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Autore: ChiaraBJ    18/04/2016    2 recensioni
“Sono qui su incarico del capo della polizia. E’ venuto a conoscenza dell’incidente autostradale, tra l’altro mortale di cui lei è stato la causa. A suo carico verrà avviato un procedimento da parte del comando generale di polizia, questo significa che lei è stato sospeso dal servizio, appena potrà consegnerà al suo superiore, il commissario Kruger, il tesserino, l’arma d’ordinanza e la patente di guida” (…) Ben restò per un attimo come paralizzato. Non credeva alle sue orecchie. La Schrankmann lo aveva sospeso dal servizio…e per quanto tempo? E perché? Allibito cercò con lo sguardo il suo capo, come in cerca di un aiuto che però non arrivò.
Consigliata, ma non indispensabile la lettura de ‘il poliziotto e la bambina’.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Jager, Nuovo personaggio, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami speciali ed indissolubili'
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‘Grazie socia’

Ben si stava avventando su Livyana che d’istinto chiuse gli occhi in attesa dell’irreparabile, conscia di essere arrivata a quello che lei considerava ormai un punto di non ritorno.
Ma la furia del suo giovane amico non si abbatté su di lei.
La piccola sentì invece uno strano rumore come un tonfo sordo, poi come se fosse immersa in un mondo animato aprì prima un occhio e successivamente l’altro notando che Ben aveva un’espressione decisamente…strana.
Per un attimo ebbe l’impressione che il tempo si fosse fermato,  Ben sembrava pietrificato, con gli occhi sbarrati, ma subito dopo lo vide cadere a terra come una bambola di pezza.
Dietro di lui, come per magia, comparve Semir che brandiva il bastone che precedentemente aveva usato la piccola.
“Zio Semir…” riuscì solo a farfugliare tra le lacrime Livyana.
“E’ finita piccola…ora chiamiamo i soccorsi…vedrai Ben starà bene” ed entrambi si avvicinarono al corpo esanime del loro migliore amico.
Semir gli sollevò il capo appoggiandoselo sulle ginocchia, mentre Livyana gli prese una mano.
Il piccolo ispettore guardò con affetto Ben inerme tra le sue braccia, maledicendo per qualche istante il suo lavoro di poliziotto; aveva rischiato di perdere l’ennesimo collega e amico.
Livyana invece prese una mano di Ben tra le sue, poi alzando lo sguardo incrociò gli occhi nocciola di Semir cercando di sorridergli e così rassicurarlo, in fondo anche lui se l’era vista davvero brutta.
“Grazie socia” le disse il piccolo ispettore sull’orlo delle lacrime cercando di abbozzare un sorriso.
“A te socio” le rispose la piccola “Sapevo che lo avresti ‘acchiappato’ e tirato giù da quel muretto…” e in quella frase Semir riconobbe lo stile di sdrammatizzare tipico di Ben, poi entrambi si scambiarono un piccolo ‘cinque’.
Semir e Livyana quindi lasciarono Ben alle cure dei medici che, dopo una veloce visita lo caricarono sull’ambulanza trasportandolo all’ospedale più vicino.
 
Il giorno dopo, sabato, Semir era nella stanza di Ben.
Lo aveva vegliato tutta la notte e gran parte del mattino.
I due amici avevano anche avuto l’occasione di parlare degli avvenimenti che avevano portato per l’ennesima volta Ben all’ospedale.
Oltretutto il giovane era venuto a conoscenza che, se Livyana non fosse tempestivamente intervenuta, lui ora sarebbe distrutto dal dolore per aver posto fine alla vita del suo migliore amico e forse anche all’esistenza della piccola.
Ben ovviamente ne restò turbato e come sempre fu assalito dai sensi di colpa. Livyana aveva pregato Semir di non dire nulla, sapevano entrambi che correvano il rischio che Ben restasse sconvolto per molto tempo. Ma ormai anche il giovane poliziotto aveva imparato a leggere le espressioni e i sentimenti del suo partner e alla fine Semir aveva dovuto dirgli cosa era successo.
“Spero solo che Livyana non ne resti traumatizzata, vedermi in quello stato deve essere stata una cosa tremenda, assistere a quelle scene…stavo per…”
“Ben” lo rincuorò Semir “Livyana è una bambina molto intelligente, sa che eri sotto l’effetto di una droga…insomma non eri in te. Comunque se ti può consolare ho parlato anche con Elise Kladden, non ci saranno conseguenze né per lei né per te… ‘la coppietta ribelle e disubbidiente ’è salva” disse finendo la frase strizzando un occhio al collega.
“Come sarebbe a dire ‘coppietta ribelle e disubbidiente’?” chiese curioso Ben sapendo benissimo a chi si stava riferendo Semir.
“Mai una volta che ascoltiate voi due, che obbediate agli ordini, a sculacciate dovrei prendervi, anche se devo essere sincero se non ci fosse stata lei…forse saresti tu che dovresti trovarti un altro partner”
“Per carità Semir, non voglio neanche pensarci”
 
