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Autore: Lily777    19/04/2016    1 recensioni
'- Senti… posso passare da te? Per un saluto? Non starò molto- afferma, ridacchiando.
Questa cosa mi sorprende all’inverosimile. Vuole venire a trovarmi? Insomma, l’ultima volta che io e Frank ci siamo visti è stato… quando? Non lo ricordo nemmeno.
Agitato, mi guardo un po’ in giro: la casa è un disastro. Ci sono fogli sparsi ovunque, la polvere ricopre i mobili ed è da tre giorni che non lavo i piatti. Merda.
- C-Certo certo, vieni pure. Sono libero- affermo.
- Okay, arrivo fra mezz’oretta allora, il tempo di fare la strada… ciao- e chiude.
Oh mio Dio. Cosa posso fare, cosa posso fare?!'
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ciao noccioline, come state? Mi sono cimentata in questa fic strana e boh, non dico altro. Spero solo che vi piaccia. Leggete e recensite! Un abbraccio, Lily




Mi sveglio di soprassalto a causa del cellulare che squilla.
- Pronto? – sussurro, con la voce impastata dal sonno.
- Ehi fratellone! Sono Mikey! –
Sospiro. – Hai bisogno di qualcosa Mik? - gli domando, mezzo intontito.
- No, volevo solo dirti TANTI AUGURI! - grida con enfasi.
Allontano il telefono dall’orecchio, cercando di salvarmi il poco udito che mi resta.
- Ma Mikey… sono le sette di mattina- bofonchio io.
- Infatti, è ora di alzarsi! Su, dai, che anche Ray fra poco ti chiamerà! - esclama felice.
Sbuffo. Mi ero completamente dimenticato che oggi fosse il giorno del mio compleanno. D’altra parte, non presto più attenzione a queste cose da quando i My Chemical Romance si sono sciolti. Prima festeggiavamo tutti insieme, fra alcool e droghe. Ora invece è già tanto se ricevo una telefonata da quelli che, una volta, erano i miei migliori amici.
- Beh, ti ringrazio per gli auguri. E ora, se non ti dispiace, torno a dormire. - rispondo, sbadigliando.
- Questa sera vengo a trovarti, aspettami eh? – enuncia mio fratello.
- Ok bello. Ciao - replico. Poi chiudo la chiamata.
Cerco di riprendere sonno, abbandonandomi fra le coperte calde, quando mi arriva un messaggio che mi fa innervosire parecchio.
Prendo malamente il cellulare in mano e leggo. È l’afro, Ray.
“Amico, stai diventando vecchio! Io e i miei capelli siamo sorpresi da quanto dimostri bene la tua età. BUON COMPLEANNO! “
Sorrido e gli scrivo subito, ringraziandolo e augurandogli buona giornata.
Già… sono vecchio ormai.
Decido di alzarmi e andare a fare una bella colazione. In casa sono solo. Lindsey è in tour con la sua band, mentre la mia piccola Bandit è a casa di mia madre.
Regna la pace più assoluta.
Fisso il telefono. È strano, ma aspetto con impazienza che mi contatti una persona. Una in particolare, con la quale non parlo da un bel po’ di tempo. Questa cosa mi rattrista.
‘ E pensare che una volta era il mio ragazzo’ rifletto, sorseggiando il caffè.
La mattinata passa molto velocemente, fra disegni e bozze per il mio fumetto.
Su Twitter tantissime persone continuano a mandarmi auguri. Cavolo, non immaginavo ci tenessero tanto a me. È bello sentirsi importanti, almeno per qualcuno.
Pranzo con molta calma, masticando lentamente. Poi mi metto al computer per sentire un po’ di musica.
Sono le cinque, quando ricevo uno squillo del tutto inaspettato. Afferro il telefonino. È Frank. Oh cazzo, è Frank! Non pensavo si ricordasse…
Rispondo subito alla chiamata.
- E- ehi, ciao! - balbetto, un po’ ansioso.
- Ciao Gerard, da quanto tempo! Come stai? - risponde lui. Ha sempre avuto una voce molto profonda, che lo diventa ancora di più quando parla attraverso la cornetta. È stupenda.
