SOLO PER
STANOTTE
Sentii le
ginocchia tremarmi e la gola che si seccava. Forse per un attimo smisi
anche di
respirare col cuore in tumulto che rischiava di uscirmi dalla gola.
-Drew…-
sussurrai sconvolta guardando verso l’entrata. La luna ora
più chiara
illuminava delicatamente il suo volto facendo danzare le ombre sulla
sua pelle
candida. Deglutii. Avevo immaginato mille volte come avrei reagito se
fosse
tornato: c’ero io che gli urlavo contro, io che me ne andavo
furiosa o nella
peggiore delle ipotesi io che mi lasciavo alle spalle
quell’idiota mezzo morto
a causa di tutti i pugni e gli schiaffi che gli avevo dato. Invece non
accadde
nulla di tutto ciò, prima che potessi accorgermene mi mossi
e, mentre tutta la
rabbia, la frustrazione, l’amarezza e la tristezza
evaporavano come bolle di
sapone, mi ritrovai tra le sue braccia. Non dissi niente e decisi di
non
chiedermi nemmeno il perché di quella reazione, stetti
così, immobile, con la
testa affondata nel suo collo mentre la prima lacrima iniziava a
colare. Lui
delicatamente mi passò le braccia attorno alle spalle e
affondò il viso tra i
miei capelli. Inspirai profondamente e con voce tremolante parlai.
-Stupido…
Hai idea di quanto ho sofferto…?- un piccolo singhiozzo
spezzò la mia voce.
-Vera…-
mi
staccò piano da lui e mi asciugò le lacrime. Poi
con delicatezza prese la rosa
dalle mie mani e me la fece scivolare sull’orecchio tra le
ciocche dei miei
capelli. Avrei voluto reagire e mollargli un ceffone ricordando tutto
quello
che mi aveva fatto, magari storcendogli quel nasino perfetto, ma la mia
mano
era immobile così come il mio corpo e anche il mio cuore.
-Il fatto
che sia tornato non vuol dire che sia cambiato…- mi si
gelò il sangue nelle
vene. “Quindi questo vuol dire che mi tratterà
come se fossi meno di zero… Di
nuovo…? NO!”. Mi allontanai dalla sua presa
scuotendo la testa e lasciando
cadere le lacrime.
-NO!- un
singhiozzo più potente dell’altro eruppe dalle mie
labbra schiuse. Lui mi
lasciò andare e curvò le spalle.
-Se sei
tornato per trattarmi come prima vattene! Non ne voglio sapere niente
di te! Io
rivoglio indietro il mio amico! Voglio quell’amico che mi
trattava come se gli
importasse di me! Quello che mi abbracciava! Quello che per me
c’era sempre!- non
mi trattenni e gli mollai uno schiaffo. Il suono rimbombò
nella grotta e poi
sparì. Lui alzò la testa con la guancia cremisi
ma non diede cenno di
irritazione, né di dolore. Digrignai i denti.
-Lo
riavrai…-
lo guardai negli occhi mentre la rabbia si trasformava in confusione.
“Ma mi sta
prendendo in giro?” mi chiesi furiosa ma al tempo stesso
speranzosa. Lui fissò
i suoi occhi nei miei e per la prima volta dopo tutti quegli anni
rividi quel
verde smeraldo che tanto avevo amato, quel verde prato con le gocce di
rugiada,
non come le lame affilate che mi avevano trafitta nei miei undici anni.
-… ma
solo
per stanotte- sgranai gli occhi.
-Che cosa? Cosa
vuol dire questo?- chiesi mentre una fitta al cuore mi trafisse mentre
la
rabbia ritornava a montare. Lui mi si avvicinò e mi prese il
viso tra le mani.
-Non posso
cambiare quello che sono Vera, non posso e non voglio farlo…
E non ho nemmeno
intenzione di dirti né perché mi ero allontanato
né perché sono tornato- fece
una piccola pausa mentre io ero indecisa se stare ad ascoltarlo o
correre via,
alla fine vinse la prima mentre lui riprendeva il discorso.
