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Autore: RodenJaymes    21/04/2016    4 recensioni
Bankotsu e Jakotsu non sono morti sul monte Hakurei e adesso viaggiano con Inuyasha e compagni.
Quanto scompiglio porterà la loro presenza? Quanto cambierà la vita dopo l'unione al gruppo dei due mercenari?
Dal testo:
"« Bel monaco! Sei così grazioso quando usi quel tono burbero! », disse languido Jakotsu portandosi le mani al viso.
Bankotsu sospirò mentre Miroku rabbrividiva impercettibilmente.
« Fratello, per favore... », disse Bankotsu a denti stretti. Poi si volse verso i compagni di Inuyasha; erano tutti pronti a scattare come molle.
« Calmatevi ed abbassate le armi. Non siamo qui per farvi del male. Siamo soltanto... fuggiti. », disse Bankotsu guardando un punto indefinito alle spalle di Kagome e degli altri. "
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bankotsu, Inuyasha, Jakotsu, Kagome, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ti fidi di me?


Kagome attendeva.
Seduta su una roccia abbastanza scomoda, si torturava le mani con cattiveria mentre guardava dritto davanti a sé.
Inuyasha era fuggito, saltando fra gli spuntoni di pietra inospitali posti sulle rive di quel fiume acido. Voleva ritrovare il corpo di Kikyo, o meglio, ciò che poteva esserne rimasto.
Abbassò lo sguardo, provando un moto di tristezza che non riuscì per niente ad arginare. In una situazione così grave, così pesante da sostenere per Inuyasha, non poteva assolutamente far affiorare i suoi sentimenti, il suo disappunto.
Si sentiva strana; Kikyo era morta e no, la cosa non le procurava alcun tipo di sollievo. Era triste per la sacerdotessa ma ancor di più lo era per Inuyasha, costetto a quello scempio. Vedersi strappare la donna amata, ancora una volta, in una maniera così terribile.
Al contempo, però, provava tristezza anche per sé ed era disgustoso. Quando Inuyasha le aveva voltato le spalle per lanciarsi pericolosamente alla ricerca di Kikyo, aveva sofferto anche per sé, perché lui era andato via.
Sapeva che era giusto, lo capiva, ma allo stesso modo sembrava così sbagliato. Si sentiva divisa in due metà perfette che si arrogavano il diritto di capire e pretendere cosa fosse meglio per lei. Ed entrambe queste metà, a suo avviso, erano orribili. Una era troppo compassionevole, l'altra troppo egoista.
Sospirò, continuando a graffiarsi le mani con una lentezza ed una pazienza che non le appartenevano per niente.
Ad un tratto sussultò; una sensazione sgradevole le strinse la bocca dello stomaco.
Li sentiva chiaramente, erano percepibili facilmente e non erano neanche lontani. Tre frammenti della Sfera dei Quattro Spiriti.
Si alzò di scatto, voltandosi dalla parte opposta, attirando l'attenzione dei suoi compagni seduti dietro di lei.
Miroku la osservò attentamente, corrugando le sopracciglia scure ed alzandosi in piedi anche lui. I cerchietti attaccati al suo bastone sacro tintinnarono leggermente.

« Divina Kagome. C'è qualcosa che ti turba? »
Il monaco le si avvicinò rapidamente posandole una mano sul braccio.

Kagome annuì, lo sguardo fisso davanti a sé.

« Percepisco la presenza di tre frammenti della Sfera. Si avvicinano rapidamente. »

La giovane recuperò immediatamente arco e frecce. Caricò la faretra sulla spalla mentre già puntava l'arma dritta davanti a sé.
Miroku si stupì, brandì il bastone mentre Sango scattava in piedi, Hiraikotsu già pronto e sollevato. La nebbia che li circondava impediva di vedere chiaramente ma, Kagome lo sentiva, i frammenti erano sempre più vicini.
Strinse ancor di più l'arco, già in posizione.
Non poteva essere Naraku. Lui aveva un numero considerevole di frammenti con sé, possedeva praticamente buona parte della Sfera.
Non poteva essere Koga, aveva perso i suoi frammenti e poi era andato via poco prima. Kohaku? Possibile. Ma chi poteva essere quell'entità che ne possedeva due?

