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Autore: Yasha 26    17/04/2016    2 recensioni
L'avevo annunciata ed eccola: la long version della os Odio il giapponese antico! ^_^
Solito cliché della storia alunna/professore? Sì e no.
La giovanissima Yukiko si innamora di Akira, suo nuovo vicino di casa e affascinante laureando, che sogna di diventare insegnante. Il suo è un amore ampiamente corrisposto.
I guai tra i due cominciano quando Akira viene assunto proprio nell'istituto in cui andrà a studiare Yukiko, diventandone il professore.
Tra bugie agli amici, fughe romantiche, regali speciali e gelosie furiose, i due lotteranno per tenere segreta la loro relazione, per non far perdere il posto al bel professore.
E in tutto questo, cosa c'entra il giapponese antico? Semplice... è l'unica materia in cui Yukiko va male.
L'unica che odia col cuore. Unica che segna le sue pagelle con voti bassissimi, infrangendo così una promessa fatta anni prima, soprattutto a se stessa.
E come se questo non fosse già abbastanza frustrante per lei, l’insegnante di tale materia è proprio Akira.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Devo ringraziare quel maledetto di Mudo forse. Non sono mai stata così felice in tutta la mia vita!  È magnifico poter girare per le strade della città mano nella mano col mio futuro marito. Che meraviglia! Ci fermiamo ai fast-food, andiamo nei centri commerciali, andiamo e torniamo a scuola insieme in moto senza mai dividerci.
E’ ASSOLUTAMENTE MAGNIFICO!!!!!!!
Questa è la felicità! Andare al parco la domenica col tuo fidanzato a braccetto, mentre mangi un gelato salutando tranquillamente i tuoi compagni di classe, che incontri per caso, non ha prezzo!
- Tra un po’ ti verrà una paralisi se continui a sorridere così! - mi fa notare Akira.
- Vorrà dire che nelle foto del nostro matrimonio verrò sempre sorridente, caro! -
- Caro??? -
- Non rovinarmi questo momento Akira! Voglio godermelo appieno dopo questi tre anni di tortura. Mi sembra di essere la protagonista della pubblicità della MasterCard: ”Uscire col tuo uomo alla luce del sole? Non ha prezzo! Per tutto il resto c’è MasterCard!”- recito come nella pubblicità, continuando a sorridere felice.
- Fai così da due mesi. Stai gongolando parecchio mi pare. -
- Oh sì! Puoi dirlo forte amore! Sbattere in faccia a tutte le mie compagne la verità è stato stupendo! -
- E che c’entrano le tue compagne? -
- Ma niente di che, lasciamo perdere. Piuttosto, quand’è che andrai a comprare il vestito? Ti ricordo che mancano poche settimane al matrimonio! -
- Ci andrò in settimana con Masumi e tuo nonno, tranquilla. Tu coi preparativi hai finito? -
- Quasi. Devo scegliere gli abiti per le damigelle. Sono indecisa se renderle ridicole per vendetta o se è meglio non rovinare le foto con loro vestite come grosse caramelle. - dico maligna.
- Non ho capito una parola di quello che hai detto. -
- Tranquillo, capirai un giorno. Senti, ho voglia di un altro gelato. Lo andiamo a prendere? -
- Un altro? Ne hai già mangiati due! -
- Lo so, ma il bello di non ingrassare mai è che posso mangiare quello che voglio. Daiiiii!!!- chiedo con occhioni dolci, degni di Bambi.
- Va bene mangiona. Andiamo! – acconsente, portandomi al chiosco dove prendo un altro gelato.
Passiamo una domenica divertente al luna-park insieme Masumi e Ryoko. Ancora stento a credere che possiamo andare dove vogliamo senza avere paura delle conseguenze! Ho intenzione di divertirmi fino alla fine e niente mi impedirà di farlo!
 
