Allora,
prima che leggiate questa mia ennesima shot, occorre fare qualche dovuta
precisazione:
Prima
cosa, questa shot è doverosamente dedicata all'adorata cognata numero 3, alias
Miss President, alias Agatha.<3
Perchè,
senza ombra di dubbio, se non fosse stato per lei e per l'ennesima delle nostre
folli chiacchierate su msn, questa fic non avrebbe mai visto la luce. Quindi
questa è tutta per te, 3, con tutto il cuore!x3
Secondo
questa shot NON è una incest.
Prima
che nascano eventuali dubbi, visto che comunque, per mio gusto personale, io
amo molto quel genere di fic. Questa, però non lo è. Anche perchè è vietato pubblicarne su questo sito.
Questa è
semplicemente la descrizione della reazione che avrebbero i Jonas, nel leggere
fictions in cui succedono determinate cose.
Spero
che la cosa non turbi nessuno, in caso contrario, le moderatrici della sezione
non hanno che da contattarmi e se ne parlerà!x3
Adesso è
veramente tutto, vi lascio alla lettura e aspetto commenti!x3
Buon divertimento... E questa volta
è proprio il caso di dirlo, vero 3?xD
F.F.F. -
Fun Fan Fictions
Non cambierà un gran che.
Tanto sei sempre tu, sempre scemo così!
Non è poi grave.
Adesso ti alzerai e farai finta che...
(Uno In Più - Max Pezzali)
Joe soffocò una
risatina, facendo correre lo sguardo sullo schermo illuminato del suo
nuovissimo notebook. Allungò un braccio a recuperare il mouse, mentre con
l'altro si sorreggeva il capo, leggermente inclinato nell'atto di evitare un
fastidiosissimo gioco di riverberi.
Si mordicchiò
un'unghia, lasciandosi sfuggire l'ennesimo sogghigno sommesso.
- Ohohoh...! La cosa
si fa piccante... - Gongolò, riscuotendosi improvvisamente, mentre scendeva
lungo la pagina giallina del web-site su cui stava navigando. Si raddrizzò gli
occhiali sul naso, immergendosi totalmente nella lettura.
L'unico rumore che
spezzava il silenzio ferale, piombato repentinamente nel salotto di casa Jonas,
era il frenetico cliccare del suo dito sui tasti.
- Ma guarda che
roba...! Ah! - Spalancò la bocca in un'espressione di esilarato stupore, prima
di appoggiare entrambe le mani al bordo del tavolo e darsi una sonora spinta
all'indietro, restando in bilico sulle gambe posteriori della sedia.
Le sue spalle erano
scosse da rumorosissimi singhiozzi e gli occhi scuri erano ridotti a due
fessure, lì-lì per lacrimare. Decisamente era nel bel mezzo di una crisi di
riso in piena regola...
- Cos'è tutta questa
ilarità? - La testa ricciuta di Kevin si sporse oltre l'entrata della stanza
nel momento esatto in cui Joe si appoggiava inavvertitamente allo schienale
della sedia, spinto da una risata più energica delle precedenti.
Fu questione di un
attimo: sotto lo sguardo scettico del fratello maggiore, le sue mani persero la
presa sul piano di ciliegio chiaro. Un boato che avrebbe potuto ridestare
l'intero quartiere e si ritrovò col fondoschiena sul pavimento freddo, gli
occhiali per traverso e la sedia incastrata fra le gambe.
- Joseph? - Abbozzò Kevin, osservando l'altro rotolarsi sul
piastrellato di marmo in preda ad un palese attacco di stupidera. Sentendosi richiamato, quello smise di contorcersi e
tentò di tornare a respirare regolarmente.
- Sì, Paul Kevin? - Rispose, mentre si
ricomponeva e si rimetteva in piedi, sedia compresa.
- Vaffanculo. - Soffiò
il maggiore, decidendosi finalmente ad entrare nella stanza. - E, a parte
questo, mi vuoi dire che cosa diavolo stai facendo? -
- Leggo... - Spiegò,
sistemando lo schermo del macintosh.
- Leggi. - Ripetè, con
lo stesso tono convinto con cui avrebbe constatato che suo padre aveva deciso
di aprire una casa d'appuntamenti. - E cosa
leggi, se posso essere tanto indiscreto da chiedertelo? -
Joe distolse, per un
attimo ancora, lo sguardo dalla pagina scritta che aveva davanti e lo fissò sul
fratello. Serio come lo era stato poche volte in vita sua...
