Gli "angeli bianchi" e lo spadaccino di Kumo

‹‹Eccovi i dettagli relativi alla missione.›› Tsunade posò un rotolo di fronte a sé. Shikamaru lo srotolò piano, notando che le informazioni erano molto scarse.
‹‹Come facciamo a lavorare solo sulla base di un identikit?›› chiese Ten Ten, il tono di voce alterato dalla frustrazione.
Tsunade sospirò: ‹‹Se fosse una missione facile sul rotolo ci sarebbe la lettera D al posto della B.›› disse semplicemente.
Il fascicolo conteneva informazioni riguardanti tre ninja traditori provenienti da Kumo: gli “angeli bianchi” Kirisaki Chitoge e Koyama Mitsuki, e lo spadaccino Li Shaoran. Oltre ad un’accurata descrizione fisica, però, il rotolo conteneva poco altro.
Dopo una rapida sbirciata, Rock Lee chiese speranzoso: ‹‹Non disponete di alcuna informazione riguardo il loro stile di combattimento?››
Tsunade si alzò dalla scrivania, le braccia incrociate dietro la schiena, e guardò fuori dalla finestra: ‹‹Solamente che le loro vittime vengono uccise con un colpo secco nel petto, probabilmente alimentato dal chakra del fulmine. Ora andate, prima che si allontanino troppo dal luogo dell’ultimo avvistamento.››

Raggiunta la radura indicata dall’Hokage, i ninja di Konoha si nascosero in attesa di notare del movimento. La radura sembrava però deserta, escludendo due conigli che saltellavano allegri in cerca dell’erba più tenera.
Shikamaru assunse la sua posizione riflessiva, pensando che forse sarebbe stato meglio piazzare una trappola. Tuttavia, prima di rendersene conto, un kunai gli sfiorò la guancia rendendo impossibile la strategia alla quale stava pensando.
‹‹Pronti al contrattacco.›› al suo ordine Ten Ten e Rock Lee annuirono, e si allontanarono da lui per rendere più difficile al nemico attaccarli tutti e tre in contemporanea.
Shikamaru guardò nella direzione da cui era provenuto il kunai e, nonostante le informazioni contenute nel fascicolo fossero state chiare, per un momento non poté contenere lo stupore. Di fronte a lui stava una ragazza che doveva avere circa la loro età, i lunghi capelli biondi che avrebbero fatto invidia ad Ino legati con un fiocco rosso. La divisa ninja di colore bianco e il coprifronte col il simbolo della nuvola cancellato confermarono a Shikamaru e ai suoi compagni che quella era Kirisaki Chitoge, uno degli “angeli bianchi” di Kumo.
“Se qui c’è lei da qualche parte deve esserci la sua compagna.” pensò Shikamaru. Si guardò rapidamente attorno, ma non vedendo nulla decise di cambiare nascondiglio: ormai era stato individuato e aveva bisogno di tempo per comprendere quale fosse il loro stile di combattimento ed elaborare una strategia.
Ten Ten e Rock Lee, conoscendo bene il modo di fare dell’amico, capirono che era loro compito prendere tempo. Rock Lee sfoderò una serie di tecniche taijutsu di base, ma capì che non erano sufficienti quando Chitoge rivelò che il taijutsu era anche la sua specialità. Sferrava pochi colpi, ma precisi e potenti, ed era abbastanza agile da schivare la maggior parte di quelli sferrati da Rock Lee. Il ragazzo, aprì allora la prima delle Otto Porte del Chakra, e iniziò un susseguirsi di colpi dal ritmo serrato che non dava tregua al ninja di Konoha. A quel punto, allora, anche Ten Ten lasciò il suo nascondiglio per soccorrere il compagno, scagliando nella direzione di Chitoge una dozzina di kunai. La kunoichi di Kumo si accorse in ritardo dell’attacco, e i kunai stavano per colpirla quando un ragazzo munito di spada comparve improvvisamente dalla boscaglia e deviò le armi. Portava un lungo yukata verde, fissato in vita da un lungo nastro giallo al termine del quale erano collocati due campanelli: era senza ombra di dubbio Li Shaoran.
Fissò per un momento Ten Ten poi, dopo aver ricoperto la spada di chakra del fulmine, si scagliò nella sua direzione.
La kunoichi di Konoha, essendo specializzata nel combattimento da media e lunga distanza, tentò di tenere Shaoran a distanza scagliandogli contro svariate tipologie di armi. Tuttavia il ragazzo riuscì a deviare la maggior parte dei colpi e ben presto fu addosso alla ragazza.

