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Autore: Isabelle Vanery    06/04/2009    1 recensioni
Rose Anne Williams era una ragazzina di quattordici anni,bassa,dai capelli rossi come il fuoco e la voce sottile. Era una bambina piccola,infinitamente testarda,e tutt’altro che delicata. Si poteva definire maschiaccio,anzi. Rose Anne Williams non era il tipo di ragazza che si faceva pregare,non era il tipo che attraeva i ragazzi. Lei ci stava e basta,coi ragazzi,come le altre bambine stavano con le femminucce. Lei era strana,con quegli occhi marrone terracotta e la pelle ambrata.
[Edward C. / New Pg. { Rose Williams}]E se Bella non fosse mai esistita? Se al suo posto ci fosse una persona fondamentalmente e totalmente diversa?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Nuovo personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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last beat

are you ready to lost yourself?

 

Antefatto; Rose Anne Williams

 

 

 

Rose Anne Williams era una ragazzina di quattordici anni,bassa,dai capelli rossi come il fuoco e la voce sottile. Era una bambina piccola,infinitamente testarda,e tutt’altro che delicata. Si poteva definire maschiaccio,anzi. Rose Anne Williams non era il tipo di ragazza che si faceva pregare,non era il tipo che attraeva i ragazzi. Lei ci stava e basta,coi ragazzi,come le altre bambine stavano con le femminucce. Lei era strana,con quegli occhi marrone terracotta e la pelle ambrata.

Era singolare,ecco.

Arrivò a Forks dopo quindici giorni di viaggio in auto,ed era più che normale che fosse arrabbiata e scocciata,visto che lei proveniva da Miami e Forks al confronto era… era una cariatide,ecco. La sua matrigna, Jane, la detestava e lo mostrava con frequenza; suo padre Hermann era troppo preso dalla suddetta matrigna per contraddirla,e la madre naturale di Rose, Lynn, era l’ultima persona al mondo cui Hermann Williams avrebbe affidato la sua principessa usurpata.

Perciò si ricorse alla madre di Jane, Ursula.

Ecco,non era un angelo,questa Ursula. Era la donna più detestabile del mondo,in realtà, e forse per questo Jane osservava con impazienza il momento in cui Rose si sarebbe trasferita da lei.

Rose Anne Williams era una ragazza difficile.

L’arrivo a Forks fu come sempre piovoso e grigio,senza attrattive. La macchina di Jane si fermò di fronte a casa della madre

«Vai»,fu la criptica e telegrafica risposta di Jane. Rose prese la propria roba – una sacca, una valigia ed un’ombrello – ed uscì dalla vecchia Ford nera della matrigna.

La donna che andò ad aprire era tutt’altro che bella,agli antipodi di Jane. Era bassa,tozza e dal colorito giallastro. I capelli grigi cadevano in ciocche scomposte e scialbe sulle spalle mascoline, e i piccoli occhi porcini color fango scrutavano la bambina con un che di inquietante.

«Entra».

«Si… buongiorno».

Casa Hawthorn era piccola ed angusta,su due piani. La camera di Rose,un abbaino posto come ripensamento per un ripensamento di ragazza sul lato orientale della casa, era minuscola e dal soffitto bassissimo. L’unico pregio,era la vista sulla strada.

«Questa è la tua camera. Sistemati,io devo uscire». Detto ciò,Ursula fece cadere malamente la sacca di Rose a terra,lasciando la stanza e dirigendosi verso l’uscita. Dopo pochi secondi,si sentì la porta sbattere,e Rose si sporse dalla finestra per vedere dove stesse andando. Ursula attraversò la strada e uscì dal campo visivo della Williams.

«Merda»,sbottò infine Rose,stendendosi sul letto smollato e poco comodo. «È una merda».

Il telefonino squillò,ma lei non rispose. Sapeva già chi era,cioè suo padre Hermann,visto che in rubrica aveva solo tre numeri: suo padre,Jane e Sybill,sua nonna.

Si alzò ed iniziò a sistemare la propria roba nei cassetti e nell’armadio, ordinando il letto e posando sulla scrivania il computer portatile. Non lo accese, ma continuò a spostare tutti gli oggetti che c’erano nella camera finchè non trovò per tutti una sistemazione congeniale.

Il pomeriggio passò senza alcuna traccia di divertimento, ed Ursula tornò solo la sera senza dire nulla che non fosse obbligato dalla cortesia.

Era evidente che detestava quella situazione tanto quanto Rose.

La cena fu silenziosa e scarna,e quando Rose andò a letto,Ursula non aveva ancora spiccicato parola.

Ciò che però più turbava Rose,era il successivo giorno di scuola; era ormai passata la metà del primo trimestre,e si approssimava l’inizio del secondo; come avrebbe fatto ad inserirsi in una comunità già così unita? Bene,era il primo anno. Ma comunque i problemi persistevano.

Non aveva mai pensato a Forks sotto l’aspetto “nuove amicizie”,solo perché le sembrava troppo bello per essere vero; essere accettata,inserirsi,conoscere nuove persone ecc… non rientrava nella sua visione della città più piovosa degli USA.

Quanto al lato didattico,non avrebbe avuto problemi; era intelligente abbastanza da mettersi velocemente in pari.

«Bhe si vedrà»,si disse, «se sarò in grado o no».

 

  
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