- Mah, niente... -
Abbozzò, scrollando le spalle con estrema nonchalanche. - Ci sei tu che spalmi
Nick contro un muro e... Oh! - Sussultò, proseguendo nella lettura delle
successive due o tre righe. - Gli hai appena infilato una mano nei pantaloni,
credo... -
Le pupille di Kevin si
dilatarono a dismisura, mentre le sue guance assumevano un colore indefinibile,
a metà tra il porpora e il viola.
- Co... Chi... COSA!?
- Abbaiò. - Joe, ma sei ubriaco, per caso? O peggio, ti sei fatto di
qualcosa... Guarda, questa è la volta buona che lo dico a papà! Così ci pensa
lui a farti la festa... Reciterai Ave
Maria fino ai quarant'anni, come minimo. -
- No. - Rispose il
minore, in tutta tranquillità. - E' un'idea delle fan! Si chiama... aspetta...
- Armeggiò con il mouse, risalendo in cima alla schermata, prima di aprire un
paio di altre finestre. - Ecco! "Jonascest",
è una forza! -
- Jonasche? No, senti, seriamente! - Ritentò.
- Sono serissimo, Kev!
Guarda tu, se non ci credi... - Detto questo, ruotò leggermente il computer
verso di lui in modo che riuscisse a leggere da sè.
Kevin prese a scorrere
rapidamente le righe, andando ben oltre la fatidica mano nei pantaloni del suo
fratellino. A metà di un paragrafo particolarmente coinvolgente, si allungò ad
afferrare una delle sedie e ci si sedette a cavalcioni, appoggiando le braccia
incrociate in cima alla spalliera.
- Ti vedo
interessato...! - Ghignò Joe, interrompendo la sua lettura con un rapido clic
del mouse.
- Eh!? - Sobbalzò il maggiore,
riscuotendosi quando vide la finestra del sito sparire sotto i suoi occhi. -
No, è che... E' allucinante! Cioè, queste scrivono storie di noi che... -
Balbettò.
- Sì. - Annuì. - E
hanno anche una fantasia notevole... Ho letto delle cose...! - Ridacchiò,
coprendosi la bocca con una mano.
- Tipo? - Domandò
Kevin, strizzandosi un incolpevole riccio fra le dita affusolate.
- Lo vedi che ti interessa? - Continuò Joe, senza
smettere di ghignarsela alla grande, alla vista delle guance del suo fratellone
che si tingevano nuovamente di rosso.
- Piantala, cretino! -
Sibilò. - Non è che mi interessi... Però, permetterai che mi ci senta un minimo
coinvolto? -
- Oh, ben più che un
minimo... Non ti stanchi mai! -
Borbottò l'altro, mordendosi subito dopo la lingua per essersi lasciato
sfuggire una cosa del genere.
- Cosa hai detto? - Lo
fulminò, drizzando le antenne.
- No, sai... Fino ad
un'ora fa ti divertivi con me sul bancone della cucina di mamma, poi giocavamo
alla "scalata del K2" sul
divano... Adesso hai messo Nick al muro. - Enumerò sulle dita della mano. - E
ieri, oh... Ieri, poi, non ti dico! Non sapevo fossi capace di fare tutti quei
giochini con una semplice banana...! - Sorrise malizioso.
A quel punto Kevin era
più o meno del colore dell'uva durante la vendemmia.
- Se sei stronzo... -
Ringhiò. - Beh, almeno fammele leggere! - Continuò poi, in tono
inquietantemente più rilassato.
Joe fece tanto
d'occhi, sbattendo le ciglia scure dietro le lenti.
- Ne sei sicuro?
Perchè guarda che ci sono cose pesan... - Senza nemmeno ascoltarlo più,
agguantò il portatile e lo girò totalmente nella sua direzione. - Va bene, va bene, ho capito! Ma non sai dove cercare, da' qua... -
Dieci minuti dopo, i
due Jonas erano totalmente assorbiti nella lettura di un passionale tète-a-tète
fra i loro "altereghi sessualmente
repressi", come amava definirli il più piccolo. Le teste praticamente
pigiate l'una contro l'altra, nel tentativo di riuscire a vedere entrambi le
parole scritte in caratteri minuscoli.
- Oh, Kev! - Si
interruppe Joe, richiamando ad un tratto l'attenzione del fratello. - Scommetti
che, adesso, con quella panna montata... - Indicò lo schermo e poi compì un
movimento molto eloquente con la mano, facendo sussultare l'altro tanto
improvvisamente da fargli andare la saliva per traverso.
Tra un colpo di tosse
e l'altro, Kevin riuscì ad allungare la mano per vibrargli un sonoro
scappellotto sul coppino.
