Gli occhi smeraldini di Eren sono fissi nel finestrino del treno su cui sta viaggiando, intenti ad osservare il paesaggio serale. Tenta di ignorare il fatto che Levi sia seduto di fronte a lui, con un’espressione impassibile sul volto che nasconde le sue reali intenzioni. Eren tenta di ignorare anche e soprattutto le dita del compagno che, nascoste all’interno di un buco sulla gamba dei jeans, gli stiano mandando chiari ed evidenti riferimenti sessuali. Le falangi sottili scompaiono sotto la stoffa azzurra per poi ricomparire muovendosi a volte a scatti, a volte in modo circolare, attirando inevitabilmente l’attenzione del giovane bruno, che avvampa. I suoi occhi non possono evitare di guardare quella mano che si muove su e giù, dentro e fuori, lentamente e quasi distrattamente.
Eren ringrazia il cielo che lo sconosciuto che gli sta seduto affianco sia concentrato a leggere il suo libro e che non possa notare il sempre più evidente problema che gli sta nascendo tra le gambe. Tenta di coprirsi con il giubbotto mentre il sorriso perverso e soddisfatto sulle labbra di Levi si fa più ampio, mentre fa finta di niente guardando il finestrino. Lo sconosciuto continua a leggere, ignaro di tutto, anche della vendetta che Eren sta pianificando. Non sa in che condizioni tornerà a casa, ma sa che quando saranno chiusi nel loro appartamento farà pagare caro quel brutto scherzo a quel moro strafottente, magari sottoponendolo a qualche spietata tortura tra le lenzuola.