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Autore: Merxa    18/04/2016    3 recensioni
Litighiamo, pesantemente, e sono giorni che non riusciamo a parlarci.
Penso e ripenso, ma tutto quello che mi viene in mente non sono altro che pensieri confusi, stupidi, una parola sola, Oleandro.
Tratto dal testo
"Nessuno dei due si ricorda più l'ultima volta che ci siamo guardati con amore, che ci siamo soffermati dolci sui pregi dell'altro...che non ti ho guardato con tristezza, che non mi hai guardato con malinconia."
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Piccolo esperimento fatto stanotte, pubblicato questo pomeriggio e revisionato in seguito.
L'ho cancellata e repubblicata perché avevo paura di far casini con l'html, perdono.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi guardi, stanco.
Hai gli occhi lucidi.
Gli occhi lucidi di chi sa che non c'è rimedio agli errori, ogni tanto.
Ti sei accorto di come ti guardo adesso, quando ti ho vicino.
Ho paura di te,
del momento in cui ti renderai conto che ci siamo sdraiati in una nuvola di illusioni e falsità,
tenendoci per mano, da qualche tempo.
Anche se so che quel momento è già arrivato,
e noi fingevamo solo di non saperne l'esistenza.
Arrivava con l'aria fresca del mattino e andava via la sera,
quando cercavamo di chiudere le palpebre,
sperando che sarebbe passato tutto in una notte.
Non c'è bisogno di parlarsi,
perché quello che abbiamo da dire ce lo diciamo con gli occhi.
Non c'è bisogno di parlarsi,
perché tutti e due abbiamo capito già tutto,
perché non c'è bisogno di ripeterlo.
Nessuno dei due si ricorda più l'ultima volta che ci siamo guardati con amore, che ci siamo soffermati dolci sui pregi dell'altro...che non ti ho guardato con tristezza, che non mi hai guardato con malinconia.

Proviamo a capirci, ogni tanto.
Inutilmente, non mi capisci, sei solo impuntato su te stesso, su come la pensi tu.
Perché non ti interessa ascoltarmi, non ti interessa sapere come potremmo risolvere.
Ti interessa solo avere ragione.

Prima avevo paura te ne andassi, perché mi sembrava assurdo vivere senza di te.
Senza aspettare trenta minuti per riuscire ad entrare in bagno, senza condividere il nostro letto.
Anche se è come se fossimo sconosciuti che vivono nella stessa casa.
Non ci salutiamo,
non ci parliamo,
ma dormiamo nello stesso letto.
Però alla fine, la sai una cosa?
Ho ancora una tremenda, assurda paura che tu te ne vada.
Ti supplicherei di restare con me, ogni volta che esci di casa, perché dopotutto mi piaci ancora.
Ma non ho la voce per chiedertelo,
la perdo ogni notte,
urlando,
ma silenziosamente,
perché non voglio svegliarti.
Mi sdraio sopra le lenzuola,
stringo il cuscino,
e mi chiedo se per te,
veramente valgo più dei nostri problemi,
come ti ostini sempre a ripetere.
Anche se poi, nemmeno me lo dimostri.

Oleandro,
perché l'amore è un fiore: splendido e colorato dalle più varie sfumature di rosa.
Anche se è tossico.


-
Chiedo venia per questo obbrobrio. Non ho idea di che diavolo mi sia saltato in mente, ma vabbè.
Deliri.
   
 
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