- Sei un deficiente! -
Lo apostrofò, riprendendo a respirare più o meno regolarmente.
- Scusa, scusa.
Pensavo fossi abbastanza grande per certe allusioni! - Replicò il minore,
massaggiandosi il collo.
- Te l'ho già detto
che sei un deficiente? - Ripetè, riprendendo a leggiucchiare dal pc. Tornò ad
appoggiarsi al tavolo, sorreggendosi il capo con una mano. - Oh, ma dai! Basta
con queste banane! - Esclamò, poi, sbuffando sonoramente.
- Non preoccuparti,
Kev, questa era l'ultima. - Entrambi i fratelli si voltarono simultaneamente
verso la porta, osservando Nick fare la sua trionfale entrata con in mano uno
dei suddetti frutti. - So che l'odore ti da fastidio, ma non è il caso di farne
una tragedia... -
Scrollò la massa di
riccioli perfettamente pettinati, addentando con uno sbuffo la polpa tenera...
Il che ebbe, come conseguenza evidente, due reazioni ben distinte... Kevin, per
l'ennesima volta quel pomeriggio, arrossì come se si fosse trovato davanti
l'immagine stessa del peccato.
E Joe... Joe soffocò
con incredibile abilità un risata, prima di alzarsi di scatto.
Scosto la sedia con un
gesto deciso, prima di avviarsi a grandi falcate verso il fratellino, sul viso
l'espressione più mortalmente seria che quest'ultimo gli avesse mai visto.
- Che cos'hai? -
Domandò, osservandolo con aria leggermente allarmata.
- Nick... - Sussurrò, con voce suadente.
- J-Joe...? - Balbettò
lui, indietreggiando di un passo e trovandosi con le spalle al muro, in senso
più fisico che letterale.
- C'è una cosa che
devo dirti da tempo. - Continuò, appoggiando le mani contro la parete
intonacata, appena sopra le spalle dell'altro. - Io... - Pausa ad effetto
durante la quale, all'altro capo della stanza, Kevin sperimentò tutte le
sfumature di rosso note al genere umano.
Decisamente leggere
certe cose non faceva bene al cervello formato nocciolina di Joe.
Tutto quel - un brivido
gli corse lungo la schiena, solo a pensarci in quei termini - "sesso" doveva avergli dato alla
testa...
In caso contrario, non
avrebbe saputo spiegarsi come gli fosse venuto in mente di saltare addosso a
suo fratello!
- Senti... - La voce
di Nick gli arrivò leggermente strozzata ed intrisa di panico.
Ennesimo sussulto.
Sicuramente vedere Joe e Nick baciarsi selvaggiamente - o peggio... - contro il
muro del soggiorno non era una delle prospettive più allettanti.
Ne avrebbe fatto
tranquillamente a meno, ma il corpo di Joe era già leggermente inarcato in
avanti, nell'atto di bloccare il più piccolo.
- No, senti tu... -
- Joe... - Panico.
- Nicky... -
- Joe! - Molto panico.
- E' una vita che te
lo voglio dire... -
- JOE...! - Panicissimo.
- Io... TI SOGNO TUTTE
LE NOTTI! -
Il silenzio torno a
cadere improvviso e agghiacciante nella stanza, mentre i tre fratelli
rimanevano immobili nelle loro posizioni. Questo fino a quando, una manciata di
secondi più tardi, Joe scoppiò nella fragorosa risata che aveva trattenuto per
tutto il tempo.
- Dovresti vedere la
tua faccia...! - Ululò, indicando il volto di Nick che lo fissava più che
basito.
Se fosse stato un
cartone animato, avrebbe probabilmente avuto la mascella più o meno all'altezza
delle ginocchia.
- TU! - Ringhiò,
quando si fu ripreso almeno in parte dallo shock. - Tu sei, senza ombra di
dubbio, l'idiota più fottutissimamente
idiota che abbia mai calcato questa Terra! - Joe lo fissò con aria
apparentemente seria per una frazione di secondo, prima di fingersi
scandalizzato.
- Ma senti che
linguaggio sconveniente... - Chiocciò, prima di mettersi a strillare a pieni
polmoni. - PAPAAA'! Nicky è cattivo, dice le parolacce! -
A quel punto il minore
dei Jonas non ci vide più. Saltò addosso al fratello, in un accorato tentativo
di strangolarlo con le sue mani.
- PAPAAAAAAAA'!!! -
Gridò di nuovo, ottenendo come unico risultato di farlo imbestialire ancora di
più.
