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Autore: Lily_of_the_Valley    20/04/2016    4 recensioni
"Quelli che scriverò saranno i giorni della mia vita. Tutto ciò che mi accadrà da oggi in poi lo riporterò qui in queste pagine.
Chissà che poi la vita non abbia in serbo per me qualcosa di meraviglioso."
Un diario, una ragazza e una delle band più famose del globo.
Il fato, che ha deciso di combinare insieme questi tre elementi.
Perché la vita può sempre tenerti in serbo qualcosa di meraviglioso
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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We give you Rock à la carte

Anche quella notte Mindy aveva avuto difficoltà nel prendere sonno.

Perché, sì, rivedere Roger era stata un’emozione unica, ma figuriamoci cosa sarebbe stato incontrare tutti i componenti della propria band preferita in una sola mattinata!

Ma alla fine, Mindy fu sopraffatta nuovamente dal sonno.

Come la mattina precedente, si preparò in un batter d'occhio, fece colazione e, dopo essere finalmente riuscita a trovare una buona scusa, uscì da casa.

Fu costretta a scendere di casa verso le nove per arrivare in orario all’appuntamento.

Mindy, mentre scendeva le scale per arrivare ai treni della metropolitana,cominciò a sentirsi le gambe tremare spaventosamente come il giorno prima.

Scese alla fermata di King’s Cross della metropolitana e si mise su Euston Rd.

Chissà cosa avrebbe detto ad ognuno di loro.

Sapeva che probabilmente sarebbe riuscita solamente a balbettare poche parole circa loro bravura.

In quel momento, nella testa di Mindy vi erano solo pensieri meravigliosi, finché non si rese conto che era quasi arrivata.

Diede un'occhiata all'orologio che aveva al polso: le dieci e dieci, era addirittura in orario.

Ancora una volta sentì le coronarie del cuore spappolarsi, anche se a sua insaputa non era ancora successo nulla.

Infatti, mentre camminava al lato opposto della strada rispetto al teatro, che si trovava ormai a pochi metri da lei, rimase a guardare una macchina bianca appena accostatasi poco più lontano dall’ingresso dell’enorme edificio.

Da lì scese un uomo dai capelli castani e abbastanza corti.

Mindy rimase pietrificata quando si rese conto che quello era niente di meno che l'autore del celebre brano "Another One Bites the Dust".

Non riusciva a muoversi, e nel frattempo il bassista era entrato nell’edificio.

Le veniva da stropicciarsi gli occhi per controllare che non si fosse solo immaginata di vedere John Deacon, ma era troppo occupata a cercare di non svenire.

Probabilmente avrebbe passato di nuovo un giorno all’ospedale.

Insomma, ammettetelo anche voi: come reagireste se aveste anche voi tutti e quattro i membri dei Queen davanti?

Mindy si tranquillizzò un po’ quando vide che dall'entrata del teatro uscì un uomo biondo, con gli occhiali neri e con una sigaretta quasi completamente consumata tra le labbra.

Mindy si decise ad attraversare la strada, intimidita, e ricevette un sorriso e un cenno di mano non appena si fece vedere da Roger.

Non appena gli fu quasi completamente di fronte, il batterista la salutò. "Benvenuta, Mindy."
Buttò la sigaretta a terra e stampò un bacio sulla fronte della nipote.

Mindy adorava ricevere baci come quelli dalla gente, ma in quel momento ammise che era troppo presa a pensare al resto dei componenti del gruppo.

Roger, per una volta, pensava a tutt’altro rispetto a quello che aveva in testa la giovane.

Ancora non si era capacitato di tutto quello che gli stava accadendo attorno.

Finalmente sua nipote avrebbe potuto assistere ad una delle sue esibizioni con la batteria ed il resto della band. Sapeva già che in cuor suo avrebbe dato il massimo di fronte a lei.

Gli pareva un sogno: aveva sempre desiderato una cosa del genere.

"Pronta a conoscere i Queen al completo?" disse entusiasta alla nipote, tenendola abbracciata.

