NO, BEERUS, NON HO IDEA DI DOVE SIA IL TUO TAMBURO...

Sfortunatamente, i piccoli gatti dei della distruzione compiono gli anni, come tutti noi, una volta ogni ciclo solare. 
Ancora più sfortunatamente, a volte i piccoli gatti dei della distruzione decidono molto furbescamente di portarti in gita su un particolare pianeta in cui è già il giorno del loro compleanno, a causa di un periodo di rivoluzione più lento o più rapido. 
E sfortunatamente, se non gli fai un regalo nel giro di cinque minuti, i piccoli gatti dei della distruzione si arrabbiano e distruggono tutto senza volerlo. 
Purtroppo, a volte, nella foga di trovare un regalo accettabile, è facile commettere degli errori madornali. Errori che ti trascinano all’inferno e le cui conseguenze ti perseguitano per giorni, mesi, anni terribili.
Questo era ciò a cui pensava Whis mentre il piccolo gatto dio della distruzione gli fracassava i timpani battendo entusiasta sul suo nuovo tamburo di pelle di Cane Canterino. Mai regalo fu meno azzeccato per il piccolo dio o meno letale per il povero alieno dalla pelle celeste.
A Whis non piaceva e non era mai piaciuto fare dei torti al piccolo Beerus; ciononostante una notte non resistette e corse a rubargli il tamburo, per poi distruggerlo miseramente senza lasciare più nemmeno l’ombra di una particella che gli era appartenuta. 
Il giorno dopo, al risveglio del piccolo, aveva già pronta la ramanzina.
“No, Beerus, non ho visto il tuo tamburo. Te l’ho sempre detto di mettere in ordine le tue cose. Sei così disordinato!”


Passarono milioni di cicli solari e milioni di regali accuratamente scelti prima che la questione tamburo fosse nuovamente tirata in ballo.
Beerus gironzolava curioso per la stanza del maestro, aprendo i suoi cassetti e rubando le sue scorte segrete di cibo. 
Certo, oltre al cibo nascosto non c’era molto che lo interessasse. I suoi armadi erano pieni di oggetti inutili: vesti decisamente troppo lunghe... Mutandoni rosa... Scarpe per tip tap... Costumi per il can can... Buoni sconto per l’EsseLuna e per il DeStar... Un tamburo... Una cravatta fluorescente...
Aspetta un attimo.
Un tamburo?
Beerus lo afferrò, curioso e confuso; sapeva di averlo già visto da qualche parte, ma non ricordava dove.
Mentre se lo rigirava perplesso tra le mani, una lettera cadde a terra. Rispettoso com’era della privacy del Maestro, la aprì con vago senso di colpa.

Caro Whis del futuro,
Sono Whis del passato. Ho un appunto su questo tamburo. L’hai comprato a Beerus per il suo settimo compleanno... Per il suo quinto settimo compleanno, a dire il vero.
CRETINO!
Sì, scusa, so che sei sensibile, ma se non ti si dicono le cose in faccia non le capisci. A mali estremi...
No, sul serio, quel bambino non ha senso del ritmo, non è un esperto di musica come te. 
Fracassa i timpani e basta.
Ciao ciao.
Whis del passato.


Quella sera, quando Whis tornò a casa, fu punito severamente dall’allievo: in serbo per lui c’era un concerto felino di batteria che durò nove ore e mezza.