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Autore: Nousa    18/04/2016    0 recensioni
Al momento so solo che questa storia parla di un gruppo di amici diversi tra loro, ma uniti più che mai. Sicuramente parla d'amore, amicizia, fantasia e tanta voglia di vivere. Magari più avanti cambierò l'introduzione, ma ora vi basti sapere che scrivo per me, per i miei amici e per voi se volete divertirvi con noi.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Capitolo I


 

Alle 7 del mattino, quando diversi giovani si preparavano a gustare un'abbondante colazione per affrontare al meglio la giornata, davanti al viso sconvolto di Davina si ergeva una tazza di Winnie the Pooh stracolma di Rum. Con gli occhi fissi nel vuoto, meccanicamente si portava la tazza alle labbra, ad ogni singolo pensiero cupo seguiva un sorso, finchè non scesero Lauren e Jacob che la guardarono la prima con compassione, il secondo con un ghigno malefico.

“ Dave, non puoi bere rum a quest'ora. Abbiamo letteratura inglese tra 2 ore.” Lauren si avvicinò all'amica e con molta calma le staccò la tazza dalle mani e ne buttò il contenuto nel lavandino.
“ Oggi...” Davina pronunciò la prima parola della giornata e quasi si sentì svenire.

“ Sì, è proprio oggi. Anzi, dovrebbero essere già qui.” Disse allegramente Jacob versandosi il latte nella tazza. Davina lo guardò stralunata, sapeva che provava gusto nel vederla soffrire, l'aveva sempre saputo eppure ancora non aveva provato ad ucciderlo quel dannato migliore amico che si era ritrovata. Lentamente girò il capo verso Lauren, l'unica veramente degna di amore e devozione, che alzò le spalle e cercò di consolarla.

“ Tesoro, anche se vengono a vivere qui non vuol dire che dovrai badare a tutte loro. Sono adulte e avranno il tuo stesso desiderio di essere indipendenti.” Le poggiò una mano sulla guancia sedendosi sul bordo del tavolo.

Davina era sempre più sconvolta. Solo una settimana prima aveva scoperto che la sorella di 19 anni si sarebbe trasferita lì insieme alle migliori amiche. Avrebbero studiato nella sua stessa città, avrebbero vissuto nella sua casa, avrebbero mangiato sul suo stesso tavolo. Ma soprattutto. Hope avrebbe fatto la matta proprio vicino a lei. Per quanto potesse cercare di convincerla Lauren, Davina sapeva che avrebbe dovuto prendersi cura di tutte e tre le ragazzine. Pronta ad asciugare lacrime, spezzare braccia, pulire vomiti, rimboccare coperte... Era la sua fine. Aveva vissuto 2 anni in pace assoluta e ora... I suoi pensieri furono interrotti dal campanello che suonava e dalle inconfondibili risate delle sue pesti. Sì, perchè lo erano tutte. Sue. Si ricordò della prima volta in cui una ragazzina rossa e piena di lentigini ed una moretta col caschetto entrarono piene di vita in casa sua con la sorella appena undicenne.

“ Queste sono le mie migliori amiche per sempre.” Annunciò fiera Hope, e così fu per tanti anni.

Davina ne aveva 13 e non passò un giorno senza che lei entrasse involontariamente nel ciclone delle pesti, ma nonostante tutto se ne prese cura. A volte a suon di sberle. Ma altre anche con carezze e parole consolatorie nel buio della notte. Sorrise al pensiero, ma era anche contenta dalla totale spensieratezza che le procurava la vita da universitaria. Ripensò a tutte le follie compiute dalle ragazzine e si rintanò sotto il tavolo.

“ Non aprite! E' il diavolo reincarnato in tre ragazzine.” Urlò dalla sua postazione.

Lauren alzò gli occhi al cielo e sorrise. Si era proprio scelta la migliore amica più schizzata sulla faccia della terra. Aprì la porta, dato che Jacob non si mosse minimamente tanto era concentrato sui suoi cereali, e la prima che vide fu Hope. La piccola le saltò addosso con un sorriso vero e splendente.

“ Lauriieeee!!! Mi sei mancata tantissimo! Dovevi mollare quella stronza di Dave e venire almeno per qualche giorno a casa. E' assurdo restare rinchiusi qui anche d'estate.”

Quando si staccò Lauren ebbe la forza e l'ossigeno necessario a rispondere.

“ Lo sai che lavoriamo e poi dovevamo studiare. Tornare a casa ci avrebbe solo tolto tempo prezioso.” Le accarezzò una guancia e pensò ancora una volta a quanto fossero diverse Hope e Dave. La prima aveva la pelle olivastra, capelli ricci e neri e due occhi color cioccolato, mentre la seconda aveva capelli leggermente mossi, occhi blu e pelle bianchissima. Sorrise alla vista delle due migliori amiche. La prima ad abbracciarla fu Destiny, con i suoi riccioli neri e gli occhi verdi riusciva a rasserenarti con un solo sorriso.