- Aaaahiiiiii! - mi lamento, tenendomi la guancia dolorante.
- Te lo avevo detto di non mangiare anche le mele caramellate! Era normale ti venisse mal di denti con tutto quello zucchero! - mi rimprovera Akira. Siamo in piena notte e mi sono svegliata con un mal di denti atroce e la guancia gonfia.
- Non infierire! – piagnucolo, tenendo la busta del ghiaccio premuto contro la guancia.
- Domani stai a casa. Non puoi andare a scuola con questa bocca gonfia. Ti porto da tua madre così ti accompagna dal dentista, va bene? - dice premuroso.
- Sì. Scusami! Ti sto tenendo sveglio. Vai a dormire amore, o domani non potrai andare a lavoro. Tanto non puoi far nulla. -
- Va bene, ma se hai bisogno chiamami, capito? -
- Sì tranquillo. – rispondo, poggiandomi sul divano. A letto non riesco proprio a stare.
Il resto della notte passa con una lentezza incredibile. Ma perché le cose capitano sempre il sabato oppure di notte? Quando non puoi chiedere aiuto a nessuno e devi aspettare il medico? Sto così male che vorrei strapparmi il dente da sola.
Per fortuna, in mattinata, il dentista mi scrive degli antidolorifici e degli antibiotici, così il dolore calma e la mia povera guancia si sgonfia in pochi giorni. Il dente cariato è stato otturato, per mia immensa felicità e ora sto benissimo. A quanto pare ce l’avevo da un bel po’, ma non mi ha mai dato fastidio, strano. Menomale che non è capitato a pochi giorni dal matrimonio. Fare le foto col viso a palla non era il massimo!
Passa un altro mese. Mancano due settimane al matrimonio ed io inizio ad essere nervosa. Perché? Eppure devo solo mettere una firma su un foglio, dato che io e Akira siamo una coppia a tutti gli effetti da anni.
Non so, magari è l’ansia per i preparativi, o forse perché un mio “caro amico” non è ancora venuto a farmi visita questo mese? Sarà l’ansia che provoca il ritardo del ciclo… sicuramente. Con la pillola posso stare tranquilla al cento per cento! Sono solo molto stressata e questo mi porta uno scombussolamento totale. Mi auguro solo che non si presenti il giorno del matrimonio, perché sinceramente la cosa mi scoccerebbe parecchio! E’ vero che non sarà la mia prima volta con Akira, però ci tengo a non saltare la prima notte da sposati.
Chissà se ad Akira piacerà il vestito. Lo spero! Credo tema il modello che ho scelto. Gli avevo detto che il mio abito sarebbe stato spettacolare e diverso dagli altri, invece mi sono fatta conquistare dalla semplicità, anche se sono rimasta fedele a non prendere il bianco, che non mi piace per niente.
Nelle ultime due settimane mi sono concentrata sugli esami. Se non li passerò a pieni voti saranno cavoli! Odio essere tra gli ultimi! E se non fosse per il giapponese antico, sarei ancora la prima della scuola! Che rabbia! Stupidissima materia!
Matrimonio ed esami insieme… forse non è stata una buona idea sposarci proprio a cavallo con gli esami, ma ormai abbiamo scelto così.
Comunque, mancano tre giorni al matrimonio e oggi ho la prova del vestito. Non vedo l’ora!
 
