sigaro» commentò in fine sorridendo e chiudendo i suoi occhi blu come il mare.
 
SPAZIO DELL'AUTORE
Ringrazio tutti coloro che si sono fermati a leggere il primo capitolo di questa storia e a recensirlo, e anche quelli che faranno la stessa cosa per questo. Vi invito a lasciare le vostre impressioni, i vostri consigli, suggerimenti, domande, insulti e quant'altro... Vi ringrazio infinitamente.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Postula Sblindo