Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer
Segui la storia  |       
Autore: Ilenia1605    21/04/2016    0 recensioni
Abrasiveness: tending to annoy or cause ill will; overly aggressive:
an abrasive personality.
Abrasiveness: persona che tende a infastidire e provocare in modo cattivo e senza preoccuparsi dei sentimenti altrui; eccessivamente aggressivo:
una personalità abrasiva.
Genere: Fluff, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dianne stava per entrare in quell'edificio grigiastro chiamato scuola. Esso dimostrava tutti i suoi anni con quell'intonaco scrostato, le mattonelle dei corridoi bianchi leggermente crepate in qualche punto e i banchi pieni di incisioni di alunni che hanno fatto la storia di quel posto. In quel momento Dianne era l'unica storia di quel posto.

I tacchetti delle scarpe che portava ai piedi producevano un rumore sordo sulle piastrelle bianche di ceramica, tutti si erano zittiti vedendola entrare, le risate si erano placate e i mormorii si erano interrotti, il mondo si era fermato ai suoi piedi, succedeva tutte le mattine, ogni giorno. Lei passo in mezzo al varco creatosi per farla passare, sicura di se, a testa alta, con una sola bretella della cartella sulla spalla e sfidando chiunque avesse il coraggio di parlarle. Si soffermò un secondo con lo sguardo su Ashton che era fermo appoggiato all'armadietto, con dei libri stretti tra le braccia e lo sguardo rivolto verso il basso intento a fissarsi le punte delle scarpe leggermente curvate verso l'interno. Lei fece una smorfia di disappunto e tornò a guardare dritto per la sua strada, come se tutti quei ragazzi che aspettavano un suo gesto non ci fossero o forse semplicemente non le interessava.

Arrivò fino al suo armadietto dove posò alcuni libri che non le servivano per poi continuare la sua "sfilata" mattutina per i corridoi della scuola, ma si bloccò quando vide una cosa che le interessava molto di più della lezione di algebra. Ashton stava entrando nel bagno dei ragazzi e lei avrebbe potuto tranquillamente metterlo con le spalle al muro in uno spazio così ristretto. Entrò e si appoggiò con il fianco alla porta d'ingresso, tenendo le braccia conserte sotto il seno mentre aspettava che lui uscisse dal bagno. Lo vide uscire mentre si sistemava la maglietta sui jeans bluastri, quando lui alzò lo sguardo broccò la mano a mezz'aria nei capelli riccioluti, fissando la ragazza come se avesse visto un fantasma. All'inizio gli sfiorò il pensiero che lei non fosse li per lui ma poi si rese conto che erano soli, non si azzardava a parlare, aspettava che fosse Dianne a rivolgergli la parola. Lei non si mosse, lo fissava e lui iniziò a pensare che fosse un poco inquietante, ma poi lei parlo e il respiro di Ashton gli si bloccò in gola.

-Hey, Irwin- disse lei facendogli un sorrisetto, voleva proprio vedere se le avrebbe risposto o se era troppo timido per parlare con lei

-H-Hey- disse lui indeciso, lei non gli aveva mai rivolto la parola e quella situazione lo imbarazzava moltissimo.

Dianne si stacco dalla porta e iniziò ad avanzare verso Ashton in modo che indietreggiasse fino a sbattere contro il muro freddo, lui tremava leggermente, forse per l'eccitazione o forse per la paura. Lei gli si avvicinò di più, lasciando solo qualche centimetri di spazio tra i loro corpi e poi parlò di nuovo

- Hai paura di me Irwin?- disse con tono canzonatorio facendo la finta offesa, poi continuò

-Guarda che non ti mordo mica- disse passandosi la lingua sulle labbra in modo provocante, voleva stuzzicarlo per bene, era così divertente che quasi non voleva fermarsi e non lo fece.

