My deep red dream
“Giuro
che quando arriva quel vecchiaccio , gli stacco la testa e ci gioco al tiro al
piattello!”
Il ragazzo
si guardò intorno, fissando i quadri stile ‘800 appesi alla parete color
porpora con aria piuttosto scazzata e il piede che picchiettava nervosamente
sul pavimento, anch’esso di moquette porpora.
“Cazzo che fantasia di colori qui
dentro …”
Volse lo
sguardo agli altri dipendenti di quello sfarzoso hotel, rigorosamente a 5
stelle ovvio. Tutti piuttosto ansiosi di conoscere finalmente il direttore ,
tutti tranne lui…che ovviamente gli avrebbe volentieri sputato in un occhio .
Quel troglodita gli stava facendo perdere tempo prezioso della sua giornata.
“ Cazzo mi sono appena comprato
il nuovo giochino di Harry Potter per la miseria, la playstation chiama!”
Era troppo
impegnato a sbuffare quando sentì il cigolio della porta che si apriva ,
ovviamente di mogano che costava quanto la casa dello sprovveduto futuro
dipendente . Ah già…il mogano era tendente al rosso scuro..ovvio no?! Un rumore
di passi rimbombò nel corridoio : una capigliatura corvina un po’ scombinata
fece la sua apparizione dalla porta mogano -tendente al rosso porpora, abbiamo
capito, grazie - due profondi occhi
verdi seminascosti dai ciuffi neri scrutarono il corridoio, le labbra erano
tese in una smorfia saccente e irriverente, che sapeva di ragazzino non troppo
cresciuto . La giacca di pelle e i pantaloni neri gessati si stringevano sul
petto e le gambe sinuose che si muovevano lungo il corridoio.
Il futuro
dipendente lo guardò un attimo accigliato : dov’era il vecchiardo dalla testa
di piattello?
La sua
espressione era di sconforto, quello non era il direttore tipico, quello brutto
da prendere per il culo appena girava l’angolo e che portava sempre degli
osceni occhialini sul naso . NO quello era il tipico direttore da telefilm ,
quello strabello , con il culo di un dio greco che appena girava l’angolo te
potevi soltanto collassare e sbuffare perso in sogni un pochino tanto proibiti,
per qualsiasi fascia di età .
“ Iero
Franklin ?”
Il diretto
interessato fece cadere la rivista che teneva sulle gambe , sul viso un
espressione sconcertata e… irritata: detestava quel fottuto nome .Alzò la mano
tremante , nell’intento di farsi vedere e si alzò ; il giovane direttore lo
guardò appena, una luce gli attraversò le lame verdi.
“Nel mio
ufficio, subito”
Il
morettino sentì un brivido percorrergli la spina dorsale, non solo per il tono
tagliente che il direttore aveva usato, ma più che altro per il fatto che
sarebbe rimasto rinchiuso fra quattro strette pareti con quell’essere dall’aria
agghiacciante.
Mosse i
passi sulla moquette per seguire la figura scura, e si maledì mentalmente per
la sua imbranataggine.
Lui e le
sue maledette gambe corte!
Il suo
sguardo poi cadde “accidentalmente” sulla seconda
faccia del direttore.
“Ma che viso espressivo!”
Solo
che, dato che tutti i suoi già scarsi neuroni erano momentaneamente concentrai
nell’adorazione del sopracitato viso
espressivo, non si accorse che il ragazzo davanti a lui si era fermato davanti
ad una porta in mogano stranamente
tendente al rosso scuro.
“Ma qualcuno ha spiegato all’arredatore
che esistono altri colori al mondo?!”
Riuscì
però a fermarsi un secondo prima di scontrarsi contro la schiena del direttore.
Avvampò
notando il volto minaccioso del moro a pochi centimetri dal suo.
Cazzo,
non aveva notato la bellezza del suo sguardo.
Lo seguì
all’interno della tetra stanza che ricordava
vagamente quella di “Non aprite quella porta!”, con lo stesso entusiasmo
di un condannato al patibolo.
Osservò
l’ambiente circostante e….Cazzo non era possibile! Erano circondati ancora da
quel fottuto rosso porpora!
Vide il
direttore sedersi su una sedia di pelle posta dietro ad una scrivania di legno intagliato,
e invitarlo a sedersi con un gesto della mano.
Eseguì l’ordine
un po’ titubante, tutto quello gli ricordava la raccapricciante aula del
preside del suo liceo.
Si
guardò nervosamente le sue interessantissime mani poste sui
ginocchi.
Aveva
seriamente bisogno di una seduta dall’estetista, la sua manicure si stava
rovinando!
“Bene,
Signor Iero….”
“Mi
chiami Frank” lo interruppe subito l’altro.
“Certo Iero,dicevo,io sono Gerard Way, il
direttore; ho letto il suo curriculum, e nonostante sia stato licenziato molte
volte vorrei assumerla “ disse l’uomo, poggiando i gomiti sul piano della
scrivania e sporgendosi verso Frank.
Questi
si immobilizzò strabuzzando gli occhi.
Quello
sguardo lo disarmava.
“Oh cazzo”
“Prego?”
Oddio l’aveva
detto veramente!
“Oh
cazzo ho detto cazzo, cazzo, ho veramente detto cazzo!”
Si tappò
tempestivamente la bocca con la propria mano, soffocando l’ennesimo “cazzo!”
Il
direttore nascose una piccola risata, guardando l’altro con un cipiglio
divertito sul volto.
“Una perfetta figura di merda in
grande stile!”
Il moro
però fortunatamente, sembrò passare oltre , osservò le carte che aveva in mano
per poi spostare l’attenzione di nuovo su Frank, con uno sguardo che fece
gelare il sangue nelle vene al castano.
“Penso
proprio che divertiremo un sacco insieme,
Frank”
Salve dolci figliuole!
Ecco la nuova idea partorita dalle nostre
bellissime menti malate , alias omfg e sunsetdream.
Ci tenevamo a dedicarla alla nostra GloH, nostra dea delle fic *si prostrano*
Speriamo che quest’ idea vi piaccia e
aspettiamo al più presto commenti! ^^
Un bacio e al prossimo capitolo!
Xo.
Ary e Ekka.