-Ma è
da
tanto che non ti vedo e questa notte voglio solo ricordare
com’era essere
bambini, come stavamo insieme… Poi domani sarò lo
stesso. Lo so che non sono
più il tuo amico ideale Vera, ma preferirei che tu mi
accettassi per quello che
sono ora e non per ciò che ero… Riesci a capirmi
vero?- tacque spettando una
mia risposta. “È vero che fa male però
so che non si può cambiare una persona.
Infondo per quanto mi sono sforzata io non sono riuscita a cambiare in
questi
anni… E poi se mi è sempre rimasto in testa alla
fine vuol dire che gli voglio
ancora bene, per quanto mi costi ammetterlo… Questo
vorrà dire il ritorno delle
frecciatine e delle battute velenose, però ora sono
più grande e posso
sopportarlo, se questo mi permette di riaverlo
vicino…” sospirai e lo guardai
negli occhi.
-Ok…
Cercherò di accettarti così come sei, sai Drew io
non ho mai smesso di volerti
bene anche se avevo detto di odiarti… Però per
favore non essere troppo duro
con me, sai che sono molto sensibile e se dovessi ferirmi di nuovo come
la
prima volta… Non ci sarà una terza- almeno
qualche condizione la volevo imporre…
Lui mi sorrise e lo feci anch’io.
-D’accordo,
mi sei mancata anche tu, infondo, Vera- mi abbracciò stretta
e io rischiai di
piangere di nuovo dalla commozione.
Non sapevo
quanto tempo era passato e in verità non volevo nemmeno
saperlo. Eravamo seduti
sulla sponda del lago con le gambe immerse fino alle ginocchia, intanto
Torchic
e Roselia erano addormentati placidamente sotto un cespuglio,
accoccolati l’una
all’altro. Io e Drew ci tenevamo per mano mentre, coi raggi
lunari a
illuminarci, ricordavamo i vecchi tempi, quelli più belli
che ci avevano
scaldato il cuore, evitando accuratamente di avvicinarci
all’undicesimo anno
della nostra vita. Smettemmo di parlare per un momento sentendo un
frusciare d’ali,
poco dopo un Illumise entrò nella grotta e con la sua luce
illuminò la
superficie dell’acqua cristallina scatenando un mare di
ricordi.
-Ti ricordi
quando dormivamo insieme in terrazza?- chiesi io in balia dei ricordi.
Lo sentii
sorridere.
-Mi ricordo
quando tu mi hai chiesto di sposarti- lui addolcì lo sguardo.
-Ma dai, ero
una bambina!- dissi ridacchiando e arrossendo.
-Una bambina
assurda!- rise e mi schizzò.
-Ehi! Ti
faccio vedere io!- e lo bagnai a mia volta.
-Ah
sì?
Allora è guerra!- lui mi spinse in acqua e io con un urletto
tirai giù anche
lui con un sonoro splash!
-No! Guarda
come mi hai ridotto i capelli! Li avevo lavati oggi!- disse Drew
scostandosi le
ciocche verdi dagli occhi.
-Ti pare che
me ne freghi qualcosa?- gli chiesi sarcastica per poi buttarmi su di
lui ed affondarlo.
Ormai
saranno state le tre se non le quattro di mattina, ci eravamo messi
sotto un
albero ad asciugare mentre pian piano cedevamo al sonno. Sbadigliai
profondamente e contagiai anche lui.
Mentre in
silenzio
guardavamo il riflesso della luna sbiadire nel lago mi sentii
improvvisamente
bene, come se finalmente quell’enorme solco fosse stato
riempito, come quando
ti scotti e metti la mano sotto l’acqua fredda. Ma sapevo che
non ero guarita,
avrebbe dovuto impegnarsi molto di più per farsi veramente
perdonare.
-Drew…
Grazie di essere tornato- girai la testa verso di lui e gli sorrisi,
lui
ricambiò.
-E bello
Vera, sai solo ora mi accorgo di quanto tutto questo mi sia
mancato… Devo
ringraziarti…- lo interruppi.