- Aiuto, mi sta soffocando! -
- Mi spiace ma non riesco a chiuderlo senza stringere un po’! -
- Ma così morirò! - mi lamento, sentendomi mancare l’aria.
- Tesoro, ma sei ingrassata per caso? - chiede mia madre.
- No mamma. Ho mangiato pochissimo veramente a causa dell’ansia. -
- Mi spiace, ma il corpetto non si chiude bene sul seno. Bisogna allargarlo se vuole entrarci fra tre giorni. - mi informa la sarta.
- Va bene. Ma riuscirà a farcela? - chiedo preoccupata.
- Certo che sì. Non è la prima volta che mi tocca modificare l’abito della sposa prima del matrimonio. Per questo si effettuano diverse prove. - mi rassicura la sarta, prima di andar via.
- Uffa, mi fa male il seno accidenti! Mi stava uccidendo a forza di stringere i lacci del corpetto! - mi lamento con mia madre appena uscite dall’atelier.
Sembrava una scena da cartoon in cui quella dietro ti poggia un piede dietro la schiena per tirare con forza i lacci del corpetto per rendere la figura più magra possibile, strizzando fuori però il seno, tipo damine settecentesche europee.
- Tesoro, ma ti si è gonfiato solo il seno? - mi chiede lei.
- Beh, non saprei. Io non l’ho notato. So solo che mi ha fatto un po’ male negli ultimi giorni, questo sì. -
- Yukiko? - mi chiama pensierosa.
- Sì? -
- Hai avuto il ciclo questo mese? – domanda, prendendomi alla sprovvista.
- Perché me lo chiedi? -
- E’ un no? - insiste lei.
- No, ma… perché… oh no, porca miseria! Non vorrai dire che… - esclamo incredula, intuendo il pensiero di mia madre.
- Il seno gonfio e dolorante, più la mancanza di ciclo danno solo un esito figlia mia… -
- NO!!! Mi rifiuto di crederci mamma! Non può essere! Lo sai che con la pillola è impossibile! Sarà lo stress! Sì, è sicuramente quello! - cerco di dire più a me stessa che a lei.
- Non è meglio toglierci il dubbio comprando un test di gravidanza? - propone lei.
- Ma a che serve mamma. Come ti ho detto è impossibile! -
- Ma noi compriamolo ugualmente, così ci togliamo il dubbio. – sostiene, dirigendosi verso la farmacia seguita a ruota da me, quasi sconvolta.
Dopo aver fatto il test…
- Nooooooo!!! Non può essere! Questo coso à fasullo! Non funziona di sicuro! Aggiustati, cavolo! - urlo disperata, guardando il risultato positivo sul test e scuotendolo come fosse uno dei vecchi termometri al mercurio.
- Non credo figlia mia. Il test è corretto. Anche se lo scuoti il risultato non cambierà. -
- No, no, no, no, no! Non può essere vero! Vado a comprarne altri di marche diverse! Di sicuro questo non è buono! Torno subito! - sbraito precipitandomi in farmacia a prendere altri due test, entrambi di marche differenti.
Test differenti, marche differenti, risultato… identico! Sono incinta! Non può essere. Non ora! Ma perché proprio adesso che tutto andava bene? Ma è una congiura questa?    
- Domani andiamo dal medico cara. Per oggi non prendere la pillola o potrebbe essere rischioso, ok? - mi avvisa mia madre.
- Ok… - rispondo triste e sconsolata.
Questa era l’ultima cosa che mi serviva proprio adesso!
 
 
***********************
 
 
Accidenti sono nervoso! Domani sposerò Yukiko! Finita la cerimonia di assegnazione dei diplomi andremo a sposarci. Non mi sembra vero!
Ovviamente Yuki è stata promossa con voti altissimi, ben 98 centesimi. Se non fosse per il giapponese antico avrebbe avuto 100 su 100. Ma non può proprio lamentarsi. Certo riesce difficile a tutti capire come mai Yukiko vada male proprio nella mia materia, invece che il contrario. È un mistero inspiegabile, o semplicemente una casualità che odi proprio la materia che insego io.
- Professore Yamada! - mi chiama il preside.
- Buongiorno signor preside. Posso esserle utile? -
- Volevo solo farle gli auguri per domani. -
- Come mai? Domani non sarà presente al matrimonio? -
- Eh no, mi spiace. Partirò con mia moglie per festeggiare il nostro quarantacinquesimo anniversario di matrimonio. - mi spiega lui.
- Ah, davvero? Che coincidenza che vi siate sposati anche voi il giorno che corrisponde alla chiusura dell’anno scolastico. -
- E’ una coincidenza che quest’anno capiti esattamente lo stesso giorno dopo quarantacinque anni, ma non è una coincidenza che abbia sposato mia moglie appena finite le superiori. Io ero il suo insegnate. - mi rivela, lasciandomi sorpreso.
- Davvero? -
- Eh già. Ma al contrario suo e della sua ragazza, io e mia moglie ci siamo conosciuti proprio come insegnante e alunna. È stato un amore tormentato il nostro, soprattutto dalle nostre famiglie che si opponevano. Ma io me ne infischiai e la sposai appena finita la scuola, anche contro il volere delle famiglie, costrette ugualmente ad accettare la cosa. Anche per questo capisco ciò che avete passato voi due. Sa professore, nella vostra storia ho rivisto in parte la mia. Devo ringraziarvi, perché questo mi ha fatto apprezzare nuovamente i sacrifici fatti da me e mia moglie per stare insieme. Per questo, quest’anno, ci concediamo una vacanza. – spiega lui, lasciandomi sorpreso.
- Ne sono veramente felice signor preside. E mi creda, capisco bene a cosa si riferisce quando parla di sacrifici. Ma come si dice “tutto bene ciò che finisce bene”! - credo di aver preso il vizio di Yukiko per i proverbi.
- Vero. Faccia gli auguri anche alla sua bellissima sposa. E mi raccomando di tenere per sé le mie confidenze. – raccomanda, andandosene sorridendo sornione.
Hai capito il vecchietto? E bravo!
 