« Ma chi potrà mai essere? », chiese Sango facendo due passi in avanti.

« Lo scopriremo presto. », annunciò Kagome con determinazione.

L'adrenalina cominciava ad entrare in circolo e si sentiva sempre più impaziente. Le mani cominciarono a formicolare, non vedeva l'ora di battersi: tutto pur di non pensare.
Dopo poco, due figure si stagliarono contro il paesaggio nebbioso, dapprima indistinte, man mano sempre più consistenti.

Sembrano due normali uomini. Non percepisco nessuna aura demoniaca, pensò la giovane mentre avanzava lentamente.

I due si facevano avanti con passo claudicante.

« Insomma, palesatevi! », urlò Kagome alle due sagome, presa dall'impazienza. Quei due erano di una lentezza inesorabile.

Se volevano bearsi dell'impazienza degli avversari per catturare l'attenzione e lasciarsi andare ad un'entrata trionfale... beh, ci stavano riuscendo benissimo!

« Hai mai provato a camminare mentre il tuo intero corpo brucia? Datti una calmata, donna! », rispose di rimando una delle due sagome.

« Cosa hai detto?! », si lasciò sfuggire Kagome irritata, stringendo ancor di più la presa sull'arco. Che nervi!

Se non escono fuori, vado a prenderli io.

Vide con la coda dell'occhio Sango e Miroku lanciarsi un'occhiata perplessa. Persino Shippo, fino a quel momento nascosto dietro Kirara, uscì allo scoperto, curioso.

« Sei anche sorda? », disse ancora la stessa voce irritata, maschile ma al contempo stridula, un paradosso esistente in un solo ed unico individuo di sua conoscenza...

« Non è possibile! », esclamò Miroku, le sopracciglia inarcate in un'espressione di pura sorpresa, un'idea che cominciava a farsi largo nella sua mente.

Sango abbassò Hiraikotsu posizionandolo davanti a sé e, d'istinto, si avvicinò a Kirara dietro la quale Shippo era prontamente tornato. 
Kagome avanzò ancora, un'espressione di stizza che sembrava essersi perennemente fissata sul suo volto.

Non dirmi che... Kami.

Jakotsu uscì dalla nebbia, le braccia incrociate e la stessa espressione stizzita di Kagome. Il suo kimono era sporco e completamente distrutto in più punti, i capelli disordinati gli ricadevano sulla fronte alta e sulle guance in ciocche disordinate. La sua pelle bianca era macchiata e graffiata, era ferito. Sembrava uscito direttamente da un conflitto a fuoco. L'altra figura rimase nelle nebbia, distinguibile solo a tratti, quasi volesse rimanere lì, senza avanzare.
Kagome convertì la sua espressione stizzita in una stupita, ma fu solo per una frazione di secondo.
Miroku e Sango, prima più indietro, si portarono direttamente ai fianchi della ragazza ma quest'ultima si trovò ad avanzare ancora.

« Che cosa ci fai ancora qui, tu? Non dovresti essere morto? », chiese Kagome puntandogli contro l'arco.

Di nuovo lui! Ma non era stato disintegrato da Inuyasha?
Jakotsu sbuffò e, se possibile, il suo viso si crucciò ancor di più.

« Io lo sono già! », sbraitò esasperato.

Kagome sospirò, irritata. Quel tipo le aveva dato ai nervi fin dalla prima volta che l'aveva visto. Com'era possibile che fosse ancora lì, quasi del tutto integro? Maledizione! E quell'altro? Era un altro della Squadra dei sette? Aveva due frammenti in corpo... quindi...

« Bankotsu. Perché non ti mostri? Hai forse paura? », urlò Kagome, ignorando bellamente Jakotsu e rivolgendo arco e attenzione verso la figura ancora nascosta in parte dalla nebbia.

« Io non la ricordavo così isterica » , borbottò Jakotsu mentre stringeva ancor di più le braccia al petto.

« Ehi! Guarda che ti faccio fare la fine che meriti! » , sbottò Kagome irritata. Che fastidio, quel ragazzo!

Miroku avanzò ancora una volta e toccò la spalla di Kagome con l'estremità del bastone sacro, come ad ammonirla. Non era la prima volta che si trovava costretto a fare una cosa del genere.