Nel pomeriggio fu proprio la piccola a tenere compagnia a Ben che accompagnata da Andrea aveva insistito molto nel dare il cambio allo ‘zio’ almeno per un paio d’ore.
La donna lasciò quindi Livyana sola un po’ con il ragazzo, lei avrebbe approfittato dell’occasione per fare alcune commissioni.
La piccola stava leggendo un libro, quando si accorse che Ben si stava svegliando dal suo riposino pomeridiano.
Il giovane aprì gli occhi a fatica, la luce gli dava ancora fastidio e aveva un mal di testa allucinante.
Decise di richiudere gli occhi, voleva ritornare nell’oscurità.
“Ben…” chiamò piano la bimba vedendo che si stava muovendo.
Il ragazzo non era sicuro, ma gli sembrava di aver sentito qualcuno che lo chiamava. La voce era dolce, quasi infantile, la sentiva lontana.
“Ben…” chiamò di nuovo la piccola alzando un po’ il tono della voce e prendendogli una mano.
Ben aprì di nuovo gli occhi, riuscendo finalmente a mettere a fuoco la minuta figura che aveva davanti e quando la vide ebbe un tuffo al cuore.
“Ehi, ciao piccola…come stai?” chiese con un filo di voce.
“Bene e tu? Come ti senti” rispose preoccupata Livyana.
“Come  se fossi finito sotto un camion che poi ha fatto retromarcia”
“Quindi stai bene…come al solito…” stette allo scherzo la piccola.
“Più o meno, comunque mi sembra di averla già vista questa scena” aggiunse Ben.
“Se ti riferisci al fatto che è già la seconda volta che capita una cosa del genere sì, e sarei stanca di vedere che ti svegli in una stanza d’ospedale” rispose aggrottando la fronte la piccola.
“Mi pare di sentire Semir formato…ancora più piccolo…” cercò di sdrammatizzare Ben “Anzi una volta mi ha detto che ultimamente questo posto è la mia seconda casa”
“Beh a me questo posto non piace per niente, quindi cerca di evitare di finirci ancora” sbottò con fare quasi scocciato la piccola, ma si vedeva che cercava di rincuorare il suo amico e perché no anche se stessa.
“Prometto che cercherò di non farlo più” tentò di rassicurarla Ben e con l’aiuto della piccola che gli mise dei cuscini dietro la schiena si portò in posizione semi seduta.
“Spero davvero che questa sia l’ultima volta che vengo a trovarti qua” continuò il discorso Livyana “A casa degli ‘zii’ sto bene, ma a casa mia, cioè tua…” disse arrossendo abbassando lo sguardo.
“Livyana ne abbiamo già parlato” disse con dolcezza Ben “Casa mia ora è anche casa tua”
“Bene!” esclamò felice tornando a guardarlo ”Allora stavo dicendo che a casa nostra sto meglio, okay?”
“Okay, vedrò di non farmi troppo male prossimamente” rispose il giovane abbozzando uno dei suoi soliti splendidi sorrisi.
“Ecco, vedi che sia così” replicò secca.
La piccola poi cambiò improvvisamente espressione, cominciando a guardarsi le mani.
“Livyana” chiamò Ben “Che hai? Si vede lontano un miglio che vuoi dirmi qualcosa…su dai sputa il rospo”
La piccola per un po’ tentennò, ma poi non ce la fece a trattenere quello che aveva in mente di dire a Ben.
“So che zio Semir ti ha raccontato del…insomma…non volevo…” farfugliò la piccola.
“Sì Semir mi ha raccontato eccome…”
“Ben mi dispiace davvero” la piccola tornò a guardarsi le mani.
“Ehi non potevi fare diversamente…stavo quasi” il ragazzo lasciò la frase in sospeso, non aveva voglia di ‘ricordarsi’ che stava quasi per uccidere il suo migliore amico, poi proseguendo col discorso “Se non fossi intervenuta in suo aiuto non saremmo qui a discutere solo di un bernoccolo sulla mia zucca, sei stata coraggiosa” Ben allargò le braccia “Vieni qua e abbracciami”
“La prossima volta ti stendo io…mi hai spaventata lo sai…” disse aggrottando la fronte poi letteralmente si tuffò tra le braccia del suo amico.
“Lo so e mi dispiace” rispose il ragazzo stringendo a se la piccola e baciandola in fronte.
 