Arrivato a casa, tristemente da solo perché Yukiko è fuori con sua madre non ho capito a fare cosa, trovo un messaggio in segreteria. Chi sarà?
- “Ciao Akira. Sono io, Eiji. So che sono l’ultima persona che vorresti sentire, però mi è giunta voce che ti sposi. Ne sono davvero felice. Credimi. Ci tenevo a farti gli auguri perché finalmente credo tu abbia trovato la persona giusta per te. So di chiederti troppo, però mi piacerebbe poterti fare gli auguri stringendoti personalmente la mano dopo tanti anni. Nella speranza che tu possa accettare, ti aspetto oggi pomeriggio al BabyMoon, il vecchio locale dove ci riunivamo da ragazzi io, tu, Masumi e… ”lei”. Beh… ciao. Spero di vederti.”-
Eiji? Dopo quasi dieci anni vuole rivedermi? Ma come può chiedermelo dopo quello che ha fatto? Anche se a ben pensare, forse mi ha fatto solo un favore, o adesso sarei sposato con serpe di Kyoko.
Che devo fare? Ignorare il messaggio e cancellarlo, oppure mettere una pietra sul passato e andarci? Ho deciso… ci vado! Voglio proprio vedere com’è cambiato in questi anni e se dopo essersi fatto la mia ex si è almeno pentito.
Raggiunto il locale, lo trovo seduto ad un tavolo con una bambina in braccio dai lunghi capelli neri, intenta a mangiare un gelato. Chi sarà?
- Akira? Sei venuto! Non ci speravo più! Ciao amico! - esclama alzandosi e allungandomi la mano, che di istinto stringo.
Dopo dieci anni rivedo quello che per me è stato più di un fratello. Siamo cresciuti insieme. Mai avrei detto che una donna ci avrebbe diviso. Che strana sensazione di nostalgia essere in questo locale con lui.
- Ciao Eiji. Come te la passi? – chiedo, sedendomi di fronte a lui e la bambina.
- Insomma, sono stato meglio. Ti presento mia figlia Ayumi. – dice, presentandomi una bambina di circa quattro o cinque anni. Davvero graziosa.
- Ciao signore! - mi saluta lei.
- Ciao Ayumi. Lo sai che sei proprio carina? - le dico sorridendo, osservando il suo viso tutto impiastricciato di gelato al cioccolato. Che carina che è! Amo i bambini!
- Sai, è figlia… sua. – m’informa, abbassando lo sguardo.
- Sua? Intendi Kyoko per caso? - domando come paralizzato.
- Sì. Abbiamo avuto una breve relazione cinque anni fa. Lei è rimasta incinta. Voleva abortire ma non gliel’ho permesso. Dopo il parto mi ha lasciato la bambina e si è dileguata dalla circolazione. - mi spiega, guardando la figlia che mangia ancora il suo gelato allegra.
- Ah… - rispondo solamente, lasciando cadere il silenzio, quando è lui a riprendere il discorso.
- Mi spiace per quello che è successo con lei quando stavate insieme. Credimi! Ma io ho sempre amato Kyoko. È più forte di me. La amo anche adesso che ha abbandonato sua figlia. È stato così dal primo giorno che me l’hai presentata come tua amica. Avevo solo quindici anni, ma già sapevo che era la donna che avrei voluto amare per la vita. Oggi ne ho trenta e penso ancora la stessa cosa. Lo so, sono un vero idiota, ma non riesco a comandare il mio cuore. - racconta triste.
- Non sei tu l’idiota! E’ lei che è una stronza! La colpa è tanto tua quanto sua. Se mi avesse amato non sarebbe venuta a letto con te. Ancora oggi mi chiedo di chi potesse essere il figlio che ha perso. -
- Era mio. - mi rivela, sconvolgendomi.
- Tuo? Allora lo sapevi? -
- Me lo ha confessato dopo la nascita di Ayumi. Mi ha anche detto di essere venuta da te, ma che l’hai cacciata via malamente e che la tua fidanzata l’ha picchiata. -
- In pratica è venuta a frignare da te. Ti ha anche detto il perché la mia fidanzata l’ha picchiata? -
- Sì. Mi ha detto di averti confessato di aver perso il bambino di proposito. Cosa che io sapevo dall’inizio. Per questo ti dissi della relazione che avevamo avuto. Io amavo Kyoko ma non potevo permettere che lei ti prendesse in  giro in quel modo. Eri comunque il mio migliore amico. -
- Di questo te ne sono grato o adesso sarei sposato con quella serpe con l’inganno. Diciamo che nel male hai fatto bene. Domani mi sposo con una donna stupenda. Kyoko non vale nemmeno un’unghia della mia ragazza. Io ci ho guadagnato. Quello a cui è andata peggio sei stato tu. Come hai fatto a crescerla da solo? - chiedo guardando la bambina.
- Con tanti sacrifici, ma non ne sono pentito. Amo questa piccola peste e non potevo permettere che Kyoko uccidesse anche lei. E’ la mia forza. -
- Eiji, vedi di scordarla una volta per tutte! Rifatti una vita con una brava ragazza che ami te e tua figlia. Anche io amavo Kyoko, ma quando ho capito com’era l’ho mandata all’inferno! -
- Credo tu abbia ragione. Spesso Ayumi mi chiede perché lei non ha una mamma come le altre bambine ed io mi trovo costretto a mentirle. In questi anni ho sempre sperato che lei cambiasse idea e venisse a vedere sua figlia, ma invano. -
- E non lo farà mai. E’ una donna egoista e fredda, che non sa cosa sia l’amore. -
- Papà ho sonno! - ci interrompe la piccola, assonnata e stropicciandosi gli occhi.
- Ok tesoro, adesso andiamo a casa. Prima papà deve salutare il suo amico. -
- Va bene… -
- Akira, mi ha fatto davvero un immenso piacere rivederti. In questi anni ho pensato tanto a te e alla nostra amicizia. Mi sono pentito ogni singolo giorno di averti tradito. Spero che tu sia riuscito a perdonarmi. -
- Perdonare la trovo una parola grossa. Ti sei comunque portato a letto la mia ragazza, tradendo la mia fiducia. Comunque diciamo ogni tanto un gelato al cioccolato potremo anche venire a prenderlo qui, vero Ayumi? - le dico facendole una carezza sulla testa.
- Sìììììì!!! Mi piace il gelato! - esulta lei felice.
- Ti ringrazio amico. E auguri per domani! Sii felice! Te lo meriti. -
- Grazie! – lo saluto, tornando a casa.
Una figlia… Eiji ha avuto una figlia da Kyoko. Quella maledetta, trovando le porte chiuse da me è andata da lui per farsi consolare. Oltretutto, quello che aspettava non era neanche mio figlio. Un po’ lo immaginavo, ma ne avevo il dubbio. Pensavo che almeno in questo fosse sincera.
Che stronza! Donna perfida. Mi fa quasi pena Eiji. Ha sempre amato quella sgualdrina con tutta l’anima. In questo lo capisco perché è lo stesso amore che io provo per Yukiko, però c’è un limite a tutto!
 
