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Autore: Destyno    18/04/2016    4 recensioni
Il primo, imbarazzante bacio tra Balthazar e Kyneev.
Più un Kyneev altamente confuso e probabilmente sull'orlo di un collasso emotivo (okay, magari sto un po' esagerando).
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Dovahkiin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di Balthazar, Kyneev e di come per sbaglio si innamorarono-'
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Primo.
 
Il bagliore aranciato del fuoco da campo è caldo e rassicurante. Balthazar appoggia delicatamente la testa sulla spalla del dremora, rivolgendo i piedi stanchi alle fiamme.
«Tutto a posto?»
Kyneev non risponde subito, tracciando con un dito dei cerchi nella terra secca. È ancora strano vederlo senza l’armatura tipica dei daedra. Nonostante sia molto più alto di un comune nord, sembra molto meno demoniaco. Se non fosse per le corna e gli occhi potrebbe passare per un comune elfo scuro con un disegno di guerra in pittura rossa.
«Kyneev, davvero, non è colpa tua, smettila di preoccuparti. Mi sono distratto e quel draugr mi ha colpito, ma mi ha preso di striscio e-»
«Io dovrei proteggerti. È per questo che mi chiami» mormora il daedroth inespressivo, senza alzare lo sguardo «Non sono bravo a proteggerti. Dovresti smetterla di chiamarmi.»
«Smettila di dire cazzate. Non ricordi quante volte mi hai salvato la vita?»
«E quante sono state le volte in cui hai rischiato di morire perché io non so fare decentemente nemmeno la guardia del corpo?!» esplode finalmente, scostandosi all’improvviso ed alzandosi «E se un giorno un draugr non ti “prenderà di striscio”, ma ti ficcherà una spada nello stomaco perché non sono stato abbastanza svelto ad estrarre la spada? E se un giorno una di quelle malefiche trappole dei dwemer ti mozzasse un braccio perché io non sono stato in grado di vederla?»
Balthazar è in piedi e lo guarda, negli occhi un barlume sorpreso.
«Da quando ti preoccupi così tanto per me?»
Kyneev pare rendersi conto solo ora delle sue parole. Si ferma con un piede a mezz’aria, stupefatto. Si stava preoccupando per quel mortale?
Lui? Un demone vomitato dagli abissi dell’Oblivion, che avrebbe ucciso innumerevoli innocenti solo per il gusto di sentire il sangue scorrere sulla sua lama? Un Kynval addestrato al combattimento e a null’altro, senza pietà o compassione?
Istintivamente si ritrae, come se quel mago pelle e ossa, dai capelli castani mai in ordine e le braccia coperte di bruciature e cicatrici e i suoi occhi grandi, curiosi, ingenui, del colore del ghiaccio, fosse più pericoloso dell’ira di Dagon.
Perché?, si chiede, Che cos’ha lui di così speciale? Perché voglio proteggerlo?
Perché ti ha dato un senso, mormora una voce fastidiosa nella sua testa, Perché ti ha fatto conoscere il mondo. E perché lo ami.
No, nega, No, no, no! Non può essere, non è-
Ma sta mentendo, e lo sa.
Sì, si è innamorato. Lui, un daedroth al servizio del Principe della Distruzione, uno del Kyn, innamorato di un mortale, uno dei popoli inferiori, che nell’Oblivion vengono considerati con disprezzo, alla stregua di animali, a malapena coscienti, buoni solo come giocattoli con cui a volte i Principi si trastullavano.
E si è innamorato di Balthazar.
No, non può essere, non può funzionare, non può-
Oh, ma taci.
«Kyneev?»
Oh, e come potrebbe non innamorarsene? Quale altro mago lo guarderebbe così, con quegli occhi azzurri splendenti e preoccupati, con quella vena d’ansia nella voce? Chi altri dividerebbe il suo pasto con lui? Chi curerebbe le sue ferite dopo un combattimento? Quale mago lo farebbe?
Non è mai stato un bravo stratega. Anche in battaglia, preferisce affidarsi al suo istinto, piuttosto che alla sua logica.
Lo fa anche questa volta.