- Tutto ok! E tu? Va tutto bene? - chiedo, e intanto mi mangiucchio un’unghia, teso.
- Mi fa piacere! Beh, sì qui va tutto per il meglio. Le bambine giocano di continuo con le bambole, obbligandomi a farlo con loro, mentre Jamia, - appena sento quel nome, il mio cuore si spezza un po’, - sta preparando una torta. -
- Oh, che bello- replico, senza entusiasmo.
- Già, di questo passo diventerò un barile enorme- si lamenta lui.
- Nah, stai benissimo- dico io, senza pensarci. Poi mi mordo la lingua. Cazzo, così penserà che sono ancora un maniaco sessuale come lo ero da giovane!
- Si, beh ehm… grazie. Senti… posso passare da te? Per un saluto? Non starò molto- afferma, ridacchiando.
Questa cosa mi sorprende all’inverosimile. Vuole venire a trovarmi? Insomma, l’ultima volta che io e Frank ci siamo visti è stato… quando? Non lo ricordo nemmeno.
Agitato, mi guardo un po’ in giro: la casa è un disastro. Ci sono fogli sparsi ovunque, la polvere ricopre i mobili ed è da tre giorni che non lavo i piatti. Merda.
- C-Certo certo, vieni pure. Sono libero- affermo.
- Okay, arrivo fra mezz’oretta allora, il tempo di fare la strada… ciao- e chiude.
Oh mio Dio. Cosa posso fare, cosa posso fare?!
Mi alzo in fretta e comincio a raccogliere tutte le bozze lasciate in giro per la casa. Poi corro a lavare le stoviglie – Cristo, sono tantissime! -, dopodiché vado in bagno a sistemarmi i capelli, mi cambio i vestiti e mi lavo i denti. Infine, quando sto per prendere in mano il panno per pulire la polvere, suona il citofono.
Merda merda merda! È già qui!
Butto lo straccio sotto al divano, cerco di darmi un contegno e vado alla porta. La apro. Si presenta un Frank Iero tutto spettinato, con una giacca nera, una maglia degli Iron Maiden che gli va un po’ stretta – che meraviglia, per dio- e dei jeans strappati sulle ginocchia. Insomma, sto per avere un infarto.
E io che mi ero illuso di averlo dimenticato, di non amarlo più… sì certo, come no Gerard, come no.
- Ehi- mi saluta, sorridendomi.
- Ciao Frankie- replico, giocando con le dita delle mani.
Stiamo un po’ sulla porta, muti come due pesci.
- Non mi fai entrare? - chiede, ridacchiando.
- Oh, ma certo, vieni pure- che coglione che sono! Devo darmi una regolata, per diana!
Ci sediamo sul divano bianco, in soggiorno.
- Allora…- comincia lui, per spezzare la tensione, - Come va il tuo fumetto? -
- Bene, bene. L’ho promosso al Comic-con, sembra che abbia abbastanza successo e…-
-Sai, - mi interrompe lui, - io l’ho acquistato. -
Rimango interdetto. Lui ha fatto cosa? – Davvero? - sussurro.
- Si, è molto ben scritto e interessante. Mi piace. Quando uscirà un nuovo fascicolo, sicuramente lo prenderò! - mi dice, sorridendomi.
- B- beh, non so cosa dire… ti ringrazio- rispondo, lusingato.
Rimaniamo un po’ in silenzio. Poi lui esclama: - Sai, Gee, sei diverso. -
- In che senso? - domando, inquieto.
- Sei, come dire…- sospira, - Più pacato, più calmo. Come se fossi tornato di nuovo a quando eri adolescente. Sembri meno sicuro di te, ci tieni davvero a ciò che fai e… - dichiara, sotto i miei occhi increduli.
- Ah. Si vede che con la vecchiaia, peggioro- ridacchio, un po’ scoraggiato.
- No, mi piace come sei- risponde lui, appoggiandomi una mano sulla spalla. – Mi piaci. -
Il mio cuore comincia a battere all’impazzata.