« Divina Kagome, calmati. », disse con un'aria desolata, un sorriso tirato ed un tono leggermente accondiscendente.

« Senti, tu... »

« Jakotsu! Smettila di azzuffarti con quella ragazzina! », urlò l'individuo nascosto con un tono che non ammetteva repliche.

Bankotsu uscì finalmente allo scoperto e diede un piccolo pugno sulla spalla dell'alleato. Anche i suoi vestiti erano stracciati e sporchi. Aveva diversi segni sul viso e le sue braccia riportavano tagli profondi. Sembrava messo molto peggio rispetto a Jakotsu. 
Kagome strinse i denti e aggrottò le sopracciglia. Aveva ragione, era Bankotsu a nascondersi ancora nella nebbia. Accidenti, era la prima volta che non era contenta di aver ragione, avrebbe proprio preferito che non fosse Bankotsu, il primo e il più forte dei sette!
Lui e quella sua alabarda gigantesca e potenziata... per non parlare di quell'altro, poi! Con quella spada tutta lame, tanto seccante quanto lo era il suo proprietario.

Un momento.

Banriju, l'alabarda di Bankotsu, portava in sé due frammenti della Sfera ma... lei non li percepiva. Quella spada enorme non c'era. E neanche Jakotsu aveva quella brutta spada con sé.

Sono disarmati, pensò la ragazza.

Inoltre, nonostante i frammenti che ospitavano nei loro corpi, sembravano comunque molto provati ed indeboliti.

« Pensavamo foste... stati distrutti per mano di Inuyasha », disse Miroku, pacato. Decise di evitare accuratamente il termine “morti”. « Perché siete ancora qui? Cosa volete da noi? Rispondete! », disse poi il monaco, con tono risoluto.

« Se volete combattere, non esiteremo a farvi fuori! », rincarò Sango, brandendo Hiraikotsu e avanzando ancora.

Kagome sbuffò, frustrata. Non avevano fatto altro che avanzare e ancora non era successo nulla. Si sarebbe sentita più tranquilla se solo avesse capito che intenzioni potevano avere quei due. Secondo le sue supposizioni... nessuna. Ma non poteva saperlo con certezza. Inoltre non poteva fare a meno di pensare che Inuyasha non fosse ancora tornato.

« Bel monaco! Sei così grazioso quando usi quel tono burbero! », disse languido Jakotsu portandosi le mani al viso.

Bankotsu sospirò mentre Miroku rabbrividiva impercettibilmente.

« Fratello, per favore... », disse Bankotsu a denti stretti. Poi si volse verso i compagni di Inuyasha; erano tutti pronti a scattare come molle.

« Calmatevi ed abbassate le armi. Non siamo qui per farvi del male. Siamo soltanto... fuggiti. », disse Bankotsu guardando un punto indefinito alle spalle di Kagome e degli altri.

« Non hai risposto a tutto, mercenario. », disse Kagome puntando meglio l'arco contro la sua faccia. Che parlasse ed anche in fretta. Non voleva aspettare un minuto di più, la situazione cominciava a diventare strana ed ormai voleva capire, era curiosa.

Un fragore alle sue spalle la riscosse dai suoi pensieri. Kagome e i suoi compagni si volsero immediatamente verso la fonte del rumore. Inuyasha era ritto in piedi pochi passi dietro di loro, dove poco prima Kagome era seduta. Aveva appena estratto Tessaiga, stretta nel pugno destro, ed era scuro in volto.

La ricerca non ha dato i suoi frutti, pensò Kagome socchiudendo gli occhi. Si volse immediatamente, tornando a rivolgere l'arco contro i due della Squadra dei sette.

« Voi, dannati bastardi. Pensavo di avervi eliminati.», disse Inuyasha avanzando lentamente, una lentezza che non gli apparteneva.

Miroku e Sango tornarono ad occuparsi dei due mercenari con un'espressione costernata in viso. Neanche a loro era sfuggita l'aria mesta del mezzo demone.

« Inuyasha! Che bello, sei qui! Mi sei mancato così tanto! », esclamò stridulo Jakotsu mentre un'espressione di pura gioia animava il suo viso sporco e graffiato.

