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Autore: Rystie_00    20/04/2016    7 recensioni
Arrivarono finalmente all’auto.
Takeda fece per aprire la portiera, ma non riuscì a farlo ché due mani lo presero per la vita, costringendolo a voltarsi.
Incontrò gli occhi magnetici e il sorriso furbo del biondo. « Vorresti festeggiare in un modo più, come dire… adulto? » Domandò.
Takeda rise di gusto, accarezzandogli poi una guancia e attirandolo a sé. Si baciarono. All’inizio dolcemente, poi più languidamente.
« Amore, andiamo a casa? Abbiamo aspettato per troppo tempo. Quelle settimane di allenamenti a Tokyo sono state una tortura. So che dobbiamo riposare per domani, ma, in questo momento, ti farei cose che nemmeno immagini. » disse Ukai, baciandogli il collo.
« E cosa vorresti fare? Sentiamo, coach. » rispose Takeda, chiudendo gli occhi e prendendo fra le mani candide i capelli biondi dell’altro.
« Cose che nessuno vuole sentire. » disse una voce imbarazzata alle loro spalle. Entrambi si bloccarono sul posto, sbarrando gli occhi e sudando freddo.
Quella voce… era la voce di uno dei loro alunni.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ittetsu Takeda, Karasuno Volleyball Club, Keishin Ukai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La rivincita dei professori
 
 
La prima partita delle selezioni primaverili era terminata.
La Karasuno aveva vinto. La prima tappa era conclusa. L’inizio dei giochi era andato per il meglio.
I ragazzi erano entusiasti, così come le due manager, il sensei Takeda e il coach Ukai.
Questi ultimi erano veramente orgogliosi della squadra.
  Avevano appunto salutato i ragazzi, raccomandandoli di riposare per affrontare al meglio le partite successive.
« Takeda, andiamo a bere qualcosa, offro io. »
Il moro sorrise e annuì.
Erano usciti dall’edificio in cui si tenevano le partite del torneo e si stavano dirigendo alla macchina di Ukai, parcheggiata un isolato più in là.
« Sono così contento di questa prima vittoria. Sei stato bravo ad allenarli così bene. Hinata e Kageyama hanno saputo mettere in pratica le tecniche che gli hai insegnato. Hai visto come sono stati agili? »
Ukai sorrise, annuendo. « Stanno crescendo anche loro. Come hai detto tu, gli ingranaggi si stanno mettendo in moto. »
  Arrivarono finalmente all’automobile.
Takeda fece per aprire la portiera, ma non riuscì a farlo ché due mani lo presero per la vita, costringendolo a voltarsi.
Incontrò gli occhi magnetici e il sorriso furbo del biondo. « Vorresti festeggiare in un modo più, come dire… adulto? » Domandò.
Takeda rise di gusto, accarezzandogli poi una guancia e attirandolo a sé. Si baciarono. All’inizio dolcemente, poi più languidamente.
« Amore, andiamo a casa? Abbiamo aspettato per troppo tempo. Quelle settimane di allenamenti a Tokyo sono state una tortura. So che dobbiamo riposare per domani, ma, in questo momento, ti farei cose che nemmeno immagini. » disse Ukai, baciandogli il collo.
« E cosa vorresti fare? Sentiamo, coach. » rispose Takeda, chiudendo gli occhi e prendendo fra le mani candide i capelli biondi dell’altro.
« Cose che nessuno vuole sentire. » disse una voce imbarazzata alle loro spalle. Entrambi si bloccarono sul posto, sbarrando gli occhi e sudando freddo.
Quella voce… era la voce di uno dei loro alunni.
Si voltarono e videro il l’espressione sorniona di Tsukkishima Kei, ma non era il solo.
Al suo fianco vi era un Yamaguchi rosso come un peperone, e dietro di loro Tobio e Hinata, paonazzi e poi ancora tutta la squadra.
  I due uomini si separarono all’istante.
Ci fu qualche risatina da parte di Tanaka e Noya, finché Ukai, furioso e imbarazzato, ringhiò: « Voi, stupidi mocciosi! Che ci fate qui? Io giuro che… »
« Oh-oh… il coach è di nuovo il solito duro… a quanto pare, fa il dolce solo con il suo fidanzatino! » esclamò Tanaka, suscitando una serie di risatine da parte di tutti.