- A dire la verità, mi sei sempre piaciuto, anche quando facevi lo stronzo insopportabile e mestruato. Tu mi piaci sempre- sembra arrabbiato. – Ed è un problema per me. Mi sembra di non essere fedele a mia moglie, di tradirla ogni giorno. – dice affranto, - Ho cercato di dimenticarti ma… eccomi qui, a casa tua- apre le braccia, sconfitto.
Inspiro ed espiro. Lo faccio di nuovo.
Poi comincio: - io sono innamorato di te da quando avevo venticinque anni. Mettila come vuoi, ma forse quello messo peggio sono io. - gli sorrido amaramente. – insomma guardami: da quando la band si è sciolta…-
- L’hai sciolta tu, se non sbaglio- mi interrompe, facendomi sentire in colpa.
- Va bene, da quando IO ho sciolto la band, sono ingrassato tantissimo, mi sono isolato nuovamente da tutto e tutti e soprattutto mi sono scordato chi sono- replico. – Sono nuovamente brutto, grosso e solo- sospiro con un groppo in gola, rendendomi conto della verità delle mie parole.
- Ehi, ehi senti: tu non sei brutto. Sei sempre bellissimo okay? - dice Frank poggiandomi una mano sulla guancia, - Sei Gerard Way, e sei molto amato, da tantissimi fan, da tantissime persone… da me- mormora. - E io ora ti bacerò. Dimenticandomi di tutto il resto. Perché sei sempre stato tu il centro della mia vita, stupido idiota- sono commosso e sorpreso. Non pensavo… cazzo, lui mi ama ancora? Sto per replicare ma lui me lo impedisce, poggiando le sue labbra sulle mie. Dio, da quanto non sentivo il loro sapore? Anni e anni sprecati a non accarezzarle, tempo perso fra sensi di colpa, insicurezze e seghe mentali.
E ora lui mi sta baciando. Come accadeva continuamente una volta.
Intreccio la mia lingua con la sua, languidamente, godendomi l’attimo con tutto me stesso. Ci abbracciamo forte, lui mi passa le mani fra i capelli, massaggiandoli. Poi improvvisamente si stacca e alza dal divano, prendendomi la mano.
- Guidami verso la camera da letto- sussurra, dandomi un bacio sul collo. Io, rosso in viso e tutto spettinato, acconsento e gli faccio subito strada. Sto per morire, si, morirò.
Appena arrivati, mi fa stendere subito sul letto e mi spoglia con lentezza esasperante, baciandomi ovunque e passando le mani su ogni curva del mio corpo. Sospiro di piacere, un po’ imbarazzato. Da quanto tempo non mi sfiorava così? Anni?
- Sei sempre stupendo- mormora al mio orecchio, facendomi arrossire all’inverosimile. Inverto i ruoli, ora sono io a togliergli i vestiti, più in fretta di come ha fatto lui, impaziente.
Quando entrambi siamo nudi e scoperti, ci osserviamo per un lungo istante, memorizzando parti dei nostri corpi che ormai avevamo dimenticato. Poi, dopo aver congiunto di nuovo le nostre labbra in un lungo e tenero bacio, io lo penetro piano e comincio a spingere dentro di lui, con calma, per non fargli troppo male. Non è più abituato, come non lo sono io. Fremo e ansimo e… non so. Penso a tantissime cose. A come ci siamo lasciati io e Frank, a quanto io abbia sofferto, al matrimonio con Lindsey, alla mia Bandit. Rifletto su tutto questo e non so se sentirmi in colpa per quello che sto facendo, o essere felice di essermi ricongiunto con il mio unico grande amore.
È tutto così incasinato, Dio.
Sento che Frankie sospira di piacere e mi chiede di più, ancora. E io lo accontento subito, mi abbandono al momento, mi faccio avvolgere dal suo corpo morbido e tatuato, mi spingo oltre ogni limite. Con lui. Sempre con lui.
Veniamo insieme, fra gli ansimi e gli spasmi. È stato il più bell’orgasmo della mia vita.
