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Autore: Eleanor95    21/04/2016    3 recensioni
Castiel era un angelo. Non era il più bello del Paradiso, non era speciale, ma era forte, valoroso, un cavaliere dall'armatura d'argento senza né macchia e né paura; però un giorno cadde. I suoi occhi conobbero le meraviglie dell'umanità e cadde, inesorabilmente.
Ambientato durante l'undicesima stagione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Castiel era un angelo. Non era il più bello del Paradiso, non era speciale, ma era forte, valoroso, un cavaliere dall'armatura d'argento senza né macchia e né paura; però un giorno cadde. I suoi occhi conobbero le meraviglie dell'umanità e cadde, inesorabilmente. Prima metaforicamente, poi letteralmente. Le ali si strapparono, la grazia si spense e tutto ciò in cui credeva scomparì come un'ombra. Tutto ciò per difendere i suoi nuovi principi, per proteggere quella fragile umanità, per proteggere Dean, che tra tutti era il suo preferito. E proprio per Dean si trovava lì, rannicchiato nell'angolo più oscuro di una stanza vuota, con la testa fra le gambe e piangendosi addosso perché si sentiva perso, solo, senza né arte e né parte.
Castiel era un angelo. Ora non lo era più.

Improvvisamente la porta della stanza si aprì, illuminandola di poco, e una figura era lì che lo osservava. Lentamente, la figura si avvicinò al suo angolo, per poi abbassarsi e sedersi al suo fianco. Castiel alzò il volto per guardarlo e incontrò un paio di occhi verdi a lui molto cari, così luminosi e così espressivi, capaci di infondergli un senso di enorme pace. "Cas." cominciò a dire l'uomo al suo fianco. Castiel non rispose, ma, al contrario, ritornò a rifugiarsi tra le sue ginocchia, come se si vergognasse.
Dean, che non si arrendeva facilmente, poggiò una mano sulla sua sua spalla e sussurrò ancora "Cas...- per poi aggiungere -Ti prego, guardami."
Castiel finalmente gli diede ascolto e alzò la testa per guardarlo di nuovo. Dean accennò un sorriso. "Non piangere, Cas. Niente è perduto."
"Invece sì - gli riuscì a dire con voce rotta dal pianto - Tutto è perduto, io sono perduto, ed è tutta colpa mia." L'altro rimase in silenzio, forse in cerca delle parole giuste da dire, per questo Castiel continuò a parlare: "Dean, io... io sto crollando. Mi guardo e non mi riconosco più. Ho provato ad essere un umano, ma non fa per me. Torno ad essere un angelo, ma sento che questo ruolo non mi appartiene più. I miei fratelli mi hanno abbandonato, voi mi avete abbandonato e persino mio Padre mi ha abbandonato. - Calde lacrime solcarono il suo viso. - Sono soltanto un rifiuto."
Dean ascolto quelle parole, sentendo l'angoscia impadronirsi di lui. Vedere Castiel in quelle condizioni gli distruggeva l'anima. Per un attimo si perse negli occhi blu dell'altro, poi con coraggio gli prese la mano. "Allora quello ad aver fallito qui sono io, Cas. - Il moro gli lanciò uno sguardo confuso - Perché non avrei dovuto permettere tutto questo. Non avrei dovuto lasciarti da solo."

Il biondo prese un profondo respiro, in modo da prendere tempo per pensare ad un discorso convincente e anche per sopprimere la malinconia che stava crescendo dentro di sé.
"Da bambino ero molto ubbidiente. Seguivo sempre le regole di mio padre, gli davo sempre ascolto, ma un giorno non lo feci. Presi Sam e andai al Cinema."
Castiel ascoltava attentamente quelle parole, come un bambino fa con le fiabe.
"Al Cinema davano Balto. Conosci la storia di Balto?"
L'altro negò prontamente con la testa. In realtà conosceva la storia, grazie al trucchetto che gli aveva fatto Metatron, ma preferì mentire perché amava quando Dean gli raccontava le cose o aneddoti della sua vita.
"Balto era un cane mezzo-lupo che, a causa delle sue origini, veniva disprezzato dalla maggior parte dei cani del suo villaggio e, allo stesso tempo, non poteva essere accettato dai lupi perché lui non era uno di loro. Non era né un cane, né un lupo, sapeva soltanto quello che non era. Un po' come te. Però fece una cosa straordinaria: Lui salvò il villaggio. Condusse la slitta con il vaccino sulla strada giusta, per poter aiutare molte persone a guarire, e diventò un eroe. E sai come ci riuscì? - Chiese, ma non attese neanche risposta perché fu lui stesso a darla - Perché lui utilizzò la scaltrezza e la forza di un lupo e la bontà e il buon senso che solo un cane può avere, Cas." Dean strinse ancora di più la mano dell'altro che aveva tra le proprie.
"Tu hai la grandezza di un angelo, ma qui...- Gli indicò il petto - batte un cuore umano. Tu sei la persona più umana che conosca e non puoi arrenderti così. Alzati da questo limbo che ti sei creato e sii ciò che vuoi. Sii Castiel."

E in quel momento Castiel capì. Lui non era un angelo, non era un umano, però esisteva. Lui viveva, respirava, amava.
Prese forza e si alzò da quell'apatia e, mentre vedeva il sorriso di Dean sfumare e scomparire insieme al resto del suo corpo, prese una decisione: Era pronto ad espellere Lucifero dal suo tramite.
  
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