“ Lauren! Ho portato una torta e dei muffin fatti in casa per la colazione!”

Jacob alzò lo sguardo alla ricerca di cibo, ma ebbe comunque il buon gusto di salutare prima le amiche di vecchia data nonché nuove coinquiline.

“ Ciao, ragazzine. Destiny, accomodati pure qui accanto a me.”

“ Possibile che la tua gentilezza dipenda sempre da qualche interesse personale?” Chiese una voce altezzosa e chiara. Lilac si avvicinò a Lauren, si tolse gli occhiali da sole e senza smettere di guardare male l'amico approfittatore abbracciò la bionda.

“ Ancora non te ne sei fatta una ragione, ragazzina?” Chiese Jake ingozzandosi già di torta alle mele.

“ Odio interrompere le vostre solite discussioni, ma sono certa che vi rifarete del tempo perduto. Dov'è Davina?” Chiese Hope interrompendo quello che era il solito battibecco dei due. Si guardò in giro e notò una zampa di elefante sbucare da sotto il tavolo.

“ Dave, perchè sei sotto il tavolo?” Chiese Lilac posando la borsa sul divano e sistemandosi gli occhiali tra i capelli.

“ Rimando l'incontro col diavolo.” Si sentì rispondere.

“ Davina, vieni fuori per piacere.” Le ordinò pacatamente Lauren sistemando i muffin su una teglia colorata.

Richiamata dalla realtà la ragazza prese coraggio e non senza qualche difficoltà, uscì dal suo nascondiglio. Guardò la sorella con finto timore, ma alla fine prevalse la mancanza che aveva di lei.

“ Vieni qui, piccola peste.” Aprì le braccia e accolse il suo piccolo animale, sentì il suo inconfondibile odore di pesca e si perse nei ricordi della loro infanzia. Le accarezzò i riccioli neri, quelli che da bambina tanto odiava, perchè uguali a quelli della madre. Hope era la sua fotocopia mentre Davina aveva preso tutto dal padre. Quanti litigi, per colpa degli occhi scuri a mandorla che lei non aveva ereditato. Sorrise. Dopo anni continuava a desiderare di essere la degna figlia di sua madre, aveva scelto la sua stessa facoltà, era studiosa, educata. E poi c'era Hope che con quella stessa madre continuava a litigarci senza sosta, ma tanto sapeva che era fatta così. Testarda. La sua testarda.

“ Dave! Lo so che volevi stare da sola almeno all'università, ma ti prometto che non ti daremo pensieri.” Hope guardò intensamente la sorella cercando di convincerla con uno dei suoi soliti sorrisi magnetici.

Avevano vissuto per 17 anni nella stessa casa e poi la sorella, un' odiosa certezza della sua vita, se n'era andata lasciandola sola con una madre troppo protettiva ed un padre con cui non sentiva di avere nessun legame. Sapeva che Davina non avrebbe fatto i salti di gioia vedendola arrivare lì, ma così era sua sorella. Melodrammatica e cinica. C'era un motivo se si era sempre trovata bene con Jacob.

La sorella maggiore si finse ancora scocciata tenendo ancora stretta tra le sue la mano di Hope.

“ Non fare promesse che non puoi mantenere. E adesso sbrigati, mangia qualcosa e poi vi faccio vedere la casa.” Si misero tutti a tavola a chiacchierare. Ovviamente Jacob si occupò solo delle prelibatezze portate da Destiny e Davina ogni tanto fingeva di cercare qualcosa nel mobiletto accanto al frigo, sapevano tutti che continuava a bere qualche sorso di rum casualmente dopo ogni racconto delle avventure di sua sorella.

“ Jake, mostra la casa alle ragazze, noi ci prepariamo e usciamo. Pesti, non distruggete la casa, gentilmente.” Si raccomandò Lauren trascinando via Davina dalla cucina.

Jacob si alzò pieno e soddisfatto dalla sua sedia e cominciò il giro turistico.

“ Allora, come vedete dall'ingresso potete andare a destra e finire in cucina, oppure a sinistra e finire in salotto. Lì accanto alle scale c'è un piccolo ripostiglio mentre questa è la porta del bagno. Di sopra ci sono in tutto quattro stanze, 3 doppie ed una singola, ma in realtà Dave e Laurie si sono spostate nella doppia vuota più piccola e vi hanno lasciato la loro stanza in cui hanno aggiunto un letto in più e adesso è una tripla. Ogni stanza ha il suo bagno, ma essendo voi in 3 potete anche usare quello della singola accanto. Per le pulizie facciamo i turni, quindi nel pomeriggio già troverete i vostri nomi segnati sulla lavagnetta accanto al frigorifero. I vostri bagagli sono arrivati ieri e li ho messi tutti in stanza. Altro da dire? Ah, non gironzolate nude per la casa, i nostri amici tendono ad entrare senza bussare e non vorrei doverne picchiare qualcuno per difendere il vostro onore. Tutto chiaro?”