Si gira verso Balthazar, separando in poche, ampie falcate la distanza che li separa. Gli artiglia il mento con le mani nude e poggia le sue labbra nere su quelle del bretone.
Lo bacia con amore e rabbia; rabbia, tanta rabbia, perché non può credere che uno scricciolo del genere sia riuscito ad addomesticarlo, a rammollirlo in questo modo.
Viola la sua bocca con furia, cercando di dominarlo, forse per di mostrare a sé stesso di essere ancora sé stesso, di non essere cambiato. Di essere ancora un degno membro del Kyn.
Balthazar, dopo un istante di stupore irrigidito, lo lascia fare, senza la benché minima idea della lotta interiore che sta sconquassando l’anima del daedroth come una barchetta nel bel mezzo di una tempesta.
Vuole fargli male. Vuole sbatterlo a terra, mordergli le labbra fino a farle sanguinare, strappargli i vestiti di dosso e conficcare le unghie nella sua pelle pallida e vuole vederlo piangere, implorare pietà. E, allo stesso tempo, ha paura che l’altro lo respinga, che lo cacci via, che non lo richiami mai più. Ha paura che non lo respinga, che decida di restargli accanto, ha paura che se rimane Balthazar verrà ucciso, un giorno, a causa sua.
Sente le labbra del mago separarsi dalle sue, e una morsa gelida gli attanaglia lo stomaco. Ma non smette di tenerlo stretto a sé, e lui non fa cenno di volersi allontanare.
«Uhm» borbotta il dremora stupidamente.
«Io…» inizia il mago, respirando a fondo, «Non… sono completamente sicuro di cosa sia appena successo.»
È così stupido.
«Cos’è, vuoi riprovare?»
«Potrebbe essere una scelta interessante» ride Balthazar. Poi il suo sguardo si fa serio «Però vorrei sapere cosa significa questo per te.»
Kyneev non sa cosa rispondere. Forse perché non ne è sicuro nemmeno lui.
«Sono un daedra» mormora «Non dovrei essere così… emotivo. Non in questo senso»
«Non è una risposta, questa» sussurra il mago di rimando.
«Cazzo, Balthazar!» sbotta «Credi che sia facile per me? Probabilmente sono più vecchio di te di duemila anni, anni che ho passato a combattere, uccidere e a non provare nessun tipo di compassione. Ti sembra facile scoprire tutto ad un tratto che sono…»
Balthazar inclinò la testa, incuriosito.
«Sei cosa?»
«Debole.»
Il bretone sorride, abbracciandolo stretto.
«Non sei debole, Kyneev. Sei solo… diverso. Non è una brutta cosa»
«Davvero?»
«Certo! Tu sei unico nel tuo genere» arrossisce, facendo un piccolo passo indietro «E, ecco, se vuoi… potresti restare. Con me, voglio dire»
All’improvviso tutto questo gli sembra troppo. Troppo complicato, troppo assurdo, troppo bello, troppo tutto.
Si scosta, anche se a malincuore, lasciando l’abbraccio di Balthazar.
«Credo…» deglutisce a vuoto «Credo stiamo andando un po’ troppo in fretta. Vai a dormire, è stata una lunga giornata e tu hai bisogno di riposo.»
Il mago lo guarda, sorpreso. Poi sorride triste, abbassando gli occhi. Dormirà da solo, questa notte. Come sempre.
«Ci vediamo domani, Kyneev» lo saluta, mentre nella sua mano inizia ad accumularsi una pallida nebbia viola.
«Non vedo l’ora, Balthazar» mormora di rimando.
L’ultima cosa che vede, prima che il portale si chiuda, sono i occhi brillanti color ghiaccio di Balthazar. In qualche modo, questo rende le Deadlands un po’ meno appetibili ai suoi occhi.


Bum. La butto qua, in modo totalmente random.
Questa OS mi piace tanto - a parte forse per la fine? Credo di averla affrettata un po' troppo - anche se in origine doveva coinvolgere un Kyneev un pochino più imbarazzato e un Balthazar un po' più "audace" (più problemi vari perché i daedroth "lì sotto" non hanno niente ._.)
Diciamo solo che sarebbe potuta rientrare nell'arancione >_>
Eeeeee niente. Solo, vorrei farvi notare quanto sono tattico ad evitare strategicamente il momento in cui 'sti due cretini si sono incontrati per la prima volta.
   
 
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