-Perchè non parli, ti sei morso la lingua? Se vuoi, potrei farlo io al posto tuo- disse prendendo tra le dita il tessuto della maglietta poggiata sul torace di Ashton e iniziando a giocarci distrattamente. Lo sentì deglutire rumorosamente e irrigidirsi sotto la sua maglietta nera, era un fascio di nervi. Lei si avvicino di più tirando la stoffa e fece sfiorare per una buona manciata di secondi le loro labbra per poi soffiarci sopra

-Non hai nulla da dirmi Ashy?- disse lei stando attenta a non far toccare definitivamente le loro labbra e quando vide che Ashton non le rispondeva terrorizzato decise di fermare quella piccola tortura.

-Sai Irwin, non mi piacciono i morti- disse lei lasciandolo andare per poi uscire dal bagno senza girarsi e continuare la sua camminata per i corridoi come se niente fosse successo.

Ashton invece era letteralmente paralizzato e doveva ancora assimilare quello che era appena successo, stentava ancora a crederci, aveva i brividi e non credeva di aver mai sudato così tanto in vita sua. Parliamo di Dianne Mason. Nessuno osava avvicinarsi a lei e che lui sappia, lei non si era mai avvicinata a nessuno.

——————

Dianne se ne stava sdraiata sul suo letto fissando un punto indefinito del soffitto, mente le note di una canzone dalla riproduzione casuale scorrevano libere per tutta la stanza, aveva ripensato molto a quello che era successo con Ashton, si era divertita parecchio, gli piaceva giocare con lui e lo avrebbe rifatto volentieri. Ogni tanto si ritrovava a pensare che Ashton sarebbe stato un ragazzo carino se solo non avesse quell'aria da nerd. Il giorno dopo avrebbe sicuramente rigiocato con il suo nuovo giocattolo "Il timido Ashton Irwin" avrebbe voluto trasformare quel ragazzo in uno più spavaldo e sicuro di se, ma a quel punto non sarebbe più stato divertente, ci avrebbe solo giocato ancora per un poco e poi lo avrebbe buttato in mezzo alla pila dei giocattoli usati.

Si alzo e uscì di casa, ogni tanto aveva bisogno di camminare, per sfogare lo stress e la tensione semplicemente camminava. Arrivò fino al piccolo parchetto abbandonato poco distante da casa sua e si sedette su una panchina alzando il cappuccio della felpa in modo che nessuno l'avrebbe riconosciuta. Pensò a lungo, dalle cose più inutili fino alle grandi domande della vita, una cosa stupida da fare ma l'aiutava a sgomberare la mente e a trovare un po di pace in tutto quel casino che erano i suoi pensieri.

Quando decise di rialzare la testa vide uno dei suoi spettacoli preferiti in assoluto: il tramonto, era bellissimo vedere come gli arancioni e i rosa si mischiavano tra loro dando vita a nuove sfumature, ogni tramonto era originale e unico, non ce ne era mai uno uguale all'altro ed era questa la cosa che l'affascinava di più dei tramonti, scoprirne uno nuovo ogni giorno.

Appena abbassai lo sguardo vidi il mio giocattolo preferito seduto in un angolino su una vecchia giostra girevole, l'osservai.

Osservai il modo in cui le nuvolette d'aria condensata gli uscivano dalla bocca, osservai il modo in cui qualche ciocca ribelle gli si poggiava sulla fronte e lui se la riportava indietro, osservai il suo modo di osservare il tramonto, come se non ci fosse cosa più bella e semplice al mondo.

Continuai a osservarlo attentamente in ogni suo movimento fino a quando non decisi di andare a disturbarlo.

-Hey- dissi sedendomi vicino a lui senza chiederglielo, lui si girò lentamente per vedere chi fossi e subito si irrigidì vedendo che ero io

- No ti prego, non di nuovo- dissi sbuffando

-C-Cosa?- disse lui in un misto tra confusione e spavento, dio ma facevo così paura?