Bankotsu incrociò le braccia e un sorrisetto sprezzante gli macchiò il viso.

« Non ho tempo per queste chiacchiere. Adesso vi eliminerò una volta per tutte! », urlò. Brandì Tessaiga e fece per lanciare il suo attacco.

Non ancora!

La mente di Kagome produsse quel pensiero fugace e la spinse ad occupare l'intero campo visivo di Inuyasha piazzandosi proprio di fronte a lui, in mezzo. Non era ancora il momento di eliminarli, c'era qualcosa di strano in loro, nel loro comportamento. C'era qualcosa che dovevano dire. Era tutto così strano...

« Kagome! », urlò Sango.

Inuyasha si arrestò di colpo, gli occhi dorati spalancati. Subito il suo viso si contrasse in una smorfia di pura rabbia e conficcò Tessaiga nel terreno, con astio.

« Cosa stai facendo, razza di stupida! », esclamò il mezzo demone sollevando la mano sinistra, stretta a pugno.

Kagome chiuse gli occhi ed espirò. Di solito non gli permetteva di rivolgersi a lei con quel tono così maleducato ma, dato lo scossone emotivo che doveva aver ricevuto con la storia di Kikyo, decise di lasciar correre. Per il momento. Si costrinse a mantenere la calma e cercò di parlare con tutta la pacatezza della quale poteva disporre.

« Non è ancora il momento, Inuyasha. Bankotsu, completa il tuo discorso.», disse e si rivolse nuovamente verso i suoi nemici, lasciando completamente perdere Inuyasha.

Il mezzo demone, allibito e visibilmente contrariato, rinfoderò Tessaiga.

Bankotsu, che si era goduto la scena insieme al compagno, si lasciò andare ad una risata sprezzante ed avanzò di pochi passi, quasi fino a fronteggiare Kagome. Ella, posta ancora davanti Inuyasha, lo osservava con aria di sfida.

« Inuyasha. Non sei per niente bravo ad infliggere i colpi di grazia. Questo è davvero un peccato, non trovi? », disse Bankotsu sorridendo mentre Jakotsu rideva, divertito. « Jakotsu mi ha trovato dopo che Inuyasha mi aveva inferto il suo grande “colpo di grazia”. Siamo riusciti a trascinarci fuori dal monte Hakurei per miracolo, prima che crollasse. I frammenti della Sfera ci tengono ancora in vita ma siamo deboli ed abbiamo perso le nostre armi. »

Bankotsu distolse lo sguardo e sembrò quasi rammaricato, come se avesse appena detto qualcosa della quale sapeva si sarebbe pentito. Jakotsu mise il broncio e prese a calciare qualche sassolino, distrattamente.

« Tsk. Che fine ha fatto la protezione di Naraku? », chiese Inuyasha con stizza.

« Sappiamo di essere il prossimo bersaglio di Naraku, ci troverà e vorrà i suoi frammenti. Siamo un impiccio, non è interessato a noi. Ci ha usato soltanto fin quando gli siamo serviti. Questa è la verità. », disse Jakotsu apparentemente risentito.

«É per questo motivo che adesso anche noi vogliamo uccidere Naraku. Ci ha riportato in vita per i suoi scopi... siamo finiti persino a tradirci a vicenda. Vogliamo vendicare i nostri fratelli. Inuyasha, permettici di unirci a voi! »

Bankotsu strinse i pugni e pronunciò le ultime parole a fatica. Gli costava quella richiesta e molto, si vedeva. Ma non aveva altra scelta: da soli e senza armi non ce l'avrebbero mai fatta. Jakotsu invece era così contento della decisione presa dal Primo Fratello! Non vedeva l'ora di viaggiare a fianco del suo Inuyasha! Certo, che seccatura quelle due donne... La ragazzina con le frecce soprattutto...
Tutta la compagnia strabuzzò gli occhi, incredula. Kagome strinse gli occhi a due fessure e si voltò per guardare Inuyasha. Il suo volto era serio e ombroso. Non poteva credere che quei due stessero davvero chiedendo loro una cosa del genere. Non dopo tutto quello che avevano fatto. Tuttavia, una parte del cervello di Kagome non poteva far altro che pensare che fosse una proposta da valutare. Una volta rimessi in forze, i due sarebbero stati due validi alleati. Ma, certo, anche due validi... traditori. Nessuno dava loro la garanzia che non volessero tradirli, che non fosse un altro sporco giochetto di Naraku. Inuyasha stava per aprire bocca e dal cipiglio che aveva, non si preannunciava niente di buono per quei due.

