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Autore: Akeryana    18/04/2016    3 recensioni
Chi ci vuole fermare, chi darà la vita per aiutarci.
Non importa dove arriveremo, importa solo che fino a che avremo vita lotteremo per la nostra causa.
Io, le mie due amiche, i miei due migliori amici e la mia amata lottiamo per il pacifismo tra umani e vampiri, per vivere felici.
Io sono Leon Vergas, l'ultimo Sangue Puro rimasto, e nessuno mi potrà fermare.
P.S Per leggere questa storia dovete prima aver letto "Non possiamo tornare come prima, non importa se mettiamo da parte i nostri peccati"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Francesca, Leon, Ludmilla, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le storie di vampiri e umani'
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Cosa sono io?

 
Non posso guardare altrove
Da tutto questo dolore
In un mondo che abbiamo creato noi.


La mattina dopo SOLO i vampiri tornarono dal padre di Francesca per cercare di far tornare Leon normale, già aveva combinato abbastanza guai per Diego, che la sera prima era rimasto sorpreso, molto meno di Violetta questo era certo, ma quanto bastava per desiderare il Leon adultò più della sua umanità perduta. 
Si, avevate capito bene... Lui molte volte ripensava a quel periodo da bambino quando suo padre e lui erano tanto uniti, quando lo teneva sulle sue gambe e mentre lui giocava Gregorio si divertiva a vederlo dare sfogo alla sua immaginazione. 
Purtroppo... Dopo la trasformazione tutto era cambiato, dove era finito quel bambino che giocava coi pupazzetti? Quello che si divertiva a salire sul tavolo, nascondersi sotto al letto, fare finta che la casa fosse un percorso ad ostacoli pur di non fare il bagno? Si era perso nel tempo, nel sangue delle sue vittime, che potevano aver commesso anche loro atrocità ma potevano essere anche innocenti. Il pensiero di tutte quelle vite innocenti e sopratutto... Quello di aver reso orfana l'unica donna che avesse mai amato, lo tormentavano nel senno, ogni sera immaginava la sua Francesca assalita da quegli spettri solo per vendicarsi di lui. 
La sua Francesca... Era felice? No, Diego ne era convinto, ma non poteva più tenerle il broncio, sapeva bene cosa si provava all'inizio, un misto tra paura e sete, una sete atroce, di quelle che ti bruciava la gola, come se fossi stato in un deserto, sotto il solce cocente per mesi, giorni. 
Le andò vicino, dato che ancora non erano arrivati e le prese la mano senza dire nulla. Lei lo guardò inizialmente confusa, ma poi sorrise, comprendendo che l'aveva perdonata, e intrecciò le dita con le sue. Chiaramente non era ancora risolto, ne dovevano discutere bene, e questo rendeva nervosa la vampira, cosa che non sfuggì a lui. Ma bastò una frase per calmarla e farle capire che lui non era più arrabbiato.
<<  Dopo, appena torneremo al rifugio, ti aiuterò io a placare la tua sete.  >>  
Fran sorrise per qualche istante, ma il suo sorriso svanì quando videro, ad attenderli davanti la porta del rifugio dei cacciatori, c'era il padre di Fran. 
<<  Sparite!  >>  tuonò la sua voce decisa e dura  <<  Se volete lo scontro lo avrete, ma dobbiamo prepare le armi, almeno che voi non vogliate ucciderci mentre siamo indifesi. Non mi sorprenderebbe!  >>  
<<  Papà... Vogliamo solo parlare.  >>  fece un passò avanti Francesca, che guardò l'uomo fisso e, per la prima volta dal giorno in cui erano stati separati, lui la guardò.
<<  Tu sei... Come tua madre, prima che lui...  >>  guardò Diego con disprezzo, disgusto  <<  La uccidesse... Perché hai permesso che ti trasformassero?   >>   sospirò abbassando lo sguardo per qualche secondo e poi la guardò di nuovo accennando un sorriso   <<  Vieni con me, figlia mia, saremo di nuovo una famiglia, potremo mascherare questa tua natura, un mio caro amico lavora alla clinica del rifugio, potrà farci avere un pò di sangue, vivrai una vita normale.  >>  allungò la mano verso di lei. 
Fran era pronta a dire un "no" deciso, quando si sentì spingere da dietro verso suo padre, si girò e vide dietro di se Diego.
<<  Vai con lui...  >>  
 
Ogni giorno che ne hai bisogno
Un abito corazzato 
Per proteggerti da ciò 
Che non indovineresti mai.