Mindy fece un cenno con la testa, anche se in quel momento non era affatto pronta.

Si sentì ancora più morire quando Roger cominciò a condurla verso l'interno del teatro.

Cominciarono ad avventurarsi all’interno del luogo, seguendo una freccia che indicava Backstage.

Ai loro lati vi erano una moltitudine di entrate per l’auditorium e alcuni chioschi per le bevande.

Quel luogo non la calmava affatto, ma di certo non poteva dare di matto in quel momento. Sarebbe apparsa troppo ridicola sia davanti il batterista che davanti anche gli altri membri del gruppo.

Tuttavia, Roger in qualche modo riuscì a notare che la sedicenne non si sentiva per nulla a suo agio.

La scrutò meglio, cercando gli occhioni blu della giovane, tanto simili ai suoi, se non identici. “Ehi, Mindy! Tutto bene?”

La bionda gli rivolse nuovamente un sorriso sforzato.

Roger provò grande comprensione in quel momento.

Strinse Mindy ancor di più a sé, poi disse: “Ti capisco, non è roba da tutti i giorni incontrare la tua band preferita. Ma non hai nulla di cui preoccuparti, fidati. Siamo solo quattro idioti estremamente vanitosi e fieri di noi stessi”.

“In un certo senso fate bene ad essere fieri. Le vostre canzoni sono perfette”.

“E’ sempre bello ricevere i complimenti da ragazze carine come te” rispose il batterista.

Mindy riuscì a distrarsi per un momento, ridendo.

La risata di Mindy, seppur con un timbro di agitazione, estasiava le orecchie di Roger.

Lui sapeva che in quel momento la ragazza avrebbe rischiato un infarto, ma non vedeva l’ora di farle conoscere gli altri membri della band. Era qualcosa di molto contraddittorio, ma era molto orgoglioso di essere riuscito a portare quella piccola peste bionda alle prove di quella band che gli aveva cambiato la vita.

Ricordò quando, in un pomeriggio invernale, si mise la bambina sulle gambe e insieme si misero ad ascoltare la radio. Improvvisamente la piccola cominciò a battere le mani a ritmo di musica e a ridere.

Ebbe come il presentimento che a quella creaturina dagli occhi celesti piacesse il rock, e a distanza di quattordici anni, non era cambiata molto.

Il labirinto del teatro giunse finalmente al termine quando i due approdarono di fronte ad una porta di legno chiaro che conduceva al retro del palco.

Roger rivolse nuovamente a Mindy un sorriso di incoraggiamento, poi, sempre tenendola stretta a lui, aprì la porta ed entrò.

Diversi uomini stavano arrotolando dei cavi chilometrici, altri invece controllavano alcuni impianti.

Poi Mindy udì un suono, qualcosa di simile ad una vibrazione di chitarra elettrica, e poi una voce: “Ho qualche problema col jack!”

Mindy cercava di capire in tutti i modi l’emittente di quella voce, poi notò un uomo dai capelli molto folti e ricci con in mano una chitarra elettrica molto diversa dalle solite Gibson e Stratocaster.

Non ci volle molto per capire che quell’uomo era Brian Harold May in persona.

Il cuore di Mindy aveva ricominciato a battere all’impazzata come prima.

E come fare altrimenti, visto che l’autore del celebre inno We Will Rock You era proprio a pochi centimetri da lei?

“Ehi, Bri! Ancora problemi con il ‘caminetto’?” chiese Roger, avvicinandosi al chitarrista.

Quello finalmente si girò verso il suo amico e collega.

“Rog, era ora!” disse, prima che il suo sguardo cadesse sulla bionda capelluta che era timidamente accucciata sotto il braccio del batterista. “Ciao! Tu devi essere la nipote di Roger, non è così?”

Mindy timorosamente avanzò verso il chitarrista per tendergli la mano, mentre lui, fiero di far la conoscenza della “bambina bionda” di cui Roger tanto gli aveva parlato, aveva già dimenticato tutti i problemi con la sua amata Red Special.