« Beh… io trovo che sia una cosa molto dolce. » disse Sugawara « Significa che il sensei è una persona veramente importante. »
« A-anche secondo me! » balbettò Asahi, arrossendo per la situazione.
« Waaah, non me l’aspettavo! State bene insieme! » dichiarò Hinata.
« Piccoli mostri! Se aggiungete una sola parola io… »
« Coach… non penso si debba scaldare in questo modo. » lo interruppe Daichi serio, da bravo capitano. Poi però aggiunse: « … Altrimenti, questa sera, non riuscirà tanto facilmente a riscaldare la situazione. » tutti urlarono e risero al commento di Sawamura.
« Oddio, ma ve li immaginate? » gridò Noya.
« Ragazzi! » strillò Takeda.
Tobio sbarrò gli occhi con orrore: « Grazie, Noya senpai… ora mi si è parata in mente l’immagine del sensei e del coach che… »
« RAGAZZI! » urlarono i due adulti, riuscendo finalmente a farli zittire.
Quando la situazione di fece più tranquilla, Takeda prese la parola: « Beh… credo che abbiate scoperto una cosa che non dovevate scoprire. Sia io che Ukai ci sentiamo imbarazzati, in questo momento. Posso solo dirvi che non dovevate sapere della nostra relazione e della nostra vita privata, perciò vi chiedo di non dire a nessuno di questa cosa. Soprattutto ai vostri genitori. Se a loro non andasse bene una cosa del genere, i nostri lavori si troverebbero a rischio e… »
« Ricevuto. » dissero tutti i ragazzi, in coro.
I due adulti sospirarono di sollievo.
« Secondo te chi dei due è il maschio alfa? » chiese Tanaka a Daichi in un sussurro che però tutti sentirono per via del silenzio che era calato.
Scoppiarono tutti a ridere alle espressioni terrorizzate dei due adulti.
« Io vi ammazzo, mocciosi! Vedrete domani gli allenamenti extra! »
« Coach, mi sa che sarete lei e il sensei, questa notte, a fare gli allenamenti extra! » disse Noya, ignorando un Asahi che, nel completo panico, tentava di zittirlo.
Ci furono altre risate, e Ukai mormorò a Takeda: « Io… li odio. Gliela farò pagare, lo giuro. »
Ma Takeda, con un sorriso gentile annunciò: « Non c’è bisogno che tu la faccia pagare a nessuno, Ukai. Non è vero ragazzi? » chiese il sensei, con una calma troppo sospetta e un tono di voce che aveva un che di malizioso. « In fondo, sappiamo tutti qui della cotta di Tobio per Hinata. »
Ci fu un suono simile al risucchio di un’aspirapolvere. Tutti si voltarono verso i due, che fissavano il professore con terrore, soprattutto Tobio. Tutti trattennero il fiato, incluso Ukai, davanti ad un Takeda così inquietantemente tranquillo. « Oppure dell’innamoramento storico del nostro capitano Sawamura per il vicecapitano Sugawara. »
Daichi arrossì come un peperone, mentre Koushi sbarrò gli occhi, voltandosi verso di lui.
« Vogliamo parlare della coppia Tsukkishima e Yamaguchi? Tadashi è sicuramente pazzo d’amore per il nostro spilungone, ma non sa se è ricambiato. Beh… Yamaguchi, penso proprio che questo amore sia reciproco, dato che Tsukkishima ti guarda come se fossi un angelo sceso in terra.
 «  Noya, Asahi, vi ho per caso visti insieme per mano, di ritorno dagli allenamenti: siete molto carini. »
La situazione stava degenerando. Tobio non osava guardare Hinata, che sembrava ancora sotto shock. Suga non distoglieva i suoi occhi nocciola dal volto imbarazzato del capitano, che non faceva altro che farlo arrossire di più. Asahi sembrava star per svenire da un momento all’altro addosso a Nishinoya. E Tsukki sembrava fissare con angoscia il professor Takeda, come se fosse la morte.
Ukai aveva incrociato le braccia e stava sorridendo come uno di quei sadici cattivi nei film americani.
Eppure, il sensei non aveva sentito: « E Tanaka, tesoro, penso che dovresti finalmente dire al povero Ennoshita che sei innamorato di lui, e che le ragazze, per ora, non ti interessano poi più tanto. » Tanaka urlò di terrore per quella rivelazione che aveva tentato di tenere nascosta per quegli anni delle superiori. « E infine, Narita e Kinoshita si conoscono sin dalla tenera età, perciò stanno insieme da un bel po’ presumo. » concluse Takeda.