 
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- Wow! Davvero ha avuto una figlia e l’ha mollata al tuo ex amico? – chiedo sorpresa, mentre pettino i capelli prima di  mettermi a letto.
- Già. Quella donna è peggiore di quello che credessi. Per anni ho pianto un figlio che nemmeno era mio. Che essere spregevole. - dice mentre si spoglia.
Ma se quello con Kyoko non era suo figlio, questo che aspetto io è… il suo primo figlio? Non me l’aspettavo! Ho sempre pensato che quello che avrebbe avuto con me sarebbe sempre stato il secondo, anche se in effetti quello con Kyoko non è mai nato, quindi sarebbe stato comunque il primo. Però, sapere che il primo figlio che ha generato, sangue del suo sangue, è quello con porto in grembo io, mi rende tremendamente felice!
Oggi il ginecologo ha confermato la gravidanza e tutto sembra essere a posto. Mi ha anche dato il permesso di fare il viaggio. Ho intenzione di dirlo ad Akira come regalo di nozze, quindi per adesso non gli dirò nulla. Quando lo farò sarà al settimo cielo. Non riesco a fare a meno di sorridere al pensiero, cosa che lui nota.
- Perché sorridi? -
- Eh? Ah no niente tesoro, sono felice per domani! Quel Eiji ti ha fatto un favore in fondo, no? Adesso hai me! – rispondo, stendendomi accanto lui e accoccolandomi al suo petto.
- E’ vero. Infatti gli sono grato per questo. Avrò la moglie più bella, dolce e cucciola di tutti! – afferma, baciandomi la testa.
- Non chiamarmi cucciola! -
- Ok amore. Buonanotte. - risponde stringendomi forte.
- Buonanotte tesoro. -
 
