“I do maintain that if your hair is wrong, your entire life is wrong.”
~ Morrissey

 

“Hai decisamente bisogno di tagliarti i capelli”.
Miles, intento ad esaminare con occhio critico il proprio volto riflesso nello specchio del camerino, si volta verso Alex, che lo squadra sogghignando, appoggiato alla cornice della porta.
“Senti chi parla!”.
Ribatte, scherzando solo a metà.
“Ehi! La mia è una scelta stilistica ben precisa!”
“Ma davvero? E io che pensavo fosse solo pigrizia!”.
Alex si stacca dalla porta e gli si avvicina, ravviandosi le lunghe ciocche castane indurite dal gel che gli ricadono sul viso.
Gli passa un braccio intorno alla schiena, appoggiandogli il mento sulla spalla ed osservando i loro visi, che ricambiano lo sguardo sul vetro liscio dello specchio.
Miles si volta appena, per poter guardare l’amico negli occhi.
Ora sono talmente vicini che le punte dei loro nasi si sfiorano e quando Alex allunga una mano ad arruffargli la zazzera scomposta con aria improvvisamente trasognata, Miles si ritrova a trattenere il respiro.
“A cosa pensi?”.
Gli chiede in un sussurro.
Alex sbatte le palpebre e scuote appena la testa, uscendo dallo stato di trance in cui era momentaneamente scivolato. Poi, di nuovo quel ghigno.
“Ho un’idea”.
 

*          *          *

“Fermo.”
“Mi si è addormentata una gamba!”
“Ho quasi finito.”
“Posso guardarmi allo specchio?”
“Tra un attimo!”
“Mi devo preoccupare?”
“È tutto okay, Miles”.
Miles rivolge lo sguardo al mucchietto di capelli castani che si è raccolto ai suoi piedi, il ronzio del rasoio elettrico che gli riempie le orecchie mentre Alex dà gli ultimi ritocchi.
Il cranio quasi nudo lo fa sentire strano, come un pulcino implume. Vulnerabile.
“Et voilà!”.
Esclama Alex pochi secondi più tardi, spegnendo il rasoio e mettendogli di fronte uno specchio che Miles quasi gli strappa di mano, ansioso di vedere il risultato finale.
Per un paio di minuti, nel camerino regna il silenzio.
Miles si passa una mano sulla testa innaturalmente liscia, prendendo coscienza del proprio aspetto.
Non sta male. Il nuovo taglio gli fa risaltare gli occhi e lo fa sembrare più vecchio, oltre a conferirgli un’aria vagamente intimidatoria.
“Che ne pensi?”.
Gli chiede Alex, con una nota di ansia.
Miles sorride e lascia passare qualche altro attimo prima di rispondere, tanto per tenerlo un po’ sulle spine.
“Ci dovrò fare l’abitudine.”
“Ti dona. Anche se io sono di parte.”
“Ma davvero?”.
Si alza, avvicinandosi ad Alex e tirandogli scherzosamente una ciocca ribelle.
“La prossima volta tocca a te.”
“Nah, il look da recluta dei Marines non mi si addice.”
“Sono pronto a scommettere il contrario. In ogni caso, troverò un modo per… sdebitarmi”.
Il tono di Miles è carico di promesse che Alex sarebbe disposto a riscuotere all’istante, se non fosse per un improvviso rumore di passi che li porta a scostarsi l’uno dall’altro, infrangendo la bolla di aspettative che aveva reso l’aria così elettrica.
Hannah, la ragazza di Miles, irrompe nel camerino con la sua abituale spontaneità ed un sorriso da un orecchio all’altro, probabilmente dovuto alle borse cariche di shopping che ha appese alle braccia.
“Ehi, sono tornata! Come v- oddio!”.
Si porta una mano alla bocca mentre con l’altra indica la testa del fidanzato, decisamente diversa da come l’aveva lasciata.
Miles la bacia sulle labbra.
“È stata un’idea di Alex. Che te ne pare? A lui piace… e anche a me!”.
Hannah si limita ad osservarlo, per poi allungare cautamente una mano ad accarezzargli i capelli rasati di fresco.
“È… diverso. Però mi piace! E comunque, è sempre meglio del nido di vespe che avevi prima!”.
Si rivolge poi ad Alex, guardandolo con gratitudine.
“Erano settimane che lo supplicavo di andare dal barbiere… secondo te mi ha mai ascoltata? Avrei dovuto saperlo che ci sarebbe voluto il tuo intervento!”.
Alex si limita a sorridere, abbassando la testa in un tentativo di mascherare il disagio che d’un tratto lo ha assalito.
Miles gli lancia un’occhiata. Loro due non hanno bisogno di parole per capirsi ed è questo a rendere la loro relazione insostituibile.
Apre la bocca per chiedere ad Hannah di aspettarlo fuori, ma lei ha tirato fuori una Polaroid e sta gesticolando per farli mettere in posa.
“Questo è un momento che merita di essere immortalato!”.
Alex e Miles si scambiano uno sguardo e decidono di accontentarla.
Miles rivolge all’obiettivo una smorfia a metà tra il fiero ed il comico mentre Alex, in piedi accanto a lui con il rasoio in mano, si limita ad aggrottare le sopracciglia, stirando le labbra in un’espressione perplessa.
Click.
Mentre Hannah agita la foto, soffiandoci sopra per farla sviluppare, Alex lascia scivolare la mano sulla nuca del suo migliore amico, accarezzandola furtivamente.
È un altro di quei gesti che rende le parole superflue, anche se il significato è chiaro per entrambi.
“Dopo. Ci sarà sempre tempo, dopo”.



Angolo dell'Autrice
Wow, sono riuscita a ricordarmi la password dell'account.
A parte tutto, ho partorito questa fic nel cuore della notte e la fonte d'ispirazione è, come avrete capito, la foto che vedete sopra.
Sono una fan dei The Last Shadow Puppets (e degli Arctic Monkeys, ovviamente) da diversi anni e quella tra Alex Turner e Miles Kane è una delle mie (b)romances preferite in assoluto. La recente uscita del loro secondo album ha portato ad un aumento pressoché ridicolo di materiale da shippaggio e questa fic ne è una diretta conseguenza.
Inutile dire che né Alex né Miles mi appartengono (sigh sob) e che non so nulla delle loro vite private né pretendo di saperlo, ma è sempre bello sognare.
Il feedback sottoforma di recensioni e/o critiche costruttive è sempre gradito!
Alla prossima ^_^

_Buddy