I ragazzi del club di pallavolo erano sbalorditi.
In due minuti scarsi, tutte le coppie segrete e gli amori non confessati erano stati messi allo sbando.
  Il primo ad andarsene fu Tsukkishima. « I-io… devo t-tornare a casa. » balbettò, correndo in ritirata.
« Tsukki, aspetta! » esclamò Yamaguchi, correndogli dietro.
Hinata riuscì a spostare lo sguardo verso Kageyama, che, paonazzo, gli fece cenno con la testa di seguirlo.
Sugawara stava ancora fissando, a bocca e occhi spalancati, quello che era il suo migliore amico, finché Daichi non lo prese per mano, trascinandolo via di lì e dicendogli che gli doveva delle spiegazioni.
Tanaka si avvicinò a grandi passi e con un’espressione minacciosa in volto ai due adulti, ma fu richiamato da Ennoshita che dichiarò il bisogno di chiarimenti da parte sua, così si allontanarono.
Asahi ormai sembrava stare male e fu trasportato via del resto della compagnia.
  Rimasti soli, Takeda si voltò, con un’espressione soddisfatta, verso il suo compagno, che lo prese per la vita e catturò le sue labbra in un languido bacio.  
« Che astuto che sei, professore. » sussurrò seducente il biondo.
Ittetsu rise. « Forse sono stato un po’ troppo cattivo, ma quei ragazzi avevano bisogno di alcune dritte. Almeno ora potranno godersi le prime esperienze d’amore. »
« Sensei, scommetto dieci soldoni che io sono la tua prima esperienza d’amore. » disse Ukai, baciandolo ancora.
« Forse è vero. D’altronde sono un tradizionalista, ma so che sei e sarai la prima e la sola, tesoro. »
Keishin prese a baciarlo più delicatamente, accarezzandogli dolcemente la schiena, finché non disse: « Andiamo a casa, sensei. »
E l’altro annuì, come ogni sera.
 
 
---
Tobio aveva confessato la sua cotta per Hinata tutta d’un fiato, non appena trovarono un luogo più isolato.
Entrambi avevano le guance pizzicate di un color porpora.
« Baka, Kageyama! BAAAKA! »
« Oi, Hinata, non è colp… » Ma fu interrotto dal più basso, poiché lo abbracciò di slancio, facendoli quasi sbilanciare.
Tobio si zittì e rispose, incerto, alla stretta.
« Baka, Kageyama! » continuava a ripetere il rossino, mentre nascondeva il viso nel collo del più alto.
« È un sì? » domandò Tobio, in un sussurro.
« Secondo te? » Hinata alzò lo sguardo, rivelando il suo rossore accentuato.
Tobio si chinò leggermente, mentre Hinata, prontamente, gli circondò il collo con le braccia e si alzò sulle punte, e le loro labbra si incontrarono.
 
 
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« Suga, mi dispiace… avrei dovuto dirtelo prima, ma avevo troppa paura. Ne ho ancora. Ho paura di perderti, di essere rifiutato, ma io ti amo sul serio, Koushi. »
L’altro ragazzo si fissava le scarpe, non guardandole veramente. « Siamo stati così stupidi. » disse infine. « Eravamo entrambi accecati dalla paura di perdere l’altro che ci siamo tenuti tutto dentro. Oh, Daichi… »
Il moro trattenne il fiato: « Vuoi dire che… »
Suga annuì: « Sì, ti amo anch’io. »
E si sorrisero.
Daichi non resistette più e gli prese il viso fra le mani, baciandone le soffici e fredde labbra, in un bacio che di casto, aveva ben poco.
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
Buonasera lettrici e lettori!
Spero che abbiate apprezzato i due piccoli bonus alla fine. Ho scelto le mie due coppie preferite, ma amo tanto anche le altre J
Sono Rystie_00 e sto già scrivendo nel fandom di hq!! una long sulla coppia dei daisuga che non aggiorno tipo da tre mesi per mancanza di voglia e tempo.  
È la mia seconda ukatake e ne sono abbastanza soddisfatta. È una cosetta così… da gustare :3
Spero di sentire un vostro piccolo parere per questa oneshot e vi auguro una fluffuosa serata nella bellezza dell’ukatake.
Un abbraccio.
Rystie_00
   
 
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