Le tre ragazze si misero in fila ed in coro, con voce grossa, risposero: “Sissignore.”

Jacob le guardò in silenzio e si girò per salire le scale borbottando qualcosa sulla stupidità di certe “oche”.

 

“ Hope, mi passi la busta con le foto?” Le disse Destiny finendo di sistemare i libri sulla scrivania

“ Le ho messe nella borsa di Lilac.”

Lilac passò la busta blu all'amica ed insieme si misero a terra a guardarle. Raffiguravano gli anni più belli delle loro vite. Il primo viaggio insieme, i compleanni, le feste, i pigiama party, le vacanze al mare. Non mancava nulla. In quasi tutte le foto comparivano Dave, Lauren e Jacob. Erano sorridenti, spensierati ed uniti. Una famiglia. Quella che loro stessi si erano scelti per condividere gioie e dolori non avendo mai paura di essere giudicati o abbandonati.

“ Sono le foto più belle di sempre.” Disse Destiny incantata.

Hope la abbracciò con un sorriso ebete stampato sulla faccia e l'amica non potè che ricambiare con tutto l'affetto possibile. Lilac si finse indignata dall'esclusione e le altre le saltarono addosso urlando e starnazzando come solo loro sapevano fare. Sentirono Jacob urlare di fare silenzio e scoppiarono a ridere ricadendo a terra vicine e serene.
Si rimisero al lavoro finchè ogni parete non fu abbellita da foto, ricordi e gli scaffali pieni di roba strana riciclata. In realtà erano tutte le creazioni colorate di Destiny regalate agli amici per i compleanni. Hope si alzò dal letto nonostante lo sfinimento e disse:

“ Ragazze, ma ci pensate? Siamo all'università... Vita, feste, alcol a fiumi, bei ragazzi...”
“ E studio. Tanto.” La interruppe Destiny.

“ Pensiamoci a tempo debito.” Continuò Lilac

“ Ovvero, subito. Oggi danno gli orari delle matricole, me l'ha appena scritto Dave” Jacob le interruppe con ancora il cellulare in mano. Destiny cominciò a sistemarsi il trucco e a riflettere su quali scarpe mettere. Con uno sbuffo le altre due si alzarono e si prepararono con l'amica. Le giornate erano ancora abbastanza calde, la gente ancora girava con il costume sotto i vestiti per poter approfittare di una nuotata veloce dopo il lavoro o lo studio. Le ragazze, naturalmente, non erano da meno.

Quando scesero trovarono Jacob intento a rileggere degli appunti sul ripiano della cucina. Appena le sentì arrivare alzò lo sguardo e contemporaneamente chiuse il quaderno azzurro.
“ Quando hai l'esame?” Chiese dolcemente Destiny.
“ Domani, ma mi sento abbastanza tranquillo e no, non puoi venire ad assistere.” Anticipò l'amica.
Jacob non era il massimo della dolcezza, non saltava di gioia se doveva passare una giornata intera con quelle ragazze e in linea di massima non sopportava l'idea di doverle consolare in caso di tristezza improvvisa. Ma era fedele e, nonostante tutto, sempre e comunque presente. Si era trovato trascinato in quel mondo di sole donne fatto principalmente di pianti improvvisi, shopping compulsivo, sentimenti eccessivi e non smetteva mai di lamentarsene, però non si allontanò mai da tutte loro da quando per la prima volta Davina, la sua ormai migliore amica per eccellenza, lo invitò a pranzo nella propria casa.

“ Volete un passaggio o ce la fate ad arrivare sane e salve alla meta?” Chiese ghignando.

“ Credo che faremo l'autostop qui davanti finchè non si fermeranno dei bei maschioni disposti ad accompagnarci e magari intrattenerci.” Rispose scherzando Hope facendo scoppiare a ridere Jacob.
“ Solo un esorcista potrebbe fermarsi alla tua vista, peste.” Ignorando l'espressione infastidita di Hope, il ragazzo prese le chiavi dell'auto appese accanto alla porta e uscì.
“ Sbrigatevi prima che cambi idea e vi lasci girovagare da sole per la città.” Lo sentirono urlare da fuori e si affrettarono a seguirlo, pronte a vivere questa nuova avventura. Insieme.

 

  
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