Vale la pena tentare, si disse.

Prima che Inuyasha potesse parlare, si volse e prese a camminare nella direzione dei due; in pochi passi li raggiunse e furono finalmente faccia a faccia. Aveva ancora l'arco in una mano e la freccia sacra nell'altra. In caso a quei due fosse venuta qualche strana idea, avrebbero avuto pane per i loro denti.

« Kagome, cosa stai facendo? Stupida! », urlò Inuyasha recuperando Tessaiga e balzando immediatamente verso i due mercenari. Non avrebbe perso anche Kagome, per nessuna ragione al mondo.

« Datemi una sola ragione per spingermi a fidarmi di voi. Fatemi capire che non state mentendo. », disse Kagome tranquillamente, guardando Bankotsu. Inuyasha fu subito al suo fianco e Bankotsu indietreggiò, trascinando con sé il suo estasiato compagno.

« Inuyasha! Vieni qui, fammi toccare quelle orecchie! », disse Jakotsu trattenuto a stento da Bankotsu che lo teneva per le braccia.

« Dannati! Vi aspettate davvero che io... »

Kagome posò una mano sull'avambraccio di Inuyasha ed egli si bloccò, stupito. La ragazza aveva un'espressione assorta, così... sicura.

« Non stiamo mentendo, donna! Vogliamo vendicare i nostri compagni ed uccidere Naraku. Se ci fosse un modo per estrarre questi frammenti senza dissolvermi, stai certa che lo farei. », urlò il ragazzo con convinzione.

Bankotsu parlò solennemente e nel suo sguardo Kagome lesse la verità, la disperazione e la voglia di riscatto, la stessa che c'era negli occhi di Inuyasha, Miroku, Sango, Koga. La stessa che vi era negli occhi di tutti coloro che volevano annientare Naraku. La giovane sacerdotessa annuì e si volse verso i suoi compagni, facendo loro segno di avanzare.

« Questo è importante. Bisogna scegliere cosa fare e deve esserci unanimità. La mia risposta è sì, perché ho letto il vero nei loro occhi e non posso ignorarlo. »

« Sei impazzita?! »

Inuyasha parlò con sdegno. Come poteva Kagome essere così cieca? Erano nemici, erano assassini! Erano... perché? Lui cos'era, tanto tempo fa?

Kagome socchiuse gli occhi abbandonandosi ad un sorriso amaro. Sapeva che Inuyasha avrebbe reagito in quel modo. Si volse verso di lui.

I loro sguardi si incrociarono per un attimo che parve interminabile.

« Vi fidate di me? », domandò rivolta a tutti ma continuando a guardare soltanto Inuyasha.

Sango annuì e fu la prima a parlare sotto lo sguardo serio ed assorto di Miroku.

« Mi fido di te, Kagome. Mi avete offerto una possibilità molte volte... adesso io voglio offrirla a loro, nonostante ciò che hanno fatto.»

« Confido nel tuo giudizio, divina Kagome. Suppongo non possa essere sbagliato. », disse il monaco solennemente.

Kagome annuì e sorrise ai suoi amici, grata di quella fiducia. Tornò poi ad osservare Inuyasha, il quale la guardava con le sopracciglia corrucciate, serio ed imperturbabile. Kagome prese la mano libera di lui, quella che non stringeva Tessaiga, fra le sue e continuò a guardarlo. Inuyasha arrossì, stranito da quel contatto. Non era la prima volta che Kagome lo faceva ma era sempre un'emozione nuova, una sensazione diversa. Prima nessuno si azzardava a toccarlo o accarezzarlo. 
Beh, prima di Kagome molte cose erano diverse.
Se si fidava di lei? Ciecamente, avrebbe potuto dire. Se gli piacevano quei due? Neanche un po'. Ma, in fondo, anche lui non piaceva, si era macchiato di azioni riprovevoli, se pur non al loro livello. Chi era lui per vietare loro una possibilità? Incrociò le braccia di scatto e volse lo sguardo dalla parte opposta.