Il biondo gli aveva parlato incessantemente di lei, sin dai tempi degli Smile.

“Sono lieto di fare la tua conoscenza! Roger ha detto che ti piacciamo abbastanza. Sono contento, lo sai?” disse Brian per tranquillizzare un po’ Mindy.

“Anche io sono lieta di conoscere uno dei chitarristi più...più geniali che esistano sulla faccia della Terra” balbettò Mindy al chitarrista.

“Che onore sentire cose del genere, grazie!” rispose Brian, mentre sorrideva alla bionda.

“Mindy, sapevi che Brian utilizzava una chitarra costruita da suo padre?” intervenne Roger.

Mindy scosse la testa.

“Sì, è così” Brian si tolse la chitarra per mostrarla alla ragazza. “Si chiama Red Special, le ho dato questo nome per il suo colore rosso fiammante, non noti?”

Mindy era estasiata da quel bizzarro ma favoloso modello di chitarra. “Adesso capisco perchè il suono della chitarra mi è parso sempre un po’...diverso”disse.

Brian sorrise. “In effetti è così”.

Roger si distrasse per un secondo dai due quando notò un altro suo fido compagno. “Ehi, John! Siamo qui!”.

Mindy cominciò a riagitarsi, dimenticando tutto quello che le stava dicendo Brian a proposito della Fireplace.

Vide il bassista avvicinarsi al gruppetto.

Quando fu ormai arrivato a loro, Roger presentò nuovamente sua nipote: “John, lei è Mindy. Mindy, suppongo che tu conosca già il nostro amato bassista”.

Avere il bassista dei Queen di fronte la strada era già abbastanza surreale, trovarselo a qualche decina di centimetri di distanza era qualcosa di ancora più emozionante.

John sorrideva tranquillo alla ragazza, mentre lei era rossa fuoco.

Roger buttava un occhio su uno e sull’altro e decise di farla finita con quel silenzio inutile. “Mindy, se vuoi puoi salutarlo. Proprio lui non morderà mai” disse ridacchiando.

Mindy diede una stretta di mano al bassista, bisbigliando imbarazzata il proprio nome.

“Io sono come sicuramente avrai capito John, ma qui vengo chiamato anche ‘Deaky’, non chiedermi perché” rispose il bassista.

“Giocando una volta a Scarabeo è saltato fuori questo nome, e a noi piaceva” precisò Brian.

Mindy amava lo Scarabeo, era uno dei suoi giochi preferiti con cui amava passare il tempo con sua nonna.

“Sì, è un gioco che amiamo parecchio” disse Roger.

Un secondo dopo sentì un vocalizzo.

E Mindy ovviamente riconobbe quella voce inconfondibile e melodiosa.

Le toccò rischiiare ancora un altro infarto, anche se sperava in cuor suo fosse l’ultimo.

Vide un uomo dai capelli neri corti e dai baffi a dir poco folti avvicinarsi a loro.

“Ehy, tesori! Vi stavo cercando!” disse il cantante dei Queen, finché non vide una figura minuta, rossa in viso, con degli occhi azzurri luminosi e dei capelli biondi color grano e portati abbastanza spettinati che gli ricordavano quelli del suo amico Roger qualche anno prima.

Continuò ad avvicinarsi al gruppo, continuando a studiare la ragazza.

“Così tu sei la nipote di Roger?” chiese il nuovo arrivato.

Mindy annuì, imbarazzata all’idea di star parlando con Freddie Mercury ma anche divertita per l’entrata in scena.

“Credo che tu mi conosca abbastanza bene, tesoro” aggiunse il cantante.

“Fred, non cominciare con questi ‘tesoro’ e roba varia, intesi?” brontolò John.

“Mindy, meglio se ti ci abitui, Freddie ha la smania di dare nomignoli assurdi alle persone” aggiunse Roger.

Mindy rise, tornando poi subito seria quando vide che il cantante la stava guardando negli occhi, quasi come se fosse commosso.

Il cantante era il migliore amico del batterista e sapeva benissimo quanto quest’ultimo tenesse all’ormai sedicenne.