Stanchi e sudati, respiriamo piano per riprendere fiato. Lui mi abbraccia subito, accoccolandosi sul mio petto. E io lo accolgo abbracciandolo stretto, per paura che si alzi, che mi mandi al diavolo, che scompaia.
Se lo facesse, ne morirei.
 
 
Passano alcune ore. È tardi e fra poco dovrebbe arrivare mio fratello. Io e Frank ci siamo addormentati avvinghiati l’uno all’altro, come ai vecchi tempi. Ah, quanto era bello, quel periodo…
Mi sveglio e mi accorgo che forse è ora, per il mio amante, di tornare a casa.
- Ehi, amore. Amore, è meglio se vai ora…- gli sussurro all’orecchio. – Jamia potrebbe essersi preoccupata- insisto, anche se dentro piango. Non voglio assolutamente che torni da lei. Ma non posso impedirlo.
Lui si alza piano, mi rivolge un sorriso gelido – che strano- e poi comincia a vestirsi in fretta.
- Gerard- mi dice, dopo aver indossato la sua giacca scura, - Gerard non possiamo più… non deve più succedere tutto questo. -
Il cuore mi si blocca all’istante. Cosa…?
- M-ma che dici? Perché? - esclamo io, interdetto e confuso.
- Abbiamo già fatto soffrire troppo le nostre famiglie con i continui sotterfugi e le bugie. Ora basta. Io ti amo Gee, ma questa è l’ultima volta che ci vedremo. - risponde, gelido come un pezzo di ghiaccio.
Lacrime calde cominciano a solcarmi il volto. – Aspetta, Frank- noi proviamo dei sentimenti l’uno per l’altro, noi… possiamo- dobbiamo continuare a stare insieme! Per quanto tempo abbiamo provato a stare separati, eh? E a che cosa è servito?!- dichiaro io, arrabbiato, - a niente, perché alla fine torniamo sempre l’uno dall’altro! Torneremo sempre, l’uno dall’altro. –
- Non se io ti uccido. - replica lui.
Che…?
- Ma che cazzo stai…- sussurro spaventato.
- Se tu sparisci, non dovrò più tornare da te. Non tradirò più nessuno. Non soffrirò più per te come un cane- esclama, inferocito. Poi fa ciò che io non avrei mai creduto possibile: tira fuori una pistola e me la punta dritta di fronte al petto. Indietreggio un po’, allarmato, ma mi ritrovo il letto a sbarrarmi la strada.
- F- Frank, non fare così, io ti amo, ma se vuoi ti lascerò in pace okay? – mormoro, in preda a una crisi di panico. Lui vuole davvero spararmi? Farebbe davvero questo a me?
Vorrei gridare aiuto, o chiamare qualcuno, ma chi?
- Addio, amore mio. Perdonami… perdonami…- sussurra, indietreggiando un po’.
Mi avvicino nuovamente a lui, tentando di calmarlo, di abbracciarlo.
BAM
Uno sparo.
Un colpo.
Cado a terra, con un buco in mezzo al petto. Sento il sangue caldo uscire a fiotti dal mio torace. Comincio ad avvertire freddo in tutto il corpo.
Sto morendo.
Noto che Frank si inchina davanti a me e mi si stende sul busto, ripetendo, come fosse una litania, ‘ mi dispiace, perdonami, ti amo’.
Poi suona il campanello di casa mia.
Il mio amante, coperto di sangue, apre la porta. Sento la voce terrorizzata di Mikey, riesco a vedere che si catapulta vicino a me e mi solleva la testa.
-Frank! Dio mio Frank, che cazzo hai fatto?!- grida, cullandomi. – Gerard, Gee, fratellone, resisti, ora chiamo l’ambulanza, resisti…- bisbiglia al mio orecchio, singhiozzando.
- M- Mik… ti voglio bene- ansimo io, poi chiudo gli occhi e mi perdo.
Ma prima di morire, avverto le urla di Mikey e un sussurro di Frank: - Ora proverà lo stesso dolore che ho provato io. Capirà… capirà che l’ho amato davvero. -
  
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