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Autore: ilaria_coach98    17/04/2016    0 recensioni
Lisa è una ragazza che vive a Londra e studia per diventare criminologa, il sogno che ha sin da bambina.
Il suo idolo è Rodrick Dalton, il commissario di Scotland Yard, e le piacerebbe poter lavorare con lui.
Un giorno le accade qualcosa di inspiegabile e che le cambierà la vita per sempre.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Fa freddo e fuori non smette di nevicare. Siamo in pieno inverno, c’è da aspettarsi una situazione del genere, eppure il mio organismo non sembra voler abituarsi. Lo comprendo. Casa mia è perennemente gelata, anche d’estate.
Ho passato tutta la notte a studiare sul mio libro di criminologia e ho le palpebre che stanno pian piano cedendo, ma non posso permettermi il lusso di dormire: l’esame è la settimana prossima, e non posso fallire anche questa volta. Sarebbe la terza volta che provo a passare quest’esame idiota.
Mi chiamo Lisa Bellini. Ho da poco compiuto ventidue anni e vivo a Londra ormai da un paio di anni; i miei genitori non erano entusiasti quando ho deciso di trasferirmi qui per studiare, ma hanno capito che non avrei potuto fare diversamente per inseguire il mio sogno: diventare un’investigatrice famosa in tutto il Regno Unito. 
Mi alzo dalla sedia girevole e vado in bagno a lavarmi. Sembro uno zombie: ho le occhiaie che arrivano a terra, si notano ancora maggiormente proprio a causa del mio colorito cadaverico. I miei capelli non sono più corvini come la settimana scorsa, sono spenti e visibilmente sfibrati. I miei occhi, solitamente di un castano vispo e acceso, sono anch’essi spenti. Sbadiglio, mi tiro qualche schiaffetto per svegliarmi, metto le ciabatte e corro in cucina a prepararmi un caffè per svegliarmi. 
Metto la caffettiera sul fuoco, preparo il latte e lo zucchero e poi accendo la televisione per vedere le notizie; non ho nemmeno abbastanza soldi per permettermi una connessione a internet o per ricevere tutti i giorni il giornale. Il vecchio giornalista passa la linea ad un giovane inviato molto attraente che comunica al mondo una notizia che sicuramente fa scalpore (questo è quello che ha detto il tipo).
“Jeremy O’Shea, professore all’università di Cambridge, è stato assassinato questa notte e il suo cadavere è stato ritrovato proprio nel suo ufficio. Vicino a lui sono state rinvenute delle lettere che Scotland Yard dovrà analizzare per riuscire a risolvere il caso. Il commissario Dalton ha assicurato che riuscirà a risolvere prontamente il caso senza intoppi. La vittima era di origini scozzesi, aveva una moglie che al momento non si riesce a trovare e non aveva figli.” dice quel ragazzo. Avrà all’incirca la mia età, ma lui è riuscito a realizzarsi e a ottenere quello che voleva. Io no.
- L’avrà sicuramente ucciso qualche collega invidioso, ma questi particolari vengono sempre tralasciati dai telegiornali. Quelle lettere magari sono perfettamente inutili. Spero solo che Dalton comunichi qualcosa ai telegiornali, mi piacerebbe molto rimanere aggiornata.- penso facendo spallucce. Per me qualsiasi cosa scontata è quella più esatta, anche se so che spesso non è così. Guardo per l’ennesima volta il viso di Dalton passare sullo schermo della televisione. Così bello, con quei capelli biondi e quegli occhi di ghiaccio… Ed è anche intelligente. Mi sto perdendo a fantasticare. Mi tiro uno schiaffo sulla guancia destra per tornare con i piedi per terra e sento puzza di bruciato. LA MIA COLAZIONE! Impreco e corro a spegnere il fuoco. Il caffè è fuoriuscito del tutto e ha sporcato addirittura il lavandino. E anche oggi niente colazione. 
-Sono una cretina. Certo, ti prenderanno subito a Scotland Yard, non sai nemmeno fare un caffè senza che si bruci o che fuoriesca! Come puoi pretendere di ottenere un lavoro così importante e prestigioso? Dalton non è così stupido.- penso. Comincio a pulire quel disastro che ho fatto quando sento suonare il campanello. Strano, non sto aspettando nessuno. 
-Arrivo!- rispondo. Non posso lasciare la cucina in questo stato, devo perlomeno pulirla. Sto continuando a pulire, ma il tizio che mi aspetta sembra non avere molta pazienza. Riprende a suonare con molta insistenza. Mi arrabbio, scaravento via lo straccio con prepotenza e corro ad aprire prima che mi venga una crisi di nervi.  
   
 
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