- Di fare il timidino del cazzo! Seriamente Ashton finiscila- dissi alquanto scocciata

- Ma...non lo faccio apposta, sono così- disse lui timidamente, non ne sembrava nemmeno convinto

-Potresti sforzarti almeno un po?- chiesi retoricamente

-Ehm..-disse lui non sapendo cosa dire

-Santo cielo Ashton è la prima conversazione decente che facciamo, non impappinarti proprio adesso, ce la puoi fare- dissi divertita

-La seconda- disse lui, ommiddio, una risposta decente, non ci credo

-Cosa?- dissi leggermente confusa

-In teoria è la nostra seconda conversazione- disse lui guardando le sue mani nervosamente -Anche se la prima non la possiamo proprio chiamare conversazione- wow si stava sforzando davvero molto

-Facciamo progressi Ashy- dissi ridacchiando

-Già- disse lui tornando silenzioso

Guardammo per qualche minuto il sole mentre spariva dietro alle montagne illuminando ancora di poco il cielo con una fioca

- Amo il tramonto è in assoluto la mia parte preferita del giorno-dissi volendo continuare a fare conversazione con lui

- Già, tutti quei colori e quelle sfumature trasmettono un senso di pace assoluta- disse lasciandosi finalmente andare

-Concordo- dissi poggiando la testa sulla sua spalla e lasciandomi avvolgere i sensi dal suo profumo, era strano, sapeva di salsedine e contando il mio amore per il mare la cosa era alquanto azzeccata.

Restammo così per qualche minuto ma l'aria si stava facendo davvero fredda e non avevo certo voglia di prendermi una bronchite per quel ragazzo.

- Io devo andare, ho freddo- dissi alzandomi e salutando Ashton con la mano e lui ricambiò con un timido cenno del capo.

Mi chiesi perchè lui non se ne andò, faceva davvero freddo ed era tardi per stare ancora fuori ma lui rimase li e scommetto che c'è rimasto per un bel po a giudicare dal raffreddore del giorno dopo.

—————-

Altro giorno, stessa scena: il rumore dei miei tacchi che echeggiano, il mio sguardo verso Ashy che stav... Ashton, dov'è Ashton? Guardai a destra e a sinistra più volte ma non lo vidi da nessuna parte quindi proseguii la mia camminata e quando tutti finalmente furono entrati in classe mi misi a passeggiare per la scuola in cerca del mio giocattolo preferito.

Guardai nei bagni, nella bidelleria, nella sala insegnanti e perfino in presidenza, ma di lui nessuna traccia. Erano quasi e mezza e non avevo voglia di entrare per fare solo mezza lezione di fisica quindi decisi di entrare alla seconda ora, avrei voluto andare in cortile ma mi avrebbero beccata facilmente allora decisi di andare sul tetto. Il tetto della scuola era piatto e immenso, sulla destra c'era un piccolo canestro di cui rimaneva solo il cerchio di ferro arrugginito, due cisterne dell'acqua sulla destra, mentre contro il muro c'era un vecchio materassino da ginnastica polveroso. Nonostante facesse davvero freddo, vicino alle cisterne dell'acqua calda c'era un bel tepore. Mi sedetti a gambe incrociate vicino alla cisterna aspettando il suono della campana quando un rumore improvviso mi fece spaventare e sbattei la testa contro la cisterna.

-Ma porca tro...- gemetti massaggiandomi la nuca 

- Scusa- disse una vocina flebilmente da dietro la cisterna, quella vocina 

-Ashton?- chiesi leggermente sorpresa di trovarlo qui 

-Dianne?- chiese lui con lo stesso tono facendo spuntare la sua testolina riccioluta da un lato

- Cosa ci fai qui?- gli chiesi  

-Potrei farti la stessa domanda- disse chinando la testa

- Non avevo voglia di entrare, tu?- mentii spudoratamente

-Anch'io- disse ovviamente mentendo, si vedeva lontano un chilometro

-Okay e ora dimmi anche la verità- dissi tranquillamente chinando la testa dal suo lato

-C-Che- disse lui guardandomi

-Avanti, dimmi perchè sei qui- dissi lasciandolo perplesso

- Ecco, avevo bisogno di pensare- disse portandosi le ginocchia al petto

-A cos- la campanella interruppe il nostro discorso allora mi alzai e salutandolo con la mano me ne andai senza aggiungere nient'altro.

*****************

Heyy, spero che il capitolo e la fanfiction vi piaccia

-ileniaxx

 

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 5 Seconds of Summer / Vai alla pagina dell'autore: Ilenia1605