Nel mentre Violetta era ancora ferma a fissare la foto, seduta sul divano a rimuginare, mentre Leon giocava con alcuni giocattoli donatogli dai vampiri del rifugio. 
Come poteva essere? Quella donna... La madre di Leon era uguale a lei, chissà se era solo una coincidenza, se anche sua madre era simile a lei? Di sua madre non ricordava nulla, era difficile da dire se era simile o praticamente identica a lei, anzi, non lo poteva sapere. Non aveva foto di lei e tanto meno di suo padre, e si stava cominciando a chiedere se avesse fratelli o sorelle e se questi la stessero cercando? 
Ma una piccola manina, posata sulla sua, la distrasse dai suoi pensieri, il suo sguardò si posò su Leon, che aveva un'espressione preoccupata. 
<<  Stai bene?  >>  chiese con la sua vocina tanto tenera.
<<  Si, si grazie piccolo. Scusa stavo pensando a una cosa  >>  rispose sorridendo Violetta mentre lo prendeva in braccio e lo stringeva a se. Lo sguardo del piccolo finì sulla foto sorrise e questo rese felice l'umana  <<  Ti mancano vero?  >>  
Lui la guardò coi suoi grandi occhi verdi e le indicò la mamma  <<  Non vedo l'ora  >>  sorrise ingenuamente, come se Violetta capisse cosa stesse dicendo, ma non era così.
Guardò la foto confusa, soprattutto la figura della donna, ma le sembrava normale, per quanto una donna vampiro madre del suo futuro marito uguale a lei potesse essere normale, fece scendere lo sguardo fino al suo ventre... Gonfio. 
Cosa... Ma allora Leon aveva una sorella?! Perché Leon non le aveva mai detto una cosa del genere? Perché lui non l'ha mai cercata? Forse era morta lo stesso giorno dei suoi genitori? Ma cosa....
<<  Violetta... So che mi perdonerai per ciò che sto per fare  >>  le disse piangendo, anche se aveva il viso coperto dai capelli si capiva, la donna mentre le metteva una mano sulla fronte. 
Violetta si sentì come risucchiata, le sue piccole gambe tremavano, cosa le stava succedendo? 
<<  Vilu, piccola bambina mia, ora sarai felice. Avrai una vita normale.  >>  l'immagine della donna cominciava a diventare sfocata, ma si vedeva bene il sangue colarle dal viso  <<  Non dimenticarmi...  >>  
Tutto buoio...

Violetta scosse la testa e tutto tornò normale, cosa era? Un ricordo? Che quella donna fosse sua madre? Difficile dirlo. Ma allora l'aveva abbandonata di proposito? Cos'era quel sangue? Perché piangeva? E quella frase le rimbombava nella testa "non dimenticarmi...." 
Violetta chiuse gli occhi e chinò la testa per la tristezza e la confusione, cosa c'entrava Leon col suo passato? 
<<  Vilu... Guardami  >>  era la voce di Leon, ma da adulto. 
L'umana aprì gli occhi di scatto e rialzò il capo... La stanza... Il suo Leon... Erano ricoperti di sangue.
Sangue...
C'era sangue ovunque!
Leon le si avvicinò, aveva la bocca e i canini sporchi di sangue, la fece guardare allo specchio, uno specchio che fino a poco fa non c'era... E le sussurrò all'orecchio.
<<  Guardati... Guardaci... Siamo una famiglia.   >>  le sussurrò all'orecchio lui.
Vilu si guardò allo specchio, aveva i capelli lunghi, molto più lunghi di una qualsiasi umana, come quelli di Francesca dopo la trasformazione, con la bocca socchiusa si intravedevano i canini affilati e gli occhi rosso sangue, come quelli di Leon. 
<<  Leon... Mi hai trasformata...  >>  
Ma lui non rispose, le indicò con un gesto del capo un bambino ai loro piedi, che li fissava. Aveva i lineamenti del viso uguali a Leon, i capelli come Violetta e gli occhi... Rossi, come li avevano in quel momento anche loro due. 
<<  Mamma  >>  aprì le braccia il piccolo per farsi mettere sul divanetto con i suoi genitori. Leon lo prese con un braccio e lo fece distendere tra lui e Violetta mentre stringeva entrambi. 
Cos'era? Una visione del futuro? Una sorta di altra realtà? Come c'era finita? Forse queste domande potevano lasciare spazio alla serenità del momento per qualche istante...

Mi sono salvato oggi? 
Quando cammino...
Fuori in una guerra
Che non abbiamo dichiarato.



Nota autrice: Salve a tutti! Si, lo so che è un pò corto ma preferivo non dire altro per non confondervi ancora di più, già questo capitolo è confuso di suo. Allora cominciamo col fatto che Diego ha perdonato Fran, ma che alla richiesta del padre la spinge via. Perché secondo voi? Per non parlare delle "visioni" di Violetta. Chi era quella donna? E che significato aveva il finale? Era una visione del futuro o altro? Recensite e ditemi che ne pensate. Un beso.
  
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