La mattina a scuola passa con una velocità incredibile. Appena terminata la cerimonia di consegna dei diplomi, ci dirigiamo tutti a casa propria per prepararci al matrimonio. Verrà praticamente tutta la scuola. Che emozione!
Il parrucchiere mi sistema il trucco e i capelli, poi fa lo stesso con mia madre, Ryoko e le mie damigelle. Per quelle tre pazze ho scelto infine un abito normale e non orrendo come volevo. Non voglio sfigurare con niente il giorno del mio matrimonio.
- Yukiko sei bellissima figlia mia! - esclama mia madre, piangendo dopo avermi vista con l’abito.
- Grazie mamma. Tu dici che Aki ne sarà felice di lui? - chiedo preoccupata, accarezzandomi  la pancia ancora abbastanza piatta, per fortuna.
- Sarà al settimo cielo! Ne sono sicura. -
- Lo spero mamma! - rispondo abbracciandola.
- Yukiko è ora di andare! - mi chiama Ryoko.
Quando siamo tutti pronti ci dirigiamo alla chiesa. Avendo scelto un matrimonio all’occidentale, mio nonno si è un po’ risentito, perché sperava di vedermi col classico kimono in un tempio shintoista, ma quando mi ha vista col vestito da sposa che ho scelto, si è messo a piangere come un bambino per l’emozione.
I ciliegi in fiore mi fanno da sfondo mentre scendo dall’auto e avanzo verso la chiesa, dirigendomi accompagnata da mio nonno all’altare.
Oggi è il gran giorno finalmente! Diventerò la moglie di Akira. Dopo tanti problemi, pianti, incomprensioni, segreti e litigi… ce l’abbiamo fatta. Abbiamo vinto noi!
Akira è lì che mi aspetta e mi guarda sorpreso. Non si aspettava un abito semplice come questo. Per giorni mi ha fatto domande per sapere almeno il colore. Quando gli ho detto che non era bianco ha cominciato a scervellarsi per indovinare il colore. A tutto ha pensato, meno che al semplice avorio lucido. Niente fronzoli colorati o strambi. Il che mi sembra lo renda parecchio felice data l’espressione dipinta sul suo volto.
Arrivata al suo fianco mi prende la mano, baciandomela dolcemente.
- Sei assolutamente splendida! Molto più che nei miei sogni! - sussurra piano.
- Grazie. - rispondo imbarazzata.
Il sacerdote comincia la cerimonia. Dopo lo scambio degli anelli e delle promesse, e dopo aver firmato il registro, siamo finalmente sposati!
- Con il potere conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa. - alle parole del sacerdote, segue un lungo applauso dei presenti.
Mio marito, appena divenuto tale, mi accarezza la guancia, si avvicina al mio viso e mi bacia.
- Ti amo signora Yamada! - sussurra dolcemente.
- Ti amo anch’io! – rispondo commossa, sentendomi chiamare così.
- Ehi, è così terribile essere mia moglie che già piangi? – dice scherzando, asciugandomi le lacrime coi pollici.
- Stupido! Piango per l’emozione! Aspettavo da tanto questo giorno. -
- Anche io. Dai, ora andiamo, ci stanno guardando tutti. – sussurra, rivolgendo lo sguardo agli invitati che ci guardano incuriositi
- Sì, andiamo. - rispondo felice, prendendo il braccio che mi porge e incamminandoci fuori dalla chiesa.
 