Passarono alcuni giorni, Ben era stato dimesso dall’ospedale e insieme a Semir stava camminando nel parco della clinica ‘Raven’.
Con loro c’era anche il dottore Raven.
“Vedrà che fra qualche giorno tutti gli effetti del farmaco che le è stato somministrato da Hermann spariranno, ispettore Jager” esordì dopo i convenevoli il dottor Raven “Potrebbe avere ancora dei capogiri, come dire dei momenti di crisi, ma vedrà che saranno sempre meno frequenti e spariranno dal tutto”
“Non vedo l’ora dottore, la casa del mio socio è perfetta, ma a volte mi tratta come le sue figlie” gli rispose Ben.
“Beh a volte sei più infantile di loro” replicò divertito Semir beccandosi un’occhiataccia dall’amico.
“Ah, ah, ah” ribatté il socio facendo il finto offeso.
“Secondo me sei…un po’ paranoico” lo canzonò ancora Semir.
“Dovrebbe fermarsi ancora qui…che dice? Una settimana?” concluse il dottor Raven, ma si vedeva lontano un miglio che stava scherzando.
“Ehi, ma vi siete messi d’accordo voi due? Piantatela” Ben si stava un po’ alterando.
“Sai una cosa Ben” disse il piccolo ispettore mettendogli una mano sulla spalla  “Un giorno o l’altro dovrò farmi ricoverare io in questa clinica, potrei davvero diventare matto visto come mi fai impazzire ultimamente, sto diventando vecchio e starti dietro, essere tuo partner…comincia ad essere snervante”
“Tranquillo ‘paparino’, vedrò di crescere e cacciarmi il meno possibile nei guai va bene?” replicò divertito Ben.
Semir vide che era giunta l’ora delle spiegazioni, quindi troncò il discorso e rivolgendosi al medico:
“Dottor Raven, forse dovremmo scusarci per averla tenuta all’oscuro di tutto, per averla ingiustamente accusato, purtroppo infiltrare Ben ci è sembrata l’unica soluzione”
“Sa ispettore, ammetto che quando ho saputo che l’ispettore Jager era qui sotto copertura…beh diciamo che la cosa mi ha infastidito e parecchio, ma sono soddisfatto, grazie a voi la mia clinica ne uscirà pulita”
“Sarà comunque avviata un’inchiesta…” aggiunse Semir.
“Sì un’inchiesta esterna ed interna, a quanto pare molte morti sospette sono state, se mi si può concedere il termine, concordate tra il dottor Hermann e i parenti delle vittime, anche se li definirei ‘cacciatori d’eredità’. Se ci penso, mi vengono i brividi, fino a che punto può arrivare l’uomo e io non me ne sono accorto, tutto accadeva sotto i miei occhi”
“Dottore, lei si fidava del dottor Hermann, era un suo vecchio collaboratore” cercò di confortarlo Semir.
“Ci saranno conseguenze anche per i Market? Loro lo hanno fatto quasi più per pietà che per denaro” domandò Raven.
“Sarà l’inchiesta a chiarire tutto, certo non possiamo metterli sullo stesso piano di chi ‘incaricava’ Hermann di, scusi lei il termine stavolta, d’eliminare’ anzitempo i loro congiunti per intascare il prima possibile l’eredità”
Poi porgendo la mano a Semir il dottor Raven ringraziò i due ispettori.
“Non lo dimenticherò, ve ne sarò grato in eterno”
La stava porgendo anche a Ben, ma il dottore notò che il poliziotto volgeva lo sguardo altrove.
Stava osservando Samantha e la ragazza guardava lui sorridendogli.
“Grazie a lei ispettore” si rivolse il dottore a Ben, che tornò a guardarlo “Samantha sta migliorando a vista d’occhio, si sta aprendo al mondo a volte riesce pure a parlare con la dottoressa Zeller”
“Sa una cosa dottore, adesso che ci sono passato in un certo senso anche io, so come ci si sente…sarà bello vederla un giorno fuori da qui”
“Vedrà un giorno, non molto lontano uscirà da questa clinica”
“Posso salutarla?” chiese timidamente il giovane.
“Certo, vada pure”
E il giovane andò dalla ragazza, consapevole che un giorno l’avrebbe rivista fuori da quella struttura.

FINE.

N.D.A. Ed eccoci arrivati alla fine di questa ennesima storiella, come sempre ringrazio tutti i ‘silenziosi’ lettori, chi ha inserito la storia tra le preferite/seguite e ovviamente il mio magnifico ‘trio’ (detta così sembra che stia parlando delle sorelle Halliwell…ma metaforicamente lo siete) Furia, Cladda &Maty.  
Un ringraziamento speciale va come sempre alla mia Beta (a volte costretta ad un ‘superlavoro’ TVB).
Prossimamente pubblicherò un’altra storiella e posso assicurarvi che le mie dita ‘Grimildose’ saranno spietate con entrambi gli ispettori…e non solo.
A presto!!!
ChiaraBJ.
Ed ora :
Angolino musicale: della serie ‘tarata’ fino alla fine, Semir & Ben come fossero dei super eroi, ma anche loro a volte hanno momenti di…crisi.
Five for Fighting ‘Superman’
Per ascoltarla https://www.youtube.com/watch?v=GRz4FY0ZcwI
Non posso sempre volare Non sono così ingenuo Sto solo cercando di trovare la parte migliore di me Sono più di un uccello... sono più di un aeroplano...Più di qualche bella faccia accanto ad un treno Non è facile essere me Vorrei poter piangere Cadere sulle mie ginocchia trovare un modo per stare in una casa che mai vedrò Può sembrare assurdo...ma non essere è da ingenui...Anche gli eroi hanno il diritto di sanguinare Potrei anche essere pazzo... ma ammetterai che anche gli eroi hanno il diritto di sognare non è facile essere me Su, su e via... via da me va tutto bene... potete tutti dormire profondamente stanotte Non sono pazzo o cose del genere…Non è facile essere me…
  
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