Shikamaru restava ancora nascosto. Stava riflettendo sul combattimento, ma qualcosa non gli tornava, come se si fosse dimenticato di un passaggio importante. Improvvisamente alzò lo sguardo, attirato da qualcosa di insolito: il sole all’orizzonte stava calando.
“Impossibile! Sono appena le dieci del mattino! Che cavolo sta succedendo?” pensò, comprendendo subito di essere caduto vittima di un genjutsu.
‹‹Maledizione. Come ho fatto a non rendermene conto?›› esclamò, guardandosi attorno. Il sole aveva lasciato il posto ad un cielo stellato nel quale stava lentamente comparendo la luna.
‹‹Lo sai perché il nostro Team viene chiamato Full Moon?›› chiese una voce mielata alle sue spalle. Shikamaru si voltò, riconoscendo quella che doveva essere Koyama Mitsuki: i lunghi capelli biondi terminavano in una cascata di boccoli e la sua tuta era immacolata come quella di Chitoge.
Sorrise dolcemente al ninja di Konoha, per poi terminare il suo discorso: ‹‹Quando vedrai la luna piena il tuo cuore verrà trafitto.››
Poi la ragazza prese a cantare e Shikamaru comprese che era quello ad alimentare il genjutsu. “Spero solo che quella sia davvero lei, e non una sua proiezione.” pensò, mentre allargava l’ombra attorno a lui. Si accorse ben presto che quell’illusione aveva alterato la sua percezione della distanza, la ragazza in realtà era molto più lontana di quanto non sembrasse.
Ben presto la ragazza iniziò ad accompagnare il canto con i sigilli, e Shikamaru si affrettò a completare la tecnica. La luna stava già sorgendo in quel cielo fittizio e riuscì ad agganciare la propria ombra a quella di Mitsuki poco prima che la ragazza terminasse le posizioni delle mani.
‹‹Che succede?›› esclamò Mitsuki, in preda al panico. Nonostante il sangue freddo mostrato poco prima, in realtà era una ragazza piuttosto sensibile.
Shikamaru sospirò di sollievo nel vedere il bosco ricomparire attorno a sé uguale a prima: aveva sciolto l’illusione.
Vide con sommo piacere che Rock Lee, aprendo un altro paio di porte del chakra, era riuscito a legare Chitoge a un albero per correre poi in soccorso della sua compagna. Combattendo in coppia, lui e Ten Ten stavano immobilizzando anche il secondo ninja di Kumo, mentre lui teneva Mitsuki in pugno.

Poche ore più tardi fecero ritorno a Konoha con i tre ninja traditori legati stretti e imbavagliati. Li consegnarono alla squadra investigativa e si recarono a consegnare il rapporto della missione a Tsunade.
‹‹Temevo che il nome Full Moon dato al loro Team fosse in qualche modo collegato all’associazione Akatsuki. Fortunatamente non è così.››
Dopo essere stati congedati, i ninja di Konoha decisero di condividere una cena a base di carne grigliata, come era tradizione del Team di Shikamaru.

Minuscola nota dell'autore
Akatsuki in giapponese viene scritto con il kanji di "alba", però la pronuncia di Akatsuki potrebbe venire interpretata come "Luna rossa". In quanto "Full Moon" significa "Luna piena" ho utilizzato la seconda interpretazione del termine Akatsuki.