«Tsk. E sia. Ma sappiate che se proverete a fare i furbi, vi eliminerò con queste stesse mani. »

Kagome si lasciò andare ad un sorrisetto soddisfatto mentre poneva nuovamente la freccia all'interno della faretra. Anche Sango e Miroku sorrisero, consci dell'influenza che Kagome, spesso e volentieri, esercitava su Inuyasha.

Bankotsu si limitò ad annuire; si sentiva combattuto, non sapeva se considerare quella possibilità appena concessagli una salvezza oppure una seconda sconfitta. Cercò di scrollarsi di dosso quella sensazione di tristezza che lo attanagliava e che prima d'allora non aveva mai provato.

Jakotsu proruppe in un gridolino estasiato e si sporse subito in avanti, eludendo facilmente il controllo del fratello, in quel momento distratto.

« Oh, Inuyasha, vieni qui! Fatti dare un bacio! Da oggi saremo sempre insieme! », disse cercando di scavalcare abilmente Kagome, che ora stava ritta in piedi davanti Inuyasha.

Kagome sospirò e si spostò, lasciando via libera a Jakotsu, sotto lo sguardo allibito di Sango e Miroku.

Ottima distrazione, quel tipo, pensò la sacerdotessa mentre tentava di non ridere.

Inuyasha si voltò giusto in tempo per vedere Jakotsu che tentava di raggiungerlo, le braccia tese verso di lui ed un sorriso di gioia pura. Fece un balzo indietro inorridendo e pose Tessaiga a mo' di barriera fra sé ed il suo spasimante.

«Dannato! Vuoi morire? Lasciami in pace! Tu e le tue chiacchiere da pervertito! »

« Non fare il difficile! Adesso siamo alleati, il nostro amore è libero di sbocciare! »

« Cosa diavolo stai dicendo?! Ti ammazzo! »

« Inuyasha, ricorda che non puoi fargli del male. », gli ricordò Kagome ridendo mentre si allontanava dalla parte opposta insieme a Miroku, Sango e Bankotsu.

« Ehi! Dove diavolo state andando?! », disse il mezzo demone guardando il gruppo allontanarsi bellamente, senza più degnarlo di altre attenzioni.

« Vacci piano, fratellino. », si raccomandò Bankotsu dando una pacca sulla spalla di Jakotsu, al passaggio.

« Tornate indietro, dannati! »

Inuyasha rinfoderò Tessaiga e prese a seguirli, lasciando in asso Jakotsu che prese a corrergli dietro con aria sognante.

Kagome sorrise voltandosi indietro; quantomeno, in un modo o nell'altro, in qualunque situazione si evolvesse quella strana alleanza, le cose si sarebbero rivelate sicuramente più movimentate.


Angolo autrice.
Salve a tutti! Questo, per me, è una sorta di esperimento (e so che è abbastanza lungo, sob). Mi sono sempre limitata al genere mitologico, dunque altro stile, altri personaggi. E' la prima volta che scrivo nella sezione anime e manga, utilizzando, tra l'altro, il capolavoro "Inuyasha". Tuttavia amo così tanto quest'anime, che per adesso sto rivedendo, che non ho resistito. La situazione passa dal "drammatico" iniziale al tragico/ comico ... Questo per me è l'atmosfera di "Inuyasha" eheheh. Jakotsu meritava un'altra possibilità (è il mio cattivo preferito). E Kagome... notate qualcosa di diverso in lei? Beh, mi sono avvalsa di OOC, spero che non turbi troppo. Ho sempre voluto vedere Kagome un po' più attiva, leggermente più suscettibile e capace di rispondere a tono, soprattutto ad Inuyasha. Per me la Kagome perfetta è un misto fra la sua dolce personalità e il carattere forte di Rei Hino, la miko di Sailor Moon (Sailor Mars, per intenderci). Non vi annoio ulteriormente! Una piccola recensione per farmi sapere cosa ne pensate è graditissima! Grazie per essere arrivati fin qui! :)
RodenJaymes.  

  
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