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Autore: Persefone3    18/04/2016    8 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I.  Alone
- Ancora complimenti signor Jones. La sua mostra di dipinti è davvero eccezionale, una delle migliori degli ultimi anni. E lei è solo un esordiente.

Killian Jones aveva perso il conto degli sconosciuti che gli avevano fatto i complimenti per la sua mostra. Quella con cui stava parlando, però, era una persona importante. Non ne ricordava minimamente il nome ma David, il suo fidato amico e agente, gli aveva detto che scriveva su qualche importante rivista del settore.
- I suoi quadri – proseguì l’uomo – sono meravigliosi, non c’è che dire. Quello che mi ha colpito più di tutti, e non sono il solo dato che ha vinto, è il famoso Swan’s  Gem. Pur essendo fatto solo con del carboncino è un vero capolavoro
- La ringrazio davvero, è un piacere sentirle pronunciare delle parole così lusinghiere per me. Ammetto di essere molto legato a quel quadro e non solo per la vittoria.
- Si vede mi creda. Ha un tratto unico che non ho riscontrato in nessuna delle altre sue opere. Arguisco che ci sia un legame particolare tra lei, il dipinto e il soggetto.

Colpito ed affondato. Killian cercò di sorridere per evitare di rispondere a quella domanda. Il legame che aveva con la sua opera era del tutto particolare. Non era stata creata per essere esposta, al contrario era una cosa del tutto privata ed era per questo che, in molti, avevano colto quell’intimità che veniva fuori da ogni singolo tratto. Era stato David ad insistere per esporlo in pubblico. A dir la verità la fama era arrivata proprio grazie ad esso e alla vittoria che aveva ottenuto al concorso nazionale di belle arti. Tutti si fermavano alla bellezza del dipinto, ma il rapporto che Killian aveva con esso era molto più complesso e profondo: uno strano misto di amore e odio che avrebbe dovuto, in teoria, non varcare mai i confini del suo appartamento. In teoria. Nella pratica, le cose erano andate in maniera ben diversa. Proprio quando lo stava per fare a brandelli era intervenuto David che, come altre volte prima di allora, lo aveva aiutato a uscire dal suo guscio. Era riuscito a prenderlo nel verso giusto e a trasformare, ancora una volta, la rabbia, la frustrazione e la negatività in qualcosa di positivo e produttivo. E proprio David lo aveva iscritto al concorso a sua insaputa, tanto che quando era arrivata la raccomandata che ne annunciava la vittoria, per un attimo Killian credette che qualcuno gli avesse fatto uno scherzo di pessimo gusto.
Da quel momento la sua vita era stata un continuo crescendo: c’era stata la prima mostra a Washington, la seconda a Philadelphia, la terza a San Francisco, fino ad arrivare a New York e a Boston. E proprio Boston era stata l’ultima tappa, la città dove si trovava ora, la città in cui quel quadro era stato realizzato e nessuno lo sapeva.
Davanti alla finestra a vetri della galleria Blanchard che lo aveva ospitato e con un bicchiere di champagne in mano, stava ripensando a tutto questo. Si era guadagnato l’attenzione delle riviste specializzate grazie al suo stile pulito e deciso, per la semplicità delle linee e la carica espressiva dei soggetti. Ad aggiungere quel pizzico di magia c’era poi il suo passato e la sua menomazione. Era subito balzato agli onori della cronaca il suo burrascoso passato. Già perché lui prima di essere pittore era stato fotografo: un giovane e promettente fotografo cui piacevano la bella vita e le belle donne. I suoi sogni di gloria si erano schiantati contro un albero una fredda notte di novembre. Nel terribile incidente avevano perso la vita il suo migliore amico August, la sua fidanzata di allora Milah e la sua mano sinistra. Era seguito un periodo buio fatto di alcol e sballo. Come era prevedibile, la sua carriera di promettente fotografo, con all’attivo diverse personali, era stata stroncata ancora prima che potesse accennare a formarsi. Unica traccia visibile erano gli attestati di vittoria di alcuni concorsi universitari. Niente più.
Il vetro della finestra era rigato da grosse gocce di pioggia. Killian portò il bicchiere alla bocca e inghiottì una dose abbondante di champagne. I suoi occhi blu erano persi nel tramonto bostoniano. Si era sempre raccontato nell’ultimo anno che da solo stava bene, che non aveva bisogna di nessuna per essere felice. Cazzate. Sapeva che erano tutte cazzate e il continuare a ripetersele non le rendeva vere.

- Killian – disse David sulla porta della stanza – qui è tutto a posto. Possiamo tornare in albergo. L’agenzia mi ha detto che è riuscita a bloccare la vendita del tuo vecchio appartamento. Puoi occuparlo da domani se credi.
- Benissimo David. Credo che non aspetterò domani. Ho una copia delle chiavi. Ci andrò da stasera.
- Ne sei sicuro?
- Assolutamente. Quella è casa mia. Non posso fuggire per sempre da me stesso.
- D’accordo ma ricordati che puoi sempre cambiare idea in ogni momento.

