E' già mattina a Londra, e io, fedele mggiordomo del mio padroncino Ciel devo cominciare i preparativi per la giornata. Inizio con il preparare il tè che piace tanto al signorino e lo aiuterà a svegliarsi. Poi, stiro il girornale, sforno le focaccielle belle morbide e pongo il tutto sul vassoio perfettamente lucido. 
Mi avvio verso la stanza di Ciel, e senza fare rumore apro la prorta; come mi piacerebbe svegliarlo con una carezza su quel visino morbido ed innocente. Apro le pesanti tende che coprivano il bel sole londinese e, con voce dole e delicata lo sveglio con un '' Padroncino, è ora di alzarsi''.
Lui si copre il viso con le coperte di piume d'oca, ed io, insistente lo scopro, meravigliandomi ogni volta della sua perfezione. Gli accarezzo i capelli scompigliati, passando dalla testa al mento con la mano, alzandoglielo leggermente, fissandolo intensamente negli occhi e sussurandogli ''buongiorno, padroncino''.
Inizio a svestirlo, resistendo alla tentazione di buttarmi sopra lui e baciarlgli ogni centimetro di quel delicato e fragile corpicino. Scelgo il completo perfetto per gli impegni del giorno e comincio a vestirlo con la camicia di seta, poi i pantoloni e di tanto in tanto gli sfioro la pele morbida e candida. Allacciandogli il fiocco al collo sono così tanto vicino al suo viso, che quasi sempre gli rubo un  bacio prima sulla guancia, poi anche il padroncino si lascia andare  ed entrambi iniziamo ad abbracciarci ed io lo bacio di nuovo sulle labbra, morbide morbide.
Il padroncino di solito si ricompone dopo poco, ma alcune volte andiamo avanti per un po'.
Ci rechiamo verso la sala da pranzo, dove gli presento la colazione, sempre molto ricca e gustosa. Mi emoziono sempre se il mio bocchan mi fa qualche complimento, mi da la forza per continuare la mia giornata.
Poi a lezione di danza, di musica e di geografia: il Conte Phantomive deve essere oltre che bello, istruito ed intelligente.
Finite le lezioni ha tempo per i suoi passatempi preferiti: lo scacchi, il gioco delle carte, rilassarsi insieme a me in camera insieme ad un ottima tazza di tè.
La sera è calata, è ora del bagno. mi assicuro che l'acqua sia alla giusta temperatura per evitare che Ciel si scotti quella bela pelle liscia che accarezzo ogni volta che siamo soli. Inizio con il lavargli i capelli, passo alle spalle e poi oh, che imbarazzo... ma a lui non dispiace. Il padroncino mi ordina di entrare in vasca con lui e di accarezzarlo dolcemente. Io accetto ovviamente, perchè è un ordine, ma anche perchè a me piace molto acarezzarlo.
Le coperte stanno aspettando il padroncino per avvolgerlo e riscaldarlo, ma sinceramente sono geloso: vorrei essere io a saldare il suo corpo e a stendermi accanto a lui. Gli rimbocco le coperte, auguro la buona notte a Ciel, ma vengo interrotto dalla sua voce che mi ordina di stendermi acanto a lui. Mi impone anche di togliermi il frac, perchè sarei stato più comodo.
Da li, la ''routine notturna'' del signorino  inizia, le candele non vengono spente fino a tarda notte e dei rumori fievoli, soffocati provengono dalla stanza di Ciel.