Quando gliene parlava all’inizio, era un po’ scosso.

Anche lui soffrì molto la mancanza della famiglia quando andò a studiare alla scuola di St. Peter di Mumbai, ma il modo in cui il batterista parlava di sua nipote era qualcosa che andava aldilà dell’affetto familiare.

Roger considerava quella bambina sua figlia, date le somiglianze.

Inoltre, il biondo teneva preziosamente custoditi i suoi ricordi di adolescenza relativi alla nipote.

“Ad ogni modo, io sono Freddie, se non si fosse capito” tutti scoppiarono a ridere.

“Piacere di fare la tua conoscenza, Freddie. Io sono Mindy”.

Freddie strinse la mano alla giovane e, rivolgendosi a lei, aggiunse: “Considerati molto onorata, mia cara. Ora assisterai alle prove della band numero uno”.

Mindy gli sorrise.

Indipendentemente dai rapporti di parentela che aveva con il batterista, amava follemente la band per la sua musica.

Non era mai riuscita a capacitarsi di come quattro esseri umani fossero in grado di comporre delle opere d’arte, ed ora se li trovava di fronte a lei, pronti a prendere in mano il proprio strumento e fare scintille.

“Non hai spiccicato tante da che sei arrivata qui” il cantante rise.

“E’ una persona di poche parole, a questo c’eravamo arrivati tutti” disse Brian.

Mindy riacquisì la forza e, facendosi coraggio, finalmente aprì la bocca: “Beh, non è semplice formare un periodo quando si hanno davanti le persone che si ha sempre voluto incontrare, sapete?”.

Gli altri rimasero un po’ imbambolati da come quella fanciulla avesse appena detto quelle parole, in un tono abbastanza poderoso.

Roger le venne di nuovo vicino. “Hai ragione” le mormorò, abbracciandola, “anche io mi sarei comportato così se avessi avuto l’onore di parlare con John Bonham”.

Anche Freddie si avvicinò alla biondina, arruffandole i capelli già sbarazzini. “Ora però preparati ad uno show degno di questo nome”

“L’accompagno a sedersi” avvisò Roger, mentre gli altri si erano già dileguati a testare per l’ultima volta gli strumenti prima di cominciare a suonarli.

Roger e Mindy scesero dal palco, e il batterista la fece sedere su una delle poltroncine della prima fila.

“Ti intratterremo per bene, mia cara” disse Roger, facendole un occhiolino e ritornando sul palco.

Mindy cacciò un forte respiro caldo.

Stava accadendo veramente, non stava sognando.

Sì, ok, non era un concerto vero e proprio - cioè quello che pensava lei, visto che, in realtà, quei quattro geni del male si erano accordati per provare tutte le canzoni di fila come se sotto di loro ci fosse una marea di gente, come sempre nei loro spettacoli - ma stava per vedere i Queen suonare i loro magnifici brani.

Le vennero in mente i primi versi di quel capolavoro che è Bohemian Rhapsody… Is this the real life? Is this just fantasy?

No, Mindy, nulla di tutto ciò è fantasia. Sta accadendo veramente.

Sorrise, guardandosi i piedi, dopodiché, più felice che mai, tornò a riguardare il palco.

Roger stava dando il tempo con le bacchette.

In men che non si dica partirono varie schitarrate di chitarra che ricordavano la versione veloce di una delle più famose canzoni della band: “We will rock you”.

John e Roger seguivano Brian, che si dava alla pazza gioia con la sua amata “Red Special”, mentre Freddie, prima improvvisò, facendosi aiutare dalla sua ineguagliabile mezz’asta, alcune delle sue mosse “da intrattenimento” per il quale era celebre, poi cominciò a intonare le parole della canzone.

La musica era potentissima, e conquistava l’auditorium del teatro quasi completamente vuoto, mentre fasci di luce coloravano il palco, dando all’atmosfera qualcosa di ancora più spettacolare.

Mindy, come Freddie, muoveva gambe e piedi rapidamente, come se fosse un tic nervoso, entrambi completamente posseduti dalla musica.