-Questo non
vuol dire che ti ho perdonato! Dovrai fare molto di più
per…-
-Lo so! Non
pensavo
mica che fosse così facile!- mi fece la linguaccia e io gli
spinsi via la
testa.
-Certo che
sei proprio un idiota!- ridacchiai e appoggiai la testa sulla sua
spalla.
-Sono felice
di rivederti Drew- chiusi gli occhi e mi addormentai mentre il suo
profumo mi
cullava dolcemente.
POV DREW
Sospirai
mentre Vera cadeva addormentata tra le mie braccia. Le accarezzai piano
i
capelli mentre lei respirava profondamente. “Mi è
mancata tantissimo, è stato
uno strazio stare così lontano da lei… Anche se
non glielo dirò mai nemmeno
sotto tortura!” sorrisi dei miei pensieri assurdi.
“Infondo non è cambiato
niente, nemmeno lei… Non mi sono mai sentito meglio! Domani
mi allontanerò un
po’ di più da lei ma sarà solo il primo
passo per riavvicinarmi. Lei crede di
essere l’unica rimasta ferita da questa storia ma forse ho
sofferto più io
smettendo di coccolarla che lei a vedermi allontanare”.
Ripensai a tutte le
volte in cui l’avevo presa in giro e a lei che mi urlava
contro arrossendo o
semplicemente mi insultava. Ridacchiai. “Era bella anche se
si arrabbiava,
infondo lo è sempre! Ah devo smetterla!” quasi
involontariamente abbassai la
testa e la guardai: dormiva accoccolata a me con il viso sereno e un
lieve
sorriso sulle labbra. Mi obbligai a non guardare più in
basso anche se un’occhiatina
mi sfuggì. Gemetti. “Certo che è
davvero cresciuta… Troppo cresciuta! E questa
posizione non mi aiuta molto!” osservai sentendo il suo corpo
incollato al mio.
“Ok basta fare certi pensieri… Ritorniamo
semplicemente al fatto che è bella, o
meglio che è diventata ancora più
bella!”. Ripresi a guardare il suo viso: gli
zigomi erano leggermente più marcati e la pelle era un
po’ più scura rispetto
al pallore di qualche anno fa. I suoi occhi, ancora più
grandi di quanto
ricordassi, erano più luminosi ma anche più
intensi, nonostante ciò non aveva
perso l’innocenza della bambina che era e dovevo ammettere
che quel suo lato
infantile era una delle cose che avevo sempre adorato di
lei… “Perché dovevo
innamorarmi proprio di te, mia stupida Vera?” pensai affranto
accorgendomi che questa
separazione, che avrebbe dovuto farmela dimenticare, me
l’aveva fatta
desiderare ancora di più. Ecco perché, quella
sera, dopo il fogliamagica, che
oltre ad assicurarmi la vittoria mi aveva bruscamente riportato nel
passato,
non ce l’avevo più fatta a resistere e senza dire
niente a nessuno ero montato
sul mio Flygon ed ero volato qui talmente veloce che nonostante le
precipitazioni a un certo punto del viaggio mi ero asciugato prima di
arrivare.
Sbadigliai profondamente. “Meglio dormire adesso”
chiusi gli occhi e mi
appoggiai a Vera stringendola a me.
Ciao a tutti! Per prima cosa mi scuso se il capitolo è un po' più corto degli altri ma preferivo lsciarlo così per non forzarlo troppo e poi ho già delle belle idee per il prossimo! Mi scuso anche per il leggero ritardo ma ho avuto degli imprevisti... Ringrazio davvero tanto chi continua a seguirmi e spero che anche questo capitolo vi piaccia. Penso che abbiate apprezzato il fatto che in questo capitolo non ho messo NDA in mezzo alla storia visto che mi era sembrata piuttosto intensa e perciò alcuni interventi avrebbero rovinato l'atmosfera. Se vi va sono ben accetti consigli e recensioni...
Ciaooo e alla prossima!
Seix.