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Autore: _malandrina    18/04/2016    1 recensioni
Un dialogo tra una nonna che è vissuta durante la seconda guerra mondiale e sua nipote.
Dal testo:
La bambina fece un sussulto e strinse più forte tra le sue piccole braccia magroline la sua nonna.
«Non piangere, tesoro. Ora la nonna è qui con te e sta bene, anzi non potrebbe stare meglio: ha la nipotina più bella del mondo!» le disse, sollevandole il viso per vederla.
«E io ho la nonna più brava del mondo!» disse l'altra, allungando le braccia più che poteva per mostrare alla nonna tutto il bene che le voleva, come faceva spesso l'anziana donna a lei.
Genere: Guerra, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La paura dei temporali
di _malandrina


 
Le mani pronte dell'anziana nonna sistemarono le coperte di lana alla piccola nipotina dagli occhi color nocciola.
«Buona notte, piccola mia!» le disse dolcemente, stampando un bacio delicato sulla pelle rosata della bambina.
«Non te ne andare via.» mugolò l'altra, mettendo su un piccolo broncio.
La nonna le sorrise e le accarezzò i capelli corti e ricci. «Hai proprio preso da tuo padre, anche lui odiava andare a dormire.» le disse e poi aggiunse: «Vuoi che ti racconti una storia?»
«Sì!» esclamò entusiasta la piccola.
«Promettimi che poi, però, andrai a dormire senza fare storie.» si raccomandò la nonna.
«Promesso, promesso.» disse la bambina sbrigativa, troppo desiderosa di sentire quale storia le avrebbe raccontato la sua nonna.
«Sai perché ho paura dei temporali, Silvia?» le chiese.
La piccola negò, scuotendo la testa riccioluta, e ripuntò gli occhi curiosi su quelli dolci della nonna.
«Mi ricordano il rumore che facevano le bombe.» proseguì l'anziana donna, senza mostrare alla bambina il terrore che ancora provava soltanto pensandoci.
«Le bombe della guerra?» chiese Silvia. Sapeva che la nonna era vissuta quando c'era ancora la guerra, ma prima d'allora non le avava mai raccontato nulla.
«Ma tu non avevi paura?» le domandò ancora, senza aspettare la prima ovvia risposta.
La nonna fece segno di sì con il capo e le disse: «Sì, io avevo tanta paura. Ma dovevo essere forte per i miei fratelli più piccoli.»
«Ma quanti anni avevi?» la interrogò Silvia preoccupata.
«Otto.»
La bambina si tirò su a sedere con uno scatto rapido e abbracciò la nonna: «Ma come facevi ad essere forte? Io non so se-»
La bambina fece un sussulto e strinse più forte tra le sue piccole braccia magroline la sua nonna.
«Non piangere, tesoro. Ora la nonna è qui con te e sta bene, anzi non potrebbe stare meglio: ha la nipotina più bella del mondo!» le disse, sollevandole il viso per vederla.
«E io ho la nonna più brava del mondo!» disse l'altra, allungando le braccia più che poteva per mostrare alla nonna tutto il bene che le voleva, come faceva spesso l'anziana donna a lei.
«Vuoi che mi fermi?» chiese allora la nonna.
«No!» esclamò con fermezza Silvia.
«Va bene. Ma se hai paura dimmelo!» si assicurò la nonna.
La bambina si mise una mano sul cuore con finta serietà e disse: «Lo giuro!»

«Una notte erano iniziati a suonare gli allarmi, quelli che ti avvertono che stanno arrivando gli aerei con le bombe, e noi siamo scappati fuori di casa per trovare un posto sicuro per nasconderci.» la donna fece una breve pausa per assicurarsi di non spaventare troppo la bambina e poi proseguì: «Eravamo quasi arrivati alla galleria dove ci nascondevamo sempre, quando la mia mamma disse a me e ai miei fratelli che si era dimenticata una cosa importante a casa e che doveva assolutamente andarla a riprendere.»
«Che cos'era?» la interrogò Silvia.
«Non lo so, lei non ce lo aveva detto. Mi ricordo, però, che aveva inisistito che iniziassimo ad andare noi nella galleria, dicendoci che lei ci avrebbe raggiunti.» la nonna si fermò per riprendere fiato: vedeva le immagini di quel giorno scorrerle davanti agli occhi una dietro l'altra.
Silvia le strinse il braccio e le diede un leggero bacio sulla punta delle dita rugose.
«E voi?» chiese la bambina, incoraggiando la nonna a proseguire il racconto.
«Noi siamo voluti andare con lei. Si era arrabbiata moltissimo, ma non avevamo voltuto sentire ragioni. Ci disse che l'avrebbe detto a nostro padre quando sarebbe tornato dalla guerra e che il giorno seguente ci avrebbe sicuramente lasciato da nostra zia Cessy per punizione.»
«Zia Cessy era quella che aveva la casa che puzzava?» le domandò Silvia.
La nonna sorrise, vedendo come la sua nipotina sembrava cogliere tutti i particolari di ciò che le raccontava. «Sì, è lei. Per questo non ci volevamo andare. Ma, nonostante le minaccie di nostra madre, l'abbiamo seguita fino a casa. Ero convinta che questa volta sarei morta sul serio, ma non lo dissi a mia mamma o si si sarebbe sicuramente arrabbiata ancora di più.»
«E poi siete riusciti a tornare dalla galleria?» le chiese la bambina.
«Sì, siamo riusciti a tornare, ma-»
«Ma?» insistette Silvia, ormai quasi in piedi sul letto.
«Ma non c'era più.» disse allora la nonna.
La bambina la guardò interrogativa, inarcando leggermente le sopracciglia.
«Una bomba l'aveva colpita e lei era crollata.» proseguì l'anziana donna.
«Ma tu mi hai detto che le gallerie sono il luogo più sicuro quando ci sono le bombe. L'hai detto tu!» disse Silvia, puntandole il piccolo dito sul petto e trattenendo a stento le lacrime.
«Non so come sia potuto accadere. C'erano tantissime persone che conoscevo li sotto: pure zia Cessy; sai, in fondo le volevo bene.» disse la nonna con tristezza. «Poi sai come va avanti la storia: ci siamo trasferiti in campagna fino alla fine della guerra e lì ho conosciuto tuo nonno.»
Silvia sorrise, sorpresa dall'improvviso cambiamento d'animo della nonna. «E poi vi siete sposati!» disse estasiata.
«Sì, e abbiamo avuto tuo papà e tuo zio Federico. Ora, però, a dormire, furbacchiona!» esclamò la nonna, stampandole, con un grosso schiocco, un bacio sulla fronte.
«Sai, nonna, credo che tu ti sia salvata perché eri troppo buona e non potevi morire.» le sussurrò la bambina all'orecchio, prima di lasciarla andare.
«O forse perché dovevo mangiare la pancina alla mia nipotina!» dichiarò, iniziando a fare il solletico sulla pancia di Silvia.
«Ti voglio bene, nonna!» esclamò la piccola, ridendo tra le coperte.




NdA: Ciao! Questa è la prima storia che pubblico che riguarda me, la mia storia. Ammetto di essere preoccupata -molto preoccupata- di pubblicarla, perché fino ad ora è stato qualcosa di solo mio e, non so, mi fa strano... ecco tutto.
Spero vi sia piaciuta e che vi abbia lasciato qualcosa!
Un bacio,
_malandrina
   
 
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