Killian rimase in attesa che David si fosse allontanato per assicurarsi di essere davvero solo. Posò il bicchiere sul tavolo e si diresse dove troneggiava il suo capolavoro. Quando giunse nella stanza, il disegno era ancora illuminato dai faretti da esposizione. Pur conoscendolo a memoria, lo osservò attentamente. Ritraeva una giovane donna poco più piccola di lui, appoggiata ad una finestra di quello che era il suo appartamento. Il corpo sinuoso e perfetto, fasciato in un bellissimo lungo abito da sera rosso, era esaltato dal tratto del carboncino così come la profonda e intensa espressione del viso, forte e fragile allo stesso tempo. I lunghi capelli biondi erano raccolti in uno chignon su cui erano fermati dei piccoli punti luce e lo sguardo era rivolto verso l’esterno. Quanto aveva amato quei magnetici e combattivi occhi verdi? Infinitamente. Non era passato un solo giorno senza che il suo ricordo lo avesse attraversato almeno una volta: il tempo passato insieme, le risate, la complicità. Ma subito dopo, dove era passata la gioia, il dolore riversava la sua forza dirompente. Aveva creduto di essere abbastanza forte da poter fare a meno di lei. Lei però non era mai stata un mero bottino per il suo ego di maschio né tanto meno lo squallido palio di una scommessa tra uomini davanti a una pinta di birra. Lei era stata la sua luce, la sua speranza, il suo disincanto e la gioia di tornare a sorridere. O meglio era questo che aveva provato standole accanto in quel periodo prima di perderla irrimediabilmente. Perché che Killian avesse perso la sua Emma era evidente: di lei era rimasto solo quel quadro.

Al Rabbit Hole, il televisore era sempre acceso. In uno dei più squallidi bar di Boston vigeva una sola regola: non fare troppe domande. Gli avventori erano tutti intenti nei loro affari. Solo una ragazza era al bancone davanti al suo bicchiere di rhum. Era stato lui ad iniziarla ai piaceri alcolici di quel drink. Lui che era sembrato essere il cattivo ragazzo, quello sbagliato, da evitare e che invece si era rivelato essere l’unico a tenere davvero a lei che, invece, lo aveva perso irrimediabilmente. Gli occhi verdi di Emma Swan si alzarono immediatamente sul monitor non appena la speaker pronunciò il nome di Killian Jones. Stava per andare in onda un servizio sulla mostra che era stata aperta da pochi giorni alla galleria Blanchard. Il suo sguardo si posò immediatamente su gli occhi blu dell’uomo e sull’espressione del suo viso. Pensare che una volta era lei a decidere quale espressioni quel viso avrebbe assunto. Si mise in ascolto del servizio.
 
“Killian Jones è senza dubbio il miglior esordiente degli ultimi tempi. Trent’anni appena compiuti e vanta già una decina di personali in tutto il paese. La sua fama è stata ancora più incrementata grazie alla sua storia di talentuoso fotografo maledetto. È stato, infatti, a seguito di un incidente stradale che il giovane Jones ha perso la mano sinistra e la sua carriera. Questo però non gli ha impedito di tornare ad uno dei suoi primi amori, la pittura, e donarci una delle migliori opere degli ultimi tempi lo Swan’s Gem…”
 
La telecamera inquadrò immediatamente il dipinto ed Emma si calò ancora di più il cappello sulla testa per evitare di essere riconosciuta. Una lacrima silenziosa rigò il suo viso. Ricordava tutto di quel giorno: l’odore di cannella nella casa di Killian, i suoi attenti occhi blu concentrati a ritrarla sul foglio, la tensione dei muscoli del suo braccio impegnato nel guidare il carboncino sul foglio. Era passato poco più di un anno, ma la Emma di quel disegno era ormai un lontano ricordo e sicuramente non aveva niente a che fare con la donna ora seduta al bancone. Prese lo shot di rhum e lo vuotò tutto d’un fiato. No, quella Emma lì non esisteva davvero più.

- Emma smettila di rimanere lì impalata – disse Boe il proprietario del locale – il tuo turno inizia tra dieci minuti e mi raccomando vedi di sorridere e renderti disponibile con i clienti. Ho ricevuto molte lamentele negli ultimi tempi. Che ti succede tesoro?
-Mi succede che se ne approfittano troppo!
-Fai la cameriera in nightclub! E anche se ci sono le ballerine sul palco, lo sai come funzionano certe cose, quindi se non ti sta bene te ne puoi anche andare!

Emma si alzò dal bancone sommessa, non poteva andarsene e lui lo sapeva. Aveva bisogno dei soldi, non poteva certo campare di aria.

Quando Killian aprì la porta d’ingresso della sua vecchia casa, tutto era esattamente dove l’aveva lasciato. Fece cadere a terra il borsone nell’ingresso e si chiuse la porta alle spalle. Era tutto fermo ai giorni in cui Emma aveva frequentato quella casa. Improvvisamente si sentì le spalle pesanti e una strana spossatezza nel corpo. Andò a stendersi sul divano. La sua giacca nera di pelle sarebbe stata più che sufficiente in caso di freddo.
Stava fissando il soffitto da un paio di minuti con lo sguardo perso quando la sua mano corse velocemente alla tasca posteriore dei jeans che aveva indossato prima di uscire dalla galleria. Ne tirò fuori una fotografia consumata che ritraeva Emma e lui proprio su quel divano intenti a ridere. L’aveva scattata col cellulare e l’aveva fatta stampare per averla sempre con sé. Chiuse gli occhi e come se quell’ultimo anno fosse un nastro, lo riavvolse per viverlo ancora una volta.  

Angolo dell'autrice:
Lo confesso: avevo iniziato a scrivere questa storia prima della ff sull'UW, ma poi per tutta una serie di motivi l'ho lasciata un momento in pausa. L'idea mi è venuta scrivendo la Shot di Ottobre dela raccolta annuale. Insomma io Killian ce lo vedo proprio come artista e disegnatore. Mi sono quindi detta di voler sviluppare questa tematica in maniera un po' più articolata e poi era da molto che volevo cimentarmi con una AU. Dato il centellinamento dei nostri amati CS anche nella serie, mi sentivo in crisi di astinenza da questi due! XD
Detto questo, conto di postare settimanalmente e credo di mantenere fisso il lunedì come scadenza, impegni permettendo ovviamente. Non so ancora quanti capitoli saranno alla fine, ma spero di averne presto un'idea. 
Un bacione
Persefone
 
  
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