 
******************
 
 
E’ stata una cerimonia splendida e Yukiko era magnifica fasciata in quell’abito. L’ho osservata estasiato per tutto il tempo. Ho immaginato tutti gli abiti possibili, ma non ho mai pensato ad un abito semplice. Mi ha davvero stupito.
Dopo il piccolo rinfresco, in cui molte mie alunne mi chiedevano di ballare, siamo andati al ristorante. Finito anche quello, siamo andati in albergo. Per stanotte ci fermiamo qui e non a casa nostra. È da qui che prenderemo il taxi per andare in aeroporto a prendere il volo per l’Italia.
Yukiko è emozionata come una bambina. È bello vederla così radiosa finalmente, dopo anni di sofferenze. La vedevo soffrire quando la domenica restavamo a casa perché non potevamo permetterci di fare un giro, o andare anche a prendere un gelato insieme. O quando in classe non poteva guardarmi. Le pesava darmi del lei, lo vedevo. Dovevamo fare sempre tutto di nascosto, ma non potevamo fare diversamente. Finalmente è tutto finito adesso!
Sono parecchio stanco, ma di certo non rinuncio alla nostra prima notte da sposati, cosa che a lei non sembra dispiacere. Il giorno dopo ci alziamo molto presto per prepararci a prendere il taxi e andare all’aeroporto. Entrato in bagno per controllare che quella sbadata non dimentichi qualcosa, noto il suo beauty-case. Dopo averlo preso, noto che dentro al cestino della spazzatura ci sono le sue pillole contraccettive. Forse le saranno cadute? Ammesso siano davvero le sue. Dopo quello accaduto con Ryoko e l’equivoco del test di gravidanza, mi aspetto di tutto!
- E anche questa è fatta. Credo di non dimenticare nulla. – dice chiudendo la valigia.
- Una cosa l’hai dimenticata - le faccio notare, dandole la trousse dei trucchi.
- Accidenti, grazie amore, non l’ho vista! – mi ringrazia, mettendola in valigia.
- Senti Yukiko, mi spieghi perché nel cestino del bagno c’erano queste? – chiedo, mostrandole le pillole.
- Perché non mi servono più amore - risponde semplicemente.   
- Allora ci hai ripensato? Avevi detto di voler aspettare un po’ quando te l’ho chiesto! Sono felice che tu abbia cambiato idea! – esclamo felice.
- Veramente non ho cambiato idea. –
- In che senso? Non capisco. Perché le hai gettate via allora? - chiedo confuso dai suoi giri di parole.
- Indovina… - sorride lei.
Inizialmente non capisco cosa voglia dire. Non ha cambiato idea ma non prende più la pillola? Che significa? Se non la prende, per forza di cose rimarrà incinta prima o poi. A meno che lei…
- Aspetta, non mi dirai che… che tu… sei già… - balbetto incredulo per ciò che ho pensato.
- Diciamo che la prossima volta che vogliamo evitare una gravidanza, è bene non assumere antibiotici insieme alla pillola. Il medico ha detto che l’antibiotico ne elimina l’effetto. Io l’ho preso per due settimane a causa del mal di denti e quindi… -
L’antibiotico? Quello di un mese e mezzo fa? Ma allora è davvero incinta! Yukiko è incinta!  
- Akira, tutto bene? - mi chiama lei, notando la mia mancanza di reazioni. Ma non me l’aspettavo proprio così all’improvviso! – Aki, senti, lo so che forse è ancora presto, ci siamo sposati ieri, ma ormai non… -
- E’ la notizia più bella che tu potessi darmi! Sono così felice Yukiko! Diventerò padre! Avremo un bambino! Ti rendi conto? Un piccolo marmocchio che sgambetterà in giro per casa mettendo tutto in disordine e strillando a tutte le ore della notte! E’ magnifico! - la interrompo, abbracciandola entusiasta alla sola idea di tenere mio figlio tra le braccia.
- Sei felice Aki? Dall’espressione che avevi prima non sembrava. -
- Per forza! Non me lo hai certo detto con dolcezza! Anzi, se non ti avessi chiesto delle pillole nel cestino, quando me lo avresti detto? E da quanto sai di essere incinta? -
- Te lo avrei detto oggi, con più calma. L’ho scoperto tre giorni fa. Avevo un ritardo, così, più per gioco che per altro, ho fatto un test di gravidanza che però è risultato positivo. Non credendoci ne ho fatti altri due, anch’essi positivi, così sono andata dal medico, che mi ha spiegato la faccenda dell’antibiotico. Non volevo crederci neanche io all’inizio. -
- Avresti potuto dirmelo prima! Pazienza, l’importante è che vada tutto bene. Però, non credi sia meglio rimandare il viaggio? Potrebbe essere stancante. -
- Non ci penso neanche! Sto benissimo! E poi tra qualche settimana potrebbero cominciare le nausee, quindi voglio godermi adesso il mio viaggio di nozze e gli ultimi giorni di tranquillità che mi rimangono prima di cominciare a vomitare ad ogni passo che faccio. -
- Esagerata! Chi ti dice che sarà così? -
- Le gravidanze di mia mamma sono state così. Quelle di mia nonna materna idem. A rigore di logica è ereditario. -
- Che sciocchezza! Comunque, se te la senti di partire è meglio che andiamo, o si farà tardi per andare all’aeroporto. -
- Sì sì, certo che me la sento! Per me possiamo andare! – esclama elettrizzata.
- Ok! Allora su mammina, il taxi è giù che ci aspetta da mezz’ora ormai! – la informo, avviandomi fuori dalla stanza con le valigie in mano.
- Eccomi tesoro! - dice raggiungendomi.
 