- STRONZO! - Abbaiò,
strattonandolo per la camicia a quadri. - Stronzissimamente stronzo! -
- Ma dai, Nicky,
scherzavo... - Annaspò Joe, cercando inutilmente lo spazio per dilatare la
cassa toracica sotto i gomiti dell'altro che gli premevano, nemmeno troppo
gentilmente, tra una costola e l'altra. - Stavamo leggendo tutte quelle storie
in cui Kevin ti salta addosso in ogni dove e... -
Kevin, che era rimasto
seduto al suo posto, in placida attesa di vedere versato, sul tappeto persiano
di Denise, il sangue del maggiore fra i suoi fratelli, si avvicinò a grandi
falcate e abbrancò il suddetto cretino per le spalle.
- Ok, Presidente. - Si
rivolse poi all'altro. - Io lo tengo fermo e tu gli fai quello che vuoi! -
- Oh, maniaci, niente
banane o panna montata! Quella è roba che piace solo a voi..! - Ridacchiò Joe,
trovando il coraggio, o forse solo la faccia
di tolla necessaria per fare lo scemo anche in quel frangente.
- Se gli provochi molto dolore, è meglio! - Aggiunse, in
un sibilo, mentre Nick annuiva e una luce sinistra gli appariva negli occhi.
- Adesso tu mi spieghi
che cosa diavolo mi significava quella cosa di Kevin che mi salta addosso,
perchè se è uno dei tuoi maledetti scherzi, giuro che ti ammazzo sul serio! -
A quel punto Joe si
vide costretto a spiegare qualcosina a proposito del "Jonascest" anche al suo piccolo, casto e puro fratellino, in
un disperato tentativo di allentare la sua presa sulla propria giugulare.
Nick ascoltò con
estrema attenzione, mentre gli venivano raccontate cose che, se fosse stato
solo un minimo più sensibile, gli avrebbero fatto venire lunghi, lisci capelli
biondi.
Alla fine del riassunto,
breve ma intenso, la sua prima reazione fu quella di riprendere da dove si era
interrotto.
- Io ti picchio! -
Ringhiò.
- Aspetta, Nicky. - Lo
bloccò Kevin, sospirando profondamente. - Guarda, mi infastidisce bestialmente
dirlo, ma... Joe ha ragione. -
- Grazie, eh! -
Borbottò il diretto interessato, ancora sdraiato sul pavimento.
- Prego. - Rispose,
con un sorriso a trentadue denti. - Comunque, sì, è vero. Quelle storie esistono... -
- Gesù...! - Esalò Nick, lasciando momentaneamente il collo del
fratello per passarsi una mano fra i capelli.
- Ah no! Lui lascialo fuori da questi discorsi.
Non è proprio il caso... - Lo rimbrottò il maggiore.
- Tuo fratello ha
ragione, per quanto non sappia di che discorsi stia parlando... Non è mai bene
nominarlo invano. -
Il reverendo Jonas arrivò
trotterellando dal corridoio e rivolse un sorriso comprensivo ai suoi figli,
come se non avesse notato che due di loro erano inginocchiati sul pavimento,
nell'atto di squartare il terzo.
- Ah e... Nicholas,
non stringere troppo. Credo che tuo fratello stia diventando cianotico. -
Aggiunse, raddrizzandosi gli occhialetti sul naso.
- Si, papà. -
Acconsentì, lasciando la presa e concedendo a Joe di mettersi per lo meno
seduto sul tappeto. - Ti è andata bene...
- Sibilò poi, all'indirizzo di quest'ultimo che nemmeno lo ascoltava, intento a
massaggiarsi il collo dolorante,
Paul scrollò le
spalle, attraversando la stanza ed avvicinandosi al tavolo.
- Joseph, quello è il
nuovo notebook che ti ha regalato la mamma? - Domandò, indicando il portatile
abbandonato a sè stesso.
- Sì, perchè? -
- No, niente, devo
cercare una cosa. - Rispose, afferrando una sedia, prima di mettersi ad
armeggiare col mouse.
- Ah, ok. - Annuì Joe,
agitando la mano con noncuranza.
Tornò a rivolgersi ai
fratelli che lo fissavano ad occhi spalancati.
- Beh, che c'è? -
Domandò, in tutta la sua beata ingenuità.
Poi, improvvisamente, realizzò.
- Ragazzi, che cos'è
questa finestra? -
Fra i tre Jonas passò uno sguardo di panico puro. Si guardarono in silenzio per una manciata di secondi,
prima di scattare all'unisono verso il padre.
-
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!! -