Dopo una fine altrettanto mozzafiato di “we will rock you” una manciata di secondi e partì la sfrenata “let me entertain you”.

Mindy non la conosceva, non aveva mai ascoltato completamente l’album “Jazz” e ovviamente ne conosceva solo i singoli.

Tuttavia era in estasi: muoveva la testa e batteva le mani come se conoscesse il brano da sempre, completamente posseduta dalla musica.

Quando anche quella canzone fu terminata, tutti i musicisti guardarono Mindy, che applaudiva, completamente rapita.

Freddie le mimò un bacio con le labbra, cosa che fece alquanto imbarazzare la biondina, poi si diresse verso il pianoforte e cominciò a improvvisare sui tasti.

Diede in seguito uno sguardo ai suoi colleghi, come per comunicar loro qualcosa usando il solo contatto visivo, dopodiché cominciò a suonare le prime note della sua Play the Game.

Mindy quella la conosceva benissimo, e la reputava una ballad stupenda. Fu per questo che cantò ogni sillaba insieme a Freddie.

Seguì poi la meravigliosa Somebody To Love.

Mindy provò un’emozione fortissima quando sentì il cantante cominciare a intonare le prime armonie, accarezzando i tasti bianchi e neri.

Il suo cuore batteva all’impazzata quando il moro prendeva le note alte.

Mindy reputava da sempre la voce di Freddie Mercury la migliore, dalla prima volta che ascoltò Somebody to Love, il suo primo grande amore.

Il resto della band seguì poi il suo cantante, creando armonie a dir poco stupefacenti: i cori di risposta, i suoni che producevano i vari strumenti… Tutto era perfetto.

Freddie non mancò di incitare Mindy a partecipare, e lei si dimostrò subito cooperativa, alzandosi in piedi e battendo nuovamente le mani, i quali palmi erano rossissimi, ma a lei non importava. Si sentiva come se stesse sognando, con la differenza che era tutto vero e nessuno l’avrebbe svegliata, questa volta.

Seguì poi la maliziosa Killer Queen, un’altra che Mindy amava tanto.

Fu però la canzone successiva a farla scattare dalla sedia.

Pochi secondi dopo tutta la band era assorta a suonare “I’m in Love with My Car” di Roger Taylor.

La voce di quest’ultimo si aggiunse al resto degli strumenti.

Graffiante e alta. A Mindy piaceva da morire.

La ragazza era incantata nel vedere suo zio fare tutte quelle “acrobazie” sui tamburi.

Roger fece un’ottima esibizione, e al termine della canzone, alzò il pollice verso la bionda, la quale non faceva altro che pensare a quanto le sarebbe piaciuto suonare quello strumento in quel modo.

Il batterista, che aveva studiato per bene la nipote mentre eseguiva il brano, sapeva esattamente come si sentiva.

Mindy lo guardava allo stesso modo in cui il biondo ammirava il magnifico Keith Moon tanti anni prima.

“Roger ci sa fare, Mindy. Non è così?” le chiese Freddie, parlando al microfono.

La biondina, sorridente, annuì, rivolgendo lo sguardo al batterista che sistemava un piatto.

Non è che ci sa fare. E’ tremendamente bravo, pensò la giovane, completamente fiera.

Il “concerto” proseguì.

Molti fan dei Queen pensano che “Get Down, Make Love” sia uno dei pezzi più stuzzicanti dei Queen, ma per Mindy non risultò per niente scandalizzante.

Mentre vedeva la band che la eseguiva, godeva ogni suono che produceva lo strumento, e naturalmente la voce, di ciascun membro.

Non l’avrebbe mai detto agli altri, ma quella divenne una delle sue canzoni preferite.

Sfortunatamente, Brian, mentre eseguiva le sue improvvisazioni di chitarra a metà brano, se ne accorse.

Aveva la bionda proprio davanti, e riuscì a leggere benissimo i suoi occhi pieni di goduria.

Ma quel chitarrista aveva un animo troppo buono, non avrebbe rivelato niente a nessuno.