 
 
 
< < - “E da qui si ritorna ai giorni nostri, miei cari lettori!” - > >
< < - “Amore, credo lo abbiano capito da soli, non credi?” - > >
< < - “E io ho voluto farglielo notare! Problemi Akira?” - > >
< < - “No, no! Cavolo che caratteraccio che hai ultimamente!” - > >
< < - “Sono gli ormoni! Non rompere!” - > >
< < - “Quanta pazienza! Dai, lasciamo continuare ai lettori la storia in santa pace. E’ ora di ritornare in Giappone. Il viaggio qui in Italia è finito.” - > >
< < - “Non me lo ricordare! Che depressione! Mi mancherà l’Italia! E’ un posto così bello. Un po’ troppo abbandonato a livello monumentale però. Ho visto delle rovine antiche abbandonate al degrado. E’ un vero peccato che delle belle cose come quelle vengano trascurate così. Molti paesi ucciderebbero per delle opere d’arte come quelle che esistono in Italia.” - > >
< < - “Non essere polemica cara. Queste cose non riguardano noi, ma il popolo che vi abita.” - > >
< < - “E tu non credi che anche agli italiani non dispiaccia vedere una città antica come Pompei cadere a pezzi perché non c’è nessuno che se occupi?” - > >
< < - “Vuoi andare dal loro Presidente a chiederglielo Yukiko?” - > >
< < - “No! E non prendermi in giro Akira! Io sono seria! Comunque andiamo su. Il volo è previsto per le 16 . Si ritorna a casa!” - > >
 
 






 
Io polemica? Ma quando mai XD figuriamoci se c’erano frecciatine in un semplice testo scritto per passare il tempo :3 Pompei è così bella (era)
Comuque sia, il prossimo sarà l'ultimo capitolo ^_^ e pensare che avevo abbandonato questa storia perchè non la seguiva nessuno ^^' invece ho ricevuto richieste di riprenderla, quindi che dire... GRAZIE DI CUORE a chi ha voluto leggere questa storiella senza pretese ^_^ in effetti credo sia la storia più tranquilla che abbia scritto ^^' 
Ci leggiamo al prossimo capitolo :*
Baci Faby <3 <3 <3 <3 
 
   
 
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