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Sotto la luna -
La luna,
delicata e immensa. Ed eterna.
Gli
piaceva. Poche cose potevano dirsi di suo piacimento, la luna era una
di
quelle.
Non aveva
bisogno di dormire, quindi stava lì, anche tutta la notte. A
fissare quella
palla bianca e rischiarante. Desiderava essere come lei.
Lo
desiderava con tutto se stesso. Essere eterno e irraggiungibile.
Non
sentiva neanche il vento freddo battere contro la sua pelle lignea, non
sentiva
nulla, nemmeno sé stesso.
Lui non
era né una marionetta né un uomo. Lui non era
nulla ed era tutto.
Ed odiava
quel limbo in cui si era costretto, quel limbo imperfetto.
Akasuna no
Sasori, voleva essere la luna.
Le coperte
madide di sudore pesavano sul suo corpo come macigni.
Si
rigirava nel letto stringendo tra le mani le lenzuola in preda a un
incubo.
Allungò
una mano nel letto matrimoniale cercando il compagno. Vuoto.
Aprì
gli
occhi di scatto alzandosi a sedere e osservando la piazza vuota dove
prima
c’era Pain.
Si
guardò
intorno circospetta cercando il partner, inutilmente.
Poggiò
un
piede nudo in terra alzandosi e osservando attentamente la finestra
aperta,
prima non lo era.
Silenziosamente
la raggiunse sporgendosi verso l’esterno e cercando
l’uomo con lo sguardo.
Scrutando
nella notte vide sul tetto accanto alla camera una figura seduta.
Sorpresa
spiccò un salto e atterrò a pochi metri dalla
persona.
“Pain,
perché non sei a letto?”
Il
marionettista si voltò verso la donna senza espressione sul
viso e rispose
atono.
“Non
sono
Pain.”
“Ah.
Scusa
Sasori-san, non ti avevo riconosciuto.”
La donna
si morse l’interno della guancia indecisa. Doveva tornare nel
letto e aspettare
il ritorno di Pain, ma aspettarlo sarebbe stata solo una tortura.
Strinse i
pugni conficcando piano le unghie nel palmo.
“Sasori-san, posso sedermi accanto a te?”:p:p>
Lo Scorpione
acconsentì con la testa senza staccare gli occhi dalla
sferica luna che
levitava nel cielo.
La donna
si mosse sinuosa fino al compagno sedendosi accanto a lui e portando le
ginocchia al petto.
Continuava
a voltare la testa sulla strada sperando di vederlo passare.
“È
sparito.”
“Si,
lo
hai visto?”
“No.”
“Ah…
Cosa
facevi?”
Konan
cercava di instaurare un discorso, per non pensare.
Non
pensare a tutte le volte che la lasciava sola per una missione segreta
e
importantissima.
Strinse le
mani attorno alle caviglie mordendosi l’interno della guancia.
“Osservavo.
La luna.”
“Capisco…”
“Torna
a
letto. ‘Il
piacere non è mai né passato né
presente ma sempre e solamente futuro*’. Le sofferenze, invece, sono come la
luna, a volte
spariscono… Tornerà.<>”
La donna
si morse un labbro. Guardò il marionettista.
Il loro
passato era terribile, il loro presente anche. E il loro futuro, non lo
potevano sapere.
Sapevano
bene di commettere indicibili nefandezze, quello che volevano
però, era solo un
futuro migliore, anche nelle piccole cose.
Le sue
labbra si stesero in un sorriso. Sfiorò piano la guancia del
compagno in una
timida carezza di chi non sa amare.
Si
alzò
ringraziando implicitamente Sasori per le parole di conforto.
Dopotutto,
a cosa serviva un amico?
*Il piacere non è mai né passato né presente ma sempre e solamente futuro.(Giacomo Leopardi, Zibaldone)
Ringrazio sinceramente la giudice che mi ha attribuito il primo posto e a voi lettori che avete letto questa schifezza *_*Un grandissimo "Brave!" alle due podiste: Deidara_sempai e uchiha_girl!
Devo ammettere che era la prima flashfic che scrivevo e che non mi convinceva gran che per via del poco spazio utilizzato, ma sono contenta ^^
Un bacione
Bye Bye