E poi, a chi importava? Era rock n roll, un dolce modo di scappare dalla realtà.

In quel momento gli venne in mente ciò che Roger gli aveva raccontato il giorno precedente.

“I suoi genitori le proibiscono di ascoltarci”.

Si è fatto l’ennesima tracannata di alcol, disse tra sé il chitarrista.

Ma se fosse stato vero, probabilmente sarebbe stata una delle cose peggiori su questo pianeta: nessuno può vietare di ascoltare musica, indipendentemente da qualsiasi motivo.

Sentiva che quella ragazza era speciale. Forte e coraggiosa.

Lo ammise, non aveva mai provato tanta simpatia per il batterista, ma questa volta lo avrebbe aiutato a riappacificarsi con la sua famiglia.

“Brian, tesoro, quanto tempo ci vuole per arrivare ad un fottuto piano?” chiese un Freddie abbastanza spazientito, riportando alla realtà il chitarrista.

Tecnici, Mindy, John e Roger scoppiarono a ridere

Il riccioluto lasciò la Red Special e corse al pianoforte per suonare la splendida Save Me.

Il concerto andò avanti.

Susseguirono canzoni meravigliose, e Mindy ovviamente si trovava in un mondo diverso.

La band aveva centrato l’obiettivo: aveva allontanato la loro fan dalla realtà e e l’aveva distratta.

Il gruppo terminò con quel capolavoro di “We Are The Champions”, dopodiché invitarono Mindy a salire sul palco.

“Come siamo andati, gioia?”, chiese Freddie, passandosi una mano tra i capelli sudaticci.

Mindy aveva appena provato così tante emozioni che in quel momento a stento riusciva a stare in piedi.

Le guance erano rosse, i capelli ancora più fuori posto del normale, ma sul suo volto compariva un sorriso gigantesco.

Dopo alcuni attimi di silenzio, la biondina urlò: “siete stati fottutamente divini!”.

Mindy Taylor, dal carattere tanto timido e riservato, sembrava che avesse avuto la sua prima sbornia.

“Era esattamente quello che volevamo sentirci dire, mia cara” disse il cantante.

“Abbiamo fatto il nostro dovere alla perfezione” esordì John.

Tutti osservavano rincuorati la biondina, la quale riprese conoscenza e arrossì, consapevole di come aveva reagito qualche attimo prima.

“Credo di non avere mai provato così tante emozioni in solo un’ora e mezza” spiegò, guardando terra.

“Sai qual è la cosa meravigliosa?”, le chiese Roger, “che potrai venire qui ogni qual volta che vuoi”.

“Sarai la nostra mascotte ogni volta che proveremo” aggiunse Brian.

“Tanto puoi permetterti di venire qui, visto che siamo in estate” disse Freddie.

Mindy si mise le mani nei capelli, sorridendo ad occhi chiusi.

“Questa sarà la migliore estate della mia vita” pensò a voce alta.

Freddie le mise una mano sulla spalla, poi l’abbracciò.

I tre cominciarono a guardarsi divertiti.

“Che gli è preso?” chiese sottovoce il bassista.

“Non chiedercelo, Deaky. Sembra un po’ fuori di sé” rispose ridacchiando Brian.

“Invece di sparlarmi dietro, perché non venite qui e abbracciate la biondina insieme a me?”.

Mindy, stupita, guardò prima il cantante, poi il resto del gruppo, che non tardò a stringerla in un abbraccio collettivo.




 

Salve!

So benissimo di aver ritardato tantissimo, ma sono tanto incasinata ultimamente.

Ad ogni modo, eccomi qui.

Ok, ammetto che per scrivere questo capitolo mi sono ispirata molto al live Rock Montreal, il concerto più divino che abbiano mai fatto, secondo me.

Mi sono divertita molto a scrivere ogni passaggio di canzone. Spero di averlo descritto bene anche secondo voi.

Cercherò di non ritardare più l’aggiornamento, sempre se gli impegni me lo permetteranno.